Dopo Parma e Piacenza, continua il mini-tour emiliano di Ottavio Fatica, traduttore de Il Signore degli Anelli che solitamente poco si concede agli incontri pubblici. Proprio per venire incontro alle numerosissime richieste di un suo intervento, l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani e l’Istituto Filosofico di Studi Tomistici gli hanno dedicato una giornata del prestigioso TolkienLab di Modena, il laboratorio tolkieniano permanente attivo da quasi dieci anni e che ha visto il contributo di tutti i maggiori studiosi ed esperti italiani e stranieri delle opere di J.R.R. Tolkien. Sabato 15 febbraio alle 16.30, in Piazzale Redecocca, in centro a Modena, nell’edificio del Quartiere 1, si terrà l’incontro dal titolo Ritradurre “Il Signore degli Anelli”: come e perché con interventi di Ottavio Fatica e Giampaolo Canzonieri (responsabile AIST per la traduzione). È un appuntamento da non perdere per gli appassionati lettori di J.R.R. Tolkien che potranno così togliersi tutte le curiosità sulla nuova traduzione del capolavoro dello scrittore. L’ingresso è libero per tutti.
Un traduttore letterario tra i più noti
Una vita dedicata all’insegnamento, ai libri, alle grandi traduzioni di romanzi che hanno fatto la storia e anche alla poesia. Ottavio Fatica è uno dei più stimati e considerati traduttori italiani. Consulente editoriale per la casa editrice Adelphi, ha insegnato pratica del tradurre letteratura presso la Scuola europea di traduzione letteraria (Setl) di Torino, Firenze e Napoli. Fra le sue traduzioni più importanti, spiccano Moby Dick di Herman Melville, i Diari di lord Byron, i Taccuini di Henry James, il carteggio tra Elizabeth Bishop e Robert Lowell, Magia di W.B Yeats, la maggior parte delle opere di Rudyard Kipling, e poi centinaia di altri scrittori inglesi e statunitensi, tra cui Jack London, Robert Louis Stevenson e Joseph Conrad, Francis Scott Fitzgerald, William Faulkner, James Joyce, Foster Wallace, Lafcadio Hearn e tanti altri, compreso Dagli ebrei la salvezza del sulfureo Léon Bloy. Dato il contesto, è il caso di aggiungere tra le traduzioni anche quella di Wystan Hugh Auden, che conosceva personalmente Tolkien per cui nutriva grande ammirazione al punto di farsene entusiasta sponsor nei confronti di lettori ed editori statunitensi. Fatica ha vinto il Premio letterario internazionale Mondello per la traduzione di Limericks di Edward Lear, nel 2007 il Premio Monselice per la traduzione di La Città della tremenda notte di Rudyard Kipling. Nel 2009 ha vinto il Premio Nazionale per la Traduzione e nel 2010 il Premio Procida – Isola di Arturo – Elsa Morante per la traduzione de Il crollo di Fitzgerald.
Un affermato poeta
Forse però non tutti sanno che Ottavio Fatica non è solo traduttore e docente di traduzione, ma è anche un poeta che ha pubblicato due raccolte per la casa editrice Einaudi: Le omissioni (2009) e Vicino alla dimora del serpente (2019). I versi di Fatica giungono alla fine di un lungo cammino di ricerca linguistica e poetica, vi è la passione per la lingua e le figure retoriche, che però non fanno diventare i versi entità astratte o chiuse, bensì liberano il significante e il significato in tutta la loro completezza.
La sua prima raccolta poetica è un libro di dissipazioni, in cui anche la disperazione viene «buttata via» a colpi di humour caustico. Omissioni come cose non dette o non fatte, come le «occasioni» sprecate di Montale.
In questo libro d’esordio, Fatica mostra come il virtuosismo e la ricerca della sorpresa possano legarsi in modo strettissimo a un’idea di poesia come ferita sanguinosa senza tempo e senza remissione.
La parola, con i suoi suoni vezzosi, con un incedere ora lento ora accelerato, con svolazzi semantici, è protagonista della seconda raccolta poetica di Fatica, Vicino alla dimora del serpente. È l’incertezza di pronunciarla senza spezzarne il legame ancestrale, il timore di scriverla «su nero in fogli di carbone», il rischio della ripetizione, la necessità «di unire l’inizio con la fine». La raccolta si snoda all’interno di una contraddizione, quasi una gabbia ontologica: perché le «splendide parole» sono le cose piú preziose che abbiamo, ma «il bello è che la verità | sta tutta nel non detto».
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LINK ESTERNI:
– Vai al sito di L’editore Bompiani: «Nessuna lettura ideologica di J.R.R. Tolkien»
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