Bilbo Baggins è un eroe? Dipende dalla prospettiva da cui si guarda. Il protagonista dello Hobbit, che appare anche nella parte iniziale e finale del Signore degli Anelli è sicuramente passato alla storia della Contea, ma non per quel che pensate voi. La sua crescita personale, le sue avventure straordinarie, le numerose conquiste fatte e tutte le ricchezze riportate a casa, non sono tutte cose a suo favore. Il punto di vista con cui si guarda alla gesta del piccolo hobbit è fondamentale.
Il punto di vista sociologico
La nuova socia dell’AIST, Elisabetta Marchi, si presenta con un saggio molto originale che si focalizza su Bilbo Baggins, guardandolo dal punto di vista degli hobbit della Contea. Ecco così che il nostro piccolo eroe diventa un “deviato sociale”, ribaltando completamente quelle imprese di cui il protagonista andrà tanto fiero. È interessante così scoprire che l’opinione di Ted Sabbioso è condivisa ampiamente dagli altri hobbit: «Il vecchio Bilbo è notoriamente matto!”. Anzi, è lo stesso Tolkien ha sottolineare che al suo ritorno a casa, Bilbo aveva perso la reputazione: «Di fatto veniva considerato dagli hobbit del circondario come uno “stravagante”».
Nel suo saggio, Elisabetta Marchi usa gli strumenti della sociologia per analizzare, quindi, il rapporto individuo-società, strutturato attraverso l’articolazione di tre concetti collegati tra loro (individuo, norma, società). Quest’ultimo è un paradigma in cui il binomio normalità-devianza diventa uno strumento di definizione del grado di integrazione dell’individuo alla società: normali e devianti non sono che due facce della stessa medaglia. A partire da questa prospettiva, la figura di Bilbo Baggins cambia notevolmente. Il saggio analizza in che modo cambia il rapporto tra la sua identità, definita dagli altri e da lui stesso, e la Contea, intesa come l’universo simbolico di riferimento. E il cambiamento avviene proprio nell’arco di tempo compreso tra le prime pagine dello Hobbit, fino al momento della sua partenza all’inizio del Signore degli Anelli.
Scarica il saggio di Elisabetta Marchi: “Bilbo Baggins e la Contea: una carriera deviante“
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Bellissimo saggio
Noto solo che, nella chiusa società Hobbit, Bilbo è deviante anche perché studia le lingue, si incontra con viaggiatori, si ineteressa a ciò che c’è “nel vasto mondo”. Cosa che gli hobbit comuni non fanno. Ne è un esempio la conversazione tra i 4 hobbit ritornati dalla guerra e la famiglia Cotton. Ai Cotton (quasi) nulla importa di ciò che è accaduto nel remoto sud.
Gli interessa la Contea.
E Frodo, altro deviante, della Contea dice:
“Vorrei tanto salvare la Contea, se potessi farlo, benché sia stato spesso indotto a pensare che gli abitanti sono di una stupidità e di una noia incommensurabili, e che, data la situazione, un terremoto o una invasione di draghi sarebbero la cosa migliore”