La creazione dell’Unico Anello (prima parte)

Copertina GioielliEsistono molti tipi di anelli al mondo. Sono tanti quanti gli usi a cui sono stati destinati dai loro creatori, dai loro portatori o dalla comunità o società in cui sono inseriti. Vi sono anelli che rappresentano, anelli simbolo, rappresentazioni di realtà immaginate dall’umanità in varie misure. Vi sono anelli di matrimonio, anelli recanti un sigillo, anelli della memoria, anelli dell’oblio, anelli ritrovati in posti impensabili, anelli magici. Un anello è un pegno verso qualcuno o qualcosa. Soprattutto, però, un anello racconta una storia, e questa ha molti modi di venire a galla.

Storie di anelli e pesci

Stemma della città di Glasgow- un salmone con un anello in bocca“Il ritorno di un anello dalle acque profonde è paragonato al ritorno dei morti in una vecchia storia irlandese che narra di un salmone: ‘Quell’anello non tornerà dal luogo in cui si trova finché i morti non torneranno in vita’1”. In un antico racconto popolare tedesco un uomo gettò intenzionalmente il proprio anello nel Reno. L’anello di questa leggenda opera come una specie di esca luccicante2. Anche il magico anello di re Salomone finì nel ventre di un pesce3. Erodoto narrò del tiranno Policrate, che per scongiurare l’ira degli dei gettò il suo anello d’oro in mare. Nonostante questo, pochi giorni dopo un pescatore prese un grosso pesce e lo donò al re. Al suo interno vi era proprio l’anello, che era ritornato dal tiranno4. Una variante del mito si ritrova in una leggenda usata per spiegare l’usanza dello “Sposalizio del Mare”, dove il Doge di Venezia gettava ogni anno il suo anello d’oro nell’Adriatico come pegno di matrimonio: “l’anello fu poi trovato in un pesce servito alla tavola del doge quasi un anno dopo5.” Un salmone con un anello in bocca figura sullo stemma della città di Glasgow, in Scozia, che ricorda come san Kentigern pescò un salmone nel fiume Clyde e all’interno vi trovò un anello di proprietà della regina, o di una popolana a seconda delle versioni6.
Non solo gli anelli vengono ritrovati all’interno dei pesci, ma sembra che svolgano un’importante vicenda anche all’interno della Storia tolkieniana. Nell’anno 2 della Terza Era7, Isildur, che era entrato in possesso dell’Anello del Potere, cadde in un’imboscata degli orchi sulla sponda orientale del Grande Fiume, l’Anduin. Tuffatosi in acqua, l’Anello Sovrano gli scivolò dal dito. Isildur tornò ad essere visibile, dunque, e gli orchi lo uccisero con le frecce8. “E lì, negli stagni profondi in mezzo ai Campi Iridati l’Anello uscì dalla leggenda e nessuno ne seppe più niente9”. Nel 2953 della Terza Era vi fu l’ultima assemblea del Bianco Consiglio dove fu discussa la questione degli Anelli. Saruman finse di aver scoperto che l’Anello, sceso lungo il corso del Grande Fiume, l’Anduin, scomparve nel Mare10. Ma Gandalf, dopo aver continuato ad osservare e ad aspettare, ché ebbe irrequietezza nonostante le parole di Saruman, venne rimesso in allerta dalle parole di Bilbo dopo la Festa, nel 300111; troppo oscure e troppo anormali per essere esperite da un’anima come la sua. L’anello magico che aveva “vinto” da Gollum era sospetto. Capì che una potenza oscura e mortale era all’opera, quindi da allora dedicò i suoi giorni alla ricerca della verità, a cercare notizie riguardanti la storia dell’Anello12. Ricostruendo gli eventi, Gandalf notò che vi era un popolo che viveva lungo le sponde del Grande Fiume. Pensava che si trattasse di un popolo affine agli avi degli Hobbit Sturoi, di cui faceva parte una creatura curiosa e intrigante, Sméagol. Un giorno del lontano 246313, insieme all’amico Déagol, prese una barca e i due scesero fino ai Campi Iridati. Déagol, rimasto solo a pescare sulla barca, ché Sméagol si mise a gironzolare sulle rive del Fiume, prese all’amo un grosso pesce che lo trascinò fuori dalla barca giù nel fondo. Lì vide qualcosa che luccicava e l’afferrò. Tornato a riva, vide con meraviglia che nel palmo della mano melmosa aveva un anello d’oro che brillava e scintillava al sole. Sméagol si avvicinò furtivo all’amico e gli chiese di dargli l’anello poiché era il “suo compleanno”. Déagol rifiutò e dopo una lotta furibonda Sméagol uccise l’amico e si appropriò dell’anello. Esiliato dalla nonna, che era a capo del popolo, per aver iniziato a rubare e a compiere azioni malvagie a causa del potere dell’anello, l’ormai maledetto Sméagol si rintanò lontano, in una piccola caverna da dove nasceva il torrente, sotto le Montagne Nebbiose. “L’Anello lo seguì nelle ombre e colui che lo aveva forgiato non ne seppe mai niente, nemmeno quando il suo potere riprese a crescere e a rinforzarsi14”. Per 471 anni15 rimase con il suo tesoro nella caverna, proprio come un drago, finché un bel giorno l’Anello se ne andò17 e fu trovato da Bilbo Baggins nel 294118.

Volontà e Fuoco

Monte FatoL’Unico Anello venne creato dal fuoco divoratore di Sauron oltre che dal fuoco di Monte Fato. Il fuoco di Monte Fato, nonostante le devastazioni esterne, era un fuoco della Natura, né buono né malvagio, serviva chi se ne serviva. Infatti, come vi fu forgiato l’Anello, vi fu distrutto. La volontà di questo anello, invece, era necessariamente malvagia, cercava di corrompere e di sottomettere. Era la trasposizione della volontà di Sauron.
Un anello, in quanto gioiello, è anche un segno: “Da sempre il gioiello ha posseduto una funzione di segno: segno contro le forze negative e protezione per chi lo indossa; segno che sanciva l’appartenenza a un gruppo; segno del potere, del ruolo sociale; segno come testimonianza di una promessa, di un vincolo. Il gioiello è proiezione visibile della personalità di chi lo indossa19”, un efficace rivelatore dell’‘io’.
Saruman, giunto nella Terra di Mezzo, si era dedicato allo studio dell’Unico Anello. Non l’aveva mai visto, ma ne era rimasto vittima e voleva possederlo20. Analogamente, è quel che successe a Bilbo, che non riusciva a staccarsi dal “suo” anello: “È mio, ti dico, è la mia proprietà, il mio tesoro; sì, il mio tesoro21”. Così succede spesso anche agli artefici, però. Io stesso in passato sono rimasto “imprigionato” dalle mie opere. Non riuscivo a separarmene. La bellezza della materia, l’effetto specchio che viene prodotto dopo la lucidatura finale, la geometria delle forme, soprattutto quelle degli anelli, evocano qualcosa di antico, eppure fresco tutt’ora. Anello d'argentoSono archetipiche. Si crea un legame, una trasposizione della Volontà, quindi sia di quella in potenza che di quella in atto, dell’Anima e dello Spirito, dunque. È questo che Sauron pose nella sua Opera creando l’Unico Anello. È ciò che ha fatto anche J.K.Rowling con gli Horcrux di Voldemort. Subito dopo a “è il mio tesoro” dovremmo chiederci se mettere un punto esclamativo o un punto di domanda, se farsi irretire o essere liberi nella scelta. Il mio professore di filosofia teoretica all’Università di Bologna, Maurizio Malaguti, un giorno spiegò alla classe cosa significasse scegliere. Mi colpì, nel discorso, l’utilizzo di due metalli in particolare, in un determinato contesto: “l’argento alchemico è il discernimento. La fedina di fidanzamento significa ‘io fra tutte scelgo te’. L’oro della fede è la conferma di tale scelta”. La scelta, ovviamente, deve essere fatta sulla persona e dalla persona. Il legame si può stringere con la persona amata, ma deve essere una scelta libera, non soggetta ad una volontà altra o altrui. Questo è il significato dei metalli e degli anelli all’interno del matrimonio, in un legame, in un gioiello come pegno. Bisogna stare attenti a non rimanere prigionieri e non riporre tutti i sentimenti in un’opera. Ogni portatore ovviamente immetterà la sua volontà, una volta che diverrà sua, ma quella dell’artefice rimarrà sempre. Bisognerebbe essere un po’ come Tom Bombadil.
Nella storia di Tolkien il metallo regio, l’oro, fu corrotto nel suo significato sostanziale, anche parzialmente nella materia22, per opera dell’Oscuro Signore e il suo ricorso alla magia.
L’unico personaggio a non subire il richiamo e l’influsso malvagio dell’Anello fu proprio Tom Bombadil. “Mostrami il prezioso Anello!” chiese a Frodo e quando se lo mise sulla punta del dito mignolo e lo accostò alla luce della candela per osservarlo non accennò a scomparire. “Tom rise nuovamente, e poi fece roteare per aria l’Anello che, con un lampo, svanì23.” Quindi non solo non ne subì alcun effetto, ma poté agire sull’Anello con una magia a sua volta. Ci sarà un perché in questo modo di agire, così leggero verso le cose ritenute terrene. Frodo volle assicurarsi se, una volta riottenuto l’anello, fosse effettivamente l’Anello che gli era sempre parso “stranamente pesante” rinfilandoselo. Ma Tom poteva vederlo “Ehi tu!” gridò lanciandogli lo sguardo più penetrante dei suoi occhi luminosi “Ehi! Vieni qui, Frodo! Dove te ne stai andando? Tom Bombadil non è ancora diventato tanto cieco da non vederti….24”.

L’Anello dell’Invisibilità

Frodo nel filmL’invisibilità è attributo proprio del dio della morte, Hades, portatore di un elmo costruito dai tre ciclopi Sterope, Bronte e Arge capace di renderlo invisibile agli occhi del prossimo. …questa corrispondenza… ritorna in ambito celtico: nella leggenda di Culhwch e Olwein, un gigante racconta di aver trovato un anello mentre pescava, scorgendo il cadavere a pelo d’acqua con indosso l’oggetto. Il collegamento quindi tra l’oggetto fatato e il mondo dei morti come passaggio iniziatico ha un’origine antica25”. Sono molte le fonti letterarie, specialmente medioevali e rinascimentali, senza dimenticare quelle antiche, ovviamente, che ci tramandano questa caratteristica degli anelli magici. Molti sono legati al ciclo arturiano, materia amata da Tolkien che scrisse anche, pochi anni prima di Lo Hobbit, il poema La Caduta di Artù26. Fra questi vi sono romanzi di Chrétien de Troyes, che scrisse nella metà del 1100, ad esempio il Lancelot ou le Chevalier de la Charrete e l’Yvain ou le Chevalier du Lion.
“Da notare che entrambi gli anelli hanno poteri aventi a che fare con la dissimulazione o con la visione della realtà, ovvero concretizzano o rendono evidente il passaggio dell’eroe da una realtà concreta e tangibile a una realtà illusoria o fallace; che questo avvenga dal punto di vista del portatore dell’anello o di chi subisce la sua magia è un cambio di prospettiva che non va a mutare le generali considerazioni sul suo potere27”. Ci porta alla classicità il Roman de Thebes, scritto presumibilmente intorno a 1150, nel quale “Medea regala a Giasone un anello capace di rendere invisibile il suo possessore, anche se in questo caso l’invisibilità è ottenuta girando all’interno della mano il castone28”. Della fine del 1400 e degli inizi del 1500 sono invece due romanzi sulle gesta di Orlando, “l’Orlando Innamorato di Boiardo e il Furioso di Ariosto mettono in scena l’anello fatato di Angelica che unisce al tradizionale potere dell’invisibilità anche quello di spezzare gli incantesimi e vanificare le illusioni29”.
Se l’invisibilità fu una delle caratteristiche attraverso la quale Gandalf capì che quello di Bilbo fosse uno dei Grandi Anelli, vi fu “un’ultima prova30” da fare, con la quale lo stregone capì che si trattava proprio dell’ “Anello Sovrano, quello che serve a dominarli tutti31”.

L’Anello del Potere, l’Anello col sigillo

Anello d'oro con uno zaffiroIn tutte le epoche gli anelli hanno ricoperto un significato di prestigio sociale. Siano stati di oro o di ferro. Ma se in epoche più vicine alle nostre l’accesso all’oro fosse più facile anche per le classi più basse, ve ne sono state altre, più antiche, in cui l’oro era di appannaggio delle classi più elevate. Abbiamo detto che un anello è un’efficace rivelatore dell’ ‘io’, è infatti “ritenuto una garanzia di identità nel tempo, in quanto non cambia quando noi cambiamo32”. Gli anelli delle storie, come anche quelli che vengono ritrovati attraverso gli scavi archeologici, spesso recano una scritta incisa, anche nella parte superiore per poter trasferire l’impronta dell’incisione ad un documento. Parliamo allora di anelli con sigillo. “I primi anelli con sigillo appartenevano ai re ed erano anelli del potere33”.
Oltre all’uso pratico, in passato agli anelli venivano attribuiti poteri magici, e per amplificare tali poteri vi era l’usanza di inscrivere “parole e frasi protettrici sulla fascia34”. “In un anello le parole Buro, berto, berneto furono iscritte come formula magica contro il mal di denti. Lo stesso anello riporta l’iscrizione Consumatum est, le ultime parole esperite da Cristo, che si pensava calmassero le tempeste in mare e proteggessero il viaggiatore35”.
Nella nostra storia, quella riguardante l’Anello, l’ultima prova con la quale Gandalf capì che si trattava effettivamente dell’Anello creato da Sauron, fu quella del fuoco. Lo stregone lo lanciò nel camino acceso e Frodo vide “delle linee finissime, più fini di quella della più esile penna d’oca, tutto intorno all’anello, sia all’interno che all’esterno: linee di fuoco che parevano formare le lettere di un flusso di parole. Brillavano estremamente luminose e incandescenti, eppur remote, come se scolpite in abissali profondità36”.
Queste linee erano l’indicatore dell’essenza di fuoco di Sauron, che si manifestarono ogni volta che l’Anello entrò in contatto con questo elemento, “Di già la scritta incisa su di esso, che sulle prime era chiara al pari di una rossa fiamma, sbiadisce ed è ormai appena leggibile. I caratteri sono quelli elfici di Eregion, poiché non vi sono a Mordor lettere idonee a un lavoro sì minuzioso, ma la lingua è a me sconosciuta. Suppongo sia della Terra Nera, perché è rozza e irregolare; quali malvagità essa dica, lo ignoro, tuttavia traccio qui una copia della scritta, qualora dovesse sbiadire senza lasciar indizi. Manca all’Anello forse il calore della mano di Sauron, che era nera, eppur bruciava come fuoco, tanto da distruggere Gil-Galad; e forse se si riscaldasse nuovamente l’oro, la scritta tornerebbe viva….37”, ed erano anche il sigillo con cui Sauron imprigionò a sé ed alla sua creazione gli altri Anelli del Potere, “Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli, Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli38”.
“Vuole solo quell’Unico, quello che fece lui stesso, che gli appartiene. Gli aveva trasfuso gran parte del suo potere, affinché potesse dominare tutti gli altri. Se lo recupera, potrà di nuovo comandarli tutti, ovunque essi siano….39”.

Un “regalo di compleanno” inaspettato

Anello d'oroGli anelli erano, e sono tutt’ora, un regalo molto diffuso. Basti pensare all’usanza dei re di regalare anelli. Nel poema epico Beowulf40, gli anelli venivano donati dal Signore di Heorot, re Hrotgar, ai suoi vassalli e ai prodi guerrieri che compivano nobili e coraggiose imprese. In tempi più recenti, nel 1981, la British Royal Legion inviò alla Regina Elisabetta di Inghilterra una nuova pepita da 36 grammi di oro gallese 21 carati, che lei poi regalò nel 2011 al nipote William per il matrimonio con Kate Middleton41 , da cui sono state ricavate le fedi, come da tradizione42. Fra il 1200 e il 1500 della nostra era, donare un anello significava amare una persona o serviva a cementare relazioni sociali43.
Frodo Baggins, nel mezzo del cammin di sua vita, nel giorno in cui compì 33 anni, ricevette dallo zio Bilbo l’Anello, ormai praticamente un’eredità di famiglia. Anche per lui divenne un “regalo di compleanno”, proprio come per il povero Sméagol44, “Il suo regalo di compleanno. Sosteneva che glielo aveva dato sua nonna, che possedeva un’infinità di begli oggetti di quel genere45”, “Era effettivamente il suo compleanno. Déagol era tenuto a dargli l’Anello. Era spuntato così all’improvviso per essere affidato a lui. Era il suo regalo di compleanno46”. Gli venne lasciato proprio il giorno della Festa a lungo attesa di Bilbo. I due compivano gli anni lo stesso giorno. In più “Questa storia della festa doveva servire proprio a questo scopo: fare un sacco di regali di compleanno per incoraggiarmi a dar via anche l’anello47”.
L’Anello sembrò non aver intaccato il carattere di Bilbo, ma gli conferì invece una longevità innaturale perché, come apprendiamo: “Se è stato grandemente risparmiato dal male… è proprio perché all’inizio del suo possesso dell’Anello vi era stato un atto di Pietà48”.

[La seconda parte di questo approfondimento tra una settimana]

Thomas Lorenzoni

 

Note

1 Da L’anello della verità, Mircea Eliade alias Wendy Doniger, pag: 56, Adelphi, 2019

2 Ivi, pag: 57.

3 Ivi, pag: 59.

4 Ivi, pag: 61.

5 Ivi, pag: 62.

6 Ivi, pagg: 62-65.

7 Da Il Signore degli Anelli, J.R.R. Tolkien, Appendice B, Il calcolo degli anni (cronologia dell’occidente), Bompiani Vintage, 2000, 2003

8 Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo II, Libro I, L’Ombra del Passato, Bompiani Vintage, 2000, 2003

9 Ibidem.

10 Da Il Signore degli Anelli, J.R.R. Tolkien, Appendice B, Il calcolo degli anni (cronologia dell’occidente), Bompiani Vintage, 2000, 2003

11 Ibidem.

12 Da Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo II, Libro I, L’Ombra del Passato, Bompiani Vintage, 2000, 2003

13 Da Il Signore degli Anelli, J.R.R. Tolkien, Appendice B, Il calcolo degli anni (cronologia dell’occidente), Bompiani Vintage, 2000, 2003

14 Da Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo II, Libro I, L’Ombra del Passato, Bompiani Vintage, 2000, 2003

15 Da Il Signore degli Anelli, J.R.R. Tolkien, Appendice B, Il calcolo degli anni (cronologia dell’occidente), Bompiani Vintage, 2000, 2003

17 Da Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo II, Libro I, L’Ombra del Passato, Bompiani Vintage, 2000, 2003

18 Da Il Signore degli Anelli, J.R.R. Tolkien, Appendice B, Il calcolo degli anni (cronologia dell’occidente), Bompiani Vintage, 2000, 2003

19 Da Personalità a confronto: il gioiello segno e le donne collezioniste, di Maria Cristina Bergesio, pag:143, in Gioielli in Italia. Donne e ori. Storia, arte, passione, Atti del convegno di studio, a cura di Lia Lenti, Quarto convegno nazionale tenutosi a Valenza, 5-6 ottobre 2002, Marsilio, 2003

20 Da Dizionario dell’Universo di J.R.R. Tolkien, a cura della Società Tolkieniana Italiana, pag:13, Tascabili Bompiani, gennaio 2004

21 Da Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo I, Libro I, Una festa a lungo attesa, Bompiani Vintage, 2000, 2003

22 Mi riferisco alla scritta che riporta una maledizione nella lingua di Mordor

23 Da Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo VII, Libro I, Nella casa di Tom Bombadil, Bompiani Vintage, 2000, 2003

24 Ibidem.

25 Dalla tesi di Laurea di Flavia Sciolette, La simbologia dell’anello in testi letterari del XII secolo, pag: 35, Università degli studi di Roma, La Sapienza, 2011/2012.

26 La Caduta di Artù, J.R.R. Tolkien, Bompiani, 2013

27 Dalla tesi di Laurea di Flavia Sciolette, La simbologia dell’anello in testi letterari del XII secolo, pag: 35, Università degli studi di Roma, La Sapienza, 2011/2012.

28 Ibidem.

29 Da La figura dell’Anello nella storia della Letteratura, tesina d’esame di Almavarno.

30 Da Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo II, Libro I, L’Ombra del Passato, Bompiani Vintage, 2000, 2003

31 Ibidem.

32 Da L’anello della verità, Mircea Eliade alias Wendy Doniger, pag: 31, Adelphi, 2019

33 Ibidem.

34 Da Rings, di Rachel Church, pag. 23, Thames & Hudson/Victoria and Albert Museum, 2017

35 Ibidem.

36 Da Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo II, Libro I, L’Ombra del Passato, Bompiani Vintage, 2000, 2003

37 Da Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo II, Libro II, Il Consiglio di Elrond, Bompiani Vintage, 2000, 2003

38 Da Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo II, Libro I, L’Ombra del Passato, Bompiani Vintage, 2000, 2003

39 Ibidem.

40 Beowulf, tradotto da J.R.R. Tolkien, Bompiani, 2014

43 Da Rings, di Rachel Church, pag. 10, Thames & Hudson/Victoria and Albert Museum, 2017

44 Da Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo II, Libro I, L’Ombra del Passato, Bompiani Vintage, 2000, 2003

45 Ibidem.

46 Ibidem.

47 Da Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo I, Libro I, Una festa a lungo attesa, Bompiani Vintage, 2000, 2003

48 Da Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo II, Libro I, L’Ombra del Passato, Bompiani Vintage, 2000, 2003

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