The Rings of Power: parlano gli showrunner

In attesa dell’arrivo del primo trailer ufficiale di The Rings of Power, previsto entro giugno, la campagna promozionale di Amazon è entrata nel vivo: di recente sono state rilasciate due immagini ufficiali riguardanti Bronwyn, la donna dell’Harad interpretata da Nazanin Boniadi, e il figlio, di cui conosciamo il diminutivo “Theo”, che ha il volto dell’attore esordiente Tyroe Mujahiddin. Lo scorso febbraio, si è avuta una prima ondata di contenuti con un teaser di 60 secondi, ben 23 poster con molti dei personaggi della serie e un title teaser che aveva lasciato tutti a bocca aperta per la cura e la realizzazione originale. Amazon Prime Video sta lanciando la serie tv Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere con il budget più grande di tutti i tempi: circa 250 milioni di dollari per i soli diritti e oltre 500 a stagione. Si tratta di una media di 57 milioni di dollari per singolo episodio, ma il budget complessivo della prima stagione include la costruzione di numerosi set che verranno utilizzati  anche nelle stagioni successive. Investendo una cifra del genere, si può immaginare la volontà di sviluppare un franchise esclusivo, con l’arrivo di spin-off, prequel e altre serie derivate che potrebbero completare questa stagione, la prima di cinque previste, che uscirà il 2 settembre 2022.

Nuova intervista a JD Payne e Patrick McKay

Già a febbraio in un’intervista, JD Payne e Patrick McKay, creatori della serie tv Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere avevano rivelato quali libri di J.R.R. Tolkien sono stati concessi in licenza per l’adattamento televisivo. Sul sito degli Amazon Studios è ora stata rilasciata una nuova breve intervista ai due sceneggiatori che illumina sui criteri con i quali si sono mossi nell’affrontare la vasta e incompiuta materia della Seconda Era. I due, infatti, sostengono che «Il lavoro di Tolkien ha giustamente tra i suoi pari le voci più forti di tutta la letteratura inglese: Milton per la sua ampiezza, Wordsworth per la sua bellezza, e Shakespeare per la sua profondità. Nell’avvicinarci al suo legendarium, cerchiamo di essere ispirati dallo stesso spirito che lo ha ispirato, adattando con riverenza ove possibile, inventando rispettosamente ove appropriato, tutto per dare vita a una delle storie più grandiose e fondamentali di tutta la Terra di Mezzo». Questa breve dichiarazione contiene due punti importanti: gli sceneggiatori, com’è normale per una produzione che deve adattare al linguaggio cinematografico un testo scritto, rivendicano la liceità di adattare, ma sottolineano che sarà fatto con rispetto dove possibile, cioè nelle situazioni che non vadano a creare incoerenze testuali e cronologiche con il Legendarium; ancora più importante è la frase successiva, che annuncia la necessaria invenzione attorno alle “lacune” lasciate dal Professore per quanto riguarda la Seconda Era, ma un’invenzione che sarà caratterizzata dall’essere appropriata, cioè dalla plausibilità con quanto Tolkien stesso ha scritto. Questo non fa che confermare l’intervista di tre anni fa di Tom Shippey con la Tolkien Society tedesca, la quale aveva chiaramente già delineato i criteri dell’adattamento. Sono parole importanti, quelle dei due sceneggiatori, che, se confermate dai fatti, potranno portare ad un adattamento di qualità.

Le richieste di Christopher Tolkien ad Amazon?

Qualche giorno fa, il noto canale informativo Fellowship of Fans ha rivelato come, al contrario di quello che era stato sempre detto, l’accordo tra Amazon e la Tolkien Estate per la produzione della serie è avvenuto quando il terzogenito di Tolkien era ancora vivo. Seconda questa notizia, non ancora confermata ufficialmente, Christopher avrebbe rivolto agli sceneggiatori tre precise richieste:

1. Se un personaggio muore nella Seconda Era, il suo destino non può essere alterato
2. Se un personaggio non muore nella Seconda Era e ha un ruolo importante nella Terza- per esempio, Cìrdan- non può essere ucciso nel corso della Seconda
3. I dialoghi di alcuni personaggi del Signore degli Anelli, nei film di Jackson, sono stati attribuiti ad altri personaggi: Christopher pare abbia chiesto con fermezza di non utilizzare lo stesso metodo e di attribuire i dialoghi giusti ai personaggi che effettivamente dicono quelle frasi

Si ribadisce che questa notizia è ancora un “leak” rilasciato solo da Fellowship e non è stato confermato né da Amazon né dalla Tolkien Estate; ma, se trovasse conferma, sarebbe molto importante e potrebbe dare un’idea differente riguardo al trattamento che la materia del Legendarium avrà, da parte di Amazon: dall’intervista a Vanity Fair si sa che gli sceneggiatori hanno riservato parecchia attenzione ai dialoghi – nell’occasione, hanno detto di essersi ispirati a certi passi della Bibbia – e la terza presunta richiesta di Christopher sembra andare proprio in quella direzione. Non ci resta che attendere conferme ufficiali, che avremo cura di riferirvi!

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