Il Silmarillion, scoperto un manoscritto inedito

Asta Heritage Auctions È stato ritrovato un importante manoscritto di Tolkien, di cui si sapeva pochissimo e i cui contenuti erano solo stati descritti in maniera sommaria. E un grosso contributo al ritrovamento è stato dato anche dall’AIST. Il manoscritto ha il titolo di Concerning … ‘The Hoard’, era stato visto solo per un’asta negli anni Ottanta, e che potrebbe cambiare la visione che si ha di un capitolo del Silmarillion e del popolo dei Nani della Terra di Mezzo. Ma è meglio cominciare dal principio!

La composizione de Il Silmarillion

Copertina del SilmarillionAlla morte di J.R.R. Tolkien, il figlio Christopher si prese la responsabilità di proseguirne l’opera, giungendo a pubblicare nel 1977 la sua grande incompiuta, Il Silmarillion. Già dall’inizio aveva dovuto mettere in fila l’immensa mole di manoscritti inediti, cercando una coerenza quasi impossibile da raggiungere. Ma già all’epoca, Christopher era consapevole di quale tipo di operazione stava facendo e in maniera intellettualmente onesta, così scrisse nell’introduzione al Silmarillion: «… Mi è risultato evidente che lo sforzo inteso a presentare, in un unico volume, materiali così disparati – di offrire Il Silmarillion quale è in realtà, un atto di creazione continua, la cui evoluzione è durata oltre mezzo secolo — non avrebbe che ingenerato confusione, obnubilando quanto vi è di essenziale. Ragion per cui mi sono accinto a elaborare un testo unico, scegliendo e ordinando i materiali in modo tale da attribuire loro l’aspetto di una narrazione più coerente e priva di contraddizioni…». E poi ancora: «Il lettore non si aspetti di trovare un’assoluta coerenza (né nell’ambito del Il Silmarillion stesso, né tra questo e altri scritti di mio padre dati alle stampe), che del resto potrebbe essere raggiunta, semmai, soltanto a prezzo assai caro e oltretutto inutile».
Fu un lavoro notevole realizzato in pochi anni (1973-77) e il risultato è stato dare ai lettori la terza grande opera di Tolkien, quella che è alla base delle altre due e si pone come sfondo mitologico ed epico di tutta la Terra di Mezzo. Il volume è ottimo, ma già da tempo la critica accademica ha mostrato quanto Il Silmarillion in realtà sia in gran parte frutto di scelte fatte dallo stesso Christopher: tagli pesanti di personaggi (specie delle figure femminili), delle titolazioni dei capitoli, degli annali, e esclusione di intere parti che invece dovevano far parte (secondo Tolkien) de Il Silmarillion (la storia-cornice del marinaio Eriol, la storia di Earendil, un finale troppo frettoloso e senza la Dagor Dagorath). Infatti, salvo qualche accenno qua e là, Christopher per lo più non mostra il passaggio finale: la sua creazione effettiva dell’opera pubblicata, con l’assistenza di Guy Gavriel Kay (che allora era uno studente laureato, ma sarebbe poi diventato un autore fantasy di successo a pieno titolo). Lo stesso Christopher ammette il suo errore: «L’opera pubblicata non ha “cornice”, né suggerimenti sulla propria natura e su come sia venuta a crearsi (entro il mondo immaginato). Ora penso che questo sia stato un errore» (Il libro dei Racconti perduti, Vol.1, p.11).
Quindi, come spiega Christopher nella Prefazione a The War of Jewels [WotJ] (il secondo dei due volumi della Storia della Terra di Mezzo che copre il “Silmarillion successivo”), «l’opera pubblicata non è comunque un completamento, ma una costruzione concepita con i materiali esistenti. Nuovi materiali sono ora messi a disposizione […] e con essi diventa possibile una critica al Silmarillion “costruito”» (WotJ X).
Molte delle differenze tra Il Silmarillion rielaborato da Christopher e la History non sarebbero esistite se – afferma Christopher – egli fosse venuto prima a conoscenza dell’esistenza di questi scritti.

Il manoscritto ritrovato

Ted_Nasmith_-_The_NauglamirIn uno dei capitoli finali del Quenta Silmarillion, il XX “Della rovina del Doriath”, non più toccato dall’inizio degli anni ’30, Christopher dovette costruire una narrazione praticamente partendo da zero (The War of Jewels, parte 3, cap. 5 “Il racconto degli anni”). È a questo livello che si può ora contestualizzare la scoperta del manoscritto Concerning … ‘The Hoard’ che tratta proprio degli argomenti della rovina del Doriath. Si tratta di un manoscritto di J.R.R. Tolkien, allegato da lui in una lettera a Eileen Elgar del 1964 (insieme alla tabella Kinship of the Half-elven). Il manoscritto, composto da nove pagine, fornisce uno schema de Il Silmarillion collegandolo alla sua poesia ‘The Hoard’ (Il Tesoro). Tolkien aveva risposto a una missiva in cui Elgar aveva fatto diverse osservazioni sulla poesia, pubblicata ne Le Avventure di Tom Bombadil nel 1962. L’argomento della poesia è l’avidità: un vecchio tesoro elfico viene preso da un nano, un drago e un uomo. Ognuno di loro è consumato dall’avidità di possedere il tesoro finché a sua volta non viene ucciso e anche il proprietario successivo viene consumato dall’avidità finché non è ucciso a sua volta. La storia riecheggia eventi della Prima Era della Terra di Mezzo, in particolare la storia di Túrin Turambar, Glaurung e Mîm nel Nargothrond. Tolkien risponde nella lettera: «… ‘The Hoard’ pretende di raccontare in breve la storia di uno dei “tesoreggiamenti” della leggenda. […]». Infatti, il testo contiene diversi ammonimenti: «I Silmaril erano diventati per Fëanor, simboli e strumenti di potere: si definiva “Il Signore delle Luci”»; «i Figli dei Valar aiutati dai resti degli Elfi e dei Dúnedain (o Uomini dell’alleanza elfica), sconfissero il Signore Oscuro in quella che fu chiamata l’“Ultima battaglia”».
Presumibilmente Tolkien non fece una copia di questo manoscritto, e per il resto non lasciò traccia nelle sue carte per assistere Christopher nel suo lavoro su Il Silmarillion. L’esistenza stessa di questo manoscritto era sconosciuta almeno finché un suo estratto non è apparso in Sotheby’s English Literature and English History, il 6-7 dicembre 1984. Le uniche informazioni disponibili erano quelle disponibili sul catalogo e riprodotte su Beyond Bree nel maggio 1985 : il manoscritto era stato venduto per circa duemila sterline a un non meglio identificato “Chris J Sawyer”, presumibilmente un libraio. Scrivendo del manoscritto, Wayne G. Hammond e Christina Scull avevano commentato che quest’ultima esaminò il manoscritto in uno dei giorni di visione prima dell’asta da Sotheby’s, e scoprì che «fornisce qualche indicazione dei pensieri attuali di Tolkien su alcune parti del Silmarillion». Aveva appena letto The Book of Lost Tales, Part Two (pubblicato il 16 agosto 1984) e l’aveva recensito per Beyond Bree, quindi quel testo le era ben presente; e in relazione a esso, aveva notato gli sviluppi di Tolkien dai Racconti Perduti così come le differenze dal Silmarillion pubblicato. Per quanto riguarda la rovina del Doriath, la storia raccontata nel manoscritto del 1964 è in realtà più vicina alla Quenta Noldorinwa (non pubblicata fino al 1986) che a quella The Nauglafring in The Book of Lost Tales, ma differisce per alcuni aspetti da qualsiasi versione pubblicata: ad esempio, prima di iniziare a lavorare sul tesoro, i Nani accettano il pagamento di un decimo dei metalli grezzi. Thingol, tuttavia, è ancora ucciso fuori Menegroth, con Tolkien che fornisce due possibili ragioni per cui i Nani sono stati in grado di passare la Cintura di Melian.
NauglamirChristopher Tolkien nei “Vagabondaggi di Húrin”, scritto della fine degli anni ’50 e uno dei capitoli più interessanti della “Guerra dei Gioielli” e di tutta la Storia della Terra di Mezzo, scriveva: «Mio padre non tornò mai più a raccontare gli ulteriori vagabondaggi di Húrin. Siamo arrivati qui al punto più lontano della narrazione dei Giorni Antichi che raggiunse con il suo lavoro sul Silmarillion, a seguito della Seconda Guerra Mondiale e de Il Signore degli Anelli». «Per la storia della Nauglamir e la distruzione del Doriath, la caduta di Gondolin e l’attacco ai Rifugi, dobbiamo tornare a più di un quarto di secolo prima alla Quenta Noldorinwa o prima». Nel 1990 Christopher era quindi convinto nessuno scritto del padre successivo alla Quenta Noldorinwa, scritta negli anni 30, raccontasse la storia di come la collana dei Nani e la maledizione del drago, portarono alla Caduta del Doriath.

Un cambio di prospettiva

Con le poche informazioni dell’asta del 1984, durante le vacanze di Natale 2021, un socio AIST – Valerio Merenda – si è messo alla ricerca di Chris J. Sawyer per poi scoprire che si trattava del proprietario della libreria antiquaria Chas J Sawyer, che nel 1984 era a Londra e si trasferì nel Kent, nel 1986. Qualche mese dopo, a febbraio 2022, queste ricerche lo hanno portato a contattare la biblioteca Grolier Club’s librarian che gentilmente ha fornito i registri di vendita della libreria antiquaria e a sorpresa si è potuto sapere per certo che il manoscritto era stato acquistato da una famosa libreria antiquaria di Santa Barbara: Maurice F. Neville – Rare Books. Purtroppo Maurice F. Neville chiuse nel 1987 e la maggior parte dei suoi libri fu messa all’asta negli anni proprio da Sotheby’s. Grazie all’aiuto di Jeremy Edmonds di TolkienGuide e poi anche Pieter Collier, si è riusciti a contattare lo stesso Neville, che ha rivelato di aver comprato il manoscritto per un cliente privato. Sempre a febbraio Collier è riuscito a contattare l’acquirente (che sfortunatamente è poi morto un paio di settimane dopo). Collier stava per acquistare il documento, ma esso fa parte di un fondo e con la sua morte, questa eredità è finita direttamente all’asta. I legali della famiglia si sono rifiutati di toglierlo dal fondo che alla fine andrà in vendita su Heritage Auctions, che ha deciso, per la felicità di tutti i lettori del professore, di rendere disponibile le scansioni ad alta risoluzione di questo manoscritto in rete.
AuthorIl ritrovamento di questo splendido manoscritto è fondamentale perché se Christopher lo avesse avuto in mano durante la stesura de Il Silmarillion, avrebbe modificato radicalmente il capitolo “Sulla Caduta del Doriath”. Questo capitolo, come ci mostra in modo dettagliato Arda Reconstructed, è quello che si discosta maggiormente dai manoscritti originali di Tolkien (per ragioni all’epoca validissime). Lo stesso Christopher ne spiega i motivi in The War of Jewels: «Questa storia non è stata concepita alla leggera o facilmente, ma è stato il risultato di una lunga sperimentazione tra concezioni alternative. In questo lavoro Guy Kay ha avuto un ruolo importante e il capitolo che ho finalmente scritto deve molto alle mie discussioni con lui. È, ed era, ovvio che si stava compiendo un passo di un ordine diverso da qualsiasi altra “manipolazione” della scrittura di mio padre nel corso del libro… Sembrava a quel tempo che ci fossero elementi inerenti alla storia della Rovina del Doriath così com’era che erano radicalmente incompatibili con Il Silmarillion come previsto, e che qui ci fosse una scelta inevitabile: o abbandonare quella concezione oppure alterare la storia. Penso ora che questa fosse una visione errata, e che le indubbie difficoltà avrebbero potuto, e avrebbero dovuto essere, superate senza oltrepassare così tanto i limiti della funzione editoriale».
E ancora successivamente: «Nel Silmarillion pubblicato ho escluso La storia dei briganti e del Tesoro del drago… Inserirla, come mi sembrava, avrebbe comportato una riduzione enorme, anzi un’intera rivisitazione di un genere che non volevo intraprendere; e poiché la storia è intricata, temevo che ciò avrebbe prodotto un fitto groviglio di affermazioni narrative senza tutte le sottigliezze, e soprattutto che avrebbe sminuito la spaventosa figura del vecchio, il grande eroe, Thalion l’Incrollabile, portando ancora più lontano gli scopi di Morgoth, come era destinato a fare. Ma mi sembra ora, molti anni dopo, un’eccessiva manomissione del pensiero e delle intenzioni effettive di mio padre: sollevando così la questione se si sarebbe dovuto intraprendere il tentativo di fare un Silmarillion “unificato”».
La storia degli anni ’30, così come concepita da Tolkien non dava alcuna giustificazione sul come l’esercito dei Nani avesse potuto superare la cintura di Melian. La soluzione scelta da Christopher fu quella di abbandonare la versione del tesoro maledetto portato dai fuorilegge nel Doriath e di semplificarla facendo portare da Hùrin una collana forgiata per Finrod Felagund, facendo morire Thingol da solo ucciso dai Nani incaricati di unire la collana al Silmaril e facendo arrivare l’esercito dei Nani solo successivamente.
La storia raccontataci da Tolkien in Concerning … ‘The Hoard’ è molto più vicina a quella degli anni 30, ma ci fornisce un motivo molto semplice per il non funzionamento della Cintura: «Tornati nelle loro roccaforti sulle montagne, complottarono vendetta, e non molto tempo dopo scesero con un grande esercito e invasero il Doriath. Questo prima era stato impossibile, a causa della Cintura di Melian, un recinto invisibile mantenuto dal suo potere e dalla sua volontà, attraverso il quale nessuno con intenzioni malevoli sarebbe potuto passare. Ma o questo recinto era stato derubato del suo potere dal male interiore, o Melian lo aveva rimosso per il dolore e l’orrore per le azioni che erano state compiute. L’esercito dei Nani entrò nel Doriath e la maggior parte dei guerrieri di Thingol morirono. Le sue sale furono violate e lui stesso ucciso».
Tutto questo Christopher non poteva sapere nel ’77, ma se avesse avuto il documento avrebbe cambiato un intero capitolo del Silmarillion
Quindi, se si avesse avuta traccia molto prima di Concerning … ‘The Hoard’, l’unico errore dichiarato come tale da Christopher nel Silmarillion sarebbe stato corretto e ci sarebbero state frasi come questa: «A difesa dell’onestà dei Nani, tuttavia, si può dire che nulla fu sottratto da tutti i suoi tesori tranne il tesoro di Nargothrond».
Per la cronaca, l’asta si svolgerà a Dallas il 16 luglio presso Heritage Auctions e la base da cui si parte per le offerte è di 15mila dollari. Il lotto include la rara tabella genealogica intitolata “La parentela dei mezzelfi” (Kinship of the Half-elven), la lettera firmata alla signora Eileen Elgar nella trasmissione del manoscritto, e il manoscritto stesso. [Aggiornamento: l’intero lotto è stato poi comprato da un privato anonimo per 150mila dollari il 16 luglio 2022].

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ARTICOLI PRECEDENTI
– Il Libro di Mazarbul svela nuovi segreti
– Saggi AIST: le fonti per fare ricerca su Tolkien
– Come Il Signore degli Anelli non fu pubblicato nel 1962

LINK ESTERNI

– Vai al sito dell’asta su Heritage Auctions

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13 Comments to “Il Silmarillion, scoperto un manoscritto inedito”

  1. Jan ha detto:

    is it possible to read this in English? Thank you!

  2. Jacopo P ha detto:

    Interessantissimo! Ho provato a leggere il testo dalle scansioni ma interpreto con difficoltà la calligrafia di JRRT (spero che qualche amico inglese lo trasponga in caratteri moderni). Stupendo l’albero genealogico dei mezzelfi!

  3. Giacomo B. ha detto:

    A un certo punto, nel punto più interessante (forse) del manoscritto, si legge (penso):

    Dominated by his will and by fear of him they brought this treasure to Doriath, and there Húrin cast it before the feet of King Thingol in a proud gesture of scorn, saying that the ‘Lord of the House of Hador’ (Húrin) would not be beholden to an elf-king for the fostering of his son, nor the harbouring of his wife and daughter. “Here is your foe! More than enough, maybe, [???]; but hold me now out of your debt and friendship!”

    Non riesco assolutamente a decifrare la parte che ho indicato con [???]. Si potrebbe sapere cosa c’è scritto?

    • Roberto Arduini ha detto:

      Ecco la trascrizione corretta:
      «Dominated by his will and by fear of him they brought this treasure to Doriath, and there Hùrin cast it before the feet of Thingol in a proud gesture of scorn, saying that as the ‘Lord of the House of Hador’ (Hùrin) vowed not be beholden to an elf-king for the fostering of his son, nor the harbouring of his wife and daughter, “Here is your fee! More than enough, maybe, for having so meanly performed; but hold me now out of your debt and friendship!”».

      Un saluto
      Roberto

      • Giacomo B ha detto:

        Grazie mille, beh avendo anche interpretato male ‘fee’ non ne trovavo il senso. Dal confronto con il capitolo 22 del Silmarillion è impressionante scoprire quanto fosse ‘in realtà’ incattivito Hurin nei confronti degli Elfi e di Thingol in particolare.

        Uscirà una trascrizione completa?

        • Roberto Arduini ha detto:

          Caro Giacomo,
          molto dipenderà da chi sarà il nuovo proprietario del manoscritto e cosa vorrà farci. A noi gradirebbe molto la sua pubblicazione sui Tolkien Studies!
          Un saluto
          Roberto

  4. Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

    Che stupenda scoperta! Ho anch’io provato a leggere il testo dalle scansioni fatte ma interpreto con grande difficoltà la calligrafia del Professore(spero che qualcuno lo transcriva in caratteri moderni inglesi per leggerlo meglio)

  5. Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

    Che stupenda scoperta!
    spero che qualcuno lo transcriva in caratteri moderni inglesi per leggerlo meglio. Poiché non si capisce molto.

  6. Savio Sacconi ha detto:

    Qualcuno può trascrivere in caratteri moderni inglesi il testo ovvero le 9 pagine per leggerlo meglio. Poiché non si capisce niente.

  7. Mykhailo ha detto:

    Thanks a lot! It’s simply fantastic in every sense of the word.

    Is it possible to link the high-resolution image of “Lettera-Concerning02”? Now the photo is too small and blurry.

  8. Sandro Sacchetti ha detto:

    Interessantissimo questo manoscritto! In questo manoscritto ci sono tante osservazioni sulla poesia ‘The Hoard’ pretende di raccontare in breve la storia di uno dei “tesoreggiamenti” della leggenda.
    Dopo queste osservazioni del manoscritto come tradurreste voi per tradurre in italiano fedele il senso originale della poesia ‘The Hoard’ in equiritmica, rimata, cantabile?

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