È il titolo più atteso dell’anno, anche se arriverà nelle sale italiane soltanto a Natale (precisamente il 14 dicembre 2012). È “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato” di Peter Jackson. Il regista neozelandese proprio questa domenica si è presentato al Comic-con di San Diego per parlare del primo dei due film dedicati all’antefatto del “Signore degli Anelli”. La folla presente ha potuto vedere l’anteprima di 12 minuti del film: si è potuto vedere uno scambio di battute tra Bilbo e Gollum, un dialogo tra Gandalf e Cate Blanchett, che torna a essere la regina degli elfi Galadriel, e il momento cruciale in cui Bilbo trova l’anello. Insieme a Jackson e a Martin Freeman (Bilbo Baggins), alla presentazione erano presenti amche Ian McKellen (Gandalf) e Andy Serkis (Gollum). Un ospite a sorpresa è stato Elijah Wood, che nella trilogia ha interpreta Frodo Baggins, che avrà un cameo nel film.
La notizia più ghiotta è però un’altra: il regista starebbe trattando con gli Studios per una terza puntata della saga (la seconda, “Lo Hobbit – Andata e ritorno”, è già in lavorazione avanzata e sarà nei cinema dal 13 dicembre 2013). «Siamo parlando con i produttori su alcuni dei materiali che non possiamo inserire nei film. E abbiamo chiesto se potremo fare un po’ più di riprese il prossimo anno. Non so cosa ne verrà fuori, cioè se queste scene estese verranno poi aggiunte o meno. Ne stiamo ancora parlando […] Mi piacerebbe girare un mucchio di materiale in più che non possiamo inserire. C’è così tanto roba buona nelle Appendici che non siamo stati in grado di infilarla in questi film».
La notizia era talmente avvincente che non c’è voluto molto perché l’argomento riemergesse durante la conferenza stampa del film, in cui il fan-regista ha avuto più tempo per chiarire la sua frase precedente. Rispondendo alla domanda diretta sull’ipotesi di un terzo film aggiuntivo, Jackson ha detto: «È troppo presto per parlarne – ha detto Jackson – Abbiamo del materiale di partenza incredibile nelle Appendici [del Signore degli Anelli]. Possediamo i diritti delle 125 pagine di note aggiuntive in cui Tolkien espande il mondo dello Hobbit, pubblicate alla fine del “Ritorno del re”, e finora ne abbiamo usata una parte. Nelle ultime settimane di riprese abbiamo iniziato a parlare con lo Studio delle cose che non siamo riusciti a inserire, per capire se saremmo riusciti a persuaderli a lasciarci girare per qualche altra settimana l’anno prossimo, alla fine delle riprese. Ci vorrà più di qulache altra settimana, in realtà. Riguardo a quale forma queste riprese potrebbero prendere, siamo ancora in una fase di discussione. È ancora troppo presto. Quindi non c’è davvero nulla da riferire, ma ci sono altre parti della storia che ci piacerebbe raccontare che non siamo stati in grado finora di farlo».
Il Silmarillion
A Jackson viene chiesto se farà un film basato sul Silmarillion: «Credo che le possibilità che io viva fino ad avere 110 anni siano molto remote», ha risposto il regista, in quanto i diritti per Il Silmarillion, a differenza di quelli del Signore degli Anelli e dello Hobbit, sono detenuti dalla famiglia Tolkien, a cui i film di Jackson non piacciono per nulla.
«Non credo che la Tolkien Estate ami i miei film», ha detto il regista in riferimento
alla trilogia del Signore degli Anelli. Per occuparmi del Silmarillion dovrei aspettare che scadano i diritti che loro detengono, ma si tratta di un periodo piuttosto lungo!».
Le Appendici nella trama
Il sito di informazione cinematografica Deadline ha intervistato Peter Jackson riguardo alle sue frasi durante la Comic Con. Ne riportiamo uno stralcio importante: «[…] Nel romanzo, Gandalf scompare più volte. Nel 1936, quando Tolkien scrisse il romanzo, non aveva in mente cosa stesse facendo Gandalf. Ma successivamente, quando scrisse Il Signore degli Anelli, ripensò a quei momenti e scrisse una serie di note sui motivi per cui Gandalf sparisce: indaga sulla possibilità che Sauron stia tornando. Sauron non compare nello Hobbit. Tolkien stava inserendo Lo Hobbit nella complessità della sua mitologia. Anche se non scrisse mai Il Silmarillion (fu poi pubblicato dal figlio Christopher), ci sono 125 pagine di appunti pubblicati alla fine del Ritorno del Re. Sono Le Appendici e sono sostanzialmente i suoi appunti estesi sullo Hobbit. Avevamo i diritti di quel materiale e ci hanno permesso di utilizzarlo. Ecco, quindi, che non abbiamo adattato solo Lo Hobbit, abbiamo adattato quel romanzo più una serie di spezzoni delle appendici. Il film spiega nel dettaglio dove è andato Gandalf, cosa che il libro da solo non fa. Abbiamo spiegato tutto questo utilizzando gli appunti di Tolkien. Questo permette di definire maggiormente l’atmosfera del film, perché abbiamo inserito materiale del Signore degli Anelli nello Hobbit. C’è ancora l’aria della fiaba, in particolare nello sviluppo dei personaggi dei Nani e di Bilbo, che ha un certo umorismo. Il Signore degli Anelli era più serio e così il film prende un’atmosfera più simile a quella della trilogia, Così chi vuole può vedersi tutti i film di seguito…».
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Il terzo film – se mai si farà – potrebbe essere il migliore. Con solo un ‘canovaccio’ e senza una storia troppo precisa, potrebbero fare qualcosa di potabile.
Ma anche no