Si inizia oggi un viaggio nella storia dell’illustrazione tolkieniana a cura di Sergio Lombardi, grande esperto e collezionista dei Tolkien Calendars, che raccoglie da oltre 30 anni. Lombardi ha organizzato molti eventi insieme all’Associazione Italiana Studi Tolkieniana, a partire dal memorabile Tolkien Day svoltosi nel 2017 al museo Macro di Roma, ed è relatore abituale alle edizioni di Romics, in cui ha presentato show multimediali sulle immagini e musiche ispirate a J.R.R. Tolkien. In questa prima puntata, Lombardi descrive appunto lo scenario in cui nacque una delle pubblicazioni di maggior successo nel mondo tolkieniano: i Calendari di Tolkien. Prima ancora del film di Ralph Bakshi e di quelli di Peter Jackson, i calendari sono stati l’espressione visuale della Terra di Mezzo, facendo sognare milioni di appassionati e diventando in breve un oggetto di culto collezionatissimo, reinverdito oggi con il progetto Lords for the Ring – 2021 Art Calendar.
Molti personaggi e luoghi della Terra di Mezzo sono stati disegnati per la prima volta in un calendario di Tolkien. Si potranno così scoprire molte curiosità. Ad esempio, perché il personaggio di Legolas è rappresentato quasi sempre con i capelli biondi, mentre nel romanzo de Il Signore degli Anelli li ha neri?
Per rispondere a queste domande non bisogna cercare nella trilogia cinematografica di Jackson e neanche nel film di animazione del 1978, come vedremo di seguito. I calendari hanno influenzato profondamente anche Peter Jackson, che ha ingaggiato i noti “calendaristi” Alan Lee e John Howe come lead concept artists per i suoi film ed aveva proposto lo stesso incarico anche a Ted Nasmith. Buona lettura!
Prologo
Alla metà degli anni ’70 c’erano quattro ragazzi che sognavano di….. riempire il mondo con illustrazioni della Terra di Mezzo, e ci riuscirono! In realtà, gli aspiranti illustratori per le opere di Tolkien erano tantissimi, ma ci soffermiamo su quattro disegnatori che hanno fatto la storia dell’illustrazione fantasy. A Kansas City, un ragazzo californiano, nonostante un certo successo nella fan art e tre premi Hugo negli ultimi quattro anni, si manteneva disegnando cartoline di auguri per la Hallmark. A New York, due gemelli dotatissimi (avevano iniziato a disegnare a soli due anni) sognavano di diventare animatori Disney e, pur di essere selezionati, si erano anche iscritti ad una famosa art school di Detroit, resistendo solo un semestre. Sopravvivevano con piccoli lavori, illustrazioni in romanzi di fantascienza per piccole case editrici. Oltre cinquecento chilometri più a nord, a Toronto c’era un ragazzo che già da anni viveva per un sogno. A sedici anni aveva trovato il coraggio di scrivere a Tolkien e di proporgli i suoi disegni, all’epoca come copertine ed illustrazioni. E Tolkien gli aveva anche risposto complimentandosi per i lavori, giudicandoli ancora immaturi e incoraggiandolo a continuare la sua opera. Di lì a poco, Tolkien lasciò questo mondo, e il ragazzo continuò a disegnare e a migliorarsi, come richiesto dal suo idolo letterario.
Il Calendario – La Prima Era
I Calendari di Tolkien furono lanciati a partire dal 1973, a seguito del grande successo dei poster di Pauline Baynes (ben dodici ristampe dal 1970). Nelle prime due edizioni (1973 e 1974), i calendari contenevano solo disegni originali dello scrittore. Nella foto, una rarissima copia del calendario 1974 firmata da Tolkien poche settimane prima della sua morte. La dedica è ad un suo collega docente ad Oxford.
Dal 1973, ogni anno è stato prodotto almeno un calendario ufficiale di Tolkien, con la sola eccezione del 1983. In alcuni anni, addirittura sono stati prodotti due calendari ufficiali, ciò dovuto alle diverse edizioni nello stesso anno delle case editrici britannica e statunitense. Il dualismo editoriale riflette esattamente lo spirito dei due popoli: più “tradizionale” la casa editrice inglese Allen & Unwin, che ha pubblicato calendari con disegni del solo Tolkien, e più innovativa la Ballantine, mega publisher Usa, che ha lanciato molti altri artisti per illustrare il calendario. In realtà, l’idea di un calendario ispirato alle opere di Tolkien non era nuova, perché la Los Angeles Science Fantasy Society inserì come supplemento alla sua fanzine di dicembre 1968 un calendario di Tolkien 1969 (l’immagine del prologo) disegnato da Tim Kirk. Si trattava però di un prodotto grafico semi-artigianale con sei tavole monocromatiche più copertina (a causa del budget limitato della rivista) e ancora lontano dalle qualità artistiche che, solo pochi anni dopo, Kirk avrebbe dimostrato in un reale Calendario di Tolkien.
Per alcuni dettagli grafici del primo calendario, Tolkien ebbe insoddisfazione artistica.
Già per le prime edizioni ufficiali de Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit in Usa, erano state selezionate delle copertine inadeguate, che avevano profondamente deluso il Professore (si veda l’articolo su Barbara Remington). Nel 1972 fu il turno del calendario a rendere scontento Tolkien, che il 12 ottobre scrisse a Rayner Unwin, riconoscendo che il calendario ‘73 era ben fatto, ma si chiedeva perché i colori di alcune tavole fossero stati modificati. Inoltre settembre (il Cancello Ovest di Moria) gli appariva debole e ottobre era tagliato male. Insomma, non c’era pace per Tolkien nel veder realizzate in forma grafica le sue opere.
Calendario 1975
Tim Kirk era giunto a un punto di svolta nella sua carriera: era stanco di essere considerato solo un fan artist, bravo (già 3 premi Hugo), ma circoscritto in un eterno dilettantismo. Le opere letterarie di Tolkien lo avevano colpito quando era ragazzo «come una tonnellata di mattoni» e dal 1967 aveva illustrato tutte le possibili fanzine (fan-magazine), dal Tolkien Journal a Mythlore, passando per Locus, Forgotten Fantasy e Science Fiction Review. Proprio il Tolkien Journal lo fece entrare in contatto con la Ballantine. Il direttore del Tolkien Journal e della Tolkien Society statunitense Dick Plotz (così tolkieniano da mettere sulla casella postale il nome Frodo, cui andava inviata la corrispondenza del Journal), era riuscito a stipulare un accordo con la Ballantine per la stampa “non ufficiale” della rivista sociale. Così Kirk fu notato dalla Ballantine e nel 1971 ricevette il primo incarico nel mondo di Tolkien: la copertina di A Guide to Middle-Earth di Robert Foster, la prima pubblicazione indipendente di riferimento sul mondo di Arda, riconosciuta anche da Christopher Tolkien come di utilità durante le sue ricerche. La tavola utilizzata da Kirk per la copertina era notevole, con la Compagnia che si addentra in una foresta e, sulla copertina posteriore, alcuni orchi in agguato e Gollum nascosto in un tronco che costituisce anche il dorso della copertina. La guida fu pubblicata dalla Mirage Press e, nella seconda edizione paperback, dalla Ballantine nel 1974 con una diversa copertina con un’altra opera di Tim Kirk: un particolare da The Last Shore. Durante il Westercon 1973, la più importante convention sulla fantascienza e fantasy della West Coast lanciata nel 1948 e ancora attiva oggi, Tim Kirk presentò il portfolio della sua tesi di specializzazione nel master, con 26 opere dedicate a Tolkien, con diverse tecniche, dall’acquerello all’acrilico e alla vernice ad olio. Ian e Betty Ballantine, della Ballantine and Bantam Books, erano presenti all’evento al St. Francis Hotel di San Francisco e si innamorarono dei quadri di Kirk, li comprarono e ne selezionarono tredici per il calendario 1975. Anche se ha abbandonato presto i temi tolkieniani con le sue illustrazioni, venendo assunto dalla Disney per occuparsi per decenni di parchi a tema, Tim Kirk ebbe il merito di essere il primo artista diverso da Tolkien a pubblicare in un calendario ufficiale le sue opere originali. Fino ad allora, l’unica eccezione a Tolkien, che aveva “riempito” i calendari 1973 e 1974 (e avrebbe continuato fino al 1979 nella versione inglese del calendario), era stata Pauline Baynes con la sua mappa della Terra di Mezzo. Oltre alle opere pubblicate con il calendario, visibili al link a fondo articolo insieme a tutti i calendari di questo primo periodo, vale la pena mostrare qui due rari quadri da quel portfolio di Tim Kirk: Return of the King e Riders of Rohan. Tim Kirk è anche l’illustratore del leggendario wargame War of the Ring della SPI.
Sergio Lombardi
L’ARTICOLO CONTINUA E SI CONCLUDE CON UNA SECONDA PARTE
CHE VERRÀ PUBBLICATA LA PROSSIMA SETTIMANA
LINK ESTERNI:
– Vai al Tolkien Calendar 1975 USA (Tim Kirk)
COPYRIGHT IMMAGINI (dove presente):
– Vai al Tolkien Calendar 1974 firmato
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LINK ESTERNI:
– Vai alla pagina facebook Lords for the Ring – Tolkien Art Calendar
– Vai alla pagina facebook di Eterea Edizioni
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Bell’articolo. Era ora che qualcuno facesse un resoconto attento e puntuale sulla storia dei tolkien calendars. Non vedo l’ora di leggere la seconda parte