Martin subcreatore, ispirato dalla Storia

George R.R. MartinÈ facile che affrontando Tolkien si finisca col parlare anche di Martin, considerandolo un esempio opposto, sotto vari aspetti, al Professore, ma comunque un autore che tratta il fantastico e che ha riscosso un successo incredibile, le cui opere, oltre ad essere oggetto di una trasposizione televisiva, cominciano ad interessare anche il mondo degli studi accademici: un intervento dedicato a Martin, oltre a due su Tolkien, è stato presentato durante il convegno Religioni Fantastiche e Dove Trovarle. Divinità, Miti e Riti nella Fantascienza e nel Fantasy da poco tenutosi a Velletri. Ma uno dei soci dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani già da alcuni anni tratta le similitudini e le differenze tra i due autori, approfondendo così anche l’aspetto più martiniano. Oggi vi proponiamo un articolo proprio su questo autore, nato come “effetto collaterale” degli studi per le conferenze tenute da Stefano Mangusta.

Dalla storia europea a quella di Westeros

Libri: Trono di spadeSulla famosa (o famigerata) saga de Il Trono di Spade sono stati versati fiumi d’inchiostro e la vasta platea degli appassionati di Tolkien si è divisa tra chi apprezza anche l’opera del buon Martin e chi invece la detesta nemmeno tanto cordialmente.
Appartenendo senza dubbio al primo gruppo di persone, sia quest’anno che il precedente ho replicato più volte in tutta Italia (a volte da solo, a volte in coppia con un’altra socia AIST, l’ottima Barbara Sanguineti) una piccola conferenza che si proponeva di chiarire somiglianze e differenze tra l’opera del Professore di Oxford e quella di George R.R. Martin (ad esempio nel TolkienLab di Modena questa primavera, a Roma nel dicembre 2018 e durante la quarta edizione di Fantastika).
Mentre raccoglievo i dati per questa conferenza rimasi molto stupito del fatto che pochissimo si fosse scritto in italiano sulle incredibili somiglianze (io parlerei di veri e propri tributi) tra la storia dell’Inghilterra medievale e la trama delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.
In questo articolo mi limiterò a citare solo i casi di similitudini più importanti ma vi assicuro che, analizzando bene l’opera, ci sarebbe molto altro di cui parlare.
Dato che i tributi di Martin alla storia inglese si riferiscono sopratutto al periodo successivo alla conquista normanna (1066), non è strano che anche la conquista stessa abbia un riferimento al mondo di Westeros: sopratutto confrontando l’elenco dei re Targaryen con quello dei primi re normanni che le cose diventano realmente interessanti. Esemplare in questo senso è il caso di Guglielmo II d’Inghilterra, sulla cui figura è stato ricalcato re Maegor il crudele.
Analizziamo cosa queste due figure abbiano in comune: entrambi sono figli del fondatore della propria dinastia (il re che ha operato la conquista), entrambi vestivano quasi sempre di rosso, entrambi avevano fama di essere ottimi guerrieri ma anche di essere sanguinari, entrambi hanno dovuto prendere le armi contro il clero della propria nazione ed entrambi viene lasciato intendere dalle cronache che probabilmente fossero omosessuali.
Ma andiamo avanti.
Il conflitto detto The Anarchy (prima guerra civile dell’Inghilterra normanna, 1135-1154) assomiglia in modo impressionante alla Danza dei Draghi (prima guerra civile della Westeros governata dai Targaryen). In entrambi i casi un re muore e si scatena una guerra che vede contrapposti, da un lato, i sostenitori della di lui figlia (erede designata) e, dall’altro, i sostenitori di un maschio (per motivi di tradizione o di convenienza). In entrambi i casi la guerra si risolve per davvero solo quando una terza figura, vicina ma tecnicamente esterna ai due contendenti, prende il trono.
Persino le famigerate Nozze Rosse di Martin hanno un parallelo che, se non è propriamente inglese, almeno è britannico. Nel 1440 in Scozia (periodo turbolento per la politica di quel paese) il sedicenne William, sesto conte di Douglas, e suo fratello più giovane vennero invitati a cena nel castello del re bambino Giacomo II. In quella che divenne storicamente nota come la Black Dinner, il conte e suo fratello vennero prima presi in giro in vari modi, poi furono condotti all’esterno con la forza e decapitati.
Non è finita qui: la ben nota walk of shame di Cersei Lannister ricalca in maniera quasi totalmente fedele ciò che accadde ad Elizabeth Shore, amante del re inglese Enrico V. Alla morte del sovrano, il suo erede al trono condannò la donna ad una camminata della vergogna, che si concluse con l’arrivo in un monastero dove ella venne rinchiusa sino alla fine dei suoi giorni. Da notare come l’idea dell’amante del vecchio lord che viene fatta andare in giro nuda davanti a tutti per ordine del figlio dello lord stesso, sia un evento che ricorda un altro episodio della storia dei Lannister: fu infatti questo il destino dell’amante di Tytos Lannister, padre di Tywin.
Tuttavia, dopo questa carrellata di similitudini, bisogna ammettere che il parallelo più importante e forse più famoso tra Il Trono di Spade e la storia medievale inglese riguarda la Guerra delle Due Rose.
Il conflitto vide contrapporsi due casate nobiliari per il trono, tra il 1455 ed il 1485. Le due nobili famiglie erano gli York (il cui simbolo era una rosa bianca) ed i Lancaster (il cui simbolo era una rosa rossa). Già qui possiamo notare delle assonanze fonetiche molto forti tra gli York e gli Stark (il cui stendardo è di colore bianco) e tra i Lancaster ed i Lannister (il cui colore è il rosso).
Tuttavia i paralleli sono ancora più interessanti.
Margherita d’Angiò era la moglie del re sotto il quale scoppiò la guerra: ci viene tramandato che fosse bella, ambiziosa e spietata (Cersei Lannister). Aveva un figlio, Edoardo di Westminister, che si racconta essere stato terribilmente viziato e sadico (Joffrey Lannister-Baratheon). A lei si contrappose in un primo tempo Riccardo di York, che era il miglior amico nonché consigliere del re e che venne nominato (in due occasioni diverse) “Protettore del Reame” (Eddard Stark). Alla fine fu Margherita ad avere la meglio e riuscì a fare in modo che a Riccardo venisse tagliata la testa.
Dopo alterne vicende riuscì a salire sul trono Edoardo, figlio di Riccardo di York e noto in araldica come Edoardo IV (Robb Stark): egli scelse di sposarsi per amore ignorando i vantaggi politici di altre unioni che gli erano state proposte e questo causò la ribellione del suo alleato, il conte di Warwick (Roose Bolton).
Quando Edoardo IV di York\Robb morì sarebbe dovuto salire al trono suo figlio ma a cambiare le carte in tavola arrivò il fratello del defunto sovrano (Riccardo, futuro Riccardo III reso celebre da Shakespeare), il quale dichiarò che i suoi nipoti erano illegittimi e frutto di un unione non valida. Quindi prese la corona al loro posto (Riccardo III rappresenta Stannis Baratheon).
La guerra, che continuò per circa trent’anni, venne infine conclusa da Enrico Tudor (figura simile a Daenerys), il quale arrivò con un’armata da un territorio oltre il mare ad oriente, sconfisse il re che era all’epoca sul trono e si insediò come sovrano (potendo vantare una discendenza da precedenti re d’Inghilterra spodestati) sposando l’ultima principessa degli York.
Uno spoiler di come potrebbero finire i libri? Dato che abbiamo visto come gli York tendenzialmente rappresentino gli Stark, questo potrebbe far prefigurare un matrimonio politico tra Daenerys ed uno degli ultimi Stark (profezia che almeno nella serie tv si è rivelata quasi corretta).

Stefano Mangusta

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Religioni Fantastiche: il convegno a Velletri
– Leggi l’articolo Tra anelli e troni: il TolkienLab del 23/5
– Leggi l’articolo Il 18 dic a Roma i Draghi in Tolkien e Martin
– Leggi l’articolo Fantastika, programma del 22 e 23 settembre
– Leggi l’articolo Sul Trono di Spade salgono le regine
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– Leggi l’articolo George R.R. Martin parla di J.R.R. Tolkien

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