Inauguriamo oggi una nuova rubrica del nostro sito: i Saggi Hobbit!
Si tratta di saggi brevi così nominati per via della loro lunghezza volutamente contenuta (ma non trascurabile) e perché redatti secondo quelli che Tolkien descrive essere i gusti hobbit: nella Prefazione al Signore degli Anelli è infatti scritto che gli hobbit “si dilettavano a riempire meticolosamente libri interi di cose che già sapevano, in termini chiari e senza contraddizioni.”
Il proposito di questa rubrica è di fornire basi solide e affidabili su cui poter costruire altri ragionamenti e ci auguriamo che i nostri lettori vorranno aggiungere nei commenti le loro riflessioni ed opinioni.
Gli Anelli del Potere
Com’è raccontato nel Silmarillion, Sauron insegnò agli orafi elfi della Gwaith-i-Mìrdain a forgiare gli Anelli del Potere. Ne furono forgiati prima alcuni senza pietre ornamentali, come esemplari di prova per imparare; sono noti come gli Anelli Minori. Vennero poi creati sedici Grandi Anelli per rallentare il decadimento e rendere la Terra di Mezzo bella quanto Valinor (1). Indi gli Elfi, senza l’aiuto di Sauron ma basandosi sul suo know-how crearono tre ulteriori Grandi Anelli, e in segreto Sauron forgiò nell’Orodruin l’Unico Anello, per dominare tutti i possessori di Anelli.
Quali poteri avevano gli Anelli del Potere? Quali di loro donavano l’invisibilità? Quali la longevità? Per quale scopo gli Elfi li forgiarono? Alcune cose son dette esplicitamente nei testi di Tolkien, altre possono essere dedotte e altre ancora solo ipotizzate.
“Il loro potere principale (di tutti gli anelli assieme) fu quello di evitare e di rallentare il decadimento (vale a dire il “mutamento” considerato come cosa riprovevole), nonché di conservare ciò che si desidera o che si ama, oppure la sua parvenza: e questo è più o meno un tema elfico ricorrente. Eppure gli Anelli avevano anche l’effetto di moltiplicare i poteri naturali di chi li possedeva, avvicinandosi così appunto al concetto di “magia”, un’idea, questa, che si corrompe facilmente in male, ovvero nella brama del dominio. Gli anelli possedevano pure altri poteri, più direttamente derivati dallo stesso Sauron (“il Negromante”: così Sauron viene chiamato quando getta la propria ombra sfuggente e il presagio di sé nella pagine de Lo Hobbit). Per esempio quello di rendere invisibile il corpo materiale e di far sì che le realtà del mondo invisibile divengano visibili” (2).
Gli anelli senza gemme: gli Anelli Minori e l’Unico Anello
“Sauron creò l’Unico Anello, l’Anello Dominante che ricapitolava i poteri di tutti gli altri anelli e che li controllava, in modo che chi lo portava su di sé avesse la facoltà di leggere i pensieri di tutti coloro che adoperavano gli anelli minori, potesse controllare tutti i loro atti e alla fine riuscisse a renderli completamente schiavi.”(3)
Dell’Unico Anello sappiamo che era disadorno, come gli Anelli Minori e che donava l’invisibilità. E sappiamo anche che Gandalf si chiedesse se l’anello trovato da Bilbo rendesse longevi – perché la longevità è donata solo dai Grandi Anelli.
Se ne desume che perlomeno un altro anello disadorno, cioè uno degli Anelli Minori, donasse l’invisibilità. Altrimenti Gandalf non avrebbe avuto dubbi a identificare “l’Anello di Bilbo” come un Anello Maggiore senza gemma: cioè l’Unico.
L’Unico Anello, in cui era custodita la forza migliore di Sauron, era molto difficile da distruggere.
“Nessun fabbro avrebbe mai potuto distruggere l’Anello, a parte Sauron stesso. Nessun fuoco avrebbe mai potuto dissolverlo, eccetto il fuoco sotterraneo che non si spegne mai in cui esso fu forgiato; e quel fuoco stava a Mordor, inavvicinabile. Il potere della brama che l’Anello suscitava era peraltro così grande che chiunque lo avesse usato ne sarebbe stato dominato; era al di là della forza di qualsiasi volontà (persino di quella di Sauron) recare danno all’Anello, gettarlo via o dimenticarlo. Così almeno Sauron pensava. In ogni caso, l’Anello restava saldamente infilato al suo dito.”(4)
I Grandi Anelli: i Sette e i Nove
Come accennato all’inizio, sedici Grandi Anelli furono forgiati assieme dagli orafi elfici e da Sauron che
“li volle distribuire, affinché la loro corruzione e la loro riduzione in schiavitù fosse completa, a coloro che li avrebbero accettati (per ambizione o per avidità)” . Da qui l’“antica strofa” che è il motivo portante de Il Signore degli Anelli:
Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l’Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra nera scende”. (5)
Di essi sette furono donati ai Nani, che però si rivelarono sostanzialmente insensibili al potere degli Anelli, riuscendo solo a destare nei Nani una brama d’oro, che provocava comunque abbastanza danni da andare a vantaggio di Sauron (6). Alcuni di essi furono distrutti dai draghi, gli altri furono recuperati da Sauron.
Agli Uomini, più pronti ad essere sviati, Sauron donò nove Grandi Anelli, che diedero loro grandi poteri (7) oltre a longevità ed invisibilità. Coloro cui furono donati i Nove alla lunga divennero permanentemente invisibili, a causa del lungo uso del proprio Anello, divennero i Nazgûl.
Come spiega Gandaf a Frodo (8) ”Un mortale caro Frodo, che possiede uno dei Grandi Anelli, non muore, ma non cresce e non arricchisce la propria vita: continua semplicemente, fin quando ogni singolo minuto è stanchezza ed esaurimento. E se adopera spesso l’Anello per rendersi invisibile, sbiadisce: infine diventa permanentemente invisibile e cammina nel crepuscolo sorvegliato dall’oscuro potere che governa gli Anelli.”
Questi Anelli sono stati tutti recuperati da Sauron, che tramite essi ha un controllo assoluto sui Nazgûl (9).
I Grandi Anelli: i Tre
Gli Elfi dell’Eregion forgiarono Tre Anelli sommamente belli e potenti, traendoli quasi da soli dalla propria immaginazione, e li votarono alla conservazione della bellezza: questi Anelli non conferivano, del resto, l’invisibilità (10).
Questi i loro nomi:
– Vilya, l’Anello dell’Aria, era un anello d’oro con un grande zaffiro, era il più potente dei Tre (11);
– Nenya, l’Anello dell’Acqua, era un anello di mithril con un diamante; tale anello consentiva a Galadriel di difendere Lorien contro Sauron (12)
– Narya, l’Anello del Fuoco, con un Rubino, era stato portato da Círdan il quale lo donò a Gandalf con queste parole: “ Questo infatti è l’Anello di Fuoco e con esso potrai riscaldare i cuori in un mondo che diventa sempre più freddo.” (13)
I Tre Anelli sembrano avere avuto una capacità mimetica: non erano facilmente visibili. Questa capacità era forse comandata dal portatore dell’Anello e non venne utilizzata (o non fu possibile utilizzarla) dopo la distruzione dell’Unico (14).
Alla fine della Terza Era andarono ad Ovest insieme ai tre portatori (Elrond, Galadriel e Gandalf).
Note:
1. Lettera 131 a Milton Waldman (1951), nella prefazione del Silmarillion
2. Ibidem
3. Lettera 131 a Milton Waldman (1951), nella prefazione del Silmarillion
4. Ibidem
5. Ibidem
6. Il Silmarillion, “Degli Anelli del Potere e della Terza Era”
7. Ibidem
8. Il Signore degli Anelli, I.2 “L’ombra del passato”
9. Racconti Incompiuti, “La cerca dell’Anello”
10. Lettera 131 a Milton Waldman (1951), nella prefazione del Silmarillion
11. Il Signore degli Anelli, VI,9 “I Porti Grigi”
12. Il Signore degli Anelli, II.7 “Lo specchio di Galadriel”
13. Il Signore degli Anelli, Appendice B “Il Calcolo degli Anni”
14. Il Signore degli Anelli, VI,9 “I Porti grigi”
Norbert Spina
ARTICOLI PRECEDENTI: I SAGGI HOBBIT
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– Leggi l’articolo su Gli Istari e i loro bastoni
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