L’università di Bologna ha organizzato I sabati del Lilec, un ciclo di incontri offerti dai docenti e ricercatori del Lilec (il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture moderne), per condividere le loro ricerche con la comunità studentesca e cittadina con un approccio principalmente divulgativo. Gli incontri hanno lo scopo di avvicinare il pubblico a indagini e questioni al centro degli interessi di chi studia il linguaggio, le lingue, le culture e i testi. Particolare attenzione è rivolta all’ambito di ricerca trasversale del dipartimento: diversità e inclusione. I docenti e ricercatori del Lilec metteranno a disposizione il proprio sapere per favorire una riflessione consapevole su grandi temi che aiutano a interpretare la realtà presente e a comprendere il passato. «È nostra convinzione infatti», scrivono gli organizzatori nella locandina del ciclo di incontri, «che le nostre ricerche e competenze non debbano restare confinate all’interno dell’università ma vadano condivise con la collettività». Gli incontri si svolgeranno online. Tutti gli interessati sono invitati a partecipare.
Una lezione su Tolkien
Tra le molte lezioni a cura del LILEC – Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture moderne c’è anche quella di Alessandro Zironi su Aspetti della cultura germanica: Tolkien e il genere fantasy, che si terrà sabato 24 ottobre 2020 dalle 10.00 alle 11.30. Il 31 ottobre, invece, affronterà il tema Vikings: una post-verità? Zironi è professore ordinario di Filologia Germanica, la materia che insegnava lo scrittore inglese, e non è nuovo a interventi di questo tipo. Già nel 2015 aveva partecipato alle Serate Boreali, organizzate dalla casa editrice Iperborea presso la libreria Gogol & Company di Milano a cura del germanista Fulvio Ferrari. in quell’occasione il tema era stato Il mondo delle saghe: passioni, vendette e magia nella Scandinavia del Medioevo, per la pubblicazione della Laxdæla saga (Iperborea, 2015), con interventi di Fulvio Ferrari, Silvia Cosimini (traduttrice) e lo stesso Alessandro Zironi (postfazione). Nella postfazione a quel volume, Zironi mette in evidenza come ogni saga, un po’ come Il Signore degli Anelli di Tolkien, è «un’avventura dell’anima, un percorso dentro l’etica di una gente […], il racconto dell’uomo nelle sue vicissitudini terrene, nei suoi conflitti, amori, odi, riappacificazioni». Il collegamento tra l’epica nordica, in questo caso anglosassone, e lo scrittore inglese, è stato fatto, infine, da Zironi in un saggio contenuto nel volume Tradurre: un viaggio nel tempo, curato da Maria Grazia Cammarota dell’Università degli Studi di Bergamo (edizioni Ca’ Foscari, 2018). Il saggio, dal titolo L’arrivo di Grendel a Heorot: Riflessioni su alcune scelte traduttive in lingua inglese (Morris, Tinker, Tolkien, Heaney e Porter), prende in considerazione alcune traduzioni in inglese del poema in anglosassone Beowulf. Oggetto di indagine specifica è il passaggio dell’arrivo di Grendel alla corte danese di Heorot. Poiché le traduzioni di Beowulf sono innumerevoli, vengono analizzati solo casi specifici ed emblematici – sia in prosa che in versi. Quindi, le traduzioni di William Morris, Chancey Brewster Tinker, J.R.R. Tolkien, Seamus Heaney e John Porter vengono confrontati cercando di accertare l’approccio di quei traduttori al testo in inglese antico e inoltre le intenzioni che avevano nel tradurre il poema in inglese moderno. Il grosso problema che tutti i traduttori hanno affrontato consapevolmente era la distanza cronologica e linguistica di Beowulf che doveva essere risolta in qualche modo. Le scelte e le strategie differiscono da una versione all’altra, ma ogni soluzione dimostra una specifica attenzione alla musicalità dell’originale unita a una profonda consapevolezza per la tradizione che incarna il poema anglosassone.
ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Iperborea, c’è l’AIST a parlare di Tolkien
LINK ESTERNI:
– Vai al sito del Lilec, Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture moderne dell’Università di Bologna
– Vai alla pagina di Alessandro Zironi
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