L’incontro clou degli eventi su Tolkien durante il Cartoon Club di Rimini sarà quello di domenica 23 luglio alle ore 18.00, Tolkien, il Signore della Fantasia, che vedrà gli interventi di Oronzo Cilli, Adolfo Morganti e Domenico Dimichino, presidente Società Tolkieniana Italiana, moderato da Giovanni Carmine Costabile. L’evento è molto particolare perché sancisce la ricomposizione di una frattura all’interno della società più vecchia d’Italia. Nell’agosto del 2006, Adolfo Morganti, socio storico della STI, se ne andò sbattendo la porta e dimettendosi dalle cariche di vicepresidente, consigliere, socio e «da direttore di quella sfortunata rivista che si chiama Minas Tirith», come scrisse nella lettera inviata al direttivo. La Società annunciò poi che Morganti non aveva mai ricoperto quest’ultima carica, ma che ne era stato solo il responsabile esecutivo e denunciò il fatto che sull’ultimo numero della rivista il logo della casa editrice Il Cerchio aveva sostituito in copertina quello della STI come era nelle precedenti pubblicazioni.
Più di dieci anni dopo quella ferita sembra ora rimarginata, con l’ex vicepresidente della STI seduto per la prima volta pubblicamente allo stesso tavolo dell’attuale presidente, che è lo stesso di allora. Questa ricomposizione, a ben vedere, può essere letta in maniera più profonda come una riunione della scuola Tradizionale, da sempre divisa in due anime, che negli ultimi dieci anni sono state quasi in contrapposizione, con manifestazioni anche nello stesso giorno. Ma per capire tutto ciò bisogna fare un passo indietro.
Le due anime dalla Tradizione
Capofila dell’interpretazione neosimbolica è Gianfranco De Turris, fondatore e segretario della Fondazione «Julius Evola», dedicata al «pensatore» d’estrema destra, con trascorsi fascisti e nazisti, teorico della gerarchia tra le razze. De Turris non sarà presente a Rimini, ma è come se lo fosse, visto che è il direttore di Minas Tirith, firma l’introduzione a Tolkien e l’Italia di Cilli pubblicato da Il Cerchio e presenzia ogni anno alla Hobbiton organizzata da Ninni Dimichino, nonché organizzatore di convegni con la massoneria e CasaPound.
Adolfo Morganti è uno degli esponenti di spicco, se non il più eminente, dell’anima cattolica della scuola tradizionale. Infaticabile conferenziere e organizzatore, responsabile del Raduno Tolkeniano di San Marino, da sempre appassionato di letteratura fantastica e dei suoi legami con il mito, l’intellettuale sanmarinese è tra i fondatori de Il Cerchio, nata sulla scia dei Campi Hobbit, come ricorda lo stesso Morganti in una recente intervista. La casa editrice è specializzata nella pubblicazione di testi della tradizione spirituale, della saggistica fantasy e della cultura medievale. Tra gli autori figurano i nomi di Mario Polia, Gianfranco De Turris e Julius Evola. Morganti è anche presidente dell’Associazione Culturale Internazionale Identità Europea. È autore di saggi come Il tradizionalismo non cattolico italiano contemporaneo, Tolkien e l’uniformità del male. Il Regno dell’Anticristo secondo il “Signore degli Anelli” (in Minas Tirith) e Un giorno un Re verrà… Aragorn e la Sovranità sacra (in Minas Tirith e in “Albero” di Tolkien, curato da De Turris).
Fino al 2006 tutto il fronte dell’interpretazione tradizionale e neosimbolica delle opere di J.R.R. Tolkien era unito, tanto è vero che la casa editrice Il Cerchio di Adolfo Morganti poté pubblicare J.R.R. Tolkien Creatore di Mondi (1992), curato da Mario Polia, Gianfranco De Turris e Adolfo Morganti, la casa editrice L’Arco e la Corte di Ninni Dimichino poté pubblicare Tolkien, la Terra di Mezzo e i miti del III Millennio (2002), curato da Michele De Feudis con saggi di Gianfranco De Turris, Stefano Giuliano e Manlio Triggiani, e infine sempre De Turris potè pubblicare «Albero» di Tolkien – prima per Larcher Editore poi per Bompiani – in cui era presente tutto il gotha della pseudo-tolkienologia dell’interpretazione neosimbolica (insieme ad alcuni sparuti “esterni”): Sebastiano Fusco, Stefano Giuliano, Alberto Lombardo, Paolo Paron, Gianfranco de Turris, Errico Passaro, Adolfo Morganti, Gianluca Casseri. In questo modo, ha anche potuto pubblicare con Bompiani ed essere accreditato come autore e saggista Gianluca Casseri, il folle simpatizzante di CasaPound che nel dicembre 2011 ha ucciso a colpi di arma da fuoco due ambulanti senegalesi, ferendone gravemente altri tre prima di suicidarsi.
Tolkien secondo la STI
La visione Tradizionale getta la sua ombra sullo scrittore inglese e la Società Tolkieniana Italiana ne dà una lettura univoca, l’unica possibile secondo loro. L’articolo 2 dello statuto dichiara, infatti, che la Società «si propone lo studio e la diffusione dell’Opera e del Pensiero di J.R.R. Tolkien. Questo sia favorendo la conoscenza della sua opera letteraria che approfondendo la ricerca delle radici culturali e sacrali della Tradizione Europea, da cui tutta la produzione tolkieniana trae vita e nutrimento». Ma cos’è esattamente la Tradizione? In uno scritto pubblicato nel 2005 sul n. 13 della rivista Minas Tirith della Società, Mario Polia scrive: «Una domanda che molto spesso ci viene rivolta, e rispetto alla quale non v’è, secondo noi, migliore consiglio che indicare gli scritti di René Guénon e Julius Evola per una reale comprensione». Di seguito poi spiegava che la Tradizione, a suo dire, coinciderebbe esattamente con «l’insegnamento della Chiesa cattolica», anche se ammetteva subito dopo che: «Esiste, inoltre, un “tradizionalismo” in senso lato nel quale si riconoscono appartenenti singoli o gruppi, diversi in quanto a impostazione e tendenze, ma accomunati da un pronunciato antagonismo nei confronti del mondo moderno (…). È comune alle varie tendenze del “tradizionalismo” (cultural-politico e/o spiritualista) la tensione verso il recupero di un’identità “spirituale” dai contorni in genere mal definiti, non-confessionale, caratterizzata dal sincretismo in campo religioso e, spesso, da una componente marcatamente anti-cristiana».
Nell’introduzione di Rivolta contro il mondo moderno, infatti, si afferma quanto segue: «Dal nostro punto di vista non c’è l’arbitrario, il soggettivo e il fantasioso, e non c’è l’oggettivo e lo scientifico quale i moderni lo concepiscono. Tutto ciò non esiste. Tutto ciò sta fuori dalla Tradizione. La Tradizione comincia là dove col raggiungimento di un punto di vista superindividuale e non umano è possibile porsi al disopra di tutto ciò. Così si avrà una preoccupazione minima di discutere e di “dimostrare”. Le verità che possono far comprendere il mondo della Tradizione non sono quelle che si «imparano» e che si “discutono”. Esse o sono, o non sono». La verità Tradizionale, quindi, è certezza in quanto tale e, a differenza di qualsiasi ideologia umana, non va interpretata ma solo conosciuta. Fuori dalla conoscenza della Verità, sostiene Evola, vi è l’errore, la menzogna e l’ingiustizia, ovvero la Controtradizione.
Sono queste le basi ideologiche che fanno scrivere a De Turris, nel volume Tolkien, la Terra di Mezzo e i miti del III Millennio, che «tutto il complesso di idee e suggestioni [nel Signore degli Anelli] può essere capito, apprezzato e valorizzato e fatto proprio soltanto da un pubblico che sia già formato su letture di autori di Destra, ma soprattutto quelli “tradizionali” come Guénon ed Evola». I lettori di Tolkien non la pensano allo stesso modo univoco.
LINK ESTERNI:
– Vai al sito del sito del Cartoon Club di Rimini
– Vai al sito del sito del Rimini Comix
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Non ho mai riso tanto come nel leggere questo articolo. Davvero divertente. Mai visto tante sciocchezze messe insieme. Complimenti all’autore che, evidentemente, ha potuto sfogare tutte le sua retorica e sbandierare ancora lo spauracchio del fascismo…Che pena…