Gli Anelli del Potere, ecco i libri su cui si basa

Serie tv 12In un’intervista, JD Payne e Patrick McKay, creatori della serie tv Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere hanno rivelato quali libri di J.R.R. Tolkien sono stati concessi in licenza per l’adattamento di Amazon Prime Video. Lanciando la serie tv con il budget più grande di tutti i tempi (circa 250 milioni di dollari per i soli diritti e oltre 500 a stagione!), la multinazionale di Jeff Bezos vuole entrare dalla porta principale nella guerra tra le diverse piattaforme di streaming online. Investendo una cifra del genere, si può immaginare soprattutto la volontà di sviluppare un franchise esclusivo, con l’arrivo di spin-off, prequel e altre serie derivate che potrebbero completare questa stagione, la prima di cinque previste, che uscirà il 2 settembre 2022.

La Seconda Era

Il Silmarillion - edizione Bompiani (angoli smussati)Per quanto riguarda questa nuova serie, le cose sono davvero un po’ complicate. Infatti, anche se sappiamo molto poco sulla trama che sarà alla base della produzione, la teoria che circola è che questo nuovo adattamento terrà conto di diverse opere di Tolkien. Il Silmarillion – pubblicato postumo nel 1977 dal figlio dello scrittore, Christopher Tolkien – sarebbe il volume più adatto perché narra la genesi e le prime Ere dell’universo della Terra di Mezzo, un quadro in cui si inseriscono bene i romanzi Lo Hobbit e Il Signore della Anelli. L’intenzione degli sceneggiatori è infatti quella di raccontare gli eventi precedenti i due romanzi, soprattutto la Seconda Era della Terra di Mezzo. Inoltre, sono stati notati numerosi riferimenti dalla Storia della Terra di Mezzo, un’opera monumentale in 12 volumi presto edita anche in Italia da Bompiani con la collaborazione dell’AIST. La maggior parte di questi dettagli arricchisce e completa quanto si trova ne Il Silmarillion. E tutti gli indizi rilasciati dalla produzione fino a un mese fa indicavano chiaramente che il periodo storico interessato dalla serie tv riguardasse soprattutto la Seconda Era, con la narrazione della gloria e della caduta finale del regno degli Uomini di Númenor.

Parlano gli sceneggiatori

JD Payne e Patrick McKayFinalmente, in un’intervista a Vanity Fair, Payne ha fatto chiarezza svelando quali sono i libri i cui diritti di adattamento sono stati acquistati da Amazon: «Abbiamo i diritti esclusivamente su La Compagnia dell’Anello, Le Due Torri, Il Ritorno del Re, le Appendici e Lo Hobbit. E questo è tutto. Non abbiamo i diritti su Il Silmarillion, su I Racconti Incompiuti, The History of Middle-earth (Storia della Terra di Mezzo) o nessuno di quegli altri libri». Questo ha tolto dal tavolo degli sceneggiatori una mole enorme di materiale a cui attingere per rendere la serie tv aderente alle opere di Tolkien. Inoltre, dettaglio ancor più importante, impedendo agli sceneggiatori di accedere a Il Silmarillion, li ha costretti a basarsi solo sulle Appendici e agli indizi contenuti nelle altre opere. Per la prima volta, quindi, un adattamento cinematografico non si baserà su un romanzo intero dello scrittore inglese, ma solo su una cronologia. Queste considerazioni hanno lasciato gli appassionati di Tolkien a chiedersi come gli showrunner abbiano intenzione di raccontare una storia nella Seconda Era senza poter, di fatto, accedere a quei materiali.
Serie tv 11Invece, il fatto che l’intera bibliografia di Tolkien non sia stata inclusa nell’accordo firmato con Amazon Prime Video, sembra non abbia avuto alcuna conseguenza sulla stesura della serie. La ricchezza dei testi della trilogia de Il Signore degli Anelli e la presenza di molte poesie che narrano gli eventi gloriosi del passato hanno permesso agli sceneggiatori di avvicinarsi al periodo della Seconda Era e alla creazione degli Anelli del Potere, senza incontrare il minimo problema. «C’è una versione di tutto ciò di cui abbiamo bisogno della Seconda Era nei libri di cui abbiamo i diritti. Finché rimaniamo all’interno di quelle frasi e non contraddiciamo in modo offensivo un passaggio che non appare nei romanzi di cui abbiamo i diritti, abbiamo una grande libertà di manovra e spazio per raccontare alcune delle migliori storie che Tolkien abbia mai inventato», ha aggiunto il co-creatore della serie Patrick McKay. Da parte sua, Payne ha fatto notare che «prendiamo tutti quei piccoli indizi e li pensiamo come stelle nel cielo collegate tra loro per scrivere il romanzo che Tolkien non scrisse mai sulla Seconda Era». Ad esempio, le canzoni The Fall of Gil-Galad o Song of Eärendil e capitoli come Il Concilio di Elrond o L’Ombra del Passato o la sezione A Proposito degli Hobbit del Prologo sono molto importanti come fonte di informazioni. Al riguardo, Payne ha sottolineato: «Abbiamo lavorato in collaborazione con studiosi di Tolkien di fama mondiale e con la Tolkien Estate per assicurarci che i modi in cui abbiamo collegato le lacune fossero “tolkieniani” e si confondessero con la conoscenza del materiale da parte degli esperti e della Estate». Al di là della prologo iniziale, sembra che non ci saranno salti temporali significativi o viaggi nel passato che durano un episodio. I diritti sul materiale per la Prima Era sono infatti raccontati ne Il Silmarillion, che è ancora di proprietà della Tolkien Estate.

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LINK ESTERNI:
– Vai alla pagina facebook Lords for the Ring on Prime
– Leggi il comunicato di Amazon

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