Prosegue il viaggio nella storia dell’illustrazione tolkieniana a cura di Sergio Lombardi, grande esperto e collezionista dei Tolkien Calendars, che raccoglie da oltre 30 anni. Nella prima puntata, Lombardi ha descritto lo scenario in cui nacque una delle pubblicazioni di maggior successo nel mondo tolkieniano: i Calendari di Tolkien. Prima ancora del film di Ralph Bakshi e di quelli di Peter Jackson, i calendari sono stati l’espressione visuale della Terra di Mezzo, facendo sognare milioni di appassionati e diventando in breve un oggetto di culto molto collezionato, di cui raccoglie l’eredità oggi anche il Lords for the Ring – 2021 Art Calendar. Dopo i poster di Pauline Baynes (ben 12 ristampe dal 1970), i primissimi calendari con le illustrazioni dello stesso JRR Tolkien (1973 e 1974 e fino al 1979 per l’edizione britannica), era stato Tim Kirk (già 3 premi Hugo) il primo illustratore dei calendari con l’edizione del 1975. Il viaggio prosegue…
I Tolkien Calendar dal 1976 al 1978
La mattina di Natale 1974 Rita, la moglie di Tim Hildebrandt, gli regalò il Calendario di Tolkien 1975, disegnato da Tim Kirk. Come una finestra dimensionale, uno stargate, fu una semplice frase presente sulla copertina posteriore del calendario a lanciare i prossimi eroi dell’illustrazione tolkieniana: «We hope to find other artists who are inspired to do their own conceptions of Middle-earth so that well shall be able to offer Calendars for future years». Il momento della candidatura per il calendario è rimasto impresso a Ian Summers, direttore artistico della casa editrice Ballantine: «All’ingresso dell’ufficio c’erano due gemelli identici, zuppi d’acqua (fuori stava nevicando), con i jeans sporchi di vernice, occhiali da vista con lenti molto spesse, ma dall’aspetto accattivante. Cercai di capire dove fossero le loro cartelle con le opere, ma niente, a terra c’erano solo due bustoni verdi da spazzatura, che sembravano dimenticati lì dal personale di pulizia. Tim e Greg Hildebrandt dissero insieme: “Hey signore, immagini di Tolkien, le facciamo noi” – e dalle buste verdi rovesciarono sul pavimento dell’ingresso pergamene arrotolate, disegnate in modo meraviglioso con immagini tolkieniane. Rimasi a bocca aperta, avevo trovato gli artisti che cercavo per creare nuovi Tolkien Calendars. Di lì ad una settimana, firmammo il loro incarico, che gli commissionava quattordici dipinti originali per il calendario 1976». I dipinti per il calendario 1976 furono preparati in soli sei mesi, dopo una attenta rilettura dei romanzi di Tolkien, e introdussero lo stile fiabesco degli Hildebrandt, che i due artisti stessi riconoscono vicino a classici Disney come Pinocchio. Il calendario piacque tantissimo agli appassionati di Tolkien ed ebbe un tale successo, che gli Hildebrandt vennero incaricati per altri due calendari dalla Ballantine, riuscendo a inserire nel contratto anche delle royalties. L’impegno era imponente e in qualche modo, i gemelli riuscirono a completare nei tempi previsti un numero di opere sufficienti a illustrare i 3 calendari, usando una tecnica molto particolare: Greg partiva da un lato del dipinto, Tim dall’altro lato, e si incontravano al centro, con turni forzati fino a 36 ore continue, per le ultime tavole. Il successo crebbe ancora, e quello del 1978 fu il calendario di Tolkien più venduto della storia. Ancora oggi, sul mercato collezionistico è possibile reperire i tre calendari dei Fratelli Hildebrandt in ottime condizioni, anche per l’enorme tiratura dell’epoca, che superò il milione e mezzo di calendari totali dal 1976 al 1978. L’ambizione degli Hildebrandt era smisurata, e così le loro energie: in quel momento magico, illustrarono anche La Spada di Shannara di Terry Brooks, enorme successo commerciale e primo volume della Del Rey Books, collana indipendente della Ballantine Books, e disegnarono il primo poster di Star Wars. L’identificazione con il mondo di Tolkien fu così forte, che i gemelli cercarono anche di inserirsi nel progetto di adattamento cinematografico de Il Signore degli Anelli, con la tecnica del live action basato sui loro disegni, ma i diritti erano già stati assegnati a Ralph Bakshi.
Gli Hildebrandt Bros. si buttarono allora su un nuovo progetto fantasy originale, Urshurak, graphic novel ancora oggi apprezzata e collezionata, creando mappe, cronologie e architetture di un mondo fantastico e affidando la scrittura del romanzo a Jerry Nichols. Misero tutte le loro energie e idee per realizzare un film ambientato nel mondo di Urshurak, preparando 700 tavole e coinvolgendo anche il genio degli effetti speciali John Dykstra, vincitore di 3 Premi Oscar, noto per il suo lavoro in Star Wars, Star Trek, e vari film Marvel e di Batman. Fare di Urshurak un film con le ambiziose e innovative idee dei due artisti sarebbe costato 145 milioni di dollari del 1978, quindi il progetto non fu mai realizzato e restò un libro illustrato, pubblicato nel 1980. Lo sforzo progettuale logorò così tanto Tim e Greg e i loro rapporti, che da allora non collaborarono e nemmeno si parlarono per molti anni, fino al 1993! Urshurak risente fortemente nello stile grafico e anche nei nomi dell’influenza tolkieniana. Basta osservare la tavola della compagnia di eroi di Urshurak, molto simile nei colori e nei personaggi a The Fellowship (Calendario 1976) e alla grafica della Spada di Shannara. Ma l’amore dei due pittori per Tolkien non si interruppe: nel 2002 gli Hildebrandt ricominciarono a produrre Calendari di Tolkien, con vecchie e nuove illustrazioni, bozze e materiale dai loro archivi sulla creazione degli storici calendari 1976-78 e un consigliatissimo libro: The Tolkien Years del 2001.
Digressione: Legolas è biondo o bruno?
Tra gli appassionati di Tolkien il colore dei capelli di Legolas è spesso elemento di contesa. Tolkien non descrive il suo aspetto fisico, come spesso accade nelle sue opere con i personaggi (anche se ne I Racconti Perduti c’è proprio una descrizione di Legolas). Ne Lo Hobbit il padre di Legolas, Thranduil, è descritto con una chioma «dorata» e questo può far supporre che lo stesso fosse per suo figlio. Però, i capelli biondi sono una caratteristica dei Vanyar, mentre Legolas appartiene al popolo dei Sindar, che di norma hanno i capelli scuri e un brano de La Compagnia dell’Anello sembrerebbe confermarlo, anche se in maniera indiretta. Nell’Appendice F de Il Signore degli Anelli, Tolkien scrive che tutti gli Eldar avevano una «capigliatura bruna, tranne che nella casa dorata di Finarfin», con una nota che specifica che queste caratteristiche «si applicano solamente ai Noldor: vedi I Racconti ritrovati». La tendenza “canonica” è così che Legolas sia bruno. Allora, perché è più spesso rappresentato biondo?
Nel dipinto della Compagnia di Pauline Baynes, realizzato mentre Tolkien era ancora vivo, Legolas è l’unico a portare un cappuccio che gli nasconde i capelli. Questa illustrazione non è un riferimento assoluto, ma probabilmente il motivo per nascondere questo personaggio era stata proprio l’assenza di una descrizione dei capelli di Legolas.
La prima rappresentazione di Legolas biondo fu proprio quella di uno dei calendari degli Hildebrandt. Ramon Felipe San Juan Mario Silvio Enrico Smith Heathcourt-Brace Sierra y Alvarez-Del Rey y De Los Huerdes – più noto come Lester del Rey, consulente artistico per Ballantine del calendario e principale interfaccia degli artisti, autorizzò la tavola centrale del 1976 con la Compagnia e Legolas biondo, dicendo agli Hildebrandt: «Lasciatelo così». Lester del Rey, scrittore, critico, editore e molto altro, è stato l’uomo dei record, portando la Ballantine Books a un successo commerciale senza precedenti: oltre un milione e mezzo di copie con i calendari degli Hildebrandt, di cui un milione solo per l’edizione 1978, 50 milioni di copie per la saga de La Spada di Shannara (125mila copie nella prima settimana) e oltre tre milioni e mezzo di copie del primo romanzo di Star Wars del 1976, che precedeva la saga cinematografica. Lester sposò in quarte nozze Judy-Lee Benjamin, costituendo una coppia formidabile di editori alla Ballantine, adorati da grandi autori come Philip K. Dick, Isaac Asimov e George Lucas, fra gli altri.
Dopo quei calendari, Legolas è apparso quasi sempre biondo, compreso il film di Ralph Bakshi e soprattutto nelle due trilogie di Peter Jackson, interpretato da Orlando Bloom.
La fine di un’Era (1979-1983)
Al primo periodo 1973-1978 dal grande clima creativo, in cui il calendario è stato introdotto sul mercato e sviluppato come uno dei prodotti grafici più richiesti al mondo, seguì un periodo di minore originalità del progetto. Nel 1978 Ian Summers lasciò la Ballantine e Lester del Rey continuò a seguire i calendari come consulente, ma era molto preso dalla Del Rey Books, nuova divisione della Ballantine appena fondata nel 1977, che ebbe enorme successo immediato. I fratelli Hildebrandt seguirono la loro ambizione per Urshurak, abbandonando il progetto e lasciando alcuni nuovi concept che avevano iniziato a creare per il calendario 1979. Fra questi, Sauron the Dark Lord (immagine sopra) doveva esserne la copertina e The White Hand (a fianco) una delle tavole.
Per il calendario 1979 furono “riciclati” disegni dal film di animazione The Lord of the Rings di Ralph Bakshi. In seguito, la Ballantine cambiò anche metodo, rinunciando a commissionare calendari completi con nuove opere a un solo artista. La commissione era considerata costosa e rischiosa, perché i tempi di produzione e la qualità sono legati all’estro e all’ispirazione dell’artista, così la casa editrice si limitò ad acquisire singole opere già pronte di differenti artisti fantasy in occasione delle maggiori convention, per raccoglierle ogni anno nel calendario.
Il 1980 e 1981 furono gli anni delle Great Illustrators Editions, in cui figurano diversi artisti, con artworks molto eterogenei, non efficacemente abbinati e con interpretazioni molto “personali”, con figure “sacre” per Tolkien e i tolkieniani come Galadriel e Luthien rielaborate a «pupe tette e muscoli» tipiche dell’heroic fantasy, ancora più della contestata Eowyn poco vestita di Frank Frazetta. Dai perfezionismi e dalle infinite discussioni su ogni dettaglio estetico fra gli Hildebrandt e i coordinatori della Ballantine ad esercitare il controllo artistico, si passa in questo biennio a un Celeborn precolombiano molto abbronzato e con i capelli blu, a un Boromir in versione San Sebastiano (con Aragorn nei panni della Madonna), a figure che oscillano fra il fumettistico e il metafisico, a personaggi resi in modo così differente dai diversi artisti in uno stesso calendario, che anche un tolkieniano doc potrebbe restar confuso.
A manifestare il “pentimento” verso le Great Illustrators Editions, fu un secondo calendario 1981, l’unico mai prodotto dalla Tolkien Enterprises, titolare dei diritti cinematografici de Il Signore degli Anelli in versione animata. Il calendario celebra il “Silver Anniversary” (25 anni) della trilogia, contiene illustrazioni di Paul Rivoche, basate su rielaborazioni di immagini di Ralph Bakshi e ha un coordinatore illustre in Jim Allan, infatti presenta ben quattro pagine dedicate ad aspetti linguistici.
Nello stesso periodo, vennero rifiutate le candidature di altri artisti per il calendario. Nel 1979, Michael Kaluta e Steve Hickman proposero alla Ballantine le loro illustrazioni per il calendario, ma solo molti anni dopo riuscirono a pubblicarle: a Kaluta fu finalmente assegnato il calendario 1994 e ad Hickman fu concessa solo una tavola, la copertina del calendario 1998. Qui a lato, ecco una possibile copertina del calendario 1980, se fosse stato disegnato da Kaluta/Hickman. Anche se è l’opera di un fan (notare un errore di sintassi nel cognome Tolkien), non sfigura affatto rispetto alle versioni ufficiali pubblicate.
Il Calendario 1982 venne illustrato da Darrell Sweet, già fra i Great Illustrators 1980-81, e non sarà ricordato fra i migliori della collezione. Chiude questo periodo poco brillante l’annata 1983, l’unica senza calendari ufficiali. Finora abbiamo nominato tre dei quattro artisti citati nell’incipit di questa rubrica: Tim Kirk e i gemelli Tim e Greg Hildebrandt. E il giovane disegnatore canadese? Molti lettori attenti sapranno di chi si tratta perché oggi è considerato il miglior disegnatore del mondo di Tolkien e ne parleremo nelle prossime puntate.
Sergio Lombardi
LA SERIE SUI CALENDARI DI TOLKIEN CONTINUA CON UN ALTRO ARTICOLO CHE VERRÀ PUBBLICATO FRA DUE SETTIMANE
ALLE ORIGINI DEL TOLKIEN CALENDAR
– Vai alla prima puntata: Alle origini dei Tolkien Calendar: la Prima Era (1)
IMMAGINI COMPLETA DEI CALENDARI:
– Vai al Tolkien Calendar 1976 USA (Tim e Greg Hildebrandt)
– Vai al Tolkien Calendar 1977 USA (Tim e Greg Hildebrandt)
– Vai al Tolkien Calendar 1978 USA (Tim e Greg Hildebrandt)
– Vai al Tolkien Calendar 1979 USA (Ralph Bakshi)
– Vai al Tolkien Calendar 1980 USA – The Great Illustrators Edition (AA.VV.)
– Vai al Tolkien Calendar 1981 USA – The Great Illustrators Edition (AA.VV.)
– Vai al Tolkien Calendar 1981 Silver Anniversary USA
– Vai al Tolkien Calendar 1982 USA (Darrell Sweet)
COPYRIGHT IMMAGINI (dove presente):
– Brothers Hildebrandt: The Urshurak Fellowship, The Fellowship of the Ring, Sauron the Dark Lord, The White Hand
– Donato Giancola: Legolas in Mirkwood
ARTICOLI PRECEDENTI:
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LINK ESTERNI:
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– Vai alla pagina facebook di Eterea Edizioni
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