Negli ultimi anni la passione e l’interesse per i fumetti sembrano aumentati in modo esponenziale. Sarà stato grazie ai film usciti al cinema o alle varie manifestazioni nazionali ed internazionali. Tant’è che i vari Wolverine, Batman, X-Men hanno nuovamente invaso la nostra vita. Devo dire che sono sempre stata una collezionista di fumetti e mi sono sempre chiesta il perché non sia stato mai fatto, oltre a Lo Hobbit della casa editrice Bompiani, un fumetto ambientato nella Terra di Mezzo. Un fumetto non per bambini, più adulto, cupo e maturo. Vagando per internet, come ben sapete, alla ricerca di nuove e varie illustrazioni mi sono imbattuta in un disegnatore italiano di fumetti: Denis Medri. Cosa avrà costui di diverso da altri disegnatori, vi chiederete. Ebbene, oltre ad avere un tratto molto bello, fine e teso alla cura del dettaglio, Denis Medri ha lavorato ad alcune tavole per un progetto de Lo Hobbit. Tavole meravigliose, adulte. L’ho contattato, spinta dalla curiosità ed ecco l’intervista.
L’intervista
Innanzitutto, ti ringrazio per aver accettato di rispondere alle mie domande, secondo poi; sei un fumettista ho visto sul tuo blog delle magnifiche illustrazioni di Hellboy e Wolverine, come mai hai deciso di cimentarti con J.R.R. Tolkien? «La cosa è nata dal nulla, forse a fine 2011. Volevo proporre a qualche editore una mia versione illustrata de Lo Hobbit, visto l’uscita del film di Peter Jackson. Ci fu l’interesse da parte dell’editore francese che pubblica Tolkien oltralpe ,ma alla fine chi deteneva i diritti di Tolkien aveva dato altre disposizioni a riguardo, e non se ne fece nulla. Decisi comunque di portare avanti la cosa, giusto per divertimento. Già anni prima feci parte di quella bella mostra itinerante dal titolo Immagini dalla terra di Mezzo quindi, diciamo che non ero nuovo a quel tema».
Quando hai incontrato Tolkien la prima volta e quali sono, se ci sono, i personaggi che preferisci disegnare? «Ho letto il Signore degli Anelli anni fa, nel 2000 mi sembra, avevo appena lasciato la Scuola del Fumetto di Milano per fare il servizio civile. Già all’epoca mi cimentavo nel disegnare cose Fantasy, e i miei insegnanti di allora mi suggerirono di approfondire il genere perché mi trovavano naturalmente portato per quel tipo di atmosfere, così decisi di leggere il romanzo. Non ho un personaggio in particolare che preferisco disegnare, forse le varie creature come Gollum o gli orchi e i goblin danno molta possibilità di divertirsi nelle caratterizzazioni che a me piace far stare su quella linea sottile del serio e il grottesco».
Sempre nel tuo blog ho visto che hai girato un poetico video che ti ritrae mentre “disegni” i personaggi de Lo Hobbit di Tolkien. Un video suggestivo ed emozionante. Come è venuta l’idea di girare questo video e cosa volevi far trasparire? «L’idea è venuta a Marco Miccoli, un amico di Ravenna proprietario del Bonobolabo e che si diletta, con ottimi risultati, in video di vario genere… Marco voleva realizzare un video mentre disegnavo, e io, dato che all’epoca stavo facendo per divertimento questa serie di illustrazioni dedicate a lo Hobbit, gli proposi di incentrare il video su quei disegni. All’epoca mi trovavo ancora in affitto in un bel posto nelle campagne cesenati, e il mio studio era anche una bella location per girare il video. Il tutto è stato realizzato in un pomeriggio e montato in pochissimo tempo, la colonna sonora l’ho suggerita io, si tratta il brano Fawn di Tom Waits, uno dei miei musicisti preferiti in assoluto, e che calzava a pennello con l’atmosfera e il tema del video».
Un Lo Hobbit a fumetti c’è già, in Italia edito dalla Bompiani, ma pubblicato anche in inglese. All’estero alcuni artisti si stanno cimentando con il Silmarillion a fumetti. Che ne pensi? Potrebbe essere reso nella sua completezza con la trasposizione delle sue storie a fumetti? «Sarebbe bello, anche se credo che la complessità e la lunghezza delle opere di Tolkien porterebbe magari o a una sorta di opera immane e impegnativa composta da una marea di pagine, o una versione ristretta e tagliata per esigenze editoriali».
Credo che per un fumettista sia differente l’approccio tra il disegnare un Dragonero, un Wolverine o un personaggio del mondo tolkieniano. Cosa significa disegnare i personaggi della Terra di Mezzo? «La differenza principale è che per i primi si tratta di personaggi che nascono già con una caratterizzazione visiva ben definita, mentre le opere di Tolkien, essendo personaggi che nascono da un romanzo, c’è la possibilità di un’interpretazione personale, che può variare da autore ad autore. In questi anni, ovviamente, abbiamo visto tantissime versioni dei personaggi e dell’universo di Tolkien, ad esempio Alan lee o i fratelli Hilderbrandt, solo per citarne un paio, fino alla trasposizione cinematografica di Peter Jackson, che ha forse globalizzato l’immaginario tolkeniano, facendolo arrivare a tutti. Ma quello che ho sempre tentato di fare è di basarmi sulla mia visione delle opere di Tolkien, su quello che le parole dello scrittore suggerivano alla mia immaginazione quando leggevo i suoi romanzi. Anche se, di certo, non ci si può esimere da influenze di un certo tipo che sono diventate quasi iconografia di un genere come quello Fantasy».
Ora parliamo del tuo background. Come hai iniziato? «Ho sempre voluto fare il disegnatore di fumetti fin da bambino. E ho fatto in modo di seguire il mio sogno più che potevo, anche grazie all’appoggio dei miei genitori. Ho frequentato l’Istituto d’Arte di Forlì e successivamente mi sono trasferito a Milano per studiare alla Scuola del Fumetto di via Savona come detto sopra ho dovuto lasciare per svolgere il servizio civile, e in quel periodo grazie ad un viaggio al Festival della BD di Angouleme (il più importante festival sul fumetto in Europa) ho provato a propormi ed entrare in quel mondo. Da lì ho iniziato a fare questo lavoro da professionista, collaborando con vari editori, non solo nell’ambito del fumetto, tra Francia, Italia e Stati Uniti».
Quali sono gli autori ai quali ti ispiri? «Gli autori a cui mi ispiro sono tanti. Ho avuto tanti “maestri” che mi hanno influenzato. Da ragazzo amavo molto i fumetti americani, quindi un sacco di autori di supereroi sono stati un mio modello, come Jim Lee, Andy Kubert, Todd McFarlane, Chris Bachalo e altri ancora. Poi ho scoperto gli autori del mercato francese come Moebius, Enki Bilal, Juan Gimenez e i maestri italiani del fumetto come Hugo Pratt, Sergio Toppi e via dicendo. Ma come dico sempre, forse l’autore che mi ha influenzato di più e con il quale avevo un inconscio feeling è stato Massimiliano Frezzato. Nel corso degli anni poi il mio stile ha assorbito tante influenze diverse, non solo provenienti dal mondo del fumetto o del disegno in generale; tutt’ora credo che il mio stile sia in mutamento, a me piace variare, e cimentarmi in cose diverse e a tutt’oggi trovo tanti autori, anche diversi tra loro, che mi influenzano e mi stimolano a sperimentare».
Vedendo le tavole di Denis Medri e il video in cui disegna Gandalf, Beorn e Bilbo una piccola speranza è rinata. Chissà che in un futuro prossimo non si possano leggere ed ammirare i fumetti che narrano le storie di Bilbo e della Compagnia dell’Anello. Storie fatte per coloro che non hanno alcuna intenzione di crescere.
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