È con grande tristezza che si riporta la notizia della morte di Priscilla Tolkien, l’ultima dei figli dello scrittore inglese. Quarta e più giovane figlia di J.R.R. Tolkien, era la sua unica figlia femmina. La sua scomparsa è avvenuta il 28 febbraio 2022, all’età di 92 anni, dopo una breve malattia. Priscilla aveva partecipato attivamente alla produzione de Il Signore degli Anelli passando a macchina alcuni dei primi capitoli per suo padre all’età di 14 anni. Il nome iniziale di Frodo Baggins nella quarta bozza de Il Signore degli Anelli era Bingo Bolger-Baggins, nome ricevuto da quello di una famiglia di orsi giocattolo di proprietà di Priscilla. Nel 1987 il fratello maggiore John era tornato ad Oxford, insieme iniziarono a catalogare la grande collezione di foto di famiglia.
Così nel 1992, lei e John pubblicarono il libro The Tolkien Family Album, per celebrare il centenario della nascita del padre. Nello stesso anno firmò inoltre la prefazione di A Tribute to J.R.R. Tolkien, pubblicazione anch’essa per il centenario. Dopo la morte del padre, Priscilla ha agito come rappresentante della famiglia durante le occasioni pubbliche. Divenne amministratore fiduciario della Tolkien Estate e del Tolkien Trust. Priscilla Tolkien è stata vicepresidente onoraria della Tolkien Society dal 1986 e per molti anni è stata ospite alla Oxonmoot, la convention annuale organizzata dalla Tolkien Society per commemorare il compleanno di Bilbo e Frodo. Aveva studiato inglese al Lady Margaret Hall College di Oxford, che ieri ha annunciato la sua scomparsa ricordandola come «una della generazione di donne che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha aperto la strada all’ingresso delle donne nelle professioni». Nel nuovo sito web della Tolkien Estate, appena rinnovato, appare una foto di Priscilla e suo fratello John con al centro J.R.R. Tolkien quando il 28 marzo 1972 ricevette dalla regina la medaglia come Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico (CBE). Nel 2017, in occasione del suo 88esimo compleanno, abbiamo pubblicato un articolo che ripercorreva la vita di Priscilla fino al 1950. Lo riproponiamo qui di seguito, integrandolo fino a oggi.
Nascita e battesimo (1929)
Priscilla Mary Anne Reuel Tolkien nacque il 18 giugno del 1929, figlia di J.R.R. Tolkien e Edith Mary Tolkien. Come era consuetudine all’epoca, Priscilla nacque con un parto normale nella casa in Northmoor Road 22, ad Oxford. La nascita di Priscilla fu assai ben venuta per i suoi genitori, specialmente per sua madre che sperava di avere una figlia che le facesse compagnia e fosse di aiuto nelle faccende domestiche.
La famiglia Tolkien cercava di preservare le tradizioni e la religione cattolica, in un ambiente dove la maggioranza era protestante anglicana, così, poco tempo dopo la nascita, Priscilla fu portata al battesimo nella chiesa cattolica vicina alla sua casa.
I padrini del battesimo furono Francis de Zulueta (1878-1958), Professor Regius of Civil law a Oxford, e Helen Buckhurst (1894-1963), professoressa e tutor di lingua inglese al St. Hugh’s College di Oxford.
Tolkien aveva conosciuto Francis de Zulueta tramite la Newman Society, un’antica società cattolica (fondata nel 1878) con il proposito sociale e religioso di riaffermare il cattolicesimo in Inghilterra. La società fu creata in omaggio al cardinale Newman, che fu esponente dell’Oxford Movement. The Newman Society era quindi un punto di incontro comune per gli accademici cattolici di Oxford, che erano una minoranza nel campus. Sebbene i documenti di quella epoca siano perduti, è assai probabile che Tolkien fosse un membro della Newman Society, dato che nel 1928 il professor Tolkien lesse l’articolo “The Chill Barbarians of the North” ad uno degli incontri della società. Zulueta faceva parte del comitato della Newman Society e occupò questa carica per vari anni. Inoltre, Zulueta era un importante rappresentante cattolico ad Oxford, essendo il primo Professor Regius cattolico dalla riforma religiosa in Inghilterra, occupando la carica negli anni tra il 1919 e il 1948. Il rapporto tra Tolkien e Francis de Zulueta passò dall’amicizia al rispetto profondo. Avevano intense conversazioni su varie questioni, soprattutto sulla concezione di ciò che fosse il bene o il male, non necessariamente all’interno di una visione religiosa, ma anche filosofica e accademica. Come conseguenza di questa amicizia il professor Tolkien scelse Zulueta per essere il padrino del battesimo di Priscilla.
La madrina del battesimo di Priscilla fu Helen Therese McMillan Buckhurst. Helen studiava la cultura, letteratura e lingua islandese, avendo visitato l’Islanda nel 1919. Pubblicò alcuni studi sull’inglese antico e l’islandese che raggiunsero l’attenzione di Tolkien. Nel 1927 Buckhurst pubblicò l’articolo Icelandic Folklore per la Viking Society di Londra e in questo testo presenta le caratteristiche dei Troll, tra di esse la loro debolezza e trasformazione in pietra con l’arrivo della luce, che successivamente Tolkien includerà nella storia de Lo Hobbit.
“I Troll islandesi, come descritto spesso nelle saghe e nei racconti più recenti, sono enormi, creature deformate, e possiedono una certa somiglianza con la forma umana, ma sempre orrendamente brutta. Essi costruiscono le loro case nelle montagne, vivendo generalmente nelle caverne dentro le rocce o nella lava. Quasi sempre hanno un’intenzione maligna nei loro atti e molte volte scendono la notte fino a fattorie molto distanti, con lo scopo di portare via con sé pecore, cavalli, bambini o uomini e donne adulti per divorarli nelle loro case nelle montagne.”
(Icelandic Folklore, Helen Buckhurst pp. 222).
Buckhurst aggiunge anche: «Alcuni tipi di troll non hanno alcun potere, eccetto durante le ore di oscurità. Durante il giorno essi devono restare nelle loro caverne, o i raggi del sole possono trasformarli in pietra».
Dal 1926 al 1939, Helen Buckhurst divenne professoressa e tutor di lingua inglese al St. Hugh’s College, ad Oxford. Nel 1927 ella cominciò a seguire un corso avanzato (post laurea) e il suo tutor fu il professor Tolkien, preparando la tesi The Historical Grammar of Old Icelandic. Nel periodo in cui fu seguita dal professor Tolkien, Helen divenne amica intima della sua famiglia e fu perciò scelta per essere la madrina di Priscilla. Helen mantenne il suo rapporto con la famiglia Tolkien negli anni seguenti, facendo loro visita o scrivendo lettere. L’importanza di Helen Buckhurst come amica di famiglia è evidenziata dal fatto che il professor Tolkien le inviò una copia del Lo Hobbit appena venne pubblicato nel 1937.
L’infanzia di Priscilla
Il fatto di essere l’unica figlia femmina dei quattro figli di Tolkien e Edith comportò una maggiore attenzione da parte dei suoi genitori e un trattamento speciale, anche per il fatto di essere la più piccola.
Inoltre, il fatto che Priscilla sembrasse fisicamente fragile preoccupava i suoi genitori. Nel 1934, intorno al 23 febbraio, Priscilla si ammalò repentinamente e rimase cinque settimane accudita nella sua camera. In quell’epoca i medici non seppero diagnosticare precisamente la causa della malattia, ma fortunatamente la bambina si riprese dopo quel periodo.
All’epoca in cui Priscilla nacque Tolkien lavorava come professore di Anglosassone al Pembroke College e già aveva l’abitudine di scrivere storielle per i suoi figli. Come tutti i figli di Tolkien, Priscilla infatti crebbe con le favole della buonanotte di suo padre. In un discorso del 1977, Priscilla ha ricordato che suo padre «raccontava di nuovo la storia di Raspunzil [sic] e di come il suo principe le cantava […] dicendole di sciogliere i suoi capelli dorati». Lei stessa notò come questa fiaba classica sia stata riproposta da suo padre per la storia di Beren e Lúthien ne Il Silmarillion «quando Lúthien scappa dalla sua prigione sul faggio sciogliendosi i capelli» (Amon Hen 29).
Fu prima della nascita di Priscilla che il professore inventò per i suoi figli storie come Roverandom, Lo Hobbit e altre. Era un periodo ricco di creatività di un padre felice con tutti i suoi figli ancora bambini. John Tolkien, che era il più grande, aveva undici anni. Michael aveva otto anni e Christopher quattro. Era normale per il professor Tolkien passeggiare con sua figlia e andare alle feste tenute nelle case dei vicini ad Oxford, specialmente per i compleanni e in date speciali. Era solita giocare coi suoi fratelli. Aveva un rapporto molto speciale con Christopher Tolkien, perché era il figlio maschio più giovane dei Tolkien. L’infanzia di Priscilla fu piena di giocattoli, specialmente orsetti di peluches e bambole (qui a destra l’orsacchiotto “Bingo” – dal Toy Museum di Brighton – che possedeva anche lei, ispirazione per Bingo Baggins, ribattezzato poi Frodo ne Il Signore degli Anelli). Molti di questi regali furono ricevuti assieme alle Lettere di Babbo Natale, scritte dal Professor Tolkien alla fine dell’anno. Questa pubblicazione postuma riunisce una raccolta di lettere scritte e illustrate da Tolkien per i suoi figli, facendosi passare per Babbo Natale, dal 1920 al 1943. Essendo la più giovane dei figli di Tolkien, Priscilla fu l’ultima a rinunciare a questa tradizione familiare, e le ultime lettere sono indirizzate esclusivamente a lei. Anche anni dopo, Priscilla ha ricordato «l’intensa eccitazione di svegliarsi al buio la mattina di Natale e scoprire che era venuto Babbo Natale» (Amon Hen 23).
Naturalmente, la storia più famosa che Tolkien inventò per i suoi figli fu Lo Hobbit. Mentre Priscilla era troppo giovane per aver ascoltato Lo Hobbit come una favola della buonanotte durante la sua composizione, ha ricordato vividamente suo padre che lavorava alle illustrazioni per il volume pubblicato. «[Mentre] stava dipingendo l’immagine di Bilbo che cavalca le botti sul fiume, ho imparato da lui l’uso e la bellezza del bianco come pittura», ha ricordato in un articolo del 1976. «Ricordo anche il momento in cui dipinse l’immagine dell’Aquila». Spiegò come il padre avesse studiato attentamente uno dei libri per bambini sulla fauna selvatica al fine di poter ritrarre l’uccello nel modo giusto (Amon Hen 23).
Alla scuola Rye St. Antony (1935-1939)
Quando la bambina compì sei anni, il professor Tolkien e sua moglie Edith compresero che Priscilla aveva bisogno di andare a scuola. Ma era necessaria un’attenzione speciale per sua figlia, poiché volevano una buona formazione, preferibilmente cattolica. Fu così che scelsero di iscrivere la bambina alla nuova (a quel tempo) scuola Rye St. Antony, che era gestita da due signore cattoliche.
Rye St. Antony venne fondata nel 1930 da Elizabeth Rendall e Ivy King, due insegnanti cattoliche di Oxford, che si ispirarono alla chiesa Rye nel Sussex dedicata a Sant’Antonio da Padova per creare una scuola per giovani ragazze e ragazzi. Fu la prima scuola cattolica per bambini che non fosse diretta da ecclesiastici. Inizialmente la scuola aveva appena otto alunni, ma con lo sviluppo e l’aumento della domanda già nel primo anno, le insegnanti decisero di lasciare la casa in Hamilton Road e trasferirsi all’84 di Woodstock Road, che poteva meglio ospitare i nuovi alunni. Ma appena iniziò la seconda guerra mondiale, per decisione del comitato della città hanno dovuto trasferirsi rapidamente nel settembre del 1939 in Pullen’s Lane, dove si trova ancora oggi. La scuola Rye St. Antony è fatta principalmente per le ragazze, sebbene abbia una parte separata per i ragazzi. Lì le giovani donne ricevono una buona formazione, tra le allieve conosciute figura l’attrice Emilia Clarke che interpreta Daenerys Targaryen nella serie Game of Thrones della HBO.
Le attività nella scuola erano diversificate. Si imparavano storia, geografia, grammatica, matematica ed erano previste attività relative alla vita domestica (cucito, cucina ecc.). Aveva un insegnamento religioso focalizzato sui precetti cattolici. In linea generale era una scuola conservatrice e che cercava di mantenere le tradizioni di un’educazione per ragazze dell’epoca.
Priscilla Tolkien studiò a Rye St. Antony negli anni tra il 1935 e il 1939, un periodo complicato non solo per la famiglia Tolkien, ma per tutti gli inglese che all’epoca vivevano col timore degli attacchi aerei provenienti dalla Germania, a causa della Seconda Guerra Mondiale.
Quando la scuola si trovava all’84 di Woodstock Road, era molto vicina alla casa dei Tolkien, bastava percorrere alcune strade e si arrivava a destinazione in appena 4 minuti in bicicletta o 5 a piedi. Questa posizione era comoda anche per Tolkien perché una strada conduceva poi a St. Giles, dove il professore aveva l’abitudine di incontrarsi coi suoi amici al pub Bird and Baby (più conosciuto come Eagle and Child). Ma quando la scuola si trasferì in Pullen’s Lane la distanza crebbe, diventando circa di 50 minuti a piedi e 15 in bicicletta. La distanza della scuola rispetto alla sua casa, assieme al fatto che era in corso una guerra, furono fattori che contribuirono a far ritirare Priscilla dalla scuola Rye St. Antony nel 1939. A partire da allora, lei cominciò a prendere lezioni da una istitutrice, che era stata la sua insegnante di piano. Priscilla tornò a studiare nuovamente in una scuola nel 1942 quando fu iscritta alla Oxford High School for girls.
Le Lettere di Babbo Natale
Come già scritto, il professor Tolkien dal 1920 aveva l’abitudine di scrivere lettere fingendo di essere Babbo Natale e consegnandole ai figli ancora bambini, assieme ai regali di Natale. Erano momenti di grande gioia in famiglia. Il primo riferimento a Priscilla nelle lettere appare nello stesso anno in cui nacque (1929), in cui Babbo Natale per la prima volta indirizza la lettera a “J. M. C. e P. Tolkien”, che sono le iniziali di John, Michael, Christopher e Priscilla. Nell’inizio di questa lettera di Natale c’è altresì scritto “Cari bambini e bambina”. Ma quando i suoi figli erano cresciuti, giunti al compimento del quattordicesimo anno, Babbo Natale non indirizzava più loro le lettere e scriveva solo ai più piccoli. Fu così che, a partire dal 1938 Tolkien comprese che Christopher era già troppo grande per ricevere le lettere di Babbo Natale e l’anno seguente cominciò a scrivere solo a Priscilla, che aveva nove anni. Le lettere non si discostano dagli eventi del mondo ogni anno. Babbo Natale sentiva le difficoltà degli anni tristi della seconda guerra mondiale. Nella lettera del 24 dicembre del 1939, Babbo Natale scrive nella sua lettera a Priscilla Tolkien: «Sono molto preoccupato e, a causa di questa terribile guerra, quest’anno le cose si sono fatte difficilissime. Molti dei miei fattorini non hanno più fatto ritorno».
Nella lettera dell’anno seguente, dice di stare affrontando difficoltà a causa della grande guerra: «Quest’anno stiamo avendo molte difficoltà. Questa orribile guerra sta riducendo tutte le nostre scorte e in moltissimi Paesi i bimbi sono costretti a vivere lontano dalle proprie case».
La Seconda Guerra Mondiale
Il 3 settembre del 1939 la Gran Bretagna invia un secondo ultimatum alla Germania verso le 9 del mattino. Alle ore 11 la Gran Bretagna dichiara guerra alla Germania. Subito, alle 11 e un quarto di quel giorno il Primo Ministro Neville Chamberlain annuncia l’atto via radio. Priscilla Tolkien si ricorda con molta chiarezza il momento della dichiarazione di guerra. Lei, suo padre e suo fratello Christopher erano andati a messa nella chiesa di St. Gregory che si trova in Woodstock Road. Padre Douglas Carter, parroco e amico di famiglia, offrì a chi desiderasse di rimanere e ascoltare l’annuncio per radio, ma il professor Tolkien, visibilmente turbato dall’essere in guerra, decise di tornare a casa e trovarsi con Edith che stava ascoltando la radio in cucina. È chiaro che Priscilla non avrebbe potuto comprendere in un primo momento le conseguenze della guerra, visto che aveva appena dieci anni e non aveva mai vissuto momenti turbolenti. Ma suo padre era stato al fronte durante la Prima Guerra Mondiale e sapeva molto bene cosa significasse. Di fatto, quel giorno probabilmente Tolkien ricordò la sua sofferenza durante la Prima Guerra Mondiale e sapeva che una seconda guerra poteva portare grandi conseguenze per il suo Paese e specialmente per la sua famiglia.
Nello stesso periodo tutti i suoi figli maschi avevano già l’età necessaria per servire come soldati in guerra. E nell’anno seguente alla dichiarazione di guerra i preparativi per imbarcarsi per il servizio militare cominciarono. Dei quattro figli di Tolkien, Priscilla fu l’unica che rimase coi suoi genitori, per via della sua età. Gli effetti della seconda guerra sulla sua vita comportarono una costante vigilanza e la paura dei bombardamenti degli aviatori tedeschi sulle città. Dopo l’inizio della guerra, il 5 settembre del 1939, Priscilla ricorda la prima volta che l’allarme suonò ad Oxford avvisando di un possibile attacco aereo: «Ricordo vividamente il caos che esso causò di prima mattina, col traffico di punta, con la polizia che fermò il transito con le difese antiaeree per le strade. Se si fosse verificato un attacco aereo, sarebbe stato catastrofico».
Varie città dell’Inghilterra furono bombardate, specialmente Londra, Southampton, Portsmouth, Plymouth, Bristol, Cardiff, Coventry, Birmingham, Nottingham, Manchester, Sheffield, Liverpool, Hull, Newcastle, Glasgow e Belfast. Quello che nessuno sapeva all’epoca era che Adolf Hitler aveva scelto Oxford per essere la sua capitale nell’Inghilterra invasa dai tedeschi. Sarebbe stata la sua nuova base per l’espansione in Europa e intendeva sfruttare le conoscenze lì raccolte, le biblioteche e le opere d’arte del luogo.
Oxford High School for girls (1942-1947)
Il fatto di vivere in un periodo come la seconda guerra mondiale non impedì a Tolkien di voler dare una buona educazione alla sua unica figlia. Poco dopo l’annuncio della guerra il professor Tolkien decise che Priscilla doveva continuare a studiare a casa, con la sua precedente insegnante di piano, finché non avesse raggiunto l’età per studiare nuovamente in una scuola per ragazze adolescenti. Essendo l’unica figlia del professore, in un’epoca che aveva ancora un grande preconcetto nei confronti delle capacità intellettuali delle donne, Priscilla Tolkien ricorda che suo padre aveva una «completa fiducia nell’istruzione superiore delle ragazze. Da che ricordo, mai in vita mia ho sentito che venne fatta alcuna differenza tra me e i miei fratelli, per quanto riguardava le nostre necessità educative e opportunità».
Con questa idea, Tolkien iscrisse sua figlia alla Oxford High School for girls, una scuola indipendente per ragazze, la più antica scuola per ragazze della città, fondata nel 1875. In quel periodo, la famiglia Tolkien viveva ancora nella casa al 20 di Northmoor Road, la quale era abbastanza comoda per lo spostamento di Priscilla fino a scuola. Bastava girare a sinistra nella prima strada a nord e poi girare a destra andando dritto e in meno di 5 minuti di bicicletta (o 15 a piedi) sarebbe arrivata a scuola. Dal 1881 la scuola aveva sede al 21 di Banbury Road, in un edificio realizzato da un famoso architetto britannico, Sir Thomas Graham Jackson. La costruzione ha uno stile vittoriano (secolo XIX) ed ancor oggi è vista come un’attrazione. La scuola era selettiva, ossia le alunne prima di iniziare le lezioni dovevano possedere certi requisiti. Il primo era di avere un’età tra gli undici e i diciassette anni e, in secondo luogo, dovevano passare dei test sulla propria istruzione per essere ammesse. A partire dal 1944, a seguito di un atto di riforma dell’istruzione inglese, la Oxford High School for girls passò ad essere classificata come grammar school, dove erano insegnate le lingue classiche (latino e greco), letteratura inglese e in particolare grammatica inglese, matematica, geografia e storia.
Il ruolo di Priscilla ne Il Signore degli Anelli
Durante il lungo processo di scrittura de Il Signore degli Anelli (iniziato nel 1937 e terminato con la pubblicazione de Il Ritorno del Re nel 1955), Priscilla fu la presenza più coerente in casa con Tolkien. La ragazza visse con i suoi genitori fino al 1950, mentre i suoi fratelli maggiori si erano trasferiti prima per l’università, il lavoro e come parte dell’impegno bellico.
Sebbene Christopher abbia svolto il ruolo più attivo tra i figli di Tolkien nella composizione de Il Signore degli Anelli (fornì al padre un giudizio sulle prime bozze e disegnò persino le mappe nei libri pubblicati), anche Priscilla fu coinvolta. All’età di 14 anni, Priscilla aiutò suo padre «scrivendo i primi capitoli de Il Signore degli Anelli» poiché «non poteva permettersi il lusso di un dattilografo professionista». Anche in quelle prime fasi della composizione, Priscilla ricordò di aver provato «un’intensa eccitazione all’inizio della storia e […] il terrore per la ricerca degli Hobbit da parte dei Cavalieri Neri mentre lasciavano la Contea» (da The Tolkien Family Album).
Priscilla avrebbe potuto avere un’influenza ancora maggiore su Il Signore degli Anelli se Tolkien non avesse rivisto le sue prime bozze. Come già scritto e come spiega Christopher in The Return of the Shadow (un libro che traccia la composizione della prima parte de Il Signore degli Anelli all’interno della History of Middle-Earth), il protagonista della storia si chiamava originariamente Bingo Baggins. E questo nome presumibilmente proveniva da una famiglia di orsetti di peluche tenuti da Priscilla. Sebbene Bingo alla fine si sia trasformato in Frodo, questo nome è ancora presente nella versione finale pubblicata de Il Signore degli Anelli. Nelle Appendici, Bingo è incluso nell’albero genealogico dei Baggins, come zio di Bilbo. Ancora più significativa, tuttavia, è la presenza in quello stesso albero genealogico di Prisca Baggins, che è indicata come cugina di secondo grado di Bilbo e uno degli ospiti della sua festa d’addio. Questo è significativo in quanto Prisca era il soprannome per Priscilla all’interno della famiglia Tolkien.
Priscilla ricordò anche l’evoluzione della tecnica artistica di suo padre durante la composizione de Il Signore degli Anelli. Durante questo periodo, notò che Tolkien era passato dalla pittura e dall’inchiostro a china al «disegno con gessetti colorati e alla sperimentazione con carta di diversi colori». Ricordò anche che «fu una grande delusione per lui quando queste immagini non poterono essere incluse ne Il Signore degli Anelli per ragioni economiche e pratiche». Questa mancanza è stata finalmente colmata solo nel 2021, con la pubblicazione dell’edizione illustrata de Il Signore degli Anelli (Amon Hen 23).
Rapporti coi genitori, i fratelli e gli amici
Il professor Tolkien fu sempre molto affettuoso con i suoi figli. Forse era una compensazione per non essere riuscito a passare molto tempo con i suoi genitori durante la sua infanzia. Oltre a fare regali ai figli, raccontare storie della buonanotte e inventare giochi, egli dedicava loro un’attenzione speciale. Come ben ricorda Priscilla: «Lo studio di nostro padre in casa fu in un certo modo il centro della stessa. Non fu mai un territorio proibito per noi, eccetto quando egli stava insegnando, e una volta che io andai da lui per mostrargli un mio nuovo disegno pensando che fosse solo, fui presentata con grande cortesia ad un suo alunno». (Memories of J. R. R. Tolkien in His Centenary Year). Regolarmente Priscilla passeggiava in bicicletta con suo padre e andavano ad assistere alla messa nelle chiese cattoliche della zona. Una volta, nel novembre del 1944, durante una di queste passeggiate in bicicletta, affrontando vento e pioggia, essi arrivarono a St. Gregory, dove assistettero al sermone di Padre Douglas Carter su Cristo e i miracoli moderni. Ciò fece riflettere il professor Tolkien sulla parola eucatastrophe, che egli aveva creato per descrivere un ribaltamento gioioso in una storia. Il professor Tolkien aveva vari alunni che lo visitavano costantemente. Normalmente Priscilla e i suoi fratelli non erano molto in contatto con gli alunni, ma la piccola Priscilla e la famiglia Tolkien avevano fatto amicizia con Simonne d’Ardenne, una belga che prendeva lezioni di medio inglese da Tolkien tra il 1932 e 1936.
Intorno al 18 ottobre del 1932, Simonne d’Ardenne andò a vivere con la famiglia Tolkien e ciò la avvicinò molto i ragazzi, specialmente Priscilla, con la quale giocava ogni giorno. Simmone visse nella casa dei Tolkien per circa un anno, ma, in seguito, rimase in contatto tramite lettere col professor Tolkien.
Con la seconda guerra mondiale, fu attraverso Simonne d’Ardenne che il professor Tolkien riuscì a scoprire le atrocità che Adolf Hitler stava realizzando in Europa. Il paese dove Simonne viveva fu attaccato e lei e gli altri abitanti chiesero aiuto ai piloti dell’aviazione britannica per rifugiarsi in Inghilterra.
Così, nel marzo del 1945, Simonne arrivava ad Oxford come rifugiata di guerra e incontrava la famiglia Tolkien, con la quale visse per alcuni mesi e che visitò nuovamente nel 1947.
L’amicizia d’infanzia di Priscilla con Simonne si protrasse nel tempo. Nel 1948 Priscilla visitò Simonne in Belgio, dove trascorsero del piacevole tempo assieme e comprese che lì i costumi non erano tanto diversi da quelli dell’Inghilterra del dopoguerra. La relazione con d’Ardenne servì a Priscilla come ricordo degli avvenimenti della seconda guerra mondiale. In seguito il professor Tolkien visitò il Belgio due volte, nel 1950 e 1954. Un’altro ospite interessante in casa dei Tolkien era il professor C. S. Lewis. Egli era una persona molto gradevole per i ragazzi, avendo una mente aperta e gioviale. Lewis sapeva relazionarsi coi ragazzi molto bene, perché viveva con alcuni bambini durante il periodo di guerra. Come scriveva Humphrey Carpenter: «I ragazzi amavano le visite di Lewis a Northmoor Road perché lui non li trattava mai con condiscendenza e portava loro libri di E. Nesbit».
Una presenza importante nella vita di Priscilla Tolkien fu altresì quella di Padre Morgan, il vecchio tutore del professor Tolkien. Inizialmente l’aspetto di Padre Morgan non aiutò la relazione tra il vecchio tutore e la bambina. Egli vestiva costantemente la tonaca nera, usava grandi occhiali e aveva un grande cappello nero. Quest’aspetto insolito per la bambina la spaventò un poco al loro primo incontro. Lo scrittore José Manuel Ferrández Bru commenta questo primo incontro:
“Come detto da Priscilla Tolkien, la presenza di Padre Morgan si faceva notare e in quella occasione non passò inosservata per la bambina, che si fermò fissandolo. Rendendosi conto di ciò, Morgan si esibì in una scena divertente: si tolse il suo grande cappello e voltandosi disse con grande cerimonialità buon pomeriggio alla bambina. Dopo di ciò, la bambina che lo aveva scrutato da cima a fondo tranquilla, cominciò a correre terrorizzata, sicuramente sorpresa per quel gesto così inaspettato. In un certo modo esiste un certo parallelo tra la reazione della bambina e ciò che succede al Troll nella poesia di Tolkien Perry-the-Winkle (in italiano Pierino il goloso), contenuta nella raccolta di poesie Le Avventure di Tom Bombadil, dove egli desiderava far amicizia con gli hobbit, ma il suo strano aspetto li spaventava.”
(La Conexion Espagnola de Tolkien, pp.194-195)
Crescendo Priscilla capiva sempre più l’importanza di Padre Francis Morgan, tuttavia la frequentazione fu relativamente breve, poiché egli era solo un ospite in casa Tolkien e morì nel 1935, quando Priscilla aveva circa sei anni.
É difficile illustrare tutte le amicizie comuni del professor Tolkien e di Priscilla, considerando che la relazione tra padre e figlia era molto stretta. Essi andavano costantemente assieme a feste ed eventi, andavano a visitare amici di Oxford e non solo. Ma certamente Priscilla aveva le sue amicizie personali a scuola e tra i ragazzi della sua età, ma non occorre menzionarli qui.
Lady Margaret Hall (1948-1951) e la carriera lavorativa
Tra gli anni 1948 e 1951, Priscilla Tolkien frequentò la facoltà di inglese alla Lady Margaret Hall. Ritenuto il più antico college per ragazze di Oxford, essendo stato istituito nel 1878, ha ammesso alunni di sesso maschile solo dal 1979. Priscilla lasciò la casa nel 1950 per divenire residente nel college e nel mentre i suoi genitori vivevano da soli per buona parte dell’anno. In questo periodo si erano trasferiti al 3 di Manor Road, una casa più piccola delle precedenti, dato che gli altri figli di Tolkien non vivevano più con lui, ma che aveva uno spazio nel quale il professore potesse scrivere le sue opere e svolgere la propria professione. Lo stesso giorno che si iscrisse al college, il 10 ottobre del 1948, Priscilla assistette alla conferenza di suo padre su Sir Gawain and the Green Knight. E Priscilla si ricorda di aver segnato gli errori che gli editori avevano commesso nella prima versione e che fortunatamente furono corretti. Durante il periodo del college, una dei suoi tutor fu Dorothy Everett (1894-1953), una vecchia amica di Tolkien e compagna di studi e lettura di libri relativi all’inglese medio. Infine, il 7 giugno del 1951, Priscilla Tolkien sostenne gli esami finali per concludere il corso e riuscì a conseguire la laurea.
Dopo la laurea, Priscilla iniziò a lavorare come segretaria a Bristol e Birmingham. In queste città poté osservare la povertà urbana e così maturò la decisione di dedicarsi ai servizi sociali. Tornò all’università, studiò scienze sociali alla London School of Economics alla fine degli anni ’50 e poi lavorò come addetta alla libertà vigilata a Oxford. Seguì persino le orme del padre e del fratello Christopher tornando al mondo accademico, insegnando assistenza sociale all’Università di Oxford e successivamente all’High Wycombe College. In seguito insegnò inglese al Beechlawn Tutorial College e ha tenuto lezioni di letteratura da casa sua dal 1982 al 2005. La sua alma mater di Oxford – come scritto nell’introduzione – ha descritto Priscilla come «una della generazione di donne che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha aperto la strada all’ingresso delle donne nelle professioni». In effetti, la stessa Priscilla era consapevole della sua posizione di unica figlia di Tolkien e sottolineò la «convinzione completa di suo padre nell’istruzione superiore per le ragazze». Disse: «Mai nella mia prima infanzia o da allora ho sentito che fosse fatta una differenza tra me e i miei fratelli, per quanto riguarda i nostri bisogni e le opportunità educative» (The J.R.R. Tolkien Encyclopedia: Scholarship and Critical Assessment). In un discorso del 1977, Priscilla approfondì il ruolo delle donne nelle storie di suo padre: «Come unica figlia di mio padre, sono stata cosciente nel corso degli anni di tutto ciò che è stato detto sulla posizione delle donne nelle sue storie». Riferendosi al Silmarillion, aggiunse che «le donne non appaiono in queste storie come semplici creature passive o domestiche e condividono il coraggio, le difficoltà fisiche e l’orgoglio degli uomini» (Amon Hen 29).
Il viaggio in Italia (1955)
Come non ricordare, il viaggio in Italia assieme a suo padre nell’estate del 1955, tra le meraviglie di Venezia e Assisi (di fianco una foto di padre Guglielmo Spirito tratta da Il Messaggero) che lasciarono a entrambi indelebili emozioni e ricordi. Il diario di viaggio che Tolkien tenne in occasione (conservato tra i Tolkien Papers alla Bodleian Library) venne intitolato dall’autore “Giornale d’Italia” (in italiano) di cui ampi stralci sono stati pubblicati nel 2016 in Tolkien e l’Italia di Oronzo Cilli. Il diario, come scrive Gabriele Marconi – «è una collezione di memorie che chiunque abbia visitato quei luoghi non può che riscoprire vicine alla propria, da scene di pittoresca e divertente esplorazione turistica. Tra le sue pagine lo si vede fiancheggiare i canali di Venezia, scendere e risalire le petrose scale di Assisi, affrettarsi alle stazioni solo per scoprire quanto già allora fosse inefficiente il servizio ferroviario locale, perdendo l’occasione di gettare lo sguardo su Milano e Firenze e venendo ripagato solo in parte dai paesaggi della penisola, gustare cene “magnifiche” nelle trattorie di Venezia – con tutta la sorpresa che un inglese poteva averne – e pasti decisamente più essenziali dalle Collatine di Assisi. Commuoversi per una celebrazione liturgica in forma cantata e infastidirsi per l’interminabile flusso di visitatori incuranti che la disturba, assistere a una rappresentazione del Rigoletto con i protagonisti della Fenice (dopo averlo quasi mancato) o destarsi la mattina col suono delle campane della patria francescana e veder sfilare le processioni per San Rufino in costumi medievali allo squillante suono di trombe. Nel tripudio del manierismo veneziano preferì Tintoretto a Tiziano e Giorgione, ma fu tra i mosaici bizantini della Basilica di Santa Maria Assunta di Torcello, in un angolo riparato da tramestio turistico, che Tolkien avvertì per la prima volta di essere legato all’Italia fin nelle proprie radici». Nella lettera del 15 agosto 1955, scrisse: «… per la prima volta ebbi la sensazione che mi tormentò per il resto del mio breve viaggio in Italia: di essere giunto nel cuore della Cristianità; un esule che ritorna a casa dai confini e dalle province più remote, o almeno giunge alla casa dei suoi padri. Questo aveva poco a che fare con l’arte o la bellezza formale. Trascurata o rotta, adorna o celata […] percepii un curioso bagliore di una vita latente e di Carità…». Un pellegrino, anziché un turista, che pochi giorni dopo calca le orme di San Francesco e Santa Chiara. Ad accompagnarlo in questo “ritorno a casa” c’era appunto Priscilla e, per parte del suo soggiorno a Venezia, anche il figlio Christopher e la sua prima moglie Faith. Proprio a Christopher si rivolse a conclusione del suo viaggio per confessare la seconda origine dell’affetto per l’Italia: «Sono innamorato dell’italiano, e mi sento abbandonato senza la possibilità di cercare di parlarlo! Dobbiamo continuare a studiarlo».
Conservare l’eredità
Mentre suo padre era ancora in vita, Priscilla fu spesso accanto a lui. Lo accompagnò nel 1972 quando fu nominato CBE dalla regina Elisabetta II (qui a fianco). Ed era anche con lui quando ricevette il suo ultimo onore pubblico a Edimburgo nel 1973. Ma il ruolo di Priscilla nel sostenere l’eredità di suo padre è diventato molto più attivo dopo la sua morte. Riconoscendo il valore di ciò che aveva lasciato, Priscilla aiutò a smistare le carte di suo padre e ad organizzare la loro conservazione presso la Bodleian Library di Oxford. Divenne anche l’archivista fotografica della famiglia, un progetto che la portò a pubblicare The Tolkien Family Album nel 1992 con suo fratello John, come scritto. Lavorò anche a stretto contatto con Humphrey Carpenter mentre questi scriveva la biografia autorizzata di JRR Tolkien. Carpenter disse ai lettori del libro: «Spero che darai almeno tanto credito, se non di più, che a me, a Priscilla e ai suoi fratelli» (Mallorn 10).
Priscilla mostrò una certa lungimiranza sostenendo fin da subito gli adattamenti del lavoro di Tolkien, incontrando Ralph Bakshi, che diresse il film d’animazione del 1978 de Il Signore degli Anelli. Bakshi ha ricordato di essere stato «portato da Priscilla a una mostra a Oxford dei disegni personali di J.R.R. Tolkien dal Signore degli Anelli». Ricorda che lei lo avvertì: «Non importa quello che fai, il dieci per cento di tutti i fan di Tolkien non piacerà il modo in cui disegni i personaggi», dimostrando una profonda visione delle richieste e delle passioni dei fan di Tolkien. Anche se, come ha notato Bakshi, «il dieci per cento è stata una previsione ottimistica» (Amon Hen 38).
Uno dei più grandi contributi di Priscilla alla conservazione del lavoro di suo padre, fu l’impegno che ebbe con la Tolkien Society, l’organizzazione dedita alla promozione della vita e delle opere di J.R.R. Tolkien che è la “madre” dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. Mentre suo fratello Christopher, noto ai lettori come curatore delle opere postume di Tolkien, visse in Francia per la maggior parte della sua vita, Priscilla rimase a Oxford e si impegnò con la comunità degli appassionati. Christopher poté partecipare solo a un evento della Tolkien Society durante la sua vita: la Conferenza del Centenario del 1992. Priscilla, d’altra parte, fu una presenza annuale della Tolkien Society ed divenne particolarmente nota per aver ospitato generosamente gli appassionati a casa sua (Amon Hen 281).
In un evento della Tolkien Society del 1976, Priscilla si paragonò allo Hobbit più famoso di suo padre: «Forse ho alcune cose in comune con Bilbo, dopotutto ho sangue Hobbit in me», disse. «[Ma] posso affrettarmi ad aggiungere che sono assolutamente felice che siano 25, 30 o 35 ospiti a varcare la soglia della mia porta, e se a volte sembro un po’ agitata, posso assicurarvi che c’è sempre il plumcake nella dispensa» (Mallorn 10).
In riconoscimento del suo impegno con la Tolkien Society, Priscilla è stata nominata vicepresidente dell’organizzazione nel 1986, posizione che ha ricoperto fino alla sua morte. Il suo coinvolgimento decennale con la Tolkien Society significava che «nessuno conosceva meglio i membri della Society e gli appassionati di Tolkien», come ha detto il presidente della Tolkien Society Shaun Gunner dopo la morte di Priscilla.
Gli ultimi anni di Priscilla
Priscilla è rimasta attiva nel suo ruolo di conservare l’eredità di suo padre anche negli ultimi anni, tenendo il discorso di apertura alla conferenza della Tolkien Society in onore del 50° anniversario de Il Signore degli Anelli nel 2005. Priscilla ha anche svolto un ruolo di primo piano come parte della Tolkien Estate e della Tolkien Trust – organizzazioni create per proteggere le opere di J.R.R. Tolkien e distribuire parte del ricavato a enti di beneficenza. Durante questi anni pubblicò anche uno scritto estraneo al lavoro del padre: contribuì infatti a Oxford: One City, Many Voices, un libro che presenta riflessioni sulla vita a Oxford da parte di numerosi scrittori importanti, tra cui Philip Pullman.
Uno dei ruoli più recenti di Priscilla nel preservare l’eredità di suo padre è giunto attraverso lo sviluppo della mostra Maker of Middle-earth nel 2018. Questa mostra ha esplorato il lavoro di Tolkien come artista, poeta, linguista, autore e accademico, fornendo anche alcuni rari spunti sulla sua vita privata. Priscilla ha partecipato all’inaugurazione della mostra a Oxford; in seguito la mostra si è trasferita alla Morgan Library di New York e – ampliandosi notevolmente – alla Biblioteca Nazionale di Parigi. Priscilla ha anche firmato tutte le copie del catalogo dell’edizione da collezione della mostra, che è ancora disponibile per la vendita presso il negozio della Bodleian Library di Oxford.
L’ultimo contributo di Priscilla all’eredità di Tolkien dovrebbe essere pubblicato a giugno 202 sotto forma di The Great Tales Never End, una raccolta di saggi in memoria di suo fratello Christopher. Il comunicato stampa di questo volume indica che Priscilla fornirà «reminiscenze familiari» che potrebbero offrire ai lettori alcuni spunti affascinanti sulla ritrosia di Christopher nel pubblicizzare il suo ruolo di curatore di così tante opere postume di Tolkien.
L’ultima di una generazione
Con la morte di Priscilla il 28 febbraio 2022, sembra di passare da un’epoca all’altra, poiché uno degli ultimi collegamenti diretti rimasti con J.R.R. Tolkien è salpato verso Occidente. Sebbene Christopher rimarrà il più noto dei figli di Tolkien, a causa dei suoi instancabili sforzi per portare alla pubblicazione le opere incompiute di suo padre, Priscilla ha svolto un ruolo fondamentale nel preservare la sua eredità con rispetto e dignità.
Vivere all’ombra di un padre famoso può essere difficile. Ma Priscilla parlava sempre del lavoro di suo padre con piacere e orgoglio. A un evento della Tolkien Society ha disse: «Sono profondamente commossa dal fatto che la memoria di mio padre sia onorata […]. Non solo in una splendida occasione come questa, ma in tutti i giorni intermedi in cui non ci vediamo. Il fatto che vi incontriate e discutiate delle sue opere, e il fatto che siate tutti profondamente toccati dalle sue opere, è per me un enorme conforto». (Mallorn 10)
Nello stesso discorso, ha anche sottolineato il titolo La Compagnia dell’Anello e quanto l’idea di amicizia fosse appropriata per suo padre e per organizzazioni come la Tolkien Society. Con la morte di Priscilla, potrebbe sembrare che l’ultima parte di una comunione originale sia stata interrotta. Ma i lettori possono rendere onore alla sua memoria continuando a preservare e ad amare quella comunione che tutti condividiamo nella nostra passione per le opere di J.R.R. Tolkien, oggi e per le generazioni future.
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