Corso Tolkien ad Asti: ne parla l’autore

logo Asti UteaDopo Sentieri Tolkieniani, Tolkien torna a far parlare di sé in Piemonte. Questa volta sarà ad Asti, città conosciuta per i vini, come l’Asti Spumante, esportato in tutto il mondo, e per l’omonimo Palio, le cui origini risalgono all’epoca medievale, e che tradizionalmente si corre la terza domenica di settembre. Ma quest’anno uno dei corsi dell’Utea, l’Università delle Tre Età presente in città, dedicherà un’intero corso al Professore di Oxford, dal titolo Tolkien, il genere fantasy e la sopravvivenza dell’epica nel XX secolo. A tenerlo sarà Alberto Banaudi, professore di storia e filosofia al liceo scientifico di Asti e di letterature classiche proprio all’Utea. Laureato in Lettere Classiche e in Filosofia, oltre ad insegnare Banaudi si dedica alla ricerca filosofica, spaziando in tutta la storia della cultura e soffermandosi spesso sul rapporto tra mito e origini del pensiero occidentale. Proprio in occasione dell’imminente corso, abbiamo realizzato un’intervista.

«Ho scoperto un libro universale»

Alberto BanaudiProfessore, quando ha incontrato Tolkien per la prima volta? Che effetto le ha fatto? «Avevo diciannove anni, ero all’Università. Ne sono rimasto folgorato, nel Signore degli Anelli ho trovato un libro universale. Subito dopo mi sono stupito per la sua totale assenza nei corsi universitari, non capendo come fosse possibile data la sua chiara natura di classico».
Purtroppo è così ancora oggi, anche se finalmente la situazione sta iniziando lentamente a cambiare (basti ricordare ad esempio il convegno a Trento); il nostro volume Tolkien e i Classici punta proprio in quella direzione. Dato il suo lavoro di insegnante, avrà già provato a fare qualcosa a riguardo? Come è andata? «Sì, spesso mi capita di citare Tolkien a lezione, per un motivo o per l’altro, e di consigliare la lettura del Signore degli Anelli, perché credo davvero che ai ragazzi questa lettura possa dare molto, aprire loro un mondo. Ovviamente non tutti mi prendono in parola, spesso si lasciano spaventare dalla mole di pagine, o lo confondono con il “fantasy cinematografico” del film. A volte però (di solito almeno uno per classe) si fidano e lo leggono: nessuno è rimasto deluso, anzi di solito dopo vengono a ringraziarmi stupiti e felici; credo che sia sempre necessaria all’inizio una scintilla di fiducia. C’è anche da dire che quando ne parlo in interventi dedicati, sono davvero tantissimi quelli che si dimostrano interessati. Ad esempio, alla mia conferenza su Tolkien alla cogestione dell’anno scorso nel liceo dove insegno, il limite fissato per i presenti era di cento persone; gli studenti sono entrati comunque e alla fine erano più del doppio!».
Asti: lezione all'UteaDi cosa tratterà in particolare il corso di quest’anno all’Utea? «Come dice il titolo, il nucleo principale è il ritorno dell’epica nel XX secolo, a opera di Tolkien. Il XX secolo ha inibito la memoria del passato epico, che al massimo è stato vagamente echeggiato nello sforzo bellico, nella lotta al male assoluto rappresentato da Hitler; si trattava però di lotte tra ideologie. Tolkien supera tutto ciò, mettendo in scena il contrasto tra chi vuole il potere e chi no, centrando la riflessione sul potere e sull’esercizio di quest’ultimo. Non è una semplice lotta tra bene e male: il male è ben definito, ma il bene no, è molto più sfumato. Si tratta di un’epica del “no”, se vogliamo. Gli echi ai modelli classici sono evidenti: ad esempio, la cerca. Anche qui però Tolkien va oltre, e l’oggetto della cerca va distrutto e non salvato. I parallelismi che si possono fare tra personaggi sono moltissimi: Ettore e Aragorn, o Frodo ed Enea. Tutto questo è possibile perché Tolkien si rifà ai grandi archetipi della letteratura, e quindi, per estensione, della natura umana stessa. Nessuna semplice allegoria, ma esplorazione dei motori che spingono l’uomo ad agire. Come nello scontro tra Gandalf e il Balrog: lungi da essere un’allegoria, può però far pensare alla figura di Isacco così come la intendeva Kierkegaard: l’Io deve lottare e rinunciare una parte di sé per poter giungere a qualcosa di più profondo. Il mio corso sarà volto a dare una panoramica su tutto questo genere di questioni, con rimandi a tutta la storia della letteratura».
Alberto BanaudiAnche se ne ha già nominati parecchi, vorrebe aggiungere qualche motivo che l’ha portato a decidere di dedicare un intero corso a Tolkien? «Tolkien è un classico, e dà la possibilità a chi vi si avvicina di scoprire molto di sé e dell’essere umano. Ha la capacità di dialogare personalmente con ogni lettore, il quale troverà nell’opera qualcosa che gli parrà diretta proprio a lui. Vorrei che le persone rivedessero i loro pregiudizi e capissero che si tratta di un autore senza tempo, e che le sue storie non sono favolette o effetti speciali da film, ma epica vera e propria. E poi, dopo anni che lo tenevo dentro me, decisamente è arrivata l’ora di condividerlo».
Il corso si terrà ad Asti a partire dal 23 ottobre a venerdì alterni dalle 17 alle 18.30, per un totale di undici incontri fino all’8 aprile 2016. Una delle lezioni sarà tenuta dalla socia AIST Sara Gianotto, e verterà sulla figura degli Elfi. Minimo iscritti: 25 Massimo iscritti: 80. Per maggiori informazioni si può telefonare ai numeri: 0141- 437247 / 0141-321190 – Fax 0141- 437805 oppure scrivere una mail all’indirizzo utea@provincia.asti.it.

Sara Gianotto

– Vai al sito dell’ Utea
– Vai al sito dell’prospetto di tutti i corsi

 


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