«Con Tolkien, ieri, oggi e per sempre» è il titolo dell’incontro che si è tenuto sabato 9 novembre alle ore 18, presso il Salone del Mutilato in viale Regina Margherita 19 a Siracusa. L’iniziativa, promossa dall’associazione culturale “Popolo e Nazione” ha visto la Lectio magistralis del professor Marco Leonardi, docente di storia medievale all’Università di Catania. Tra gli altri relatori, hanno portato il loro contributo anche l’on. Gaetano Galvagno, l’avvocato Giuseppe Napoli e l’avvocato Paolo Cavallaro e moderato l’incontro Ivano Tarquini.
La lectio magistralis di Marco Leonardi
Nella sua lezione, il medievalista ha ripercorso l’intera vicenda biografica e intellettuale di Tolkien dai primi componimenti poetici, scritti quando il letterato inglese muoveva i suoi primi passi presso i banchi della King Edward’s School di Birmingham (1900), fino al conferimento, dalle mani della Regina Elisabetta II, del Commander of the Order of the British Empire (1972). L’unicità e la profondità della creazione fantastico-letteraria di Tolkien, così ha argomentato il Leonardi, consiste nell’aver costruito nei minimi dettagli un universo fantastico nel quale valori conservatori e antimoderni vengono proficuamente fusi in un contesto narrativo dinamico e avvincente nel quale chiunque può riconoscersi. Lo studioso ha poi commentato al pubblico tre sequenze cinematografiche estratte dalla trilogia «The Lord of the Rings» (2001-2003) del regista neozelandese Peter Jackson, mettendo in evidenza tre punti fermi della più importante opera tolkieniana, sovente dimenticati da una critica cinematografica unicamente incentrata sul commento a sensazionalismi o colpi di scena: l’idea della «Compagnia dell’Anello» come rappresentazione simbolica della «comunità di destino», la rivolta di madre natura allo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, rappresentato dalla rivolta di Fangorn (Barbalbero) contro il disboscamento di Isengard operato da Saruman e, infine, la caparbia speranza nel futuro del genere umano tenuta dalla principessa elfica Arwen. A conclusione, il pubblico, sempre attento, è intervenuto con domande e richieste di chiarimento. La consegna di targhe-ricordo agli organizzatori e al relatore è avvenuta tra i convinti applausi del pubblico. Come ebbe a scrivere Tolkien nel 1955: «Penso che le cosiddette “fiabe” siano una delle forme più elevate di letteratura, e che sia decisamente sbagliato associarle (in quanto tali) ai bambini». «Oggi, come ieri, asseriamo con forza e convinzione – ha asserito a margine dell’incontro il prof. Leonardi – che le fiabe create dal professore oxoniense costituiscano uno degli strumenti più belli per vivere una quotidianità sempre più disumana ed alienante».