Sulla mostra evento dedicata all’arte di Tolkien,
Tolkien: Maker of Middle-earth e inaugurata soltanto pochi giorni fa, il 1 giugno, sono già state spese molte parole, articoli e approfondimenti (noi ne abbiamo scritto qui). Quello però che non è stato raccontato è l’emozione, per chi non ha avuto ancora la fortuna di andarci, di arrivare a Oxford: la città in cui Tolkien ha insegnato e vissuto. per gran parte della sua vita.
Attraversare le vie dove lui è stesso passato, incontrare per strada i professori che insegnano agli atenei e che indossano ancora le toghe che troviamo nelle sue fotografie, vedere i college e il giardino botanico e magari fare anche una pausa, tra fish and chips e club sandwich, a The Eagle and Child, il pub rinomato per i ritrovi degli Inklings, non rappresenta una gita come un’altra.
Perché a Oxford, in qualche modo, ci si sente più vicini al Professore, come se lo avessimo appena visto uscire dalla porta del pub, con la pipa in mano, pronto per incamminarsi verso casa e riprendere i suoi scritti, da dove li aveva lasciati, o per tornare verso la Bodleian Library, ad approfondire qualche dettaglio linguistico. Il solo lasciarsi coinvolgere da tutto questo, rende lo studioso o il fan di Tolkien quasi pronto per fare poi il suo ingresso nell’imponente Weston Library, di Broad Street, dove una grande insegna indica che quello è il posto giusto: oggi si può incontrare davvero J.R.R. Tolkien, attraverso la testimonianza del suo lavoro, del suo pensiero, della sua arte. Noi l’abbiamo fatto per voi, con l’auspicio che possa diventare un incentivo per andarci di persona.
La mostra
Una volta entrati ad attenderci sulla soglia del percorso per le opere di Tolkien, ci sono due addetti che controllano la prenotazione effettuata online, nonostante l’entrata sia gratuita: quindi meglio essere previdenti, registrarsi a questo indirizzo e portarla con sé, altrimenti rischiate una lunga attesa. Passato il controllo, subito l’atmosfera cambia e ci si ritrova in un passaggio dove le luci si abbassano e gli effetti di un’animazione 3D, sulle pareti intorno a noi, attendono il nostro ingresso verso la sala destinata alla mostra. L’immersione nel mondo tolkieniano è pressoché istantanea, ci appaiono davanti le prime immagini delle illustrazioni dello stesso Professore, riguardanti soprattutto Il Signore degli Anelli.
L’ultima immagine che assaporiamo in questo luogo di passaggio, mentre scorrono le scritte in elfico, narrano l’evoluzione delle Porte di Durin. I Cancelli occidentali di Moria scintillano di fronte ai nostri occhi, quasi come fossero realtà, e a rendere ancor più suggestiva la visione sono le dimensioni, in una scala all’incirca reale, prossima a quella che la maggior parte delle persone si è rappresentata nella mente. E allora… dite: “Amici” ed entrate.
Girato l’angolo si varca la soglia di quello che è il cuore della mostra. La sala che ospita la collezione si presenta come uno scrigno il quale, una volta aperto, svela i suoi tesori. In un’atmosfera raccolta, in cui i visitatori sono tutti concentrati a guardare, in letteraria adorazione, le opere presenti. Si scoprono così lettere, fotografie, i manoscritti originali appartenenti a J.R.R. Tolkien. Ma il vero “pezzo” forte dell’esposizione è rappresentata da tutta l’espressività artistica del Professore, esibita attraverso le sue illustrazioni, i suoi disegni e i suoi preziosi acquerelli.
Un tripudio di colori, di dettagli, di delicatezza e precisione, ci viene incontro: una potenza immaginativa che passa attraverso le sue opere giovanili come quelle di The Book of Ishness, sosta nel mondo dedicato a Lo Hobbit, per spingersi fino al Libro di Marzabul, con le sue preziose pagine che conducono verso le illustrazioni dedicate a Il Signore degli Anelli.
I suoi paesaggi fantastici che tracciano la strada per il Silmarillion, fino ai suoi cosiddetti Doodles, quegli scarabocchi sui giornali che erano la via d’accesso per l’araldica della sua mitologia, costituiscono un’altra importante parte di questa esposizione così unica.
Quasi al centro della sala, sulla sinistra, dietro a una parete dell’allestimento che impedisce la vista dell’oggetto fino a quando non ce lo si ritrova davanti, ci si può davvero stupire di fronte allo scrittoio di Tolkien, con la sedia sulla quale sedeva il Professore per realizzare tutto il suo mondo, per rispondere alle lettere degli ammiratori e per disegnare ciò che soltanto lui vedeva.
Ci sono anche le sue scatole di colori, con le matite di diverse gradazioni di verde e arancione, con tutte le loro sfumature (di marca Conté 1794 – Coloured Pencils), gli occhiali, i suoi inchiostri, la ceralacca, le sue pipe e i libri che lo accompagnavano: due volumi del Red Book Of Heroes, Lyra Celtica: An Anthology of Representative Celtic Poetry e un Irish-English Dictionary. Non mancano neppure, lì accanto, alcune coloratissime pagine delle Lettere di Babbo Natale, quei messaggi bellissimi che arrivavano direttamente dal Polo Nord per i giovani di Casa Tolkien. Sul piano dello scrittoio è sistemata invece l’illustrazione Death Of Smaug, datata intorno al 1936, e appartenente agli archivi della Bodleian.
Infine, in questa straordinaria occasione, non manca la possibilità di sostare di fronte alle elaborate mappe dedicate alla Terra di Mezzo, che preparano i visitatori alla vista di una fantastica grafica realizzata in 3D e che prende vita davanti agli occhi.
Qui ci rendiamo conto, quanto l’arte del Professore sia intrecciata ai suoi scritti e rappresenti una finestra privilegiata da cui poter guardare, approfondire e apprezzare, una volta in più, le opere di Tolkien. Una parte che, come direbbe il figlio Christopher, diventa imprescindibile per comprenderle davvero. Quando il viaggio, nell’universo creativo o dovremmo dire sub-creativo di Tolkien si conclude, sembra di dover salutare un amico da cui non vogliamo separarci e vorremmo restare lì, ancora a lungo, in sua compagnia. Ma il tempo dell’incursione nell’universo di Tolkien per noi è finito, resta una visita al ricco bookshop, in cui il bellissimo catalogo rappresenta in fondo qualcosa che rimane, insieme alle molte emozioni, di questa intensa visita, una parte che ci può accompagnare, anche quando a casa, traendo un bel respiro, potremmo dire, insieme a Sam Gamgee: «Sono tornato».
Il catalogo
Come ogni mostra artistica che si rispetti, anche Tolkien: Maker of Middle-earth ha il suo. Curato da Catherine McIlwane, archivista tolkieniana delle Bodlein Libraries di Oxford, il corposo volume – conta difatti 416 pagine – non contiene solo una enorme gamma delle opere artistiche del Professore, bensì dei saggi scritti da alcuni dei più noti studiosi dell’universo di Tolkien. Sono difatti presenti John Garth, con un contributo sugli Inklings, Verlyn Flieger, con uno scritto intitolato Faërie: Tolkien’s Perilous Land, Carl F. Hostetter, il quale si concentra sulla creazione della lingua elfica, Tom Shippey, con un delizioso Tolkien and ‘that noble northern spirit’, testo accompagnato da due illustrazioni che ha messo a disposizione la nostra associazione: una di Ivan Cavini intitolata Éomer Éadig (p. 59), l’altra di Dany Orizio intitolata La morte di Thorin Scudodiquercia inserita nel calendario AIST 2017. Per finire l’elenco dei saggi, quello di Wayne G. Hammond e Christina Scull, già autori di J.R.R. Tolkien: Artist & Illustrator, che introducono al corpo del catalogo con Tolkien’s Visual Art.
Una volta iniziato a sfogliare il volume, ci si può letteralmente perdere nella vita del Professore. Tra lettere – ovvero istantanee che riproducono l’originale con una breve spiegazione del contenuto situata sempre sulla sinistra – dirette a Tolkien e scritte da C.S. Lewis, W.H. Auden, Sam Gamgee (non il personaggio del Signore degli Anelli, ma un ignaro omonimo), un giovane Terry Pratchett, Margrethe principessa di Danimarca, e fotografie della famiglia e dell’infanzia di Ronald, si inizia il viaggio nella produzione artistica del docente oxoniense. Il catalogo segue una sorta di linea cronologica, attraversando tanto i momenti migliori quanto i più ardui vissuti da Tolkien – dai messaggi per la futura moglie Edith alle righe scritte da lui stesso e dagli altri componenti del TCBS durante la Prima guerra mondiale – per poi catapultarci nel mondo del Book of Ishness, e iniziare a ripercorrere così le tappe della mostra Tolkien: Maker of Middle-earth. Non vogliamo però rovinarvi l’emozione di sfogliare questo pregevole volume, così come la sua controparte minore, intitolata Tolkien Treasures, curato anch’esso da Catherine McIlwane, una piccola gemma considerabile un’introduzione al catalogo principale.
Da sottolineare che esistono tre versioni di Tolkien: Maker of Middle-earth: la prima con copertina rigida, al costo di 40 sterline; la seconda in edizione “economica”, ammesso che così si possa definire, che ha un pregio rispetto alla più costosa, ovvero una mappa assai più ampia all’interno delle alette, la quale è purtroppo relegata nei risvolti interni della versione cartonata. Infine, per chi se lo può permettere, esiste un’edizione da collezione a 295 sterline, della quale si può acquistare solo una copia per visitatore. Vi lasciamo la scelta, ma soprattutto vi esortiamo a non perdere la mostra, che farà tappa anche New York e Parigi. A New York, sarà esposta alla Morgan Library dal 25 gennaio al 12 maggio 2019. Alla fine del 2019, invece, partendo dal nucleo di questa mostra la Bodleian Library e la Bibliothèque Nationale de France collaboreranno a creare la più grande esposizione di Tolkien mai tenuta in Francia. Mentre preparate la valigie, potete già studiarvi la mappa dell’esposizione che mettiamo a disposizione di tutti i lettori, con la disposizione di tutte le teche e la descrizione del loro contenuto. Inoltre, gustatevi i video e le fotogallery realizzate anche con il contributo di una nostra socia AIST onoraria – Dimitra Fimi – che era all’inaugurazione! E in fondo, dopo il reportage fotografico della prestigiosa Getty Images, non perdetevi le meraviglie dello shop, pieno di piccoli e grandi tesori di cui fare incetta sia di persona che online qui!!!
Roberta Tosi e Stefano Giorgianni
Maker of Middle-earth Exhibition Map
Embed from Getty Images