Questo titolo, praticamente lo stesso dell’originale inglese, farà sicuramente sobbalzare sulla sedia ogni appassionato tolkieniano. Purtroppo, non è esattamente così: diciamo subito che la notizia non arriva da Christopher Tolkien, Priscilla Tolkien, né tantomeno da Tolkien Estate o HarperCollins. Non giunge nemmeno dalla Tolkien Society o da una delle prestigiose biblioteche che conservano i manoscritti dello scrittore inglese, dalla Bodleian di Oxford alla Markette University Library negli Usa. Si tratta solo di fiction.
Sgombrato il campo agli scoop ed essendo nel campo della narrativa, Tolkien non poteva che divenire protagonista di una storia fantastica: il professore appare nelle prima pagine e la sua ombra aleggia in tutto il resto di un nuovo romanzo, Mirkwood: A Novel About JRR Tolkien. A firmarlo è un certo Steve Hillard, uno scrittore e linguista statunitense altrimenti sconosciuti ai più. Si scopre così che in un viaggio non descritto da alcuna biografia né dalle lettere, Tolkien sarebbe sbarcato negli Stati Uniti, a New York, per una cosiddetta “missione segreta”. Siamo infatti durante la Seconda Guerra Mondiale e il professore di Oxford lascia da parte il suo pastrano per vestire i panni dell’agente segreto. Leggendo la trama si apprende che, durante il soggiorno, Tolkien portò con sé un documento scritto di suo pugno in una lingua sconosciuta che si riferisce a una eroina, una Halfling di nome Ara, che era vissuta nella Terra di Mezzo. Temendo che il possesso dei documenti avrebbe portato un gran danno, Tolkien affidò i documenti a un arrotino di nome Jesse Grande.
Quasi 40 anni dopo, l’arrotino vagabondo è scomparso e il manoscritto viene ritrovato da una sua nipote, rimasta orfana: Cadence. Proprio in quel momento, si scopre che le forze oscure dal Reame fantastico (sempre la Terra di Mezzo, si presume) giungono a New York alla ricerca dei documenti e dei loro guardiani, così Cadence è costretta a proteggere la storia di Ara. Purtroppo, non è dato modo di sapere come una ragazzina possa conoscere una lingua che è sconosciuta e sapere della storia di Ara, ma la trama va avanti. In seguito, si dovrebbe capire che la Terra di Mezzo esiste realmente e che Tolkien l’ha visitata e semplicemente vi si era ispirato.
L’autore
«Tolkien sperava ardentemente, anzi credeva che non vi fosse alcuna divisione tra credenza e realtà», dice Hillard, che poi spiega: «Il mio romanzo risponde alla domanda: “Cosa sarebbe successo se Tolkien avesse vissuto in prima persona nella Terra di Mezzo”?». (A onor del vero, lo stesso Tolkien aveva smentito di credere e tanto di voler vivere nel suo mondo fantastico, ndr).
Intrecciando tra loro fatti storici e fiction, Hillard immagina gli spostamenti di Tolkien, ne fa una spia nella Seconda Guerra Mondiale e riporta dialoghi tra lo scrittore e il suo amico, C.S. Lewis. Hillard ha detto che l’ispirazione per scrivere il romanzo gli sarebbe venuta dalla lettura del Signore degli Anelli alle figlie, a cui la saga è piaciuta molto, ma ogni sera chiedevano: «Dove sono le eroine?».
Ora, senza voler dare giudizi affrettati, sembra proprio che anche questo romanzo segua una moda consolidata nei paesi anglosassoni: sfruttare il nome di Tolkien per farsi pubblicità. Se servissero altri esempi, si possono leggere tutta la saga sui draghi di James A. Owen, romanzi fantasy in cui Tolkien, Williams e Lewis sono protagonisti, oppure Looking for the King: An Inklings Novel di David C. Downing. E anche in Italia è il caso di La casa di Tolkien, un romanzo edito da Nutrimenti che poco aveva a che fare con lo scrittore inglese.
Tornando a Mirkwood, dal quel che si capisce il libro è un fantasy per bambini delle scuole primarie e forse delle medie, come tra l’altro si può evincere anche dalle immagini distribuite in questi mesi. La copertina è intrigante, ma dalle immagini si intuisce il pubblico a cui è rivolto. Il libro uscirà il 18 gennaio, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, speriamo non venga tradotto in italiano. Qui è possibile vedere la galleria di immagini.
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In sintesi “stare alla larga”
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Grazie dell’utile segnalazione e dell’elenco di altre opere che con Tolkien poco hanno a che fare, malgrado il titolo.