I videogiochi sono da tempo uno strumento didattico e sono usati spesso nelle università statunitensi per insegnare un ampio numero di materie, dall’arte moderna e contemporanea (con Minecraft alla Bowling Green State University in Ohio) alla letteratura e le saghe norrene (con Skyrim alla Rice University). E corsi online accademici sono attivi da qualche anno presso il Mithgard Istitute (ne abbiamo parlato qui e qui ). Non farebbe notizia, quindi, un altro corso online che unisce letteratura, cinema e videogiochi. Ma se si tratta di J.R.R. Tolkien e al corso universitario si iscrivono ben 40mila studenti la notizia è eclatante!
Tolkien transmediale
Seguire l’opera narrativa di Tolkien attraverso tre differenti mezzi, il libro, un film e un videogioco. È questo lo scopo di
Online Games: Literature, New Media, and Narrative (Giochi online: letteratura, nuovi media e la narrazione), un corso universitario online di sei settimane (siamo all’inizio della seconda) tenuto dal professor Jay Clayton della Vanderbilt University (a Nashville, in Tennessee), che ruota attorno Signore degli Anelli Online, Lotro. «Sono un professore di letteratura così ho sempre insegnato letteratura inglese in relazione alla cultura digitale», spiega all’ArsT Clayton. «Credo di aver iniziato con Myst come il primo videogioco che ho inserito in una classe di inglese». Quando i videogiochi si sono evoluti, si sono evoluti anche i suoi metodi d’insegnamento. Ma perché usare proprio i videogiochi che sono una sottocultura giovanile? «I videogiochi sono profondamente immersi nella nostra cultura. E non solo nella nostra cultura popolare: essi sono oggetti culturali complessi con tradizioni letterarie e artistiche che risalgono a Omero. E come la quasi totalità della cultura di oggi, mescolano tradizione alta e bassa, attingendo dalle convenzioni narrative condivise da Dante, Spencer e Mallory. E fondono questi motivi con riferimenti pop, dalla televisione a Michael Jackson, dai Simpson ai cartoni animati. Alcuni studiosi molto acuti hanno scritto interi libri sui videogiochi come
forma d’arte». Molte persone considerano chi usa i videogiochi come un emarginato o un dissociato mentale. Non è esagerato farne un corso universitario? «I videogiochi sono una parte fondamentale della cultura del XXI secolo, accanto a film e romanzi, musica, spettacoli teatrali e performance artistiche. Il fatto è che i videogiochi contengono elementi di tutti questi modi e li combinano sviluppando nuove forme artistiche. Di solito, quando si parla di videogiochi, si ricorre subito agli stereotipi. Ma le statistiche sono sorprendenti: usa i videogiochi il 69% di tutti i capifamiglia, il 97% dei giovani. Addirittura il 40% dei giocatori sono donne e l’età media è di 35 anni. Queste statistiche, quindi, vanno contro molti stereotipi che le persone hanno sul giocatore tipico». A cosa mira il suo corso universitario? «Il corso è concepito come uno di letteratura inglese a livello universitario: un tour multi-genere e multimediale di come la letteratura, il cinema e i giochi possano esercitare l’attività fondamentale dell’uomo, la narrazione. Il nostro viaggio permetterà di imparare qualcosa sulla teoria della narrazione e introduce ad alcuni temi chiave in Scienze della Comunicazione, oltre a occuparsi di parte della storia e della teoria dei videogiochi. Farà incontrare gli studenti, inoltre, con alcuni punti di riferimento importantissimi della letteratura inglese, la storia infinita che sta dietro alla maggior parte dei giochi fantasy: La Compagnia dell’Anello di Tolkien, ma anche un po’ della Faerie Queene (la Regina delle Fate) di Edmund Spenser, e moltissime poesie di John Keats, Alfred Tennyson, Robert Browning e altri». Perché proprio Tolkien? «Perché Il Signore degli Anelli – il romanzo, la trilogia dei film e i molti videogiochi – è il nostro modello centrale di come funziona la “rimediazione”, trasformando una storia familiare mentre si muove attraverso diversi media».
Studiare Tolkien giocando
Appena conclusa la prima settimana, il corso online è ospitato sul portale specializzato Coursera. Anche se gli studenti non guadagneranno alcun credito universitario, il corso prevede lezioni accademiche, seminari online e sessioni interattive di gioco. Ci sono tre diversi tipi di video: brevi lezioni del professore, seminaria che costituiscono la maggior parte del corso e le sessioni di gioco in cui gli studenti si immergono nel Signore degli Anelli Online e che combinano l’azione ludica con l’analisi narrativa e le teoria dei giochi. Il corso di Clayton riflette sui punti di forza e i limiti del romanzo, dei film e del videogioco osservando come la storia di Tolkien si sia spostata per adattarsi in ogni ambiente narrativo. Non è richiesta alcuna esperienza nei videogiochi. Possono partecipare anche gli studenti che è non sono interessati a giocare al Signore degli Anelli Online, Lotro. Sono, infatti, previsti due percorsi paralleli, uno per coloro che sono in grado di giocare a Lotro, l’altro per le persone che vorrebbero conoscere i videogiochi, Tolkien e la tradizione romantica, ma scelgono di non giocare essi stessi. Il corso è attualmente alla seconda settimana, con più di 40mila studenti iscritti. Professor Clayton, come è stata questa prima settimana? «È stata… vertiginosa! Appena 15 minuti dopo l’inizio del nostro corso, più di mille persone avevano guardato il video e il team tecnico aveva già scoperto (e corretto) due errori che avevamo fatto nella creazione del sito. È stato un avvio frenetico ed eccitante al tempo stesso», dice Clayton. «È un’esperienza intensa di saturazione dei media, di tutti i canali multipli vicini a noi in una sola volta. Stavamo quasi per essere travolti!». Preoccupato o soddisfatto? «Non tutti gli studenti probabilmente seguiranno l’intero corso. Ma più che preoccupato sono molto soddisfatto: il numero è di partecipanti è enorme e si tratta comunque di una classe di valore. Gli studenti si sono iscritti al corso volontariamente, per pensare meglio e riflettere meglio».
– Vai al sito del corso online di Online Games: Literature, New Media, and Narrative di Jay Clayton
– Vai al sito della Vanderbilt University
– Vai al sito della piattaforma Coursera
Assolutamente geniale! Mi chiedo perché queste cose in Italia non le facciano mai