Dopo Christopher Tolkien, Colin Manlove ed Elena Jeronimidis Conte, il 2020 si porta via anche Richard C. West che è morto il 29 novembre a causa del Covid-19, come riporta il Boston Globe nel necrologio a lui dedicato. Nato a Madison il 13 agosto del 1944, Richard Carroll West era bibliotecario accademico senior emerito presso Università del Wisconsin. Dopo le scuole e parte degli studi universitari a Boston, conseguì un Master of Arts in lingua e letteratura inglese e un Master of Arts in biblioteconomia presso l’Università del Wisconsin-Madison. Fu uno dei primi Tolkien scholar, impegnato a raccogliere i contributi critici sulla letteratura tolkieniana quando l’autore era ancora in vita. Da studente fu tra i fondatori della fanzine Orcrist, preziosa testimonianza degli albori della comunità tolkieniana negli Stati Uniti: 8 numeri dal 1966 al 1977, con un numero 9 ° anniversario nel 2017. Sempre nel 1966, West ha contribuito a fondare la Tolkien and Fantasy Society presso l’Università del Wisconsin, a Madison, e ha anche fondato un gruppo di discussione sui libri di Tolkien che si è riunito ininterrottamente per più di cinquant’anni: la University of Wisconsin Tolkien Society, il gruppo che oltre lui ha prodotto anche studiosi di Tolkien come Matt Fisher e David Salo ed esperti locali come Jan Bogstad, Phil Kaveny e Kristin Thompson. È stato membro fondatore anche del Madison Science Fiction Group e uno dei fondatori della convention di fantascienza femminista, WisCon. Ha fatto parte del consiglio di editori per la rivista Extrapolations ed era membro del comitato editoriale della rivista accademica Tolkien Studies (insieme a grandissimi studiosi come David Bratman, Marjorie Burns, Carl F. Hostetter, Gergely Nagy e Tom Shippey). Richard era un bibliotecario di professione, al momento del suo pensionamento alcuni anni fa è stato anche attivo nell’annuale International Congress on Medieval Studies a Kalamazoo, Michigan, e nella Dorothy L. Sayers Society. I suoi interessi si estendevano ben oltre Tolkien e sapeva parlare altrettanto abilmente di fumetti, film d’animazione e romanzi polizieschi classici.
L’attività critica su Tolkien
Nelle pagine di Orcrist fu il primo studioso a iniziare a curiosare nei manoscritti de Il Signore degli Anelli di Tolkien, che erano – e sono tuttora – conservati alla Marquette University di Milwaukee, e a riferire sulla rivista ciò che vi aveva trovato. Il suo giudizio – “Se scegliamo [varie idee scartate] dal mucchio dei fogli scartati è solo per mostrare quanto sia stato saggio l’autore a buttarle lì” – sono state a lungo le linee guide nel trattare questo materiale. Nello stesso periodo iniziale, West scrisse sempre su Orcrist (1970) uno degli studi pionieristici sull’uso di Tolkien delle tecniche letterarie medievali, “The Interlace Structure of The Lord of the Rings», poi ripubblicato nella sua forma definitiva nel 1975 all’interno del volume Tolkien Compass di Jared Lobdell. Ancora oggi uno dei migliori saggi su Tolkien, le sue considerazioni sull’intreccio narrativo, insieme medievale e moderna, sono state riprese ampiamente da Tom Shippey in La via per la Terra di Mezzo. West non ha esitato a considerare aspetti del legendarium di Tolkien meno studiati da altri studiosi, come la mitologia nella storia di Beren e Lúthien (2003) e la «tragedia e commedia divina» nel racconto di Aragorn e Arwen (2006). West ha anche esplorato elementi tipici dell’inglese antico nel saggio “Túrin’s Ofermod: An Old English Theme in the Development of the Story of Túrin” (2000) e in The Homecoming of Beorhtnoth (2018), scrivendo saggi che mostrano come le azioni di Lúthien dimostrano quanto profondamente la verità e l’onore siano radicati nella moralità di Tolkien, e paragonando l’irruenza di Túrin all’ofermod di cui Tolkien discusse notoriamente riguardo a Beorhtnoth nella Battaglia di Maldon. Infine, nel 1997 ha restituito a Warren Lewis l’attenzione che da tempo meritava, come storico e studioso a pieno titolo, non semplicemente fratello di C.S. Lewis e un diarista attraverso i cui occhi si potevano vedere gli Inklings.
Nel 2014 fu Ospite d’Onore al Mythcon, dove tenne un discorso straordinario sul tema «Where Fantasy Fits: the importance of being Tolkien» (si può leggere il testo completo sull’archivio di Mythlore), in cui – insolitamente – attinse alla sua conoscenza della fantascienza e del suo fandom (Il suo gruppo aveva fondato anche la WisCon, la pioniera tra le manifestazioni dedicate alla fantascienza femminista) per discutere la loro percezione della categoria fantasy negli anni in cui Tolkien scriveva, prima che il fantasy diventasse un genere editoriale a sé stante. Uno dei suoi punti era che, mentre in quel periodo venivano pubblicati pochi romanzi fantasy per adulti, «quelli che riuscivano a trovare un editore erano di solito molto, molto buoni».
Un elenco degli scritti di Richard è stato compilato da Douglas A. Anderson per Tolkien Studies 2 (2005) e sarà aggiornato nel volume del prossimo anno. Per quasi quattro decenni è stato ringraziato ovunque nei libri di critica, invitato spesso come guest of honour a manifestazioni e convegni, non mancava mai alle MythCon. La sua analisi critica era sempre piena di intuizioni, ben informata e ben argomentata. Citiamo molti esempi nei nostri libri.
Il suo lavoro con l’Elenco Annotato
Oltre agli altri lavori di critica scritti da West, c’è quello che viene considerato il suo magnum opus ed è anche il suo unico “libro”. Nel 1970 pubblicò il primo elenco sistematico di letteratura secondaria sulle opere di Tolkien, dal titolo Tolkien Criticism: An Annotated Checklist. Applicando le conoscenze della sua professione di bibliotecario agli studi di Tolkien, la prima edizione segnalava scritti che riteneva «particolarmente preziosi o che dovrebbero essere letti per qualche ragione» dagli studiosi tolkieniani, mentre la seconda edizione (del 1981) fu aggiornata e ampliata ma, forse necessariamente, aveva dovuto omettere le considerazioni critiche. Per il suo lavoro con questo volume, nel 1976 ha vinto il prestigioso Mythopoeic Scholarship Award. Le due edizioni sono ancora utili per valutare e tenere traccia di quella che fu la prima fase della critica tolkieniana. Poco noto è che West pubblicò anche un supplemento, dal titolo A Tolkien Checklist: Selected Criticism 1981-2004, che è apparso nel 2004 sulla rivista Modern Fiction Studies. e che contiene una lista selettiva con valutazione annotata dei migliori studi di critica dei successivi 20 anni, come evidenzia il titolo stesso. Ancora oggi, la Tolkien’s Annotated Checklist è il primo passaggio obbligato per la maggior parte dei ricercatori tolkieniani.
Il ricordo degli amici
Sono molti i ricordi degli altri studiosi tolkieniani sulla figura di Richard C. West. Tra i primi a diffondere un ricordo ci sono gli archivi della Marquette University, che conservano molti dei manoscritti di Tolkien: «Richard era il più vecchio amico di Marquette nella comunità accademica di Tolkien e un uomo molto gentile e buono. Richard ha visitato per la prima volta gli archivi nel luglio 1968(!). Ed è tornato molte volte a fare ricerche nei nostri archivi. Ecco Richard (nella foto qui accanto) nel 2013, al lavoro nella nostra sala di lettura. Che riposi in pace». John D. Radcliffe: «Era uno dei miei amici più vecchi e più cari. Un uomo modesto e gentile, non credo che Richard si sia mai reso conto di essere uno dei migliori tra i migliori studiosi di Tolkien. Mi mancherà terribilmente». David Bratman: «Non ricordo da quanto tempo conosco Richard personalmente: almeno trent’anni, forse anche quaranta. Ma conosco il suo lavoro da più tempo. Quando ho esplorato per la prima volta la saggista tolkieniana e questo accadde cinquant’anni fa, ho imparato rapidamente che gran parte del lavoro migliore veniva fatto nelle fanzine, la rivista della società Tolkien dell’Università del Wisconsin, curato da West». Dimitra Fimi: «Devastato per la morte del collega studioso e buon amico Richard West. Richard ha scritto l’articolo chiave “The Interlace Structure” e ha anche compilato Tolkien Criticism e ha curato l’iconica rivista Orcrist, che aveva recentemente rianimato. Richard era un partecipante regolare di Tolkien al Kalamazoo e ha preso parte a molte letture drammatizzate dell’opera di Tolkien (aveva una bellissima voce da baritono!), tra cui The Lay of Aotrou e Itroun, The Fall di Arthur e The Story of Kullervo. Ci mancherà molto e sarà ricordato come uno dei primi studiosi di Tolkien e un collega incoraggiante e solidale». Carl Hostetter: «Ho perso un caro amico e collega ieri, a causa di CoViD-19. Richard era una delle persone più gentili, umili e oneste che abbia mai incontrato. La sua critica era impeccabile e importante, ma non se ne è mai vantato o promosso, motivo per cui è, credo, ampiamente sottovalutata». Hammond e Scull: «La critica di Tolkien fatta da West influenzò i primi sforzi di Wayne con la sua bibliografia su Tolkien, e fu essenziale per Christina quando, nei suoi primi anni come collezionista, servì come un vademecum mentre cercava libri e articoli da leggere e copiare. Quando siamo arrivati a modificare Il Signore degli Anelli, abbiamo cercato una guida nei piani ambiziosi, ma non realizzati, di Richard negli anni Settanta per creare un’edizione alternativa di quell’opera». Christopher Gilson: «Sono rattristato per la morte di Richard C. West. Ricordo di aver esaminato la sua Tolkien Criticism: An Annotated Checklist per trovare quanti più articoli possibile su Tolkien nella mia biblioteca locale e poi come studente mentre ero all’università. Mi ha anche portato a conoscere la Tolkien Society of America e poi la Mythopoeic Society, e alla fine ho avuto modo di incontrare Richard di persona in varie conferenze e simposi nel corso degli anni. Aveva sempre commenti interessanti e incoraggianti sul lavoro di altri studiosi e appassionati, e la sua stessa critica era inevitabilmente percettiva e ripetutamente innovativa. Richard ci mancherà».
LINK ESTERNI
– Vai al sito web della University of Wisconsin Tolkien Society
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