Nella giornata di ieri, Amazon, attraverso il settimanale Variety, ha diffuso le prime immagini promozionali della serie The Rings of Power, che hanno “infiammato il web”: i commenti sono stati tantissimi, e hanno mostrato una profonda divisione tra gli appassionati. Se da un lato si è potuta verificare una notevole cura nei costumi e nei particolari, dall’altro lato, però, la comunità tolkieniana in buona parte ha espresso critiche negative per alcune scelte forti della produzione che si possono intuire da queste prime immagini. In questo articolo noi vogliamo cercare di fare chiarezza su questi punti controversi e mostrare che alcune preoccupazioni sono meno giustificate di quelle che si crede, mentre altri punti, passati sotto silenzio da chi ha espresso il proprio disappunto, sono i più importanti e che necessitano di più materiale da vedere prima di esprimere un giudizio. Fino a che la serie non uscirà, il giudizio deve rimanere cauto, in entrambe le direzioni. Ma vediamo nel dettaglio i vari punti.
Elfi e Nani “di colore”: le terre di Rhûn, “dove le stelle sono strane”
La presenza di un Elfo Silvano di nome Arondir, interpretato dall’attore di origine portoricana Ismael Cruz Cordova, ha suscitato tantissime polemiche, così come la presenza di una principessa Nana di nome Dìsa , che ha le fattezze dell’attrice britannica di origine africana Sophia Nomvete: scelte che sono state accusate di dipendere dal “politically correct”e di aver “tradito” la fedeltà agli scritti di Tolkien. Non è nostra intenzione commentare certe espressioni censurabili sui due attori che sono uscite ieri, ma di concentrarci sull’effettiva plausibilità di queste scelte. Ebbene, una certa aderenza potrebbe esserci, perché sappiamo, grazie alla History of Middle Earth e specificatamente al volume The Peoples of Middle Earth, che ben quattro stirpi naniche, gli Ironfists, gli Stiffbeards, i Blacklocks e gli Stonefoots, vivevano nel lontano Est, sui monti Orocarni, nella zona di Rhûn; sappiamo inoltre che nella stessa zona c’era il Regno di Dorwinion, abitato con grande probabilità da Elfi Avari, quegli Elfi che non avevano mai visto la luce di Valinor. Dorwinion viene citato ne Lo Hobbit in quanto regno produttore del vino che veniva poi consumato nel reame di Thranduil. Nella regione di Rhûn c’erano anche quegli Uomini che poi cadranno sotto l’influenza di Sauron. Questa zona è abitata da popolazioni che possono essere il corrispettivo “ideale” del nostro Nordafrica o delle prime propaggini dell’Africa Centrale. È quindi plausibile che tutte le popolazioni che abitavano quelle zone potessero avere un colore di pelle scuro.
Nane che “non esistono” o con la barba? Un equivoco cinematografico
Il personaggio di Disa ha subìto un’altra critica: quella di essere… senza barba. Osservazione che però non ha nessun fondamento, perché l’opinione riguardo alle Nane “non esistenti” o indistinguibili dai Nani e quindi barbute è un miscuglio di luoghi comuni o pregiudizi che si sono sedimentate nell’opinione pubblica ma che non hanno fondamento negli scritti per due diversi motivi.
Per quanto riguarda le Nane che non esisterebbero e che quindi i Nani nascerebbero dalle buche del terreno, è una diceria degli Uomini che Tolkien riporta nell’Appendice A del Signore degli Anelli e che definisce “assurda”. Riguardo alla non facile distinzione tra Nani e Nane, l’autore riferisce solamente che le Nane sono poche e che “per voce e aspetto, e per abbigliamento, se devono viaggiare, sono così simili ai maschi che gli occhi e le orecchie degli altri popoli non riescono a distinguerle”. Questa frase vuol semplicemente dire che, agli occhi degli altri popoli, non vengono distinte dai maschi perché si vestono simili e molto probabilmente velate. L’idea che le Nane abbiano la barba, purtroppo, dipende da una scena infelice del film Le Due Torri nella quale Aragorn scherza con Eowyn e le dice che le Nane hanno la barba e Gimli conferma! Ma in Tolkien tutto questo non c’è.
Elrond con i capelli “corti”: l’evoluzione di un personaggio
Anche il personaggio di Elrond, che verrà interpretato da Robert Aramayo, ha subìto una specifica critica: quella di avere capelli troppo corti e di non sembrare affatto il signore di Imladris. Qui va fatta una premessa: una delle più grandi sfide di The Rings of Power sarà quella di aprire spazio a un nuovo immaginario sulla Terra di Mezzo, che da vent’anni è esclusivamente o quasi legato ai film di Peter Jackson. Com’era prevedibile, di primo impatto ci sono state molte resistenze, ma è solo questione di tempo, a parere nostro. In più, l’idea che gli Elfi abbiano tutti i capelli lunghissimi e siano così da sempre è una visione figlia appunto delle trilogie jacksoniane e non tiene conto dell’evoluzione dei personaggi. Sappiamo, dalla History, che i capelli molto lunghi erano sinonimo di nobiltà, certo, ma soprattutto di saggezza ed esperienza. Ebbene, Elrond è di stirpe nobile, ma all’inizio della Seconda Era è solo araldo di Gil-Galad nel Lindon e deve ancora accumulare saggezza ed esperienza: è quindi plausibile l’idea che la chioma gli sia cresciuta col tempo e che quindi la serie possa mostrare l’evoluzione del personaggio, come pare di capire dalle dichiarazioni degli sceneggiatori, i quali hanno accennato al suo “farsi spazio” nel regno del Lindon. D’altronde, i personaggi non sono “blocchi di marmo”, ma figure in continua evoluzione.
“L’amazzone” Galadriel
Anche Galadriel, interpretata da Morfydd Clark, ha già subìto critiche per il suo aspetto da guerriera, critiche che però troviamo senza fondamento alcuno, perché, dagli scritti di Tolkien, in particolare Il Silmarillion e I Racconti Incompiuti, si evince con chiarezza che la malinconica Dama della Terza Era ha un passato turbolento e da amazzone, in certi momenti perfino da comandante militare. In particolare, nei Racconti Incompiuti, di lei si dice che “era forte di corpo, di mente e di volontà, capace di tener testa sia ai sapienti che agli atleti degli Eldar”, inoltre più avanti, quando Tolkien racconta della guerra tra Sauron e gli abitanti dell’Eregion, si può leggere che “guardava inoltre ai Nani con occhio da comandante militare”: tutte informazioni che mostrano come anche Galadriel abbia avuto un percorso complesso e ricco di sfaccettature.
Gli Hobbit nella Seconda Era
Questo è uno dei due aspetti controversi che per noi sono da valutare solo con la visione della serie: sappiamo che le prime notizie degli Hobbit risalgono alla Terza Era, ma gli sceneggiatori hanno voluto inserire una specie di “preistoria hobbit”, che tratta di una società pastorale cha ha il suo percorso mentre tenta di nascondersi dagli altri popoli (in questo cercando di rispettare Tolkien, che dice chiaramente come molti popoli della Terza Era considerassero i Perian figure leggendarie). Gli attori Megan Richards, Markella Cavenagh e Lenny Henry saranno tre Hobbit messi a confronto con un misterioso viandante. Il rischio in questa storyline inventata è notevole, perché potrebbe andare a contrastare la coerenza con gli scritti, che è una delle clausole del contratto tra Amazon e la Tolkien Estate. Siamo fiduciosi però del fatto che, se è stato approvata dagli eredi del Professore, questa possa essere una storyline minore, a margine della storia principale, dalla presenza episodica, e che possa poi condurre alla Terza Era e alla descrizione del popolo di Smèagol.
L’amore tra Elfi e Uomini: cuore del Legendarium… ma con precise condizioni
Una delle principali innovazioni, la storia d’amore tra il tanto contestato Elfo Silvano Arondir e la donna umana Bronwyn, interpretata da Nazanin Boniadi, ha suscitato anch’essa delle critiche, che paventano una riedizione della love story di Kili e Tauriel de Lo Hobbit. Però quella era una scelta che andava contro ogni idea del Professore, mentre le storie d’amore tra Elfi e Uomini sono il cuore del Legendarium. Ci sono molte notizie di storie d’amore tra Elfi e Umani: Eriol sposa Naimi, elfa Teleri di Tol Eressëa; i Principi di Dol Amroth avevano sangue elfico nelle vene, discendendo da Elfi Nandor; Forweg, l’uomo della stirpe degli Edain della Casa di Hador che era a capo dei fuorilegge prima di essere ucciso da Turin Turambar, aveva preso in moglie un’Elfa. Soprattutto, le tre grandi storie andate a buon fine, dopo ognuna della quali c’è stata una svolta nella storia della Terra di Mezzo: Beren e Luthìen, Tuor e Idril, Aragorn ed Arwen. Sappiamo anche di relazioni finite male, come quella tra l’Umana Andreth e l’Elfo Aegnor, fratello di Galadriel, il quale alla fine abbandonò Andreth proprio perché mortale, come leggiamo nel bellissimo racconto della History, Finrod e Andreth. Situazioni del genere erano certamente diffuse nella Terra di Mezzo, tanto più nella Seconda Era, che, a differenza della Terza, è un mondo molto più popolato e multietnico, se così si può dire. Ovviamente ci sono delle regole: un amore che finisce bene, in Tolkien, porta sempre cambiamento, e va a modificare gli eventi. Quindi abbiamo l’impressione che questa vicenda non sarà a lieto fine….
Il vero, grande cambiamento: la compressione della cronologia
Come ammesso dagli sceneggiatori, il vero grande cambiamento è la compressione della cronologia, che era ed è il grande problema di questa serie, come abbiamo detto dall’inizio: come gestire i mille anni di distanza, per esempio, dalla forgiatura degli Anelli alla Caduta di Nùmenor? Secondo J.D Payne e Patrick McKay, il rischio era quello di “non vedere personaggi iconici e amati prima della quarta stagione”: il che vuol dire, in parole povere, che personaggi come Celebrimbor e Isildur vivranno nella stessa fascia cronologica. Gli sceneggiatori assicurano di averne parlato con la famiglia Tolkien, quindi la modifica è stata approvata; ma certamente susciterà critiche e perplessità. Tutto sta nel vedere come si svolgere la vicenda che hanno imbastito, cercando di collegare questi eventi lontani nel tempo – stando ai testi – in una storia lineare. Il trailer che uscirà tra domenica e lunedì fornirà certamente le prime risposte.
Piccola correzione a un ottimo articolo: non è vero che “Sappiamo anche di relazioni finite male, come quella tra l’Umana Andreth e l’Elfo Aegnor, fratello di Galadriel, il quale alla fine abbandonò Andreth proprio perché mortale, come leggiamo nel bellissimo racconto della History, Finrod e Andreth.”
Nella Athrabeth Aegnor non abbandona Andreth: parte per la guerra, e in tempi di guerra gli Elfi non si sposano, come spiegano altri testi presenti nello stesso volume della HoME, “Morgoth’s Ring”. E’ Andreth che teme che il motivo sia l’avanzare della sua età in quanto mortale, ma Finrod la rassicura dell’amore di suo fratello. Se Aegnor fosse tornato vivo dalla guerra…
Incidentalmente, se i due personaggi della serie Amazon fossero stati Andreth e Aegnor (vista la compressione della cronologia e le libertà nei flashback), sarebbe stato fantastico. Personalmente il colore della pelle è del tutto irrilevante.