Con una costante regolarità, il popolo degli appassionati delle opere di J.R.R. Tolkien riesce a produrre da qualche anno dei film amatoriali di buona qualità ispirati alla Terra di Mezzo. I fan film sono pellicole cinematografiche amatoriali di media o lunga durata, realizzate da appassionati senza scopo di lucro, ma con una qualità e una tecnica che ormai si avvicinano molto ai film professionali e che sempre più spesso vedono la partecipazione di attori, registi, scenografi e altri professionisti del settore che lavorano senza compenso per il successo di questi progetti. Il salto di qualità è avvenuto nel 2009, quando dopo sei anni di lavoro e grazie a una campagna di finanziamento online, fu diffuso fu Born of Hope che per la qualità riescì a partecipare a diversi festival e ebbe anche il sostegno di alcuni membri del cast della trilogia di film di Peter Jackson. Da allora, molti altri progetti sono stati realizzati, di cui segnaliamo i migliori: Mr. Bliss (2004), Hunt for Gollum (maggio 2009), Born of Hope (dicembre 2009), Nienor Níniel (2012), Diari della Terra di Mezzo (2013), Tolkien’s Road (2014), Return to Shire (2017), Horn of Gondor (2020) e Fog on the Barrow-Downs (gennaio 2021). Ecco che da qualche settimana se ne è aggiunto un altro: One of the Seven.
Elfi e Nani dalla Finlandia
Il cortometraggio intitolato One of the Seven è il frutto del lavoro di una piccola casa di produzione cinematografica, la Ryhmin Films, situata nel sud della Finlandia, ma che si avvale dell’aiuto di professionisti del suono e della post produzione da altri Paesi europei. Il progetto, avviato nel 2019 e concluso nel 2021, ha visto le riprese realizzate soprattutto dalla fine del 2020 in poi. Trasmesso in anteprima il 15 settembre 2021, il film è ora sottotitolato in ben 8 lingue ed è stato visto da oltre 80mila persone. «Abbiamo realizzato questo progetto di video fantasy solo per divertimento», hanno fatto sapere i produttori che si tratta di una produzione video amatoriale al 100% non commerciale e senza scopo di lucro. Il video non partecipa ad alcun festival cinematografico. Il fan film è stato realizzato grazie alla partecipazione gratuita di 32 appassionati di Tolkien. Un sostegno fondamentale è stato dato da quattro diversi gruppi di cosplayer (Cosplay di Faroni, Cosplay di Saaraz, Cosplay di Anae, Arctica Leaena), una corposa troupe di produzione, una cantante e un narratore inglesi per le musiche e la voce fuori campo, altri professionisti per gli effetti visivi aggiuntivi, la musica in elfico e inglese, la fotografia dietro le quinte, nove illustratori per i disegni dei titoli di coda e perfino un canale youtube per la pronuncia della lingua Sindarin (Tolkien Lore dagli Usa). Durante le riprese non è stato registrato l’audio: tutto il sonoro è stato aggiunto durante il montaggio, limitando così ancor di più il budget necessario. In tal modo, nella fase di montaggio gli attori stessi sono stati doppiati. Una ricerca attenta è stata fatta anche sull’anello dei Nani. Su di esso vi è un’iscrizione, che viene citata nelle musiche di sottofondo: «Uzbard Gabil. Nargûn ai-mênu. Rakhâs ai-mênu». È il Khuzdul, il linguaggio dei Nani e dovrebbe significare: «Grande Signore, Mordor ti sta cercando. Gli orchi ti stanno cercando». Naturalmente, l’iscrizione non è canonica, ma inventata dal responsabile delle lingue artificiali. Un salto di qualità è nella produzione di questo fan film è la presenza di un regista, Sampsa Kares e di un compositore musicale, Ilari Hylkilä, non solo per la colonna sonora, ma anche per la canzone sui crediti finali che ha dato vita anche a un video musicale autonomo: True Love. Infine, oltre al trailer e al fan film, dal 15 settembre sono stati diffusi altri tre video: un interessantissimo dietro le quinte con una intervista a regista e attori (16 minuti), uno sui bloopers, gli errori durante le riprese (6 minuti) e un video sui riferimenti diretti (7,5 minuti) a scene dei sei film di Peter Jackson su Lo Hobbit. Sono ben 24 su 24 minuti, praticamente una scelta stilistica!!!
La trama: la rivalità tra Nani e Elfi
L’ambizione dei produttori era avere un legame stretto con i film statunitensi. «Volevamo realizzare un fan film che potesse funzionare come prequel dei film de Lo Hobbit di Peter Jackson», racconta il regista. «Nei film di Peter Jackson vediamo Thranduil come un potente re degli Elfi di Boscuro», spiega Kares. «Ora abbiamo avuto la possibilità di mostrare un retroscena su di lui e vedere il suo altro lato, quello più vulnerabile e tragico. Per questo motivo, per me uno dei momenti più importanti è stato mostrare il cambiamento nel Re degli Elfi. Non è più interessato a trattare con i nani in modo amichevole, ma al tempo stesso inizia a guardare alla Montagna Solitaria come possibile obiettivo, il luogo per cui combatterà nella trilogia di Lo Hobbit». Al centro della trama c’è il complicato rapporto tra Thranduil e i Nani. La trama narra del rinvenimento da parte degli Elfi di Boscuro di uno dei sette anelli dei padri dei Nani, della ricerca fatta da due nani per recuperarlo (presumibilmente Fili e Kili, ma soltanto perché i cosplayer avevano quei costumi) e del modo in cui siano tutti resi più avidi a causa dell’influenza negativa dell’anello. Thranduil riesce a vincere le sue reticenze solo grazie alla visione della defunta moglie, liberando così i Nani e rendendo loro l’anello. Come scritto, la storia strizza l’occhio ai film di Jackson piuttosto che ai libri di Tolkien. Mentre in questi ultimi la moglie del Re non viene mai citata, infatti, il fan film si incastra benissimo nel filone legato alle Gemme Bianche di Lasgalen presente nella trilogia de Lo Hobbit. In essi viene rivelato che molti anni prima Thranduil aveva commissionato ai Nani di Erebor le Gemme Bianche come regalo per la moglie, che però prima di poterli avere era stata catturata dagli Orchi, portata a Gundabad e torturata a morte. Nel prologo de Lo Hobbit: un viaggio inaspettato, il Re elfico rende omaggio a Re Thrór all’interno della Montagna Solitaria, andando via indignato quando i Nani si rifiutano di dargli le Gemme Bianche che lui non ha voluto pagare quanto dovuto. Nel successivo Lo Hobbit: La desolazione di Smaug, quando Thorin viene portato davanti a Thranduil nelle Sale del Re degli Elfi, offre un accordo a Thorin, dicendo che lascerà andare la Compagnia se gli restituiranno le Gemme Bianche che si trovano all’interno della Montagna, ma anche in questo caso riceve un rifiuto. Ne Lo Hobbit: La Battaglia dei Cinque Eserciti, dopo aver appreso della morte di Smaug, Thranduil guida il suo esercito elfico per reclamare le Gemme Bianche dai Nani di Erebor, anche con la forza e ripete anche a Bard degli Uomini della Valle che è venuto non per aiutarli ma per riprendersi ciò che era suo. Inoltre, in una delle scene eliminate Gandalf ricorda a Thranduil che sua moglie non gli ha lasciato solo dei gioielli, ma anche un figlio che vale di più dei famosi gioielli della discordia… e tutto questo ha un’eco nell’ultimo dialogo tra padre e figlio. Insomma, raccontando l’attaccamento di Thranduil alle Gemme Bianche – che non sono mai effettivamente appartenute alla defunta ed erano state commissionate ai Nani senza aver voluto pagare quanto dovuto – Jackson sembra aver scelto un rimando diretto alla storia di Thingol. Thranduil era imparentato con Thingol, trascorse la sua prima infanzia nel Doriath ed era presente durante i fatti che portarono alla morte di quest’ultimo, alla devastazione della sua capitale Menegroth e alla devastazione del Doriath, tutto per opera dei Nani. Ecco che il rancore di Thranduil verso i Nani diviene estremamente realistico. E il fan film One of the Seven aggiunge ora un tassello in più a questa storia.
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