Una delle vecchie conoscenze dell’AIST è Stefano Gelao, ospite spesso alle attività culturali dell’Associazione da Fantastika 2018 a Lucca Comics and Games. Noto ai più con il nome di “Amanuense tolkieniano”, Gelao è attratto dai pennini fin dalla più tenera età, ha conseguito studi classici e ha lavorato per anni nel campo della grafica e del design. Ha studiato presso alcuni dei migliori calligrafi del mondo prima di aprire il proprio scriptorium amanuense Scritto a Mano. Per l’AIST, Gelao ha inaugurato la Tana del Drago con la Mappa della Terra di Mezzo, realizzata come avrebbero potuto essere vergate nel mondo tolkieniano, con penna d’oca, inchiostri artigianali e cartapecora. Oggi è finita tra i Cimeli della Tana perché è su vellum (pergamena particolarmente fine da una pelle di vitello, ricavata da animali nati morti) di 80×60 cm, stesa a telaio con i tiranti di canapa, con il telaio fatto a mano su misura proprio per quello specifico pezzo, con oro in conchiglia, tempera all’uovo e rosso vermiglione – è il solfuro mercurico rosso (il cinabro) e anche altri minerali di colore rosso adoperato come pigmento per colorare -, con l’inchiostro ferrogallico, fatto a mano con la ricetta medievale e l’uso della penna d’oca… Ora è un esemplare unico al mondo e se ne può scoprire presto il motivo!
L’intervista a Stefano Gelao
Il 27 maggio 2021 Stefano Gelao sul suo sito web ha pubblicato un video in cui ha raccontato la sua ultima disavventura. Intitolato «La denunzia di Tolkien (o anche: il difficile giorno delle Confessione e delle Scuse)», racconta il giorno in cui con una raccomandata dal Regno Unito, Oxford, lo studio legale Blackburn & Maier inviava una diffida a smettere un’attività illecita e una richiesta di danni da parte della Tolkien Estate! Abbiamo contattato Stefano Gelao e gli abbiamo chiesto di raccontare tutta la storia. Ecco l’intervista:
Stefano, cosa è successo? «Succede che verso fine aprile ricevo un’email con intestazione Tolkien Estate. La guardo e il mio innato ottimismo mi fa dire: “Ah, che bello? Sono stato notato dalla grande società che cura i diritti di Tolkien, quella che ha fatto Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit, che ora sta facendo la serie televisiva con Amazon Prime. Sai mai mi facciano i complimenti per il mio lavoro”. Ma in questo caso il mio innato ottimismo era piuttosto malriposto, perché in realtà la mail veniva dallo studio legale Meyer and Blackburn. Poi mi è arrivata anche la copia cartacea, il 21 aprile scorso. Lo studio legale di Oxford che cura i diritti appunto della Tolkien Estate è il mittente di questa email. L’oggetto era relativo alla infrazione dei copyright a causa con le mie riproduzioni e tutte le altre pergamene ad ispirazione o a contenuto di testi tolkieniani».
Nella lettera è inclusa la lista completa dei lavori? «Sì infatti, un lavoro, devo dire molto meticoloso, molto britannico. Tutta la lista dei lavori che io ho realizzato dalla apertura del sito web, dall’inizio di di questa attività».
La Tolkien Etsate contesta all’amanuense l’infrazione del copyright chiedendogli di rifondere loro le spese legali, le royalties e anche i danni. È vero? «Ad essere sincero, la richiesta di danni è quello che mi ha fatto davvero tremare le vene dei polsi e che mi ha fatto anche indignare».
Come ti sei sentito e cosa hai fatto? «Ero spaventato, eh, stupito anche perché qui parliamo di ben 30 lavori. Ho contattato il mio avvocato e gli raccontato tutta la situazione. E con lui quindi, abbiamo concordato una risposta che era in definitiva il riconoscimento pieno del mio errore. Non c’è molto da dire, io sono un copista, ho copiato la porta di Moria, la mappa dello Hobbit, la mappa della Terra di Mezzo… In tutti questi casi si tratta di una piena infrazione di un copyright, che scadrà fra 22 anni, se ricordo bene la data di morte del professor Tolkien».
Gelao ha riconosciuto appieno il suo errore, si è dichiarato disponibile a pagare quello che c’era da pagare, contestando però il risarcimento dei danni, di avere arrecato danno alla causa del nome Tolkien. È così? «Assolutamente, mi sono opposto alla richiesta di danni! Per l’amore con cui ho fatto queste pergamene, per la competenza che ci ho messo nella cura, l’attenzione a ogni minimo microscopico dettaglio. A renderlo al meglio, a cercare di onorare quello che è questa grande saga, quella che è la produzione letteraria del professor Tolkien, per finire alla scelta dei materiali che ho sempre utilizzato. Insomma, i materiali più pregiati».
Ma come li hai realizzate le tue opere? «La mia Mappa della Terra di Mezzo è qualcosa di unico al mondo, qualcosa che non si è mai visto: una pergamena stesa a telaio con i tiranti di canapa, con il telaio fatto a mano su misura proprio per quello specifico pezzo, con l’oro, con il vermiglione in tempera all’uovo, con l’inchiostro fatto a mano con la ricetta medievale. No, io su questo mi sono fortemente opposto, non ho arrecato danni».
Quale è stata la risposta della Tolkien Estate? «Dopo che gli abbiamo spiegato tutto questo alla Tolkien Estate, la loro risposta è stata positiva in tal senso. Per fortuna, perché altrimenti sarebbe stata davvero la chiusura di questo mio sogno. Hanno riconosciuto che io non sono uno dei tanti che potete vedere a una qualunque fiera fantasy del fumetto, come se ne vedono tantissimi a Lucca Comics and Games che prendono, tirano giù da internet un’immagine, la stampano su magliette o su quello che sia e vendono centinaia o migliaia di pezzi. Io faccio tutto a mano e per pochi esemplari, se non unici. Ho proposto loro addirittura di mandare fisicamente dei lavori, di spedire alla Tolkien Estate una delle mie pergamene, per permetter loro di toccare con mano quello che faccio. La cura, la qualità con cui lo faccio, i materiali che scelgo in modo tale che capissero che non sono uno di quelli che senza fatica, senza amore prende stampa, vende e guadagna semplicemente con qualcosa che non gli appartiene».
Insomma, la Tolkien Estate ha riconosciuto questa cosa e quindi ha evitato di chiederti quantomeno i danni? «Esatto. Mi hanno chiesto comunque varie migliaia di euro, eh. Insomma, è comunque un impegno economico piuttosto gravoso e mi hanno chiesto, come potete ben immaginare, d’ora in avanti di non produrre, pubblicizzare e vendere ulteriori lavori in infrazione dei loro copyright».
Cosa può capitare a chi ha le tue pergamene a tema Tolkien? «Beh, nulla! Anzi, può solo essere meglio. Che siano le mappe della Terra di Mezzo, quelle dello Hobbit, le porte di Moria, la canzone di Beren e Lúthien, la Poesia dell’Anello o qualunque altra delle mie opere, se la tenga ben stretta!!! Sono ormai copie uniche e irripetibili, altre non se ne faranno».
Hai qualche consiglio da dare a colleghi e artisti? «Per quanto riguarda il copyright, per calligrafi o amanuensi non c’è scampo. Usare un brano di Tolkien, copiare un qualunque brano di Tolkien, è già un’infrazione del copyright. E per un calligrafo non c’è modo: noi scriviamo e copiamo testi. Non c’è modo di aggirare l’ostacolo». Per i disegnatori, invece, per chi fa fan art e cose del genere è un pochino più semplice perché è sufficiente evitare dei riferimenti specificamente tolkieniani e si può fare tranquillamente. «Sì, per il resto basta, tra virgolette, non usare i nomi tolkieniani, cioè vuoi rappresentare Éowyn che trafigge il Nazgûl? Bene non scrivere che è Éowyn che trafigge il Nazgûl e in teoria nessuno potrà venirti a dire nulla! Quindi, non usare i nomi in didascalia, non li usare nella spiegazione dell’immagine. Non utilizzare i brani tolkieniani che stai illustrando e a quel punto dovresti essere a posto. Bada bene, non fare l’errore di pensare che per me il problema ci sia stato solamente perché io vendo le pergamene. La vendita è un’aggravante, ma l’infrazione di copyright rimane e quindi la Tolkien Estate potrebbe intervenire in ogni caso facendoti arrivare una bella raccomandata in Royal Mail dal Regno Unito con una diffida e una richiesta di risarcimento».
Quindi, questo caso vale anche per la vendita? «Non solo! Nell’elenco dei miei 30 lavori contestati ci sono anche alcuni lavori che sono regali di nozze che io ho fatto a dei miei amici. Sono un nerd di vecchissima data e ho un giro di amici nerd e in alcuni casi ho regalato loro dei lavori di ispirazione tolkieniana. L’infrazione del copyright vale anche in questo caso. Quindi state attenti, la situazione è delicata».
Quali sentimenti hai ora quando pensi alle opere di Tolkien? «Mi spiace moltissimo di essere arrivato a questo punto, anche perché per me il professor Tolkien, Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit, tutte le opere collegate per me sono importanti. Lessi Il Signore degli Anelli 35 anni fa, Lo Hobbit mi venne letto dai miei ancora prima… E la mia stessa produzione è iniziata da lì, oltre a far parte della mia storia, è insomma per me la mia storia, così come la storia, le storie. Per me, sono cose importanti, non farei questo lavoro se la storia e le storie non fossero importanti».
Come è stato realizzare la Mappa della Terra di Mezzo? «Ricordo con una precisione, proprio come se fosse successo ieri, il giorno di dicembre 2016 in cui avevo davanti quella intera pergamena di vitello che sarebbe diventata la mia prima mappa della Terra di Mezzo ed il giorno di gennaio 2017 in cui ho tracciato l’ultimo tratto. Ricordo le sensazioni che ho provato prima e che ho provato poi. Prima c’era un senso di panico completo, totale, assoluto. Cioè avevo di fronte questa pergamena e avevo di fronte la mappa che avrei dovuto copiare e la sensazione era: “Come ne tiro fuori le gambe? È un lavoro troppo grande per me. Troppo complesso”. Ci sono infinite scrittine poi piccole minute, una quantità di dettagli che, insomma, chi conosce l’argomento lo ben sa. E la sensazione una volta finito il lavoro, quando ho tirato l’ultimo tratto di penna non era solo orgoglio…, lì, si, è stato il momento in cui mi si è aperto un mondo, in cui mi si è sbloccata la consapevolezza che il tetto era solo la volta stellata, che se avessi dedicato sufficiente attenzione, delizione, tempo e risorse ad un progetto, non c’era nulla così grande da risultare veramente inaffrontabile! Quella mappa è stato alla fin fine ciò che mi rende quello che sono oggi e quindi per me oggi pensare a Tolkien è divenuto una sensazione davvero agrodolce. Si unisce l’amore che non riesco a non provare per la sua opera, con la sensazione acre di tutto quello che è successo e che vi ho appena raccontato.
La vicenda si è conclusa, ormai? «Sì, ora è tutto finito. Questa è l’ultima avventura dello scrittorio finita proprio questi giorni. E andiamo avanti. Mi ritrovo parecchi passi indietro rispetto a prima, ma la direzione è sempre quella, creare cose sempre più belle, sempre più precise, avere la possibilità di continuare a scrivere storie. Sono infinitamente grato di uscirne un po’ acciaccato, ma senza le ossa rotte e lo debbo anche a tutti coloro che mi seguono e mi supportano. In fondo il mio debito con la società l’ho saldato, anche se in questo caso con società non intendo tutte le persone che la compongono, ma intendo la società commerciale della Tolkien Estate che cura la produzione, i diritti di dell’opera letteraria di Tolkien. Evidentemente questa piccola bottega, questo piccolo scriptorium, sta prendendo insomma nome, importanza e fama, tanto da arrivare ad orecchie così in alto. A me sembrano così immensamente in alto!».
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LINK ESTERNI
– Vai al sito web della Tolkien Estate
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