Ci sono autori che segnano indelebilmente la storia letteraria, pagine che non verranno mai cancellate e che non si perderanno mai nelle sabbie del tempo, opere che si tramandano di generazione in generazione stregando milioni di persone in tutto il globo. J.R.R. Tolkien può senza alcun dubbio esser annoverato fra i più influenti scrittori del XXI secolo, uno dei massimi esponenti dell’arte scrittoria, filologica e linguistica dell’intera tradizione, i suoi scritti continuano ancor oggi ad affascinare nuove schiere di lettori in ogni parte del pianeta, con un nutrito esercito di appassionati, studiosi ed accademici intenti a svelare di giorno in giorno i lati più nascosti dell’impareggiabile ed inesauribile mole di componimenti prodotti e lasciati in eredità dall’autore inglese.
Dal cinema al Metal
Dal suo lavoro più famoso ed apprezzato, nonché dibattuto, ‘Il Signore degli Anelli’, passando per il fiabesco ‘Lo Hobbit’ ed il mitopoietico ‘Il Silmarillion’, arrivando ad opere chiamate “minori”, ma altrettanto pregevoli e fondamentali, come ‘Le Avventure di Tom Bombadil’ e ‘Il Cacciatore di Draghi’, sino alle recenti postume pubblicazioni e rielaborazioni filologiche ‘La Leggenda di Sigurd e Gudrùn’, ‘La Caduta di Artù’ e ‘Beowulf’, colui che è affettuosamente chiamato il Professore, dalle consistenti fila di ammiratori costantemente in crescita nel corso degli anni, ha forse più di ogni altro ispirato le differenti arti, entrando nell’immaginario collettivo del nostro tempo come l’incarnazione del genere fantastico moderno. Il cinema è stato senza alcun dubbio il maggior beneficiario, anche se il rapporto può considerasi bidirezionale, delle opere di Tolkien. Tutti conoscono le amate od odiate trasposizioni del regista neozelandese Peter Jackson, che ha avuto l’onore e l’onere di portare sullo schermo ben quattro scritti dell’autore britannico. Si sta ovviamente parlando delle tre pellicole basate sui rispettivi volumi de ‘Il Signore degli Anelli’ e della trilogia jacksoniana, appena terminata, liberamente ispirata a ‘Lo Hobbit’. Non solo la settima arte ha goduto dalle straordinarie immagini uscite dalla penna del Professore, pittura e musica hanno altresì attinto a piene mani dal calderone di emozioni scatenate dalla fantasia di Tolkien. Il Metal è sicuramente uno dei generi musicali dove gli elementi tolkieniani si riscontrano maggiormente sin dalle radici, si vedano ‘Ramble On’ dei Led Zeppelin e ‘Wizard’ dei Black Sabbath, arrivando agli innumerevoli richiami nel power, nel death e nel black. C’è un gruppo che negli anni ha saputo affermarsi e ad entrare nei cuori di metallers e non, con grandi pezzi ed un intero disco dedicato ad una delle opere del Professore: i Blind Guardian. Da ‘By The Gates Of Moria’, ‘Lord Of The Rings’ e ‘The Bard’s Song: In the Forest/The Hobbit’, sino a ‘Nightfall In Middle Earth’, totalmente ispirato a ‘Il Silmarillion’, il gruppo tedesco è stato in grado di trasportare in musica con forza e coerenza alcune delle pagine fondamentali dell’opera tolkieniana.
L’intervista
L’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, in collaborazione con Metal Hammer Italia, ha avuto la possibilità di parlare con Hansi Kürsch, cantante dei Blind Guardian, su diversi temi concernenti Tolkien e la sua influenza sulla band teutonica. Si parte dagli albori del gruppo di Krefeld e sull’importanza che ha avuto lo scrittore inglese nel primo periodo artistico: “Sin dall’inizio Tolkien è stato molto importante per noi, soprattutto per la sua capacità di creare nuovi mondi ed universi. Quando abbiamo scritto ‘Majesty’ per il primo album ‘Battalions of Fear’ siamo riusciti grazia a lui a trovare il giusto equilibrio per il nostro stile. Gli abbiamo poi dedicato ‘The Lord Of The Rings’ in ‘Tales From The Twilight World’. Da allora una buona quantità di canzoni in ciascun album è ispirata da Tolkien, persino quando non ci sono testi esplicitamente riferiti alle sue opere, come ad esempio ‘And Then There Was Silence’ e ‘Carry the Blessed Home’.” ‘Nightfall In Middle Earth’ è sicuramente un disco particolare ed un punto di svolta della band, del quale Hansi racconta: “Ci abbiamo messo un’infinità a scriverlo, questo direi guardandomi indietro. Avevamo un certo numero di canzoni pronte alle quali sentivamo di dover assegnare un certo tema testuale. A quel tempo stavo leggendo molto i lavori di Tolkien ed al contempo ero affascinato dalla mitologia in generale, dunque diverse tematiche fluttuavano nella mia mente. Ho discusso con André di dedicare l’intero disco a ‘Il Silmarillion’ e ne fu entusiasta. Una volta presa la decisione ho iniziato a leggere moltissimo in chiave tolkieniana, al punto da avere un caos totale in testa. Questa confusione era data dal fatto che sentivo l’importanza di ogni minuscola parola in quegli scritti e non volevo tralasciare niente. Avendo così tante informazioni ho dovuto combattere una mia intima e personale battaglia, ma alla fine sono riuscito a focalizzarmi su la ‘fuga dei Noldor’ in relazione alla ‘maledizione di Fëanor’. Nonostante ciò era ancora facile perdersi. Un altro problema è sorto in quanto non tutte le canzoni erano pronte quando è iniziata la produzione; songwriting, testi, registrazione e mix sono stati finiti lo stesso giorno. È facile immaginare quanto difficile è stato fare le scelte giuste. Ricordo ad esempio la scelta delle tracce di apertura e conclusione, è stata una questione lunga e complicata. In termini cronologici il disco è uscito bene, ma ho avuto difficoltà nel trovare l’esatta posizione di ‘Mirror Mirror’ e ‘Noldor’. A dispetto del duro lavoro, l’album è risultato di facile ascolto ed è ancora quello di cui sono tutt’oggi più orgoglioso.” E dopo questa fatica sarà mai possibile vedere un nuovo disco interamente dedicato a Tolkien? La risposta è subito svelata: “Dipende tutto dalla musica. Se sentiamo che le composizioni necessitano di testi di ispirazione tolkieniana sicuramente torneremo su quei temi. Il nuovo lavoro ‘Beyond The Red Mirror’ ha al suo interno tematiche fantastiche, ma non strettamente legate a Tolkien.” Hansi, da grande conoscitore delle opere tolkieniane, ha certamente le proprie preferenze che si incrociano alla perfezione con ciò che è stato il passato della band: “Oltre ‘Il Signore Degli Anelli’ e ‘Lo Hobbit’ devo molto a ‘Il Silmarillion’, non c’è altro libro di mia conoscenza con una tale profondità e ricchezza di elementi. Questa mia propensione verso quest’opera ha probabilmente portato a dedicargli un album.” Inevitabile non scavare più a fondo nella passione del vocalist e proporgli la difficilissima scelta di un personaggio: “In verità dipende dal momento, ora ti direi Fangorn (in italiano Barbalbero, ndr.) per la sua straordinarietà, per la maniera in cui si comporta. Nonostante la sua saggezza e potenza non possiede un briciolo di arroganza.” Sul finire c’è spazio per parlare delle trasposizioni jacksoniane ed Hansi ci dà il suo parere anche su questo argomento: “Per quanto riguarda ‘Il Signore Degli Anelli’ in termini di corrispondenza d’immagine, essa coincide con la mia idea al 95 percento. Non oso immaginare quanto tempo Jackson ed il suo team ci abbiano messo per creare o ricreare una tale quantità di materiale, avvicinandosi comunque in maniera soddisfacente all’immaginario che io stesso mi ero figurato. Relativamente ai cambiamenti ed alle alterazioni concernenti la storia non ho problemi ad accettarli, come musicista mi vanno bene le improvvisazioni a fin di bene. Un aspetto che posso dirti avevo immaginato diversamente è quello riguardante gli orchi, questi si discostano abbastanza dalla mia visione; ma si tratta comunque di un dettaglio. Per ‘Lo Hobbit’, nonostante mi manchi ancora da vedere l’ultimo capitolo a causa del tour promozionale del disco, posso dire di aver lo stesso parere de ‘Il Signore Degli Anelli’ riguardo alla coerenza d’immagine. Ancora una volta ribadisco che non ho problemi con le alterazioni. Il mio parere è che al cinema la gente si debba divertire e non pensare troppo alle differenze fra il libro ed il film. Mi è piaciuto molto il fatto che Jackson abbia mantenuto il carattere favolistico de ‘Lo Hobbit’ ed adoro gli effetti speciali.” Ultimo pensiero relativo ad una possibile, anche se non probabile, trasposizione de ‘Il Silmarillion’: “Se qualcuno deve farla spero sia Peter Jackson, ma questa volta dovrebbe stare più attento. Quest’opera è ancor più particolare e rischierebbe di scontrarsi definitivamente con gli amanti di Tolkien. Stavolta non potrebbe giocare sugli aggiustamenti fatti sinora. Gli direi di stare molto più aderente alla narrazione originale, sfogando maggiormente la creatività sulla costruzione visiva dei personaggi. È comunque un progetto complesso da portare a compimento.”
Un ringraziamento particolare:
In primis ad Hansi per la disponibilità.
Ai capiredattori cartaceo e web, Fabio Magliano e Gianluca Grazioli.
Ad Anna Marzia Morandi di Roadrunner Records/Warner Music Italia.
Alle mie colleghe di Metal Hammer, Elisa Penati e Paky Orrasi.
LINK ESTERNI
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sei un grande Steve \m/