L’AIST è un’associazione culturale, ma soprattutto un gruppo allargato di amici e conoscenti che si dedica a studiare le opere di J.R.R. Tolkien e tutte le opere derivate. Un po’ come il gruppo degli Inklings di cui lo stesso professore faceva parte o, ancor meglio, il gruppo dei TCBS, gli amici dell’università con cui Tolkien condivise sogni e passioni, letture di racconti e poesie, e purtroppo anche vicende drammatiche come la Prima Guerra Mondiale.
Dal 2014, al piacere dello studio si è aggiunto il piacere di vedersi periodicamente alla Tana del Drago a Dozza (Bologna), in occasione della manifestazione Fantastika o per altre attività culturali, artistiche o anche semplicemente ludiche, perché non c’è nulla di più appagante che condividere una propria passione con gli altri. Negli ultimi anni, invece, l’Associazione è stata vista da alcuni quasi come una sorta di Ministero della Pubblica Istruzione, cioè un ente pubblico e lontanissimo dalla vita quotidiana dei singoli, oppure ancor peggio come una fondazione statale, un partito politico, una squadra di calcio o ancora una setta religiosa. No, i nostri Soci non devono fare nessun giuramento, patto di sangue, digiuno preventivo o iter burocratico annuale. Non devono passare attraverso nessuna cerimonia, iniziazione o firmare contratti di esclusiva ideologica o seguire un codice di condotta deontologica, che non sia quello che la Repubblica Italiana prevede per qualsiasi cittadino.
Ogni Socio è responsabile delle sue azioni e dichiarazioni e l’Associazione non ne è responsabile.
Questo concetto così pacifico sembra non applicarsi al mondo degli appassionati tolkieniani, che già
alcune volte in passato hanno trovato opportuno attaccare l’AIST per qualsiasi frase detta o scritta di volta in volta da un singolo Socio. Ora un episodio analogo è tornato a verificarsi nell’ambito della proficua e positiva collaborazione con il canale YouTube Valinor – il portale della Terra di Mezzo. La vicenda ha portato all’interruzione della collaborazione, pur nella consapevolezza di un reciproco danno nei confronti di un’esperienza che aveva portato benefici a tanti utenti, che avevano avuto modo di avere contenuti dedicati alle opere di Tolkien, ma anche a tutto il mondo che gira intorno al Professore di Oxford.
L’Associazione Italiana Studi Tolkieniani rimarca che ogni socio è libero, come lo è sempre stato in
passato, di partecipare a qualunque iniziativa culturale, fisica o digitale che sia, portando le proprie idee e le proprie riflessioni a proprio nome e assumendosene la responsabilità.
L’Associazione vuole altresì ribadire che non si è disinteressata alla questione, ma si è attivata
subito, nei tempi e modi necessari a fare una riunione per un fatto che si è svolto in 48 ore circa.
L’Associazione vuole anche fortemente smentire il fatto che abbia scritto TUTTI i testi per i video
del canale – al massimo sono stati 8 circa su un totale di oltre 112 video + la partecipazione a circa 43 live su 54 svolte – e inoltre che TUTTE le idee del canale provenissero dall’AIST. La collaborazione è sempre stata su un piano paritario e di reciproca stima.
L’Associazione, infine, non ha mai ricevuto né ottenuto alcun «vantaggio economico» dalla
partecipazione al canale Valinor.
Nel prendere atto dell’interruzione della collaborazione con il canale Valinor, l’Associazione vuole
sentitamente ringraziare Frank e tutti i soci AIST che hanno con competenza, passione ed energia
contribuito ai contenuti del canale, che hanno permesso all’AIST di essere maggiormente conosciuta
e al canale YouTube di passare dai 30mila agli attuali quasi 45mila iscritti.
Confidando in tempi migliori, l’Associazione auspica che già da ora i lettori e gli appassionati dei libri di Tolkien, dei film di Peter Jackson e della nuova serie tv di Amazon Prime possano godere della passione che li accomuna in maniera serena e amichevole.
Il Consiglio Direttivo dell’AIST