Si torna a parlare di J.R.R. Tolkien al Festival della Letteratura di Mantova. La diciottesima edizione della prestigiosa manifestazione, che si terrà a Mantova da mercoledì 3 a domenica 7 settembre 2014, si preannuncia ricca di novità. Grande spazio sarà dato alla misteriosa forza dell’immaginario, al potere che la letteratura ha di trascinarci all’interno di una storia, facendoci identificare nel suo protagonista o addirittura provare il desiderio di emularlo, è dedicato il percorso degli eroi, un ciclo di tre incontri in cui Colum McCann, Michela Murgia, Francesco Piccolo, Licia Troisi, Chiara Valerio, Wu Ming 4 – stimolati da Stefano Jossa – parleranno dei loro eroi letterari, dei personaggi che hanno segnato una svolta nella loro vita o nel loro rapporto con la lettura. Decisamente nel territorio del fantasy si collocano invece l’incontro con Licia Troisi, durante il quale il pubblico sarà invitato a esprimersi su quali personaggi richiamare in vita per un possibile prequel di una delle saghe dell’autrice, mentre un voluto sconfinamento fantascientifico si compirà con Paolo Bacigalupi, scrittore statunitense di fantascienza di origini italiane, presentato al Festival da Tullio Avoledo.
Le Lettere di Tolkien
Mantova sarà anche l’occasione per parlare di Tolkien. Sabato 6 settembre, alle 10:45 presso il Liceo Classico Virgilio, Wu Ming 4 e Chiara Codecà discuteranno dell’epistolario dello scrittore, la raccolta di lettere che in Italia è stata pubblicata con il titolo La realtà in trasparenza (Bompiani, 2001). È un volume che da anni fornisce citazioni a chiunque scriva dell’autore del Signore degli Anelli, ma del quale però ci si è occupati raramente. La realtà in trasparenza è la traduzione italiana del volume The Letters of J. R. R. Tolkien (354 lettere, dall’ottobre 1914 al 29 agosto 1973, quattro giorni prima della morte dello scrittore), che però non ha recepito l’ultima revisione delle edizioni anglosassoni, che dal 1999 in poi, presentano un indice creato da Wayne G. Hammond e Christina Scull. Fatto curioso, in Italia, dopo essere state ripubblicate dalla casa editrice Bompiani nel 2001, sono ormai fuori catalogo da un paio d’anni, come riportato in questo articolo. Pubblicato nel 1981 a cura di Humphrey Carpenter, con l’assistenza di Christopher Tolkien, questo libro è considerato fondamentale da tutti gli studiosi di Tolkien. Ancor più della pur buona Biografia, scritta sempre da Humphrey Carpenter, le Lettere permettono di gettare uno sguardo al Tolkien più privato, di cogliere un assaggio dell’uomo che sta dietro all’invenzione della Terra di Mezzo: i suoi rapporti con la moglie Edith e con i quattro figli, le sue discussioni e i suoi litigi con il grande amico C.S. Lewis, e da un certo punto in poi, il rapporto a tratti conflittuale, ma sempre rispettoso verso i lettori e quello decisamente più infuocato con i critici. Rispondendo alle richieste e alle curiosità di appassionati che gli scrivevano da tutto il mondo, Tolkien si trovò più volte a dover giustificare l’uso di parole, o le scelte compiute da questo o da quel personaggio.
Nessun manifesto teorico
Per i lettori appassionati è una lettura piacevole, un’occasione per dare uno sguardo «dietro le quinte» della pubblicazione delle opere dello scrittore, un altro viaggio nel suo universo privato. Ma anche l’epistolario ha i suoi limiti oggettivi e va preso per quel che è: una raccolta di lettere di diversa natura e genere, fatta da altri, non dallo scrittore. Se è vero, infatti, che le lettere sono tantissime (354 appunto), è anche vero che ci sono molte lacune nella biografia di Tolkien. Ci sono appena 8 lettere prima del 1937, anno in cui lo scrittore pubblicò Lo Hobbit all’età di 45 anni. Inoltre, mentre ci sono tantissime informazioni sul Signore degli Anelli, sfortunatamente c’è poco di prezioso sullo Hobbit e sul Silmarillion. Nonostante sia uno strumento utilissimo per capire la poetica di Tolkien, si tratta poi pur sempre di una selezione di lettere fatte da Carpenter e da Christopher Tolkien. Non c’è in sostanza la sensibilità di Tolkien dietro quella selezione. Infine, si tratta di lettere private, indirizzate ai suoi amici, familiari, colleghi, editori, e per anni dopo la pubblicazione del Signore degli Anelli, anche con i suoi lettori. Proprio per la loro stessa natura, quindi, le lettere non hanno la forma sistematica di un saggio e sono influenzate anche dagli stati d’animo del momento, dalle circostanze e dalle occasioni in cui sono state scritte e dal tipo di destinatario. Non sempre sono in accordo con la Biografia di Carpenter e la History of the Middle-earth di Christopher Tolkien: è importante considerare la data di ogni lettera e la sua collocazione temporale in rapporto alla pubblicazione dei suoi libri o di altre fonti che riflettono il modo di vedere di Tolkien. Ecco perché trattarle come fossero gli scritti teorici di Tolkien è improprio e rischia di essere fuorviante.
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