“There was Eru, the One, who in Arda is called Ilúvatar; and he made first the Ainur, the Holy Ones, that were the offspring of his thought, and they were with him before aught else was made. And he spoke to them, propounding to them themes of music; and they sang before him, and he was glad.”
(Esisteva Eru, l’Unico, che in Arda è chiamato Ilúvatar; ed egli creò per primi gli Ainur, Coloro che sono santi, progenie del proprio pensiero, ed essi erano con lui prima che ogni altra cosa fosse creata. Ed egli parlò loro, proponendo loro temi musicali; ed essi cantarono al suo cospetto, ed egli ne fu lieto.)
Pochi tra gli appassionati tolkieniani non riconosceranno queste parole: così si apre l’Ainulindalë, “La Musica degli Ainur”, il primo capitolo del Il Silmarillion, la raccolta di leggende che, partendo dalla cosmogenesi, narra le antiche storie degli Elfi e degli uomini. Christopher Tolkien diede alle stampe Il Silmarillion 40 anni or sono, nel 1977, proprio questo stesso giorno (in Italia sarebbe apparso l’anno successivo). Invero questo settembre si prospetta come un mese di celebrazioni tolkieniane: oltre a festeggiare l’uscita del Silmarillion, giovedì 21 ricorre l’ottantesimo anniversario della pubblicazione de Lo Hobbit (1937) e venerdì 22 cade il compleanno di Bilbo e Frodo Baggings.
Di padre in figlio
Le antiche storie degli Elfi (e degli uomini) che compongono l’odierno Il Silmarillion erano care a Tolkien, che le scrisse e riscrisse dal 1917 fino alla fine dei suoi giorni. Le storie variavano, così come variava lo stile e la forma in cui venivano raccontate. Dopo aver terminato Il Signore degli Anelli, Tolkien tentò di pubblicarle assieme al romanzo. Alcuni manoscritti appartenenti al corpus di testi da cui in seguito emerse Il Silmarillion di Christopher erano già stati proposti all’editore Allan&Unwin dopo il successo de Lo Hobbit, ma erano stati rifiutati: il Professore considerò quindi un altro editore, Collins, cercando di fargli comprendere l’importanza di queste antiche leggende, ma non ottenne il risultato sperato. Tolkien allora si rivolse nuovamente ad Allan&Unwin e le storie del passato elfico rimasero nell’ombra.
In vita, l’autore non stabilì quali varianti delle storie dovessero appartenere ad un’eventuale edizione del Silmarillion: il figlio Christopher, in quanto erede designato, alla morte del padre intraprese quindi un processo di selezione e composizione, assistito dallo scrittore Guy Kay negli anni 1974-75, che portò a dare infine alle stampe il libro che oggi conosciamo. Il Silmarillion, che era stato pensato idealmente come depositario di una tradizione composta da testi di differenti periodi, provenienti da varie fonti e scritti con diverse forme e stili, ha realmente un passato ricco di varianti, riscritture e interpretazioni.
Come le scelte di Christopher plasmarono Il Silmarillion è ampiamente trattato nel volume Arda Reconstructed di Douglas C. Kane (potete leggere qui la recensione di Claudio Testi), ma che il risultato finale non soddisfacesse appieno il figlio è evidente. Christopher continuò anche dopo la pubblicazione del Silmarillion a dedicarsi agli scritti tolkieniani da cui Il Silmarillion era emerso e la maggior parte dei 12 volumi noti come History of Middle earth ne sono la prova. Si tratta di volumi dall’impostazione assai differente, dove ogni versione dei testi viene presentata e i brani sono intervallati dai commenti del curatore, risultando così meno scorrevoli come narrativa, ma permettendo uno studio molto più approfondito del pensiero e delle opere tolkieniane.
Altre menti e altre mani
“Alcuni dei racconti più vasti li avrei raccontati interamente, e ne avrei lasciati altri solo abbozzati e sistemati nello schema d’insieme. I cicli sarebbero stati legati in un grande insieme, e tuttavia sarebbe rimasto lo spazio per altre menti e altre mani che inserissero pittura e musica e dramma” (lettera n. 131)
Altre menti sono infatti state accese dall’opera di Tolkien, molte più di quante si possano qui elencare, e le storie del Silmarillion sono state raccontate dalle mani di artisti di ogni genere e livello. Trasformate in musica hanno risuonato in migliaia di echi, basti pensare alle tante sfumature metal, da Nightfall in Middle-Earth, il concept album della band tedesca Blind Guardian, alla realtà italiana degli Holy Martyr con Darkness shall prevail.
A lungo si è parlato di un adattamento cinematografico, come è successo per Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, dell’idea di Peter Jackson e del perché tale film non fosse realizzabile, sebbene l’idea fosse talmente allettante da spingere i fan tedeschi a progettare un fanfilm. Anche l’antica arte della miniatura è stata rispolverata, con la realizzazione da parte di uno studente tedesco di Belle Arti di un meraviglioso Silmarillion miniato. L’arte figurativa, in tutte le sue sfumature, è stata forse la più produttiva: i più grandi artisti tolkeniani al mondo hanno illustrato le vicende narrate nel Silmarillion. Nomi come Alan Lee, Ted Nasmith e John Howe (che quest’anno sarà ospite a Lucca Comics and Games) non possono essere estranei agli amanti dell’opera tolkieniana, ma anche in Italia gli artisti pronti a dedicare alle prime Ere della Terra di Mezzo le proprie tele, fisiche o virtuali che siano, non mancano.
L’AIST festeggia il quarantesimo anniversario della pubblicazione del Silmarillion con il suo crowdfunding per la realizzazione del calendario Lords for the Ring 2018, che sarà interamente dedicato alle antiche storie di Arda. Sei Lords e una Lady formano la nostra compagnia, già affermata dopo il successo del calendario 2017: Paolo Barbieri (che per primo ebbe l’idea nel 2016), Ivan Cavini, Lucio Parrillo, Angelo Montanini (art director), Edvige Faini, Dany Orizio e Alberto Dal Lago. Con l’intenzione di proporre nuove interpretazioni artistiche delle opere tolkieniane dopo l’enorme diffusione dell’interpretazione data dalle trilogie cinematografiche, ad ogni artista sono stati affidati due brani da tramutare in immagini, seguendo la propria vena creativa. Il 4 settembre è stato lanciato il crowdfunding per la realizzazione del progetto, che ha già raggiunto il primo obiettivo: la seconda edizione del calendario Lords for the Ring è confermata!
Ringraziamo ancora una volta i nostri sostenitori, che hanno partecipato numerosi e ci hanno permesso di raggiungere la quota necessaria molto, molto prima dei 40 giorni stabiliti come tempo massimo. Rimanete aggiornati su tutte le novità seguendo la pagina facebook Lords for the Ring – Tolkien Art Calendar, vi attendono ancora molte sorprese! Infine, vi aspettiamo numerosi a Lucca Comics & Games, dove troverete il calendario Lords for the Rings 2018 allo stand AIST al padiglione Carducci (conosciuto anche come padiglione Games)!
ARTICOLI PRECEDENTI:
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LINK ESTERNI:
– Vai al sito eppela
– Vai alla pagina facebook Lords for the Ring – Tolkien Art Calendar
– Vai al sito di Ivan Cavini
– Vai alla pagina facebook di Lucio Parrillo
– Vai alla pagina facebook di Angelo Montanini
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– Vai al sito di Dany Orizio
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