Dopo aver condiviso con noi i suoi appunti sui Tolkien Society Seminar 2018 svoltisi a Leeds, il vicepresidente AIST Claudio Antonio Testi ci propone anche dei brevi sunti degli studi dedicati al Professore presentati all’International Medieval Congress di Leeds, il più grande convegno europeo dedicato al Medioevo e al medievalismo, che negli ultimi anni ha mostrato un interesse per il mondo tolkieniano in costante crescita, con un numero sempre maggiore di interventi su di esso incentrati, e che hanno visto tra i relatori di quest’anno anche Claudio Testi stesso. L’IMC ha avuto inizio lunedì 2 ed è terminato giovedì 5 luglio: noi vi proporremo in due articoli la sintesi delle conferenze che hanno avuto luogo nei primi due giorni (oltre non è stato possibile per il nostro vicepreside trattenersi): augurandovi una buona lettura, facciamo ritorno a Leeds!
Lunedì 2 luglio, prima giornata
Sessione 227: Memory in Tolkien’s Medievalism, II (La memoria nel medievalismo di Tolkien, II)
Lunedì 2 luglio 11:15 – 12:45
Organizza: Dimitra Fimi
Modera: Andrew Higgins
- Tolkien Remembering Tolkien: Textual Memory in the 1977 Silmarillion
(Tolkien ricorda Tolkien: memoria testuale nel Silmarillion del 1977)
Gergely Nagy, studioso indipendente da Budapest.
Spiega la storia del Silmarillion e delle History of Middle-earth. Cita Douglas Charles Kane, autore di Arda Reconstructed, come riferimento bibliografico. Il Silmarillion del 1977 è un testo unitario e diverso dalla HoMe. Kane guarda solo le fonti immediate, lui prova a capire il Silmarillion anche sul piano filologico del mondo secondario (come Bilbo lo ha scritto, eccetera). Nagy propone un esempio con passo di Fëanor nel Silmarillion del 1977 in cui si parla di “secret labor”: lo spiega con un intervento di Bilbo. Il discorso si complica se si pensa alle diverse lingue elfiche in cui poteva essere scritto il Silmarillion. Un altro esempio è lo sconto tra Filgolfin e Melkor: l’arrivo di Melkor ha come fonte soprattutto il Lay of Leithian, ma chi lo ha adattato fino a questo punto? Forse Bilbo?
Conclusione: la genesi de Il Silmarillion ricorda molto quella delle varie leggende medievali con molte versioni che mutano in base a cultura, traduzione, eccetera.
- Remembering and Forgetting: National Identity Construction in Tolkien’s Middle-Earth
(Ricordare e dimenticare: la costruzione dell’identità nazionale nella Terra di Mezzo di Tolkien)
Sara Brown, studiosa indipendente da Conwy.
Alcuni passaggi del Lord of the Rings riecheggiano il problema della costruzione dell’identità nazionale in generale. Ad esempio quando Faramir rimpiange Gandalf, lo fa anche perché solo lui sa alcune leggende. L’identità nazionale dipende molto da cosa i contemporanei si ricordano o dimenticano del passato (si veda il libro Il mito delle nazioni. Le origini medievali dell’Europa di Patrick J. Geary). Un esempio è la memoria di Atlantide in The Lost Road e in The Notion Club Papers. Nonostante la poca accuratezza nel conservare i documenti nella Contea e a Gondor, vi sono altre vie per ricordare il passato: ad esempio il sogno di Faramir della Grande Onda che sommerge Númenor. Nella costruzione dell’identità nazionale spesso si dimenticano le cose negative, si veda ciò che dice Boromir su Gondor al Consiglio di Elrond. Questo avviene anche per la idilliaca Contea: la ricostruzione della Contea cancella la guerra contro Sharkey. Ma questo voler dimenticare la guerra non rende gli Hobbit più vulnerabili?
Conclusione: Tolkien cerca una via per conservare l’identità nazionale senza imporsi su altre nazioni.
- Longing to Remember, Dying to Forget: Memory and Monstrosity
(Desiderare di ricordare, morire per dimenticare: memoria e mostruosità)
Penelope Holdaway, Dipartimento di Studi Umanistici, Cardiff Metropolitan University.
Approfondimento su alcuni disabili presenti nel Legendarium. Forse Túrin è tale per sua inabilità a costruire comunità e famiglia, come Wolverine. Ma cosa sono i mostri: più, meno o non umani? Alcune caratteristiche per definire i mostri: riflettono le paure delle comunità in un certo tempo, non muoiono una volta per tutte, non possono essere classificati in strutture ordinarie, sono fatti di “carne” diversa dalla comunità, sono ibridi, controllano i confini della società normale, sono oggetti di paura e desiderio. Túrin dagli Elfi forse è percepito proprio con queste caratteristiche: è mortale, ha una diversa percezione della storia, è un guerriero, fatto di carne diversa, eccetera. Holdaway esamina il tema dei mostri in relazione a Túrin e Mîm, paragonandoli con Wolverine, che è l’archetipo del mostro, mutante senza orientamenti morali precisi.
- ‘Forgot even the stones’: Stone Monuments and Imperfect Cultural and Personal Memories in The Lord of the Rings
(‘Dimenticato persino dalle pietre’: monumenti di pietra e memorie imperfette, culturali e personali, nel Signore degli Anelli)
Kristine Larsen, Dipartimento di Scienze Geologiche, Central Connecticut State University.
La studiosa mostra un depliant di una pietra sacrificale negli USA che è diventata un’attrazione e la paragona all’allegoria di torre che Tolkien usa per spiegare il Beowulf. Si veda il passo della Compagnia dell’Anello sulla tana dei Troll: Frodo dice che si dimenticavano delle storie di famiglia. Larsen fa un paragone tra le pietre di Dunharrow e Stonhenge: nessuno sa bene cosa rappresentano. L’episodio della statua del re al crocevia in cui ha una corona di fiori, che poi vede anche Aragorn: è un segno di speranza. Episodio del giuramento sulla Pietra nera a Dunharrow (Dunclivo). Gli Argonath sono invece un esempio di memoria del passato (la loro origine è spiegata nell’Appendice E). Nell’episodio contenuto nel capitolo Fuga al guado in cui Frodo chiede chi viva nelle terre che stanno attraversando, Aragorn dice che sono cose del passato che non si dovrebbero dimenticare.
Sessione 311: “New” Tolkien: expanding the canon (Il “nuovo” Tolkien: espandere il canone)
Lunedì 2 luglio 16:30 – 18:00
Organizza: Dimitra Fimi
Modera: Dimitra Fimi
- ‘I will give you a name’: Sentient Objects in Tolkien’s Fiction
(“Ti darò un nome”: oggetti senzienti nella fiction di Tolkien)
J. Patrick Pazdziora, Collegio delle Arti Liberali, Shantou University, Cina.
La Storia di Kullervo è stata scritta prima della Grande Guerra, prima del matrimonio, dell’attività come docente e prima di creare la Terra di Mezzo. Forse è per questo che la Flieger arriva ad affermare che è diverso dalle altre produzioni tolkieniane. Comunque, Kullervo è il precursore di Túrin. Forse il suicidio preceduto da un dialogo con la spada di Kullervo-Túrin è in qualche modo precursore dell’Anello: infatti sembra che entrambi gli oggetti abbiano un’anima. Questo animismo è presente in Kullervo, ma anche in altre opere tolkieniane. Simile è anche la spada in Farmer Giles of Ham. Ma una cosa simile avviene anche quando Bilbo da nome a “Pungolo” e così Glamdring (forse le spade elfiche si illuminano con orchi vicini perché hanno una coscienza). E così l’Anello pare avere alle volte una coscienza (in merito si veda Shippey).
Conclusione: la Terra di Mezzo è un universo animistico, anche se gli uomini lo notano solo a volte.
- Tolkien’s ‘The Lay of Aotrou and Itroun’ and The Lay of Leithian
(“Il Lai di Aotrou e Itroun” e Il Lai di Leithian di Tolkien)
Yvette Kisor, School of American & International Studies, Ramapo College of New Jersey.
Kinsor sottolinea i legami tra i due Lay, entrambi molto romantici. Il Lai di Leithian ha forse più legami con quello di Aotrou e Itroun che con la storia di Beren e Lúthien. Ci sono riferimenti sessuali espliciti e simili nei due lai (vedi versi 2413, 2473 del Lai di Leithian), e lo si vede anche nel desiderio di Morgoth (7.2133, 7.2137). Anche la Corrigan prova un desiderio sessuale nei confronti di Aotrou, il che porta al disastro (ad esempio, verso 317).
- Invented Language and Invented Religion: Tolkien’s Innovative
Symbolic Systems and New Religious Movements
(Lingua inventata e religione inventata: l’innovativo sistema simbolico e i nuovi movimenti religiosi di Tolkien)
Nathan Fredrickson, Dipartimento di Studi Religiosi, Università della California, Santa Barbara.
Lo studioso esamina il legame tra la costruzione di parole, spiritualità e religione, iniziando da A Secret Vice fino a On Fairy-Stories. Tolkien dice di inventare una nuova mitologia, non una nuova religione. In Tolkien sembra esserci un’idea pre-moderna del significato e una celebrazione post-moderna della creatività umana. Giocano due idee sul linguaggio: corrispondenza con la realtà, o visione costruzionista. Si vede anche un tentativo di restaurare l’antico linguaggio. Simili problemi linguistici ci sono negli studi religiosi (ad esempio gli studi di Davidson, Peterson, Cusak), e questo lo si vede molto nei neologismi, che sono un tema molto affascinante.
- The Grammar of Historical Memory in Tolkien’s Legendarium: The Tale of Beren and Lúthien
(La grammatica della memoria storica nel Legendarium di Tolkien: Il racconto di Beren e Lúthien)
Christian F. Hempelmann e Robin Anne Reid, Dipartimento di Letteratura e Lingue, Texas A&M University, Commerce.
L’approccio computazionale per esaminare opera di Tolkien può essere utile, spiega un allegato dato ai presenti. Ad esempio The Tale of Tinúviel ha proposizioni mediamente lunghe il doppio di Of Beren e Lúthien e di The Tale of Aragorn and Arwen; Of Beren e Lúthien ha il doppio nomi geografici di The Tale of Aragorn and Arwen e The Tale of Tinúviel, e tutti e tre i testi hanno parole chiave diverse dalla media del Silmarillion.
ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Tolkien Society Seminar 2018: il resoconto
– Leggi l’articolo Tolkien all’IMC di Leeds 2018
– Leggi l’articolo Sulle orme di Tolkien 3: a Leeds per il seminario
– Leggi l’articolo Sulle orme di Tolkien 4: il convegno medievale
– Leggi l’articolo A Leeds un seminario e 4 conferenze su Tolkien
LINK ESTERNI:
– Vai al sito del Leeds International Medieval Congress 2018
– Vai al sito del Leeds International Medieval Congress
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