Prima dei film di Peter Jackson c’era Ralph Bakshi. Il suo film animato de Il Signore degli Anelli fu un sogno interrotto, ma al tempo stesso fu il primo tentativo di trasposizione cinematografica del capolavoro di J.R.R. Tolkien. Uscito nelle sale nel 1978, fu criticato e osannato in un miscuglio di giudizi sulle scelte del regista, dai tagli di trama all’uso di scelte tecniche per l’epoca innovative. Ma in realtà per oltre vent’anni fu un film culto per gli appassionati di Tolkien e molte leggende su di esso dovrebbero essere sfatate… L’occasione giusta sarà il 6 febbraio 2020 a Bologna, quando si avrà l’occasione unica di poterlo vedere sul grande schermo al Cineclub Bellinzona in una proiezione speciale autorizzata. La visione sarà introdotta da Roberto Arduini, presidente dell’AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani, e dallo scrittore Wu Ming 4.
Un evento degli anni Settanta
Nonostante sia stata in parte oscurata dalla trilogia diretta da Peter Jackson, la versione animata di Ralph Bakshi mostra dopo quarant’anni una vitalità e una ricchezza sorprendenti. La seconda metà del film non fu mai girata. Il motivo è fin troppo ovvio: l’insuccesso commerciale… Niente di più falso, come si potrà scoprire nella serata del cinema Bellinzona! Il film fu un evento per tutta una generazione di appassionati lettori di Tolkien che nel lungometraggio animato ritrovarono una fedeltà al testo originale fino ad allora mai raggiunta. Questo fu tra l’altro il vero scopo di Bakshi che, da appassionato dell’opera, si propose di mantenere vive il più possibile le atmosfere del romanzo, tanto da voler incontrare gli eredi di Tolkien, anche se non era necessario visto che i diritti erano in mani alla United Artists che finanziava il film. Ecco il ricordo del regista del viaggio in Inghilterra in ricordo di Christopher Tolkien recentemente scomparso: «È stato un grande piacere incontrare Christopher Tolkien e sua sorella Priscilla nella loro casa di Oxford per discutere di come avrei fatto il lavoro di loro padre nel film di animazione. Volevo la loro approvazione o non avrei fatto il film. Mia moglie Elisabeth era sempre al mio fianco per assicurarsi che le mie radici di Brooklyn non emergessero. L’incontro andò straordinariamente bene, con mio grande sollievo, e fui portato da Priscilla alla mostra a Oxford di disegni personali di Tolkien sul Signore degli Anelli. Mi fecero anche vedere la soffitta in cui l’autore scrisse la maggior parte del romanzo. A cena quella sera, Christopher mi parlò del Silmarillion, di cui non ero assolutamente a conoscenza. Sono tornato a Los Angeles e ho iniziato il film».
La lavorazione richiese circa due anni e mezzo di lavoro. Il film è noto per il suo ampio uso del rotoscoping, una tecnica in cui le scene vengono prima girate dal vivo e poi ridisegnate direttamente sulla pellicola per l’animazione. In questo modo si utilizza un ibrido tra animazione tradizionale e filmati d’azione dal vivo passati al rotoscope. Bakshi definì il proprio lavoro come: «Il primo esempio di pittura realistica in movimento». Il film è stato uno dei primi film animati ad essere presentato nel sale col sistema audio Dolby Stereo. Furono coinvolti grandi attori (William Squire, John Hurt, Michael Graham Cox e Anthony Daniels), soprattutto per dare le voci ai personaggi e colonna sonora venne affidata a Leonard Rosenman (vincitore di due premi Oscar e autore di colonne sonore come quelle di Gioventù bruciata e Barry Lyndon) che poi ne fece quattro composizioni, ottenendo una nomination al Golden Globe nel 1979. Il film vinse anche il primo premio al Giffoni Film Festival.
Come detto in precedenza, il film doveva essere diviso in due parti: la prima si conclude con la Battaglia al Fosso di Helm mentre, purtroppo, la seconda non è mai stata girata a fronte di un supposto insuccesso commerciale. La United Artists, infatti, tagliò i fondi per la seconda parte ancor prima che il film uscisse nelle sale cinematografiche. Il film e fu visto in tutto il mondo e guadagnò otto volte i soldi spesi per produrlo (30 milioni contro 4). «Mi hanno fregato in modo regale!», ha detto Bakshi in un’intervista. «Io gridavo, ma era come gridare al vento», ha ribadito il regista nel 2000. «Tutto perché nessuno ha mai capito il materiale. È stata una cosa molto triste per me».
Il Signore degli Anelli di Bakshi è un film riuscitissimo per la sua aderenza alla trama del romanzo di Tolkien, anche se con qualche taglio e qualche modifica. Altri punti molto riusciti sono le sue atmosfere dark, in particolare per quanto riguarda gli Spettri dell’Anello, nei loro fluenti mantelli neri, e gli orchi, grottesche e indistinte masse di denti, corna e pellicce. Non ha funzionato molto dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi, ma bisogna considerare che a quei tempi era molto complicato fare un film del genere, soprattutto le scene di battaglia. Quello di Bakshi è stato un grande esperimento che ha però dimostrato che era possibile realizzare il romanzo al cinema. Tant’è vero che lo stesso Peter Jackson ha più volte ammesso che nella realizzazione della sua trilogia il film di Bakshi è stato un vero e proprio punto di riferimento.
IL SIGNORE DEGLI ANELLI
di Ralph Bakshi
Gran Bretagna | 1978 | 129’
lingua originale, sott. Italiano
ingresso: €6,00/Studenti, Card Musei e Under12 €5,00
Per maggiori informazioni qui
ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Tolkien a Hollywood prima di Peter Jackson
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LINK ESTERNI:
– Vai al sito web del Cineclub Bellinzona
– Vai al sito web di Ralph Bakshi
– Vai al sito della Middle-earth Enterprises, divisione della Saul Zaentz Company
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