È con grande tristezza che si è appresa la notizia della scomparsa di Charles E. Noad, punto di riferimento della communità tolkieniana internazionale e in particolare della Tolkien Society inglese. Programmatore di professione, Charles E. Noad è stato uno dei primi Tolkien Scholar, impegnato soprattutto in lavori di carattere bibliografico per la Tolkien Society. Lo studioso è stato trovato senza vita nella sua abitazione lo scorso giovedì 13 luglio; il decesso potrebbe essere collegato a problemi di cuore che da qualche tempo lo affliggevano.
Gli Alberi, i Gioielli e gli Anelli
Amico personale di Christopher Tolkien e di Rayner Unwin, Charles E. Noad in molte occasioni ha messo a disposizione della Tolkien Society la sua macchina fotografica per immortalare alcuni fra i momenti più importanti per l’associazione; sua è la famosa foto che ritrae Christopher Tolkien nel cortile del Keble College di Oxford durante le celebrazioni per il centenario della nascita del professore oxioniense. Noad non è stato un saggista particolarmente prolifico, ma ha comunque scritto svariati articoli sia per Amon Hen che per Mallorn; inclusi svariati necrologi, fra cui quelli scritti in memoria di Donald Swann (nr. 127), Rayner Unwin (nr. 167), Humphrey Carpenter (nr. 192) e Christopher Tolkien (nr. 281) e il saggio “A Tower in Beleriand” (nr. 91), dove Noad fornisce il resoconto della conferenza tenuta nel 1998 da Guy Gabriel Kay – una delle poche occasioni in cui il noto autore di romanzi fantasy si esprime sul suo rapporto di collaborazione con Christopher Tolkien nella redazione del Silmarillion: «Tutto si svolse in un fienile. All’interno Christopher aveva la sua scrivania, ma al centro era posizionato un tavolo di quercia, largo abbastanza da apparecchiarci un banchetto. Da questo tavolo, dal quale Kay fece la maggior parte del suo lavoro, si vedeva il frutteto. Su questo tavolo, c’era l’ultima macchina da scrivere di Tolkien, con i suoi tasti speciali per l’inglese antico, con la quale Kay stesso fece parte del suo lavoro. C’era un ammasso di carte nel fienile, sparso sul largo tavolo e conservato in innumerevoli scatoloni, quattro dei quali contenevano solo poesie, fra le quali un lungo poema incompiuto su Re Artù (“La Caduta di Artù”)… Di grande importanza per il processo editoriale era una grande collezione di lettere di Tolkien. Kay ha sottolineato come queste lettere costituissero una fonte inestimabile… in quanto alcune contenevano le ultime idee di Tolkien riguardo aspetti della sua mitologia non definiti altrove…».
Nel 1977 pubblica il suo libro The Trees, the Jewels and the Rings: A Discursive Enquiry Into Things Little Known on Middle-Earth, nel quale cerca di prevedere il contenuto del Silmarillion, pubblicato poco dopo da Christopher Tolkien. Ritornerà sull’argomento con il suo saggio On the Construction of the Silmarillion, pubblicato nel festschrift, dedicato a Christopher Tolkien ed edito da C. Hostetter e V. Flieger Tolkien’s Legendarium: Essays on The History of Middle-earth. Il saggio di Noad è un testo di carattere principalmente speculativo, in cui cerca di ricostruire la struttura che avrebbe avuto il Silmarillion se J.R.R. Tolkien fosse riuscito a ultimarlo e pubblicarlo. Nel suo saggio Noad sostiene «…che, per Tolkien, la natura del Silmarillion era altamente distintiva: un assemblaggio di testi, ognuno con la sua propria storia e origine, e conseguentemente, una relazione specifica con il mondo in cui quello esiste e di cui quello stesso testo parla». E arriva a ipotizzare che, se Tolkien avesse completato il Silmarillion, la sua struttura sarebbe stata la seguente:
- Quenta Silmarillion
- Concerning the Powers
- Ainulindalë
- Valaquenta
- The Great Tales
- The Lay of Leithian
- Nam i Chin Húrin
- The Fall of Gondolin
- Earendil the Wanderer
- The Later Tales
- Akallabêth
- Of the Rings of Power
- Appendices
- The Tale of Years
- Of the Laws and Customs among the Eldar
- Dangweth Pengolod
- Athrabeth Finrod ah Andreth
- Quendi and Eldar
Sempre in questo saggio Noad sostiene «Il Notion Club fa parte di un mondo che fa parte del nostro universo astronomico, ed è un peccato che Tolkien sembri aver abbandonato un progetto che avrebbe permesso alla cosmologia dell’Ambarkanta e a quella del nostro universo di coesistere in due linee temporali distinte [n.d.r quella “mitologica” e quella “storica”]». Ma il contributo più importante per cui Charles E. Noad verrà probabilmente ricordato è quello che ha dato come revisore di molte delle pubblicazioni postume di J.R.R. Tolkien, inclusi i volumi della serie The History of Middle-earth, A Secret Vice, The History of The Hobbit, The Children of Húrin e altri. Notoriamente – e con orgoglio – era in grado di individuare se un punto era in corsivo o meno; ha affermato che la sua tattica per la correzione di bozze era leggere il libro al contrario.
Il ricordo della comunità tolkieniana
In molti si sono già espressi nel ricordare con affetto la figura di Charles E. Noad.
Dice John D. Radcliffe: «Charles è stato il primo studioso tolkieniano che ho incontrato, nel lontano 1981. Ci siamo scambiati libri per anni, lui comprava quelle stampati lì [n.d.r. in Inghilterra] e li spediva qui [negli Stati Uniti], mentre io gli inviavo quelli stampati qui (la più recente di queste spedizioni è stata quella di una copia del catalogo della recente mostra alla Marquette) […]. È la sola persona a cui io abbia offerto una birra all’Eagle and Child».
David Bratman: «Uno dei miei più vecchi amici, e quello di più vecchia data fra i miei amici britannici, è scomparso. Charles era un pilastro della Tolkien Society… e un monumento assoluto per gli studi tolkieniani…».
Douglas Anderson: «L’ho incontrato a una riunione della Northfarthing Smial (della Tolkien Society) a Londra, il 2 luglio 1978, quindi la nostra amicizia risale a ben quarantacinque anni… In memoria di Charles, ho sfogliato i nostri grandi file di corrispondenza. Hanno uno spessore di poco più di sei pollici e la maggior parte sono lettere vere che sono passate attraverso la posta. (Charles non ha davvero accettato le e-mail fino al 2010.) Quando ci siamo incontrati avevo diciotto anni e lui il grande vecchio di trenta o trentuno. Nel 1978 non aveva più copie del suo libretto da regalare, così mi è stata presentata una copia del dattiloscritto. Ci siamo incontrati ogni volta che ero in Inghilterra (raramente), e ricordo una sua visita in America, per il Mythcon del 1987 a Milwaukee, in cui Christopher Tolkien era uno degli ospiti d’onore. (Charles aveva fatto un precedente viaggio negli Stati Uniti negli anni ’60, quando si presentò alla porta di Richard West senza preavviso!). Charles doveva aver avuto qualche sentore che la sua salute stava peggiorando, perché a febbraio mi scrisse di aver finalmente redatto un testamento. L’ultima volta che ho scambiato e-mail con lui è stato a giugno, momento in cui sembrava a posto. Mi mancherà davvero Charles, e il mondo di Tolkien ha perso un gigante silenzioso».
Andrew Ferguson (Trotter): «Potevi sempre identificare Charles agli eventi tolkieniani, perché portava la macchina fotografica al collo. All’inizio pensai che fosse strano… ma Charles è riuscito a immortalare con le sue foto quasi ogni evento tolkieniano nel Regno Unito…».
Dimitra Fimi: «Non riesco a credere che non vedrò né parlerò più con Charles, e che non beneficerò della sua immensa riserva di conoscenza o delle sue leggendarie capacità di revisore. Charles era una dei primi membri della Tolkien Society (l’anno scorso ha ottenuto il suo badge dei 50 anni) e il suo saggio “On the Construction of ‘The Silmarillion’” resta una pietra miliare».
Shaun Gunner, presidente della Tolkien Society: «Quando ho ricevuto la notizia della morte di Charles, ho pianto. Non per l’enorme, incalcolabile perdita per la comunità di Tolkien, ma per la perdita di un amico che ho incontrato per la prima volta quasi 20 anni fa. Mi è piaciuta la sua compagnia, ascoltare da lui la storia della Società e del fandom di Tolkien, i suoi pensieri su varie pubblicazioni e in effetti il suo giocoso e sottile senso dell’umorismo. Per alcuni anni lo avevo incoraggiato a concludere il suo lavoro sulla natura dell’Anello, un lavoro che era sostanziale sia per scala che per portata; spero che possa essere pubblicato. È stato un onore per me poter condurre la standing ovation a Charles all’Oxonmoot 2022 e invitarlo a ricevere la corona a Enyalië. La Società non sarà più la stessa».
Marcel R. Bülles (The Tolkienist): «Questa è una perdita enorme, davvero. Ho incontrato Charles al mio primissimo Oxonmoot e l’ho visto ogni volta che ho avuto l’opportunità di partecipare a uno degli eventi TS. Sapevo che conosceva Tolkien a un livello che mi sarebbe piaciuto raggiungere un giorno…».
(le immagini di Charles Noad sono tratte dai siti della Tolkien Society e Dimitra Fimi)
Valerio Merenda
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