Prima della Grande Guerra, J.R.R. Tolkien scriveva solo poesie. E fu al suo ritorno dalle trincee che iniziò a scrivere i suoi racconti fantastici. Già nel 1917 iniziò a scrivere le prime storie che riguardano Il Silmarillion, che non sarebbe stato pubblicato fino al 1977, quattro anni dopo la sua morte. L’autore non racconterà mai quello che aveva vissuto nella Somme. Almeno non direttamente. Ma tutti gli studiosi concordano sul fatto che questa esperienza abbia influenzato il suo lavoro. E per trovarne tracce, dopo il grande lavoro di John Garth nel libro Tolkien e la Grande Guerra, (Marietti 1820, Milano-Genova 2007), è sempre più difficile. Ma c’è qualcuno che ha trovato altri documenti inediti della vita di Tolkien soldato in Francia.
L’esperienza bellica in Piccardia
Da giovane ufficiale dell’esercito britannico nella Prima Guerra Mondiale, John Ronald Reuel Tolkien prese parte alla battaglia della Somme e lì perse degli amici. Quest’ultima, in realtà, più che una sola battaglia fu una serie di manovre militari che si svolsero dal 1 luglio al 19 novembre 1916. Durante questi quasi cinque mesi, lo scrittore inglese conobbe le deprecabili condizioni di vita dei soldati in trincea. Conobbe la morte, il sangue, il fuoco, il freddo.
Tolkien arrivò in Francia il 6 giugno 1916: a Calais i soldati che arrivavano per la prima volta erano mandati a Étaples, il posto di smistamento principale del corpo di spedizione britannico (Garth, p.194). Il 27 giugno, Tolkien lasciò la sabbiosa Étaples per unirsi il giorno dopo all’11° Fucilieri del Lancashire. «[…] Tolkien dormì su un treno vicino Abbeville ma, quando finalmente arrivò ad Amiens. e si incamminò verso nord attraverso gli ondulati campi di grano e i frutteti della Piccardia, […]. I circa 800 uomini dell’11° Fucilieri del Lancashire erano alloggiati nei granai di Rubempré (Biografia, p. 121) un gruppo di fattorie vecchie. ma resistenti a nord-est di Amiens e a tredici miglia dal fronte» (Garth, p.200). Il 5-6 luglio Tolkien rimase a Bouzincourt, dove lavorò nell’ufficio che teneva le comunicazioni per tutta la 25a divisione. Poi viene inviato in prima linea e il 14-16 luglio l’autore partecipò all’attacco a Ovillers. Il 21 luglio è nominato ufficiale segnalatore del battaglione. Dal 27 al 29 settembre partecipa all’attacco al Bosco di Thiepval.
Il 21-22 ottobre viene conquistata la Trincea Regina. Mercoledì 25 ottobre Tolkien si sentì debole e malato, e il 27 ottobre aveva 39 di febbre: era la febbre da trincea, un regalo degli inevitabili pidocchi che erano nati nelle pieghe dei suoi vestiti e che gli avevano trasmesso nel sangue un batterio, la Rickettsia quintana. (Garth, p. 266). Tolkien lasciò l’11° Fucilieri del Lancashire sabato 28 ottobre 1916 e fu trasferito in un ospedale per ufficiali a Gézaincourt, poco distante da Beauval. La domenica fu portato con il treno ospedale da Candas a Le Touquet, e in un letto all’ospedale Duchess of Westmoreland (Garth, p.267) dove fu ricoverato dal 29 ottobre al 7 novembre. Infine, l’8 novembre l’autore ritornò in Inghilterra sull’Asturias.
Uno storico locale
Quando Fabrice Dehaene ha iniziato le ricerche per compilare un dizionario inedito dedicato ai prigionieri della cittadella di Doullens, piccolo centro nel dipartimento della Somme, quale non fu la sua sorpresa nel trovare la presenza di Tolkien, nel mezzo dei documenti consultati nei vari archivi. Naturalmente, lo scrittore noto al grande pubblico per Il Signore degli Anelli non fu imprigionato nella fortezza di Doullen, ma passò effettivamente attraverso le terre di Amiens, e in particolare rimase anche a Doullens durante la Prima Guerra Mondiale. Così lo storico locale Dehaene, anche vicepresidente dell’associazione La Citadelle de Doullens, ha poi intrapreso in parallelo le sue ricerche sull’autore britannico. «Mi sono detto “perché non cercare di ricostituire questo periodo della vita di questo eminente personaggio e farne una piccola opera?”». Che questo periodo lo abbia ispirato o meno, inevitabilmente lo ha segnato. Come scritto, Tolkien arrivò per la prima volta a Étaples per prendere parte all’addestramento con il reggimento dell’11° Fucilieri del Lancashire. Vi si unì alla Somme e più precisamente al Rubempré. «Ho trovato documenti che attestano che andò a Beauquesne, Beauval, Doullens…», ha spiegato Dehaene. E poi il 25 ottobre 1916, colui che aveva raggiunto il grado di ufficiale di segnalazione iniziò a sentirsi male. Tolkien fu curato al castello di Gézaincourt, trasformato all’epoca in un ospedale militare, I medici gli diagnosticarono la febbre da trincea, una malattia molto debilitante trasmessa dai pidocchi, come scritto. Pochi giorni dopo, i medici decisero di trasferirlo. Sarà inviato da Talmas, con il treno sanitario, a Le Touquet. «Se soffrirà a lungo i guai di questa malattia, con lunghi mesi di recidiva, questo passaggio in questo ospedale gli salverà la vita perché gli viene diagnosticata rapidamente», ha fatto notare Dehaene, mentre non sempre accadeva, con conseguenze anche gravi. «Fu molto dopo che iniziò a scrivere i suoi futuri romanzi di successo».
Se questo passaggio attraverso il Doullennais resta aneddotico nella vita dell’autore, Dehaene resta convinto del potenziale turistico che questo può portare per il territorio. «È una strizzatina d’occhio, una micro-storia nella grande storia. Ma bisogna sapere come impossessarsene e sfruttarla, soprattutto perché sappiamo che Tolkien fu fortemente segnato dalla guerra. E che a volte ci sono delle trasposizioni tra questo periodo della sua vita e i suoi libri. C’è quindi un innegabile legame con il territorio». Per lanciare l’iniziativa, Fabrice Dehaene ha quindi raccolto la sua ricerca in un opuscolo, intitolato JRR Tolkien, un soldat dans la Grande Guerre en territoire Nord Picardie.
I contadini soldato come Sam Gamgee
Lo scrittore trasse ispirazione dal fango delle trincee. Quello che è interessante è incrociare realtà e finzione per capire come un’esperienza del genere possa dare un tale passaggio nell’opera dell’autore. Il Signore degli Anelli racconta il frastuono delle battaglie tra eserciti enormi. Uomini e orchi si scontrano in un turbine che ricorda la furia della prima linea. E poi ci sono le Morte Paludi attraversate da Frodo, il portatore dell’anello. Frodo cammina in mezzo a cadaveri e scheletri, come facevano i combattenti della Grande Guerra. È come essere in una terra di nessuno, ricoperta di crateri, trappole d’acqua stagnante pronte a chiudersi e poveri relitti di sfortunati soldati. Alcuni dei suoi stessi eroi sono stati ispirati dalle trincee: Frodo viaggia con il suo fidato Sam Gamgee. Tolkien lo ha spiegato bene: Sam è un riflesso dei soldati semplici che ha incontrato, soprattutto del batman, l’attendente degli ufficiali. Il termine ufficiale usato dall’esercito britannico nella Prima Guerra Mondiale era “soldato-servitore” (soldier-servant – il termine batman lo sostituì negli anni tra le due guerre). Ad ogni ufficiale veniva assegnato un servitore, solitamente scelto dall’ufficiale tra i suoi uomini. «Il mio “Sam Gamgee” è davvero un riflesso del soldato inglese, dei soldati e dei batmen che ho conosciuto nella guerra del 1914, e riconosciuto come tale di gran lunga superiore a me stesso», scrisse Tolkien in una lettera scritta il 16 aprile 1956 a H. Cotton Minchin e riportata parzialmente da Humphrey Carpenter nella Biografia. In un’altra lettera (n. 45) esprime la sua «profonda simpatia per il soldato, specialmente il soldato semplice proveniente dalle contee agricole». Infatti, i contadini si sono trasformati in soldati semplici furono la spina dorsale dell’esercito britannico sul fronte occidentale, e gli attendenti erano incaricati di garantire il loro conforto in questo caos agli ufficiali come Tolkien. Peer questo, lo scrittore inglese sostenne in più occasioni che questi cittadini comuni erano infinitamente superiori a lui. Hanno dato la loro vita in trincea. E lo scrittore non li ha mai dimenticati.
ARTICOLI PRECEDENTI
– Leggi l’articolo Tolkien va in trincea: Flieger e Garth in Italia
– Leggi l’articolo Tolkien, Rischiarare le tenebre: la recensione
– Leggi il saggio di Verlyn Flieger
– Leggi il saggio di John Garth
LINK ESTERNI
– Vai al sito ufficiale di John Garth
.