Esce il 22 novembre per Mondadori Electa Il grande libro di J.R.R. Tolkien. Guida alla Terra di Mezzo e dintorni: storia, luoghi, personaggi, traduzione della terza edizione di The Complete Tolkien Companion di James Edward Anthony Tyler (1943-2006), autore e studioso tolkieniano britannico. Il libro è stato uno dei più venduti su Tolkien, inserito nel 1977 nella Top Ten del New York Times, rivisto e aggiornato ben due volte come “The New Tolkien Companion” (1979) e “The Complete Tolkien Companion” (2002). Si tratta di una vera e propria enciclopedia di più di 600 pagine, ricche di nomi e riferimenti minuti a personaggi, luoghi, creature ed eventi (più o meno noti) della Terra di Mezzo, contenuti nelle principali opere del Professore, dallo Hobbit al Signore degli Anelli, dal Silmarillion alle Avventure di Tom Bombadil, di cui si analizzano le poesie e le voci più importanti. Il volume è stato tradotto e curato per l’edizione italiana dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, che ha selezionato un gruppo di lavoro formato da Lorenzo Pierangeli, Matteo Stefani e Tania Todeschi. Qui di seguito, una loro nota di traduzione.
Una piccola enciclopedia
Si può considerare una sfortuna che le opere “minori” siano state tralasciate in questa collezione altrimenti così completa, ma si capisce che l’obiettivo dell’autore fosse quello di riunire in un unico volume solamente il materiale strettamente riguardante la Terra di Mezzo, mentre quello relativo alla biografia di Tolkien o alle opere non ambientate nel mondo di Arda è stato tralasciato per ragioni di spazio e opportunità (il titolo italiano scelto dall’editore, infatti, rispecchia il contenuto del volume più che l’originale inglese). Il volume è raccomandabile ai lettori tolkieniani di ogni genere, ma in particolare può costituire un ottimo punto di riferimento per coloro che si accostano per la prima volta alla lettura delle tre opere maggiori del Professore, poiché permette di risalire e ricapitolare velocemente e agilmente le informazioni relative a personaggi, luoghi e argomenti che talvolta sono citati solo en passant nel corso della narrazione. E, vista la quantità di nomi che costellano la storia e la geografia della Terra di Mezzo, non è nemmeno escluso che anche i lettori più esperti potranno sorprendersi scoprendo nel volume di Tyler qualche riferimento sfuggito alla loro attenzione o che avevano dimenticato. Notazioni linguistiche e alfabetiche, computo dei giorni e dei mesi secondo le varie usanze dei popoli di Arda, descrizione dei fatti storici e degli elementi geografici, approfondimenti su personaggi principali e secondari: il lavoro di Tyler propone traiettorie di lettura e consultazione che rispondono ai gusti e alle necessità di qualsiasi tipo di appassionato.
La pubblicazione di questo volume è stata decisa in autonomia dall’editore, che si è poi rivolto all’Associazione Italiana Studi Tolkieniani per una traduzione che fosse fedele alle edizioni italiane delle opere tolkieniane, quando presenti, e per avere un riferimento sulla correttezza delle informazioni riportate nel compendio. Infatti, come è noto, nella nomenclatura tolkieniana italiana capita spesso che un termine non presenti una traduzione univoca – motivo di allegra disperazione per i traduttori, che si sono volenterosamente lanciati in rischiosi cimenti linguistici, sempre e comunque sottoposti al giudizio del foro presieduto dagli altri compagni di viaggio. La scelta dei testi di riferimento non poteva non ricadere sulle traduzioni italiane più recenti delle opere di Tolkien (in particolare, per quella del Signore degli Anelli, si è fatto riferimento alla versione di Ottavio Fatica), impiegate sistematicamente per la resa dei nomi propri, e talvolta anche per quelli comuni, che in italiano non sempre possono essere restituiti con le stesse sfumature di significato dell’originale inglese. Per la maggior parte dei casi, si è deciso di seguire le norme di redazione del testo stabilite nella versione originale, non solo per l’ovvio rispetto del lavoro di Tyler, ma anche per uniformare il testo in modo più semplice e rapido: la presenza di tre traduttori ha significato anzitutto cercare di seguire (e di darsi, quando necessario) regole comuni per evitare che ogni sezione venisse tradotta in modo profondamente diverso dalle altre. In altri occasioni sono state applicate regole che parevano più adatte alla natura del compendio (l’uso del corsivo e del maiuscoletto sono l’esempio più evidente), per non confondere il lettore con casi di omonimia o termini troppo simili tra loro, o ancora per indicare i rimandi a voci contenute nel volume stesso. Si è trattato dunque di un affiatato lavoro di team, seppure ognuno avesse la libertà di procedere con velocità e tempi diversi: il confronto costante è stato la chiave per una buona riuscita della traduzione. Nel corso dell’estate la discussione si è svolta con riunioni serali a distanza – lungo i lati del triangolo creatosi tra Trento, Torino e Rimini – inframmezzate da messaggi a ogni ora del giorno (e della notte), fino al momento del tanto atteso confronto finale con le rappresentanti di Mondadori, che hanno coinvolto i traduttori anche nella scelta della copertina e le cui opinioni sono state prese in considerazione al momento dell’assemblaggio definitivo del libro.
Più volte la traduzione ha permesso di scoprire definizioni o riferimenti errati, refusi e trascrizioni non corrette. Era proprio in quei momenti che sopraggiungeva la parte più esaltante di tutta la fatica traduttiva: un meticoloso lavoro di ricerca nel dedalo delle fonti tolkieniane, in italiano e in inglese, ma anche dei testi di studiosi di conclamata autorevolezza. Un grande aiuto ci è stato dato da Roberto Fontana, massimo calligrafo tolkieniano e membro dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, nel controllo della correttezza delle scritte in tengwar (e che ha concesso alla casa editrice l’utilizzo di trascrizioni di sua mano, per cui, dal punto di vista degli alfabeti elfici, l’edizione italiana è sicuramente superiore all’originale inglese!)
Tradurre Tolkien, seppur indirettamente attraverso Tyler, si è rivelato una vertigine e una prova. Una vertigine perché il volume di Tyler squaderna sotto gli occhi del lettore l’incredibile mole di personaggi e luoghi della storia di Arda: un vero miracolo dell’umana fantasia – commenta Tyler stesso nell’introduzione –, tanto che risulta difficile credere che siano frutto della mente creativa di un solo uomo e d’una sola vita! E infine la traduzione è stata anche una vera e propria prova, una quest, una ricerca della parola (e nella parola) giusta. Non risulta esagerato se si paragona il processo di traduzione di certe frasi ai sentieri della Vecchia Foresta: oscuro e (quasi) impossibile da sbrogliare. Una foresta di idee e congetture che tra l’intrico dei rami lasciava di volta in volta baluginare l’immagine del sentiero che avrebbe infine condotto alla dimora di Tom Bombadil!
Lorenzo Pierangeli, Matteo Stefani e Tania Todeschi
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