La Tolkien Estate, ente che tutela i diritti del famoso autore inglese, ha accusato l’autore Demetrious Polychron di aver scritto e venduto un sequel non autorizzato del Signore degli Anelli, in una causa per copyright intentata presso il tribunale federale di Los Angeles. Il romanzo si intitola The Felloship of the King ed è acquistabile sul sito della casa editrice (che sembra appartenere allo stesso autore) e in gran parte leggibile su Google Books. La causa è la reazione al fatto che lo stesso Polychron aveva intentato ad aprile una causa per copyright contro Jeff Bezos, Jennifer Salke, Simon Tolkien, Patrick McKay, John D Payne, Amazon Studios LLC, Amazon Content Services LLC, The Tolkien Estate, The Tolkien Estate Limited e The Tolkien Trust, sostenendo che tutti loro avevano violato i diritti d’autore del suo sequel dopo che Prime Video ha rilasciato la serie tv Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere.
Una controquerela
Secondo la denuncia presentata l’8 giugno 2023, la Tolkien Estate aveva appreso per la prima volta che Polychron stava vendendo il sequel intitolato The Fellowship of the King online nel marzo scorso e aveva in seguito inviato la consueta lettera di diffida. Tecnicamente, si tratta di una lettera di “cease-and-desist”, una diffida legale appunto usata nel campo giuridico anglosassone, con cui viene intimato di interrompere una certa attività poiché non si possiedono i diritti di utilizzare a fini commerciali il nome e le opere di Tolkien. Se questo non dovesse avvenire, allora si passerebbe dalla diffida alla causa legale con tanto di richiesta di risarcimento danni. Di solito, non si arriva mai al tribunale perché un singolo privato non si può sicuramente permettere di sostenere una causa contro una grande società. Polychron aveva scritto lettere al nipote di J.R.R. Tolkien, Simon (che tra l’altro nulla c’entra con la Tolkien Estate, essendo il figlio di primo letto di Christopher, in rotta con quest’ultimo da più di 20 anni e che vive negli Usa), per lanciare un sequel scritto della trilogia a partire dal 2017, anche se la Tolkien Estate gli aveva ribadito la sua politica di non autorizzare alcun scrittore a creare sequel. Per diversi giorni tra marzo e aprile, la Tolkien Estate ha tentato di programmare una chiamata con Polychron per risolvere la controversia – è riportato nella denuncia – ma lo scrittore ha continuamente rinviato l’appuntamento affermando di essere «costretto a letto» a causa di una grave malattia. «I querelanti sono stati quindi sorpresi di scoprire che, lo stesso giorno in cui l’imputato ha affermato di essere fisicamente incapace di tenere una corrispondenza, egli aveva effettivamente intentato una causa in questo tribunale distrettuale contro la Tolkien Estate e altri», si può leggere nella denuncia. Secondo la Tolkien Estate, il romanzo di Polychron «incorpora una gamma sorprendentemente ampia di elementi protetti da copyright del canone di Tolkien». Tra questi ci sono 15 poesie o altri passaggi copiati alla lettera, centinaia di personaggi dell’originale e il riciclaggio dell’intera premessa della trama della trilogia. La denuncia cita numerose recensioni online del sequel che indicavano che i lettori erano consapevoli che si trattava di un’opera derivata non autorizzata. L’avvocato di Polychron non ha risposto a una richiesta di commento. Klaris Law PLLC rappresenta il Tolkien Trust. La causa è segnata preso il tribunale come The Tolkien Trust v. Polychron, CD Cal., No. 2:23-cv-04300, 6/1/23.
La querela precedente
La querela di Polychron risale al 14 aprile e giunge a chiedere 250 milioni di dollari per violazione di copyright, perché lo scrittore afferma di aver creato, scritto e pubblicato un libro “originale” (ovviamente “ispirato” ai lavori di Tolkien) intitolato The Fellowship of the King, pensato per essere il primo di una saga in sette libri intitolata The War of the Rings, con marchio registrato nel 2017. L’autore afferma di aver mandato, nel 2017, una lettera al nipote di Tolkien in cui spiegava il suo amore per i romanzi dello scrittore e informarlo del suo lavoro, chiedendogli di leggerlo ma senza ricevere alcuna risposta in cambio. Nel 2019, un suo avvocato ha contattato gli eredi di Tolkien, ma anche in quel caso non ha ricevuto alcuna risposta. A quel punto Polychron dice di aver poi consegnato personalmente una copia del manoscritto a Simon Tolkien «a casa sua» e ha fatto notare di aver incluso «il simbolo ©» sul manoscritto. Polychron non ha ottenuto risposta al manoscritto abbandonato, così ha scritto una lettera chiedendone la restituzione e informando Simon Tolkien che «avrebbe pubblicato The Fellowship of the King e gli altri sei libri della serie in maniera indipendentemente».
Ancora una volta senza ricevere risposta. Da quella copia, evidentemente secondo Polychron, gli showrunner avrebbero attinto a piene mani per la serie tv del 2022 ambientata nello stesso universo immaginario della trilogia originale. Quindi, riassumendo, lo scrittore avrebbe comunque pubblicato un romanzo con elementi coperti da copyright, registrando un suo apposito copyright per la sua opera, che avrebbe venduto indisturbato sul sito della casa editrice e su Amazon dal settembre 2022 – che è anche il momento in cui The Rings of Power ha iniziato la messa in onda. Poi ad aprile, per prevenire la causa della TE, ha lanciato una propria querela, in cui lamenta: «Questi personaggi e trame distinti e separati del tutto originali compongono fino a metà della serie di otto episodi rilasciata e pubblicata dai querelati. In molti casi, gli imputati hanno copiato il linguaggio esatto dal romanzo. In altri casi, gli imputati hanno copiato immagini che corrispondono alla copertina del libro e alle descrizioni create nel libro come scritto da Polychron». Vengono anche allegati molti documenti che riportano frasi, descrizioni e scene prese dalla serie tv e già presenti nel romanzo. Da qui la richiesta di risarcimento di 250 milioni di dollari, la cifra dell’accordo tra Amazon e Tolkien Estate. La causa è segnata preso il tribunale come Demetrious Polychron vs. Jeff Bezos et al, CD Cal., No. 2:23-cv-02831, 4/14/23.
Le conseguenze
Polychron sembra aver posto le basi per questa causa già diversi anni fa. In primo luogo, ha registrato il libro presso l’US Copyright Office nel 2017, che stabilisce quando il romanzo è stato completato e gli fornisce la base giuridica per intentare causa. Poi, lo scrittore ha tentato più volte un contatto con la Estate con documenti tracciati (le lettere, l’avvocato, il manoscritto e la richiesta di restituzione). Dopo aver annunciato a Simon Tolkien che avrebbe ufficialmente agito da solo, ha pubblicato il romanzo. Secondo il reclamo legale di Polychron, tutto questo unito alla documentazione sarebbe sufficiente per tenere testa alle grandi aziende coinvolte. Tuttavia sembra che le prove non reggano e l’unica vera azione legale a sua favore è il riconoscimento del copyright del suo romanzo. Da un lato però i nomi e le trame che cita come suoi appartengono in realtà a Tolkien, dall’altro soprattutto perché Amazon ha pagato i diritti dell’opera per realizzare la sua serie tv. Qualcosa che Polychron non ha fatto e che potrebbe ritorcersi contro di lui. Infine, se Polychron ha usato la causa solo per cercare di ottenere notorietà per il suo libro, la prima conseguenza è stata il ritiro del suo libro da Amazon. È difficile che la causa abbia successo, ma la controquerela della Tolkien Estate invece è probabile che venga vinta e potrebbe – come solitamente avviene – giungere a chiedere un risarcimento danni per l’immagine della stessa cifra da lui richiesta, cioè 250 milioni di dollari!
Un groviglio intorno a Tolkien
I diritti di proprietà intellettuale sono una cosa complicata: anche senza azioni legali da parte di scrittori di fanfiction, la situazione del copyright del Signore degli Anelli è complessa. Amazon Studios detiene solo i diritti per realizzare una serie tv del capolavoro di Tolkien non solo grazie all’accordo con la Tolkien Estate e la casa editrice HarperCollins, ma anche grazie a un cavillo: si è assicurata i diritti per The Rings of Power basata sulle “sole” Appendici de Il Signore degli Anelli e tutto ciò che veniva detto nelle due opere principali. Questo perché una serie tv fino a 8 puntate non può essere considerata un’opera cinematografica. I diritti di sfruttamento commerciale per Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit. – tra cui anche la possibilità di realizzare un film – sono attualmente detenuti da Embracer Group, la holding svedese di videogiochi e media che ha acquistato nell’agosto 2022 la Middle-earth Enterprises (MEE), unendola alle altre 125 società del gruppo, quasi tutti sviluppatori ed editori di videogiochi tra cui spiccano però anche la casa editrice di fumetti Dark Horse e Asmodee Group, già licenziataria di una dozzina di giochi da tavolo e giochi di carte (con più di 100 espansioni) basati sul Signore degli Anelli e Lo Hobbit. Siccome tutto questo fa parte di una strategia di ampio respiro per lanciare il brand Signore degli Anelli in tutti i settori del merchandising, la multinazionale svedese si affrettata ad appianare un contenzioso con la detentrice attuale dei diritti cinematografici, Warner Bros. Così quest’ultima è riuscita a rimanere licenziataria (lo è da prima del 2000, dai tempi dei film di Jackson con un accordo su almeno un film ogni 10 anni) e, attraverso la controllata New Line Cinema, porterà al cinema nel 2024 il cartone animato The Lord of the Rings: The War of the Rohirrim e – dopo l’ultimo accordo a lungo termine con i nuovi proprietari – in futuro altri tre o quattro film cinematografici sulla Terra di Mezzo.
Quindi, i diritti televisivi per Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli NON sono stati venduti quando J.R.R. Tolkien ha venduto i diritti cinematografici nel 1969. Quei diritti erano solo per i film. Per questo motivo la Middle-earth Enterprises non ha fatto parte del grande accordo tra Tolkien Estate e Trust, HarperCollins e New Line Cinema, una divisione di Warner Bros. Entertainment quando Amazon ha acquistato quei diritti nel 2017 per produrre una serie tv. Però, attenzione! Nonostante questo, Amazon non ha il diritto di adattare i testi principali del Signore degli Anelli (e Lo Hobbit).
In ogni caso, i diritti di pubblicazione dei libri stessi non sono inclusi; rimangono alla Tolkien Estate e all’editore HarperCollins. Anche i diritti di licenza per le altre opere di Tolkien sulla Terra di Mezzo, Il Silmarillion e I Racconti Incompiuti di Numenor e La Terra di Mezzo, sono ancora controllati dalla Tolkien Estate e da HarperCollins, sebbene Embracer Group affermi di possedere i “diritti di corrispondenza” su queste opere – il che significa che ha il diritto di rispondere a qualsiasi offerta che i proprietari possano ricevere da altrove, insomma una prelazione…
In attesa di come finirà la causa, sicuramente ci saranno ancora colpi di scena in questa vicenda.
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LINK ESTERNI:
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– Vai al sito web della Tolkien Estate
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