Siamo lontani dai film di Peter Jackson è si vede. Finalmente. Non fraintendete, la trilogia cinematografica del Signore degli Anelli ha molti meriti ed è sicuramente un’opera grandiosa, forse irripetibile. Ma ha un difetto: l’aver creato un modello iconico che per molto tempo imporrà i suoi canoni. Dopo i film, difficilmente i lettori del Signore degli Anelli riusciranno ad aprire il libro senza vedere Viggo Mortensen in Aragorn od Orlando Bloom in Legolas, per non parlare dei suoi capelli biondi, che nel volume non ci sono (erano probabilmente scuri com’era la norma tra i Sindar; i capelli biondi erano una caratteristica dei Vanyar). Per non parlare di Arwen/Liv Tyler. Insomma, la libertà di ogni lettore di fantasticare con la sua immaginazione, basandosi sulle descrizioni del capolavoro di Tolkien, come avviene per la maggior parte delle opere di narrativa, è fortemente limitata dalle immagini delle pellicole. Non solo: dalla loro uscita dei cinema di tutto il mondo, le illustrazioni e i dipinti di molti artisti si sono in parte rifatte a quel modello, divenendo appunto una sorta di canone.
Certo, non si vuol tornare ai tempi in cui i membri della Compagnia degli Anelli erano rappresentati con cappelli da moschettiere o vestiti da templare, ma siamo convinti che la diversità d’espressione sia una ricchezza, fino ad autore molto personali come Cor Blok o Tom Loback.
Fatta questa premessa, è benvenuta la pubblicazione di Middle-earth: Visions of a Modern Myth, che raccoglie le opere di Donato Giancola. Attivo già da tempo, non è italiano come potrebbe far pensare il nome, ma uno dei più grandi artisti americani nel campo del fantastico, più volte vincitore del premio Hugo e di svariati altri premi. Collaborazioni con LucasArts, Microsoft Games, Hasbro, Wizards of the Coast fanno di Giancola l’artista che meglio ha rappresentato tutti i settori del gioco, ma le sue opere spaziano per tutti gli ambiti artistici. I forti richiami alla pittura rinascimentale unita alla sua formazione scientifica hanno reso le sue opere fantascientifiche uniche. «A lungo atteso», recita la quarta di copertina di Middle-earth: Visions of a Modern Myth, «questo bellissimo viaggio attraverso la Terra di Mezzo offre una nuova esplorazione del regno di fantasia più amato della letteratura. Dal Fosso di Helm al Monte Fato, Giancola conduce i lettori in un tour pieno di guerrieri, maghi, draghi e nani».
Donato Giancola e J.R.R. Tolkien
Più della copertina, ci interessano le sue parole, riprese dalla presentazione che l’autore fa della propria arte sul suo sito: «Conosco quei libri dall’inizio alla fine, ma mi ritrovo ancora a commettere qualche errore […] Fortunatamente, Tolkien ha dato agli artisti una grande libertà nell’illustrare i suoi
romanzi: descrizioni non troppo dettagliate sia dei personaggi che dei luoghi. Le sue descrizioni di solito sono molto emotive e per questa ragione entrano in risonanza col lettore, molto di più delle opere di altri autori. È ciò che mi piace di queste opere: una forte base emotiva su cui costruire un ampio spettro di interpretazioni ‘fisiche’».
«[…] è con le scene semplici che J.R.R. Tolkien ci fa sentire l’umanità dei suoi personaggi: le profondità della terribile oscurità di Moria; Merry e Pippin che fumano la pipa dopo la distruzione di Isengard; Frodo e Sam che cuociono dei conigli all’Ombra di Mordor».
«[…] La potenza di Tolkien sta nel fatto che non occorre un artista per interpretare la sua opera affinché prenda vita. Eppure, allorché l’artista riesce a superare la riproduzione pedissequa, si riesce ad aggiungere qualcosa a ciò che le parole possono descrivere. Le due arti risuonano e creano una risposta emotiva più grande della somma delle parti. Ciò non sempre si può raggiungere, ma quando accade è una cosa magica».
I quadri in casa
Sono particolarmente orgoglioso di un quadro da The Hobbit: Expulsion che è appeso in sala da pranzo. Rappresenta tutto ciò a cui aspiro e che mi appassiona della mia carriera come illustratore e pittore realista, interpretando l’opera di Tolkien; dispiegando l’umanità di personaggi in conflitto epico e creando quadri di ampie dimensioni e carichi emotivamente. Le ispirazioni accumulate in viaggi per i musei di tutto il mondo hanno trovato finalmente espressione in un lavoro come questo. Questo quadro, insieme a The Lord of the Rings, si è rivelato un trampolino per un corpus di opere più ampio, che rappresenta il mio secondo livello verso la creazione di una pittura narrativa. Nella mia opera ci sono stati alcuni successi, ma nessuno fino ad ora ha eguagliato quello che ho ottenuto illustrando le copertine dei due miei libri preferiti: The Lord of the Rings e The Hobbit».
La presentazione del libro su YouTube
– Per acquistare il libro su amazon.it o su ibs.it
– Biografia di Donato Giancola con 26 opere
– La presentazione sulla rivista Intercom
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Mi sa che me lo compro (con lo sconto) da amzon.it
Mi lascia un poco perplesso solo un Frodoe un Bilbo un po’ troppo giovani. Son sempre dei cinquantenni