Continuano gli approfondimenti dedicati ai gioielli nelle opere di J.R.R. Tolkien. L’articolo fa parte della rubrica «Tolkien’s Jewels» curata da Thomas Lorenzoni, orafo fiorentino ed esperto tolkieniano. Finora, per inquadrare l’argomento da un punto di vista storico e tecnico, oltre che letterario, sono stati pubblicati i seguenti articoli: Tra anelli e gioielli nella Terra di Mezzo e L’Unico Anello e Vilya nei film di Peter Jackson, La creazione dell’Unico Anello (prima parte) e (seconda parte), gli Anelli del Potere (prima parte) e (seconda parte), in cui era presentato l’anello elfico chiamato Vilya, uno dei Tre anelli elfici. Oggi si affronterà Nenya, l’Anello d’Acqua.
Nenya, l’Anello d’Acqua
«Al dito aveva Nenya, l’anello di mithril con un’unica pietra bianca che sfavillava come una stella di ghiaccio»(1). La portatrice di Nenya è Galadriel, l’unica che a quanto sappiamo non ereditò l’anello, quindi ne fu lei sempre la portatrice(2). «In verità, nella terra di Lórien, al dito di Galadriel, si trova uno dei Tre. Questo è Nenya, l’Anello di Adamante, e io ne sono la custode»(3). Al dito di Galadriel, dunque, si trova un diamante, la pietra più dura del mondo delle gemme. Anelli con diamante erano spesso scambiati nei fidanzamenti o ai matrimoni in epoca medioevale(4). Il diamante era, ed è tutt’ora, la gemma più dura e rappresentava quindi bene l’indissolubilità e la forza di un legame, insieme al cerchio senza fine costituito dall’anello(5). Riprendendo i Libri Tre di Lodovico Dolce apprendiamo: «ADAMANTE, cioè DIAMANTE, è pretiosissima pietra, laquale ha colore ferrugineo terso , e quasi di cristallo [….]ne cede a veruna materia, cioè ne a fuoco, ne a ferro. Onde prese il nome, il quale nella lingua Greca suona virtù indomita. […] I Diamanti di tutte queste sorti hanno virtù di scacciare il veleno: e cō tutto cio esso bevēdosi è mortal veleno. Resiste all’arte de’ venefici, e rimove le vane paure. [….] È contra le fantasme, e i terrori della notte(6). Fa anco chi lo porta ardito e virtuoso ne i maneggi di qualunque cosa(7).
Di una “Virtù indomita” è invero Galadriel. Al dito dei Portatori, o comunque indossati, gli Anelli del Potere rivelavano ciò che è nel profondo del pensiero, e le intenzioni, come si evince anche da un passo de Lo Specchio di Galadriel: «Sappi, Frodo, che anche mentre parlo con te, io scorgo l’Oscuro Signore, e conosco le sue intenzioni, tutte le sue intenzioni verso gli Elfi. Ed egli non fa che scrutare, per leggere in me e nel mio pensiero; ma la porta è ancora chiusa!»(8). Il reame di Lothlórien era infatti preservato dalla Dama da tutti i suoi nemici, anche se non sarebbe durato ancora a lungo, se la missione di Frodo non fosse stata portata a termine. I fantasmi e i terrori della notte posso essere accostati nel nostro caso ai Nazgûl, e a tutte le creature di Sauron, che infatti non potevano entrare in Lórien. I componenti della Compagnia si ristorarono enormemente dalla permanenza in quella terra anche per questo motivo. Galadriel inoltre offrì loro splendide parole e ricchi doni, segno di un cuore puro e deciso.
Galadriel era Adamante, aveva tutte le qualità del diamante e dell’acqua, proprio come Nenya. Riprendendo Benvenuto Cellini, che nel suo Trattato dell’Oreficeria accostò i quattro elementi a quattro pietre preziose, diremo: «Il diamante per l’acqua»(9). Lo Specchio di Galadriel era infatti una vasca d’argento bassa e poco profonda che poggiava su un piedistallo scolpito come un albero frondoso(10), che la Dama riempiva con l’acqua del ruscello d’argento. «L’acqua aveva un aspetto duro e cupo. Delle stelle vi si rispecchiavano»(11).
«Lo Specchio è una pericolosa guida delle nostre azioni»(12). «Non toccare l’acqua!»(13). L’acqua come sappiamo è fonte di vita per ogni creatura vivente, ma può anche essere insidiosa e oscura, gli esseri terrestri e volatili non scorgono subito cosa si celi al di sotto del pelo dell’acqua, in profondità. Questi aspetti possono essere associati anche al risvolto psicologico della Signora di Lothlórien.
Uno specchio riflette non solo ciò che è, ma anche ciò che si desidera e le nostre profonde vanità, in cui rischiamo di perderci irrimediabilmente. «I raggi della Stella si rifrangevano su un anello che brillava al dito di Galadriel, come oro lucido placcato di luce argentata; una pietra bianca sfavillava, e pareva che la Stella del Vespro si fosse posata sulla sua mano»(14). Dopo che Frodo le offrì l’Anello, e la Dama fu al culmine del suo discernimento, Galadriel levò in alto la mano con Nenya, «che emanò una gran luce che illuminava solo lei»(15). Sam non vide l’Anello di Adamante, ma solo una stella che brillava attraverso il dito di Galadriel. Questo avvenne perché i Tre Anelli elfici erano nascosti agli occhi di chiunque non fosse un portatore.
Materiali nobili
Vi sarebbero delle considerazioni da farsi sul metallo nobile impiegato per l’anello di diamante e sul taglio della pietra utilizzata. Nenya è fatto di mithril. È questo un metallo durissimo, «più duro dell’acciaio temperato»(16), «Poteva lavorarsi come rame, e lucidarsi come vetro»(17), disse Gandalf. Anche le cotte di maglia dei nani erano fatte dello stesso metallo, infatti la famiglia Baggins ne aveva una regalatale proprio da questi eccellenti fabbri. Le scritte della porta di Moria erano in ithildin, fabbricato proprio dal mithril, usato dagli Elfi. Il suo valore era dieci volte superiore a quello dell’oro e, al tempo del viaggio della Compagnia dell’Anello, inestimabile(18). Argento di Moria o vero-argento era chiamato(19). Anche gli elmi delle Guardie della Cittadella di Gondor erano fatti di questo splendido metallo: «Risplendevano come fiamme d’argento»(20), e la corona del vessillo di Aragorn(21), così come i cancelli di Gondor dopo che furono ricostruiti(22).
In un primo momento avevo pensato che potesse trattarsi di un metallo che veniva usato in tempi antichi, che si trova allo stato naturale. Ne avevamo parlato nell’articolo precedente, si tratta dell’elettro. Questo però è più simile all’oro che al “vero-argento”. Per l’affinità di Galadriel all’acqua e per il fatto che con questo metallo, in amalgama spesso con argento, si fabbricavano specchi(23), avevo pensato al mercurio. «Unico metallo liquido a temperatura ordinaria è splendente, lucido […]»(24) era chiamato hydrargyrum(25), parola latina che viene dal greco ydràrgyros cioè ydor=acqua e argyros=argento, e argento vivo, per la sua mobilità.
All’interno dei capitoli di Lórien ne Il Signore degli Anelli, almeno ne Lo Specchio di Galadriel e Addio a Lórien, vi sono molti elementi dell’ambiente che riportano all’argento. Lo Specchio di Galadriel era proprio una vasca d’argento, come abbiamo visto, ed era riempita con l’acqua del ruscello d’argento.
Il mithril e l’argento puro
Dopo aver consultato varie fonti, fra le quali il Bermannus(26) e il De Re Metallica(27) di Georgius Agricola(28), a parer mio il mithril è una felice combinazione di qualità di più metalli. L’argento è il metallo base, ma vi sono anche le qualità dei metalli della famiglia del platino, dello spècolo. Riprendendo il secondo articolo dedicato all’Anello Sovrano, che ritengo di oro puro, credo che il mithril sia una sorta di argento puro. L’argento puro ha una durezza fra i 2,5 e 3 della scala Mohs, leggermente superiore a quella dell’oro puro. «Di tutti i metalli l’argento è ritenuto quello che ha il massimo potere riflettente per la luce (….) visibile. Si sfrutta l’alto potere di riflettere la luce per la costruzione degli specchi. L’argento appare bianco perché ha la proprietà di riflettere tutti i diversi colori dello spettro visibile in modo abbastanza uniforme»(29). «In aria pura o in acqua pura l’argento è inalterabile a freddo e a caldo; se è al mille(30) anche riscaldato a temperatura elevata e poi raffreddato non mostra alterazione»(31). È ciò che abbiamo detto nel secondo articolo dedicato all’Anello forgiato da Sauron. Si scalda un pezzo d’argento finché diventa rosso e si lascia raffreddare: se cambia colore, verso il grigio o verso il nero, il metallo è impuro, quindi vi possono essere tracce di altri metalli. Se invece il colore rimane inalterato è puro, in genere(32).
«Aveva la bellezza del comune argento, ma non si offuscava, né si oscurava mai»(33). Questo e il fatto che fosse «più duro dell’acciaio temperato» mi inducono a pensare più alla tempra dell’anima, e che quindi almeno questo metallo si riferisca, e sia espressione, della Virtù. Un esempio ce ne dà Platone che, probabilmente riprendendo la favola delle età del mondo di Esiodo(34), nella Repubblica(35) raccontò favoleggiando che i più valenti fra gli uomini per governare erano stati creati dalla commistione con l’oro «e perciò sono i più preziosi fra tutti»(36). Gli ausiliarî furono creati invece dalla fusione con l’argento.
È interessante notare come Elrond e Galadriel guardarono e aiutarono la Compagnia dell’Anello con le qualità dei governanti e custodi antichi: «Perciò l’Iddio ai governanti prescrive innanzi e sopra tutto di non essere di nessuna cosa così buoni custodi e di non guardare niente altro con altrettanta cura, quanto i loro figliuoli, e vedere cosa mai sia commischiata negli animi loro; […] e allorché da questi invece nascano alcuni con una vena d’oro(37) o d’argento, li onorino e li sollevino gli uni alla classe dei custodi, gli altri a quella degli ausiliarî […]»(38).
Il segreto del taglio
Ritorniamo al diamante. Nella storia di questa pietra vi sono stati numerosissimi tentativi di darle un taglio che esaltasse al meglio la sua brillantezza. Tuttavia poco si sa sulla storia del taglio per il segreto che per un centinaio di anni tennero incisori e tagliatori. Probabilmente iniziò in India nel XIV secolo, e in Europa quando perse validità un editto che ne vietava il taglio; infatti si era ritenuto fino ad allora che alterare la forma naturale, o grezza, del diamante ne avrebbe distrutto le proprietà magiche(39).
Ad ogni modo, nella nostra Storia, Tolkien ci indirizza un pochino verso alcuni possibili tipi di taglio. I disegni della copertina della prima edizione de La Compagnia dell’Anello ci mostrano approssimativamente come avesse immaginato l’Anello Sovrano e i tre anelli elfici. In basso a destra vediamo Nenya. Lo distinguiamo per il colore bianco della sua pietra. Ha un taglio che è forse una via di mezzo fra quello “a rosetta” e quello “a gradini”; entrambi si caratterizzano, come i primi tagli del diamante, per avere come terminazione superiore una punta acuminata o smussata, se non tronca. Ma, mentre il primo ha molte faccette(40) e una parte inferiore mancante, priva di padiglione, il secondo ha solo una faccetta della corona che possa essere vista di profilo come è nel disegno. Tuttavia quest’ultimo vi assomiglia nella parte inferiore. Ha infatti un padiglione e, come nel taglio a gradini, più basso rispetto alla corona.
Thomas Lorenzoni
Note
- Da Il Signore degli Anelli, Il Ritorno del Re, J.R.R. Tolkien, Capitolo IX, Libro VI, I Porti Grigi, Bompiani Vintage, 2000, 2003
- Ibidem, Appendice B, Il Calcolo degli Anni (cronologia dell’occidente)
- Ibidem, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo VII, Libro II, Lo Specchio di Galadriel
- Da Rings, di Rachel Church, pag: 17, Thames & Hudson, Victoria and Albert Museum, 2017
- Ibidem, pp. 17 e 32
- In un lapidario del 1100, all’interno di una raccolta di manoscritti, un autore riporta: «Adamas lapis est similis cristallo qui si claussus sit in argento ad modum crucis ualet contra inimicos et sompnia et fantasmata». Da Magical Jewels of the Middle Ages and the Renaissance particularly in England, Joan Evans, B.Litt., Librarian of St. Hugh’s College, Oxford, pag: 82, Oxford at the Clarendon Press, 1922
- Da Libri Tre, Lodovico Dolce, Libro II, pag: 28, Gio. Battista, Marchio Sessa, et Fratelli, Venezia, 1565
- Da Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo VII, Libro II, Lo Specchio di Galadriel, Bompiani Vintage, 2000, 2003
- Da I Trattati dell’Oreficeria e della Scultura, Benvenuto Cellini, Capitolo IV del Trattato dell’Oreficeria, Gioiellare, pag: 37, Felice Le Monnier, 1857, Firenze, pag: 104
- Da Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo VII, Libro II, Lo Specchio di Galadriel, Bompiani Vintage, 2000, 2003
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- Ibidem, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo IV, Libro II, Un Viaggio nell’Oscurità
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- Ibidem, Il Ritorno del Re, J.R.R. Tolkien, Capitolo I, Libro V, Minas Tirith
- Ibidem, Il Ritorno del Re, J.R.R. Tolkien, Capitolo VI, Libro V, La Battaglia dei Campi del Pelennor
- Ibidem, Il Ritorno del Re, J.R.R. Tolkien, Capitolo V, Libro VI, Il Sovrintendente e il Re
- Da Oreficeria Moderna, di Luigi Vitiello, pag: 91, Hoepli, 2005
- Ivi
- Dal seguente sito web
- Da De Re Metallica, di Georgius Agricola, Clueb, 2008
- Ivi
- Che ritengo ponti di collegamento fra il pensiero tradizionale antico e quello rinascimentale riguardo alla trattazione di argomento metallurgico
- Da De Re Metallica, di Georgius Agricola, Clueb, 2008
- Al mille, cioè puro nella scala usata in Italia per determinare il grado di purezza di un metallo. È l’equivalente convenzionale dei 24 carati
- Da De Re Metallica, di Georgius Agricola, Clueb, 2008
- Possono essere presenti altri metalli nobili come il Palladio, il Platino, ecc.
- Da Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, J.R.R. Tolkien, Capitolo IV, Libro II, Un Viaggio nell’Oscurità, Bompiani Vintage, 2000, 2003
- Da La Repubblica, di Platone, III 415 a – 415 c, traduzione di Emidio Martini, nota a pag: 143, G.B. Paravia, Torino, 1940
- Ibidem, pp. 142, 143
- Ibidem, pp. 142
- Si tratta della famosa nota a pag: 143 del testo di cui parlavamo nella nota 34
- Da La Repubblica, di Platone, III 415 a – 415 c, traduzione di Emidio Martini, pag: 143, G.B. Paravia, Torino, 1940
- Da Oreficeria Moderna, di Luigi Vitiello, pag:76, Hoepli, 2005
- Servono queste ad aumentare la luminosità della pietra, a farle esprimere al meglio la sua brillantezza
RUBRICA TOLKIEN’S JEWELS:
– 1) Tra anelli e gioielli nella Terra di Mezzo
– 2) L’Unico Anello e Vilya nei film di Peter Jackson
– 3) La creazione dell’Unico Anello (parte 1)
– 4) La creazione dell’Unico Anello (parte 2)
– 5) Gli Anelli del Potere (parte 1)
– 6) Gli Anelli del Potere: Vilya l’anello d’aria (parte 2)
– Leggi anche Saggi Hobbit: gli Anelli del Potere di Norbert Spina