I molti necrologi usciti nei giorni scorsi per la prematura scomparsa della scrittrice Michela Murgia (1972-2023) hanno ripercorso le tappe della sua carriera di autrice e attivista culturale e politica. Sembra però che nessuno abbia ricordato la sua passione per Tolkien, che era ben nota. È giusto rimediare aggiungendo la nostra piccola voce a quelle che hanno compianto la sua morte, perché non sono molti gli scrittori e le scrittrici italiane che hanno dichiarato la propria ammirazione per l’opera del Professore. Il fandom tolkieniano ha perso una testimonial che, anche se non era un’accanita studiosa della materia, ha dato il suo contributo alla divulgazione di Tolkien presso il grande pubblico.
Michela Murgia
«Impazzisco per Il Signore degli Anelli di Tolkien. Lo leggo una volta all’anno. È una bibbia». È stata questa la confessione di Michela Murgia a un quotidiano nel 2010. La scrittrice sarda era una appassionata dello scrittore inglese e non ne faceva un mistero. Aveva una predilezione per gli Elfi di cui aveva studiato le lingue: «Adoro Tolkien, adoro gli Elfi e adoro l’elfico, che ho imparato in tutte le varianti e che ho talvolta usato in pubblico anche per cantare» [un esempio nel finale del video qui sotto!!!]… Il fantastico ha avuto anche un ruolo fondamentale nel suo avvicinarsi alla scrittura: «La mia palestra in scrittura l’ho fatto dal 2000 al 2007 dentro a una comunità virtuale di gioco online ispirata alle opere di Tolkien» [Extremelot], ha raccontato nel 2014 all’AIST. «Era una cosa molto lontana dai giochi 3D e dalla grafica cinematografica che già allora spopolavano. Non c’erano avatar di impressionante realismo come in World of Warcraft né trame chiuse dove le possibilità narrative, per quanto numerose, erano comunque limitate a quelle che il programmatore aveva previsto per lo sviluppo di quella vicenda, come avveniva in Final Fantasy. Nella fase finale della mia avventura online, quando ormai giocavo da sei anni, ho rinunciato al gioco attivo e mi sono dedicata a costruire le “quest”, le storie che dovevano giocare gli altri. Oggi raccontare è il mio mestiere, ma è con Tolkien che ho imparato che la narrazione è un gioco dove vinci solo se riesci a convincere il lettore a stare nella storia insieme a te fino alla fine». In un’altra occasione, il suo amore per Il Signore degli Anelli è stato lo spunto per scrivere un saggio. «Gli amici e le amiche conoscono questa mia debolezza e l’accettano, anche perché molti di loro la condividono. Così è accaduto che Chiara Valerio, tra i curatori del numero monografico di Nuovi Argomenti che esce in questi giorni in edicola, mi abbia detto: “Perché non affronti il tema della misericordia in Tolkien?”. Ho scritto dunque un piccolo saggio – che trovate nel link a fondo pagina, ma ovviamente anche sul sito della rivista, dove ce ne sono di altri interessantissimi – in cui affronto il tema della misericordia tolkeniana (che è misericordia cristologica) e spiego quali sono le razze che possono agirla e quelle che proprio non ci sono portate».
Oggi vogliamo ricordarla linkando i post che il nostro sito web aveva dedicato ai suoi interventi su Tolkien, soprattutto l’audio dello speciale di Pantheon di Radio3 a cui l’AIST ha collaborato, in cui Michela parla delle figure femminili in Tolkien e il video di una bellissima conversazione con Chiara Valerio in cui Michela, da cattolica, mostra la sua competenza delle opere di Tolkien e dei film di Jackson: Tolkien e quegli stronzi degli Elfi. Si può anche scaricare e leggere il suo saggio sulla misericordia in Tolkien. Namárië
RIP.
redazione
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