Tolkien in Francia è sempre più popolare e anche l’editoria si adegua. «È giunto il momento di fare un annuncio, che immagino delizierà tutti i fan e i lettori appassionati di Tolkien: presto inizieremo una nuova traduzione del Silmarillion!». Con queste parole durante un’intervista, Clément Ribes, nuovo direttore editoriale a capo delle edizioni di Christian Bourgois, ha fatto sapere che la prossima impresa della casa editrice sarà la nuova traduzione del Silmarillion. Questo annuncio non è che l’ultimo di una lunga serie di novità che, mentre da un lato ha, per così dire, messo in pari i lettori francesi con le opere dello scrittore inglese, dall’altro sta regalando loro una nuova primavera piena di continue delizie! Sarà forse il successo della mostra Tolkien, Voyage en Terre de Milieu alla Biblioteca Nazionale Francese, aperta il 22 ottobre (eravamo presenti all’anteprima e qui potete leggere il resoconto della visita) e subito presa dall’assalto dagli appassionati di tutto il mondo, che chiuderà il 16 febbraio. Sarà forse il continuo spuntare di iniziative sia editoriali, sia accademiche, queste ultime tutte promosse da Vincent Ferré, professore di Letterature comparate all’università Paris13, medievista, noto studioso tolkieniano e del romanzo del XX secolo, autore di Sur les rivages de la Terre du Milieu, del catalogo della mostra e curatore ufficiale di Tolkien per l’editore in questione, nonché fondatore dell’associazione Modernités médiévales. Sarà perché Tolkien entrerà a far parte della Bibliothèque de la Pléiade, la più prestigiosa collana letteraria francese, curata dal rinomato editore Gallimard (il corrispettivo ideale dei nostri Meridiani Mondadori). Sarà l’onda lunga provocata dalle nuove traduzioni delle opere dell’autore, l’ultima in ordine di tempo quella de Il Signore degli Anelli, edita in tre volumi tra il 2014 e il 2016, che ha fatto applaudire la critica e diviso gli appassionati. Insomma, quel che è certo è che mai come negli ultimi anni la Francia sia stata il centro di grandi iniziative culturali dedicate a Tolkien. Insomma, tutto questo ha contribuito e ora l’annuncio della nuova traduzione de Il Silmarillion può essere l’occasione per ripercorre le storia editoriale delle opere di Tolkien in Francia.
Un solo editore per sette traduttori
Il nome dell’autore de Il Signore degli Anelli in Francia è sempre stato legato a un solo nome, Christian Bourgois (1933-2007). È lui il principale artefice della scoperta dell’autore per i lettori francesi, l’editore che ne pubblicò il capolavoro nel 1972-1973, vale a dire poco prima della morte dello scrittore inglese. Fatto curioso, Bourgois pubblicò Tolkien senza leggerlo, basandosi solo sul consiglio di Jacques Bergier, uno scrittore che aveva incluso Tolkien in Admirations (1970), raccolta di articoli dedicati a dieci autori anglosassoni allora poco conosciuti ai lettori d’oltralpe (Vincent Ferré , Tolkien: trente ans après (1973 – 2003), Christian Bourgois 2004, p. 41). Bourgois aveva fondato con la moglie Dominique la sua casa editrice nel 1966, all’interno del grande gruppo editoriale Presses de la Cité, diretta da Sven Nielsen. Tolkien era in realtà già conosciuto in Francia perché nel gennaio 1969 l’editore Stock aveva pubblicato per la prima volta Lo Hobbit, col titolo Bilbo le Hobbit, tradotto da Francis Ledoux (1906-1990). Se questo nome è ora ben noto ai lettori di Tolkien di lingua francese, spesso si ignora che fu il traduttore anche per opere di autori del calibro di Charles Dickens, Fielding, D. Defoe, EA Poe, H. Walpole, Charles Williams, ma anche di Shakespeare, H. Melville, Joyce Carol Oates, Tennessee Williams, tra gli altri. Fu naturale per Christian Bourgois rivolgersi quindi proprio a Ledoux. Per ottenere i diritti di pubblicazione, Bourgois aveva firmato un contratto di 200 sterline a volume (circa 6.000 euro attuali per l’intero Signore degli Anelli) per la durata della proprietà letteraria. Bisogna sapere, però, che all’epoca l’editore era nel mezzo di una crisi, con la casa madre che gli aveva imposto di chiudere e concesse una sola ultima pubblicazione. Bourgois dovette scegliere e puntò tutto su autore sconosciuto al pubblico francese e di cui nemmeno lui aveva letto nulla. L’edizione, da subito in economica, fu così divisa in tre volumi che uscirono rispettivamente nel novembre 1972, nell’aprile e nel novembre 1973. Il gran numero di copie de Il Signore degli Anelli vendute non solo permise alla casa editrice di sopravvivere e anche la critica era entusiasta: recensioni molto positive erano uscite su Le Figaro a firma di Jean-Louis Curtis, su Le Point a firma di Christopher Franck, su Le Magazine Littéraire, supplemento de Le Monde, ove Jean-René Major nell’ultima riga del suo articolo aveva scritto: «Chapeau, M. Bourgois». La casa editrice vinse il premio per il Miglior libro straniero del 1972 e Bourgois riuscì a convincere Nielsen a continuare a pubblicare i libri dell’autore inglese. L’edizione francese non includeva però la “Prefazione” dell’autore né l’Indice e solo l’appendice “La storia di Aragorn e Arwen”. Questo perché Ledoux si era rifiutato di tradurre tutto il corpo delle Appendici, non vedendone l’utilità per il pubblico francese. Bisognerà attendere il 1986, quando le edizioni Bourgois pubblicarono un volume 4 contenente la traduzione completa di Tina Jolas delle Appendici e degli Indici. Tuttavia, questa traduzione non concorda con quella di Francis Ledoux per quanto riguarda i nomi: Barbalbero ad esempio diventa “Sylvebarbe” per Ledoux e “Barbe Feuillue” per Jolas.
Dopo Il Signore degli Anelli, Bourgois aveva in programma di tradurre Il Silmarillion, ma anche in questo caso Ledoux rifiutò la proposta, avendo trovato l’opera troppo lunga e complessa. Il famoso traduttore firmerà comunque nel 1974 l’edizione francese di Faërie (contenente Il Cacciatore di Draghi, Foglia, di Niggle, Fabbro di Wootton Major e il saggio Sulle Fiabe).
Per tradurre Il Silmarillion Bourgois si rivolse quindi a Pierre Alien, che aveva già fatto traduzioni per altri importanti editori. L’edizione francese del Silmarillion fu pubblicata nel 1978, ma Alien, che «odiava Tolkien» secondo Christian Bourgois, si rifiutò di prendere in carico altre opere. Di nuovo Bourgois fu costretto a trovare un altro traduttore e questa volta trovò Tina Jolas, che stava cercando un lavoro di traduzione. La giovane traduttrice, non conoscendo in particolare il lavoro di Tolkien, trovò il compito molto difficile e si fermò subito dopo la traduzione dei Racconti Incompiuti (1982), spesso divisi in tre volumi nelle edizioni tascabili.
Con il 1982 si esaurisce la prima ondata di pubblicazioni delle opere di Tolkien: in dieci anni (1972-1982) erano state tradotte in francese tutte le opere maggiori e i racconti brevi, cui si aggiungono Le Avventure di Tom Bombadil (1975 a firma di D. Hedayat), Le Lettere di Babbo Natale (1977 a firma di G.-G. Lemaire).
La prima ondata di traduzioni sarà seguita da una seconda, più corta (1994-1999). Nel frattempo, grazie anche all edizioni per ragazzi cedute in licenza ad Hachette e Gallimard, nel 1992 Il Signore degli Anelli aveva raggiunto il milione di copie vendute in formato tascabile (e 500mila in formato grande), mentre la versione tascabile Pocket de Il Silmarillion dal 1988 aveva venduto oltre 520mila copie. Il breve periodo della seconda ondata si concentra soprattutto sulla History of the Middle-earth, grazie anche a un traduttore d’eccezione, Adam Tolkien.
Nonostante lo scetticismo dello stesso Christopher Tolkien sulla possibilità di tradurre i diversi volumi della History, suo figlio Adam tentò l’impresa. Sotto il controllo diretto di Christopher, tradusse i due volumi del Book of Lost Tales (ottobre 1995 e giugno 1998), ma poi si arrese di fronte alla difficoltà del compito. Sfortunatamente, si sa poco sulla collaborazione tra Adam e Christopher Tolkien, o sulle ragioni che hanno interrotto la traduzione di The History. In ogni caso, Adam Tolkien firmerà anche la traduzione di Immagini (Peintures et aquarelles, 1994) e Roverandom fu tradotto da J. Georgel nel 1999.
L’uscita della prima trilogia di Peter Jackson (2000-2002) dedicata a Il Signore degli Anelli segnerà anche per il pubblico francese la svolta nei confronti dell’autore. Nel solo 2001 Christian Bourgois Editeur vendette 50mila copie del libro e l’anno seguente si arrivò a 45mila copie in grande formato, mentre Vivendi Universal Publishing che diffondeva l’edizione economica ne vendette un milione di copie.
Sotto questi auspici, non poteva che nascere la terza ondata di pubblicazioni. Dal 2002 le nuove pubblicazioni delle opere di Tolkien si susseguono al ritmo di almeno uno l’anno. E tutto inizia da Lo Hobbit. Dominique Bourgois sapeva che esisteva un’edizione annotata, che comprende numerose illustrazioni, documenti, nonché un’introduzione fattuale e biografica. Voleva pubblicarlo e ne approfittò per chiedere a Daniel Lauzon una nuova traduzione che si è concretizzata nel settembre 2012.
Questa nuova fase delle pubblicazioni ha l’originalità di essere stata realizzata nell’ambito di un programma globale che garantisce un posto essenziale alla revisione del Signore degli Anelli, iniziata nel 2000 – quando Ferré aveva lavorato fino 2003 per stilare un primo elenco di “correzioni” da fare. Questo primo progetto di ritraduzione fu interrotto dalla volontà dell’editore di seguire tutte le uscite in inglese che in quegli anni si stavano susseguendo. Si è assistito alla revisione delle Avventure di Tom Bombadil (Céline Leroy) e alla revisione dell’edizione di Faërie (Elen Riot): fino al 2001 di Albero e Foglia esistevano due diverse edizioni, che non contenevano gli stessi testi, ma si dimostrarono ridondanti con il volume Poems & Stories. La revisione dell’edizione era essenziale per offrire al lettore di lingua francese un volume più razionale rispetto ai suoi equivalenti inglesi e dargli accesso a testi importanti, come Il ritorno di Beorhtnoth e Mythopoeia.
Nel frattempo, è ripresa anche la pubblicazione francese della History of the Middle-earth con diversi traduttori (Céline Leroy, Elen Riot, Delphine Martin e Daniel Lauzon, assistiti da David Riggs) che continuano i lavori iniziati da Adam Tolkien, sotto la direzione di Vincent Ferré. Così è apparso in Francia Les Lais du Beleriand nel 2006, La Formation de la Terre du Milieu nel 2007, La Route Perdue nel 2008 e Les étymologies nel 2009. Oltre alle revisioni di diverse traduzioni, possiamo anche notare la pubblicazione in francese delle Lettere nel 2005 e Des Monstres et Critiques nel 2006. La persistenza di Christian Bourgois nella traduzione delle opere inedite di Tolkien suscita unanime riconoscimento tra gli appassionati dello scrittore, in particolare per il disinteresse mostrato nella redditività di queste pubblicazioni, tutte potenzialmente di nicchia. È in questo contesto che dal 2014 al 2016 ha visto la luce la nuova traduzione de Il Signore degli Anelli a opera sempre di Daniel Lauzon, che ha moltissime similitudini con quel che è avvenuto in Italia con la nuova traduzione Bompiani. Ma di questo scriveremo in un’altra occasione.
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LINK ESTERNI:
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– Vai al sito dell’editore Gallimard
– Vai al sito del giornale Le Figaro
– Vai al sito di Tolkiendil
– Vai al sito di Bibliothèque Nationale de France
– Vai al sito della casa editrice Christian Bourgois
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