Un messaggio tra amici in un gruppo di whatsapp: «Vêso mai fat càs che la Contee e je come il Friûl?» («Avete mai fatto caso che la Contea è come il Friuli?»). La lingua è il friulano ed è da qui che nasce l’idea di doppiare integralmente Il Signore degli Anelli, nella versione cinematografica che ne ha dato Peter Jackson. L’idea è nata un mese fa a un gruppo di giovani appassionati di Tolkien che si è lanciato nell’impresa di realizzare Il Signôr dai Anei, che ora si può ascoltare anche in friulano. L’occasione per presentare ufficialmente il progetto è stata la manifestazione PordenonePensa.
Giovedì 16 luglio si è, infatti, tenuta la serata di apertura della XII edizione del Festival del Confronto, causa maltempo all’interno del Palazzetto dello Sport del vicino paese di Roveredo in Piano. È stata una serata connotata dalle parole di Paolo Paron su storie di hobbit e folletti, suggestioni magiche e un occhio di riguardo a Il Signore degli Anelli, rese suggestive dalle note degli strumenti di Patrizia Spadon e Gregorio Busetto. Paron, fondatore della Società Tolkieniana Italiana, è stato consulente della Medusa Film per la trilogia cinematografica di Peter Jackson. Clou della serata è stata la proiezione in anteprima di un breve estratto video de Il Signor dai Anei – La Compagnie dal Anel, il primo doppiaggio del film fatto in lingua minoritaria, il friulano appunto.
Il progetto di doppiaggio
Nato ai primi di giugno e non essendo una parodia ma una traduzione letterale del film, il progetto ha avuto il sostegno dell’ARLeF, l’Agenzia regionale per la lingua friulana (Agjenzie regjonâl pe lenghe furlane), che sta convalidando il copione, il supporto tecnico della Aulùs Doppiaggio e realizzato con la collaborazione della Società Tolkieniana Italiana. Il progetto ha ricevuto il via libera dalla Medusa Film, anche considerando che si tratta di un film di 20 anni fa ormai.
L’idea l’ha avuta un gruppo di giovanissimi di Variano, Vissandone e di altri paesi dell’udinese, che dopo aver fondato la Aulùs Doppiaggio, ha deciso di affrontare la sfida dei film di Jackson, traducendolo dall’italiano: Francesco Spizzamiglio, Emanuele Paravano, Luca Baradel, Cecilia Fabris, Loris Tuttino, Luca Lant, Giovanni Lesa, Matteo Pezzetta, Davide Zanelli, Edoardo Asquini, Letizia Asquini e Lorenzo Mattaloni. Un lavoro serio anche se non professionale e perseguito con molta passione. «Non è sempre facile – ha ammesso Francesco Spizzamiglio –, soprattutto quando si tratta di trovare i vocaboli giusti per i nomi di luoghi o quando si deve rendere in friulano una poesia».
Tutto è iniziato con un messaggio tra amici in un gruppo di whatsapp: «Avete mai fatto caso che la Contea è come il Friuli? Abbiamo iniziato a pensare che i nomi stessi degli hobbit sembravano delle storpiature di nomi, soprannomi e parole friulane: Deagol/Bigul, Pipino/Pipinot, Merry/Marie, ecc… se vai fuori della Contea, ti danno per morto! Neanche il tempo di renderci conto e tre di noi sono finiti a parlare delle cose meravigliose che sarebbero venute fuori. Il giorno seguente una coppia ha iniziato a doppiare alcune parti del film per far vedere agli amici che il risultato poteva essere buono. Nel giro di due settimane il trailer era pronto, e inviato a tutti per chiedere agli altri amici di partecipare».
Il 18 giugno è stata completata la registrazione dei primi 40 minuti, la settimana dopo questa parte è stata montata. «Ovviamente stiamo lavorando sulle versioni estese», spiegano Luca Baradel, Francesco Spizzamiglio e Emanuele Paravano. Gandalf è uno dei personaggi preferiti e tra le difficoltà della traduzione c’è stata quella di trovare i termini giusti per i nomi delle famiglie e dei luoghi. «Eravamo stufi di sentirci dire “Non potete pubblicare il lavoro, è illegale”, abbiamo così contattato l’ARLeF e, non essendo una parodia ma una traduzione letterale del film, abbiamo avuto il loro sostegno! Speriamo caldamente di terminare il lavoro per il primo film della trilogia entro la fine di settembre».
«Per la traduzione, il nostri traduttori ufficiali hanno deciso di attenersi alla koinè friulana, che si può trovare anche sul sito web dell’ARLeF. Questo significa che abbiamo deciso di doppiare con una certa pronuncia e una certa grafia per fare un lavoro il più possibile “universale” (a livello del Friuli, almeno). Abbiamo anche usato il passato remoto dove serviva, anche se è poco utilizzato nel friulano parlato, proprio per essere fedeli al film ma soprattutto per fare un lavoro che possa anche elevare il friulano di chi ne usufruirà.
Perché abbiamo scelto questo film? Perché siamo appassionati del lavoro di J.R.R. Tolkien e del film tratto dal lavoro di Peter Jackson. Ma soprattutto, perché siamo convinti che Gimli, nella versione originale dell’opera, era friulano!».
Tolkien in friulano
Per avere un’idea di come sia la resa de Il Signore degli Anelli in friulano, ecco a voi un breve esempio dell’incipit del primo capitolo de La Compagnia dell’Anello. Il testo è tradotto da Agnul Floramo, insegnante e studioso di storia e letteratura, direttore scientifico della Biblioteca Guarneriana a San Daniele del Friuli, ed è la più antica biblioteca friulana e una delle prime biblioteche pubbliche d’Europa.
Il Signor dai Anei. La compagnie dal Anel
Cjapitul 1. Un ghiringhel cetant spietâtCuant che il siôr Bilbo Baggins, che al steve intal Borc dai Baggins, al fasè savê che in curt al varès festegjât il so 111m complean cuntun ghiringhel di lusso, ducj a Cja’ Hobbit a tacarin a fevelâ dal event cun gjonde e morbin. Bilbo al jere un sioron, ancje se un tic strambot, e par sessante agns al jere stât il babio de Contee, di in chê volte che i vignì il sen di sparî par tornâ dibot, cence visâ nissun. I tesaurs che al veve puartât cun se dai siei viaçs a jerin deventâts une liende popolâr, e ducj aromai a crodevin – ancje se i vecjos lu dinein – che la Culine dal Borc dai Baggins e fos plene di galariis jempladis di tesaurs. E se nancje chest al bastàs a stiçâ la so nomee, il so benstâ cussì indevant cui agns al jere sigurementri une reson di maravee. Il timp al coreve ma al someave che nol fasès nissun efiet sul sior Baggins. Cuant che al veve novante agns al pareve che a ‘nd ves cincuante. A novantenûf agns la int e scomençà a disi che si mantignive benon: ma a varessin fat miôr a disi che nol jere gambiât di un et. Cualchidun al scjassave il cjâf businant che al jere stât plui che fortunât inte vite; nol pareve di sigûr bon che cualchidun al podès, in viste, gjoldi di une zoventût cence limit e al stes timp – come che si diseve – ancje di une ricjece favolose.
«Al varà di paiâle,» a disevin, «No je une robe di sest, i vegnarà pûr fûr cualchi magagne!»
Ma fin li nissun fastidi; e il siôr Baggins al jere ancje gjenerôs in cuistion di monede, tant che la int i perdonave la sô matetât e la sô buine fortune. Cussì lui al podè mantignî simpri contats cui siei parincj (fate ecezion, naturalmentri, pai Sackville-Baggins) vantant un trop di inmagâts amiradôrs jenfri i siei compaesans des fameis plui puaris e malmetudis. E pûr nol veve nissun grant amì, fin cuant che cualchidun dai siei cusins plui zovins al tacà a cressi. Il plui grant di lôr, e il plui amât di Bilbo, al jere il zovin Frodo Baggins.
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LINK ESTERNI:
– Vai al sito del PordenonePensa
– Vai al sito del Il signor dai Anei
– Vai al sito dell’Arlef
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