Una cosa che un giornalista non dovrebbe mai fare e che spesso fa è far riferimento a un qualsiasi testo di J.R.R. Tolkien senza essere un esperto. Ovunque nel mondo ci sono appassionati dell’autore, esperti anche dei dettagli più infinitesimali delle sue preferite e anche la più piccola svista riguardante la Terra-di-mezzo scatenerà una campagna militare di Orchi pronti a marciare sulle ossa del povero malcapitato! Il New York Times è passato per questa esperienza poco consigliabile la scorsa settimana quando in un articolo si è scritto di R.A. Dickey, battitore della squadra di baseball dei Mets, e della sua abitudine di dare un nome a tutte le proprie mazze, prendendoli da oggetti descritti in due opere da lui amate, Beowulf e Il Signore degli Anelli. L’articolo ha commesso un’imprecisione che ha scatenato lettere di protesta che hanno inondato la redazione del giornale.
Così, qualche giorno dopo il quotidiano ha pubblicato di una di queste lettere per correggere l’errore: «Una frase della rubrica dedicata al baseball di domenica scorsa ha commesso un’imprecisione circa l’origine del nome “Orcrist , la Fendiorchi”, che il battitore R.A. Dickey ha dato a una delle sue mazze. Orcrist non era, come Dickey aveva riferito, il nome della spada usata da Bilbo sulle Montagne Nebbiose nello Hobbit. Orcrist era la spada usata nel libro dal nano Thorin Scudodiquercia (la spada di Bilbo Baggins si chiamava “Pungolo”)».
L’articolo originale era leggermente diverso: «Una mazza si chiama Orcrist, la Fendiorchi, e l’altra Hrunting. Dickey, un lettore avido, ha detto che Orcrist viene dallo Hobbit: è la spada usata da Bilbo Baggins sulle Montagne Nebbiose. Hrunting – la acca è muta, ha detto Dickey – viene invece dal poema epico Beowulf: è la spada con cui Beowulf uccide la madre di Grendel». Però come precisava la correzione, «Orcrist era la spada usata nel libro dal nano Thorin Scudodiquercia». Per questo il New York Times e in parte Dickey erano stati sbeffeggiati su internet, in blog, social network e mail collettive dagli appassionati tolkieniani. Il mea culpa pubblicato sul quotidiano implicitamente implorava di smettere le critiche al giornale.
Ma non è finita. Nella chat pubblica con cui i tifosi possono parlare con i giocatori del Mets, R. A. Dickey è dovuto intervenire per correggere di nuovo il New York Times: «Thorin trova Orcrist nel tesoro dei Troll Tom, Bert e Will, ma poi gli viene sequestrata dal Grande orco, sotto le Montagne Nebbiose!». Il giocatore, su richiesta dei compagni, continua: «La spada è recuperata da Gandalf e restituita a Thorin, ma quando i Nani vengono imprigionati a Bosco Atro, Orcrist viene sequestrata di nuovo, questa volta dal re degli Elfi Thranduil». E noi possiamo aggiungere che dopo la sua morte la spada, restituita dagli Elfi, venne collocata sopra la sua tomba nel Regno Sotto la Montagna: essa risplendeva di blu nel buio all’approssimarsi dei nemici e mai in seguito la
Montagna poté essere attaccata di sorpresa.
Per dimostrare che ci sono anche giornalisti esperti di Tolkien, potete gustarvi il siparietto andato in onda in prima serata negli Usa (andate direttamente al minuto 3:35!):
.
Per l’Ungheria piove su Gondor
Chiudiamo con una notizia che si abbina perfettamente: l’agenzia di gestione dei disastri ungherese sta testando il sistema nazionale di trasmissione delle emergenze in modo curioso. Gli allarmi lanciati per prova citano i nomi dei luoghi del Signore degli Anelli. Radio e tv interrompono la programmazione ogni due ore e per due minuti si sentono messaggi del tipo: «Forti inondazioni a Gondor, smottamenti e frane su tutto il nord Ithilien», «Piogge forti sulla Contea, da Hobbiton al Decumano est», «Grandine come noci a Gran Burrone, si pregano gli Elfi di non uscire di casa nel fine settimana», «Una forte scossa di terremoto ha devastato Mordor, dopo l’eruzione di Monte Fato. La colata di lava ha quasi raggiunto Barad-dur. La popolazione orchetta è stata già evacuata». Gli ungheresi, naturalmente divertiti, così vengono informati di inondazioni e tempo catastrofico a Gondor, Rohan, a Gran Burrone, Mordor, al Fosso di Helm e in altre località abitate da Hobbit, Elfi, Ent, Nani e Orchi!
I funzionari del governo dicono di avere scelto il mondo fantastico di Tolkien perché non vogliono allarmare le persone menzionando nel test località esistenti e perché vogliono capire con quanta efficacia i messaggi di emergenza raggiungono i giovani.
Beh, fan viene da “fanatic”, no?
Mentre la notizia sull’uso dei toponimi tolkieniani in Ungheria m’è piaciuta molto.