È un susseguirsi di colpi di scena la vicenda che vede un piccolo Davide – l’autore Demetrious Polychron – contro i due giganteschi Golia – Amazon e Tolkien Estate – in una causa per violazione del copyright intentata presso il tribunale federale di Los Angeles. Lo scrittore di fan-fiction è ora accusato di di aver scritto e venduto un sequel non autorizzato del Signore degli Anelli. La causa è la reazione al fatto che lo stesso Polychron aveva intentato ad aprile una causa per copyright da 250 milioni di dollari contro Jeff Bezos, Jennifer Salke, Simon Tolkien, Patrick McKay, John D Payne, Amazon Studios LLC, Amazon Content Services LLC, The Tolkien Estate, The Tolkien Estate Limited e The Tolkien Trust, sostenendo che tutti loro avevano violato i diritti d’autore del suo sequel dopo che Prime Video ha rilasciato la serie tv Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere.
Richieste le spese legali
A metà agosto il sistema giudiziario americano ha archiviato il caso, respingendo senza ulteriori azioni la denuncia di Demetrious Polychron, ritenendo che la violazione del diritto d’autore non fosse sufficientemente caratterizzata e poiché sembrava essersi «appropriato palesemente» di una serie di elementi delle opere di Tolkien, inclusi personaggi, trame e ambientazioni per i suoi romanzi di fan-fiction, un passo coraggioso nella sua immaginata serie di sette libri basata sul legendarium dello scrittore inglese. La novità è ora che i due giganti, forti della sentenza appena acquisita, si sono rivolti a un giudice federale della California, chiedendo oltre $ 153.000 in spese legali. La mozione di 24 pagine presentata sia da Amazon che dalla Tolkien Estate ha richiesto infatti spese legali rispettivamente di 74.150 dollari e 78.865 dollari. Lo scopo del compenso, come sostenuto da Amazon e dall’Estate, è quello di inviare un chiaro segnale per scoraggiare altri dal violare capolavori iconici come Il Signore degli Anelli. The Fellowship of the King (La Compagnia del Re) è tra l’altro ancora venduto, da settembre 2022, da Fractal Books – casa editrice di Polychron (e lo è stato fino ad aprile scorso su… Amazon!). Oltre a tutto questo, l’autore ora sta affrontando la causa di violazione del copyright, che sembra aver ammesso nelle lettere portate come prova, con la Tolkien Estate.
Una scelta dissennata
La causa iniziale di Polychron, lanciata ad aprile scorso, era una battaglia legale a tutto campo contro Amazon ed Estate, i suoi principali dirigenti e persino il nipote di Tolkien, Simon Tolkien. La causa sosteneva la storia di Polychron che aveva cercato una collaborazione con la Tolkien Estate dopo che Polychron aveva ottenuto la registrazione del copyright del suo primo libro. Ma le sue richieste sono state accolte nel silenzio, solo per scoprire in seguito che era stato firmato un accordo da 250 milioni di dollari tra Amazon e Tolkien Estate, apparentemente basato sulle sue opere. L’attore, Demetrious Polychron, è stato avvertito fin dall’inizio, sia attraverso la corrispondenza precontenziosa che all’inizio del processo, riguardo all’infondatezza delle sue affermazioni. La mozione degli imputati – che nel frattempo avevano anche controquerelato Polychron – suggerisce che invece di riconsiderare la questione, Polychron ha continuato la sua battaglia, carica di dichiarazioni ingannevoli, mentre il suo avvocato, Katie M. Charleston, ha utilizzato questa scaramuccia legale come trampolino per promuovere il proprio nome. Le fasi successive hanno visto prima Polychron ritirare la sua mozione di archiviazione del caso, poi rispondere punto per punto alle contestazioni della Tolkien Estate.
In un colpo di scena che ricorda un romanzo avvincente, infine, l’avvocato di Polychron ne ha abbastanza di questo caso ridicolo e ha appena chiesto alla corte di permetterle di fare un passo indietro dal rappresentare lo scrittore. Questa mossa inaspettata è stata accelerata da un rapporto teso tra avvocata e cliente e dalla presunta mancanza di risposta e da ritardi nei pagamenti di Polychron. Nel pronunciare la sentenza, il giudice distrettuale statunitense Stephen V. Wilson, è giunto a definire il lavoro del querelante come un «lavoro derivato non autorizzato». Secondo le norme del distretto orientale della giustizia Usa (il Nono Circuito) un’opera derivata è quella che «sarebbe stata considerata un’opera illecita se il materiale che deriva da un’opera esistente fosse stato preso senza il consenso del titolare del diritto d’autore di tale opera preesistente». Proprio ciò che è accaduto qui. Due casi precedenti sono stati richiamati esplicitamente contro il querelante. Il primo è Anderson v. Stallone riguardante un trattamento non autorizzato per un seguito di “Rocky III” e Salinger v. Colting riguardante un seguito non autorizzato di “Catcher in the Rye” (Il giovane Holden). Si è scoperto che entrambi, a causa del loro status di opere derivate non autorizzate, non avevano il diritto di rivendicare né il diritto d’autore (nel caso Salinger) né il diritto di citare in giudizio per violazione (nel caso Stallone). «Qui, il Querelante ha ammesso che i personaggi sono stati presi direttamente da Il Signore degli Anelli… ha anche ammesso che la sua serie è destinata ad essere un seguito de Il Signore degli Anelli, quindi ogni punto della trama deriva dal finale de Il Signore degli Anelli». Il giudice ha continuato sostenendo che «di conseguenza, il lavoro del Querelante è un lavoro derivato non autorizzato che non ha diritto alla protezione del copyright… Il lavoro del Querelante è inteso come una continuazione letterale di un’opera protetta da copyright, ma non è stato autorizzato a utilizzare la proprietà intellettuale delle opere di Tolkien, e il Querelante ha citato in giudizio i creatori originali, quindi la sezione 106(2) del Copyright Act preclude tale pretesa». Ma cosa accadrebbe se il lavoro del querelante contenesse elementi nuovi e originali? Secondo la Corte anche in questo caso la richiesta di Polychron fallisce, poiché le opere (il suo romanzo e la serie tv di Amazon) non sono sostanzialmente simili tra loro. Il problema è che si devono sottrarre tutti gli elementi che compaiono ne Il Signore degli Anelli. Pertanto «i riferimenti del querelante ai personaggi creati da J.R.R. Tolkien come Elanor, Marigold, Durin, Galadriel, Elrond e Celebrimbor sono elementi che non possono essere utilizzati nella causa. Anche le altre somiglianze generali, come i tipi di specie che abitano la Terra di Mezzo, gli anelli magici e la lotta contro il male, sono attribuibili a Tolkien o derivano dal mondo da lui creato. Dopo aver filtrato questi elementi non tutelabili con un nuovo copyright, il querelante non sostiene in modo plausibile alcuna somiglianza tra il suo lavoro e la serie tv Rings of Power». Pertanto, questo caso sottolinea il pericolo sempre presente delle “fan fiction”. Anche nel caso in cui il detentore del copyright consentisse la proliferazione delle fan fiction, può sorgere comunque la possibilità di un’azione legale per presunta violazione dell’opera di fan fiction. Ma in questo caso, la Tolkien Estate ha da tempo messo le cose in chiaro.
Strette le maglie con la serie tv
All’inizio del 2022, la Tolkien Estate si è opposta risolutamente alla pratica delle fanfiction, indicando sul proprio sito ufficiale: «[Non] puoi copiare alcuna parte degli scritti o delle immagini di Tolkien né creare documenti riferiti ai personaggi, alle storie, ai luoghi, agli eventi o altri elementi contenuti in una delle sue opere». Un’applicazione del diritto d’autore particolarmente severa che ha sconvolto i fan della saga, poiché condanna di fatto la scrittura amatoriale di testi che continuassero la storia della Terra di Mezzo, raccontando gli eventi della saga dal punto di vista di questo o quel personaggio, o immaginare narrazioni alternative. Questa pratica amatoriale, la fanfiction, è centrale nella cultura pop, soprattutto per le storie ambientate nella Terra di Mezzo. Autore egli stesso di fan fiction, Demetrious Polychron ha commesso inoltre l’errore di commercializzare il suo lavoro, da un lato, ma anche di farsi notare un po’ troppo, querelando lui stesso i detentori dei diritti… sono infatti moltissimi i siti web nel mondo che pubblicano storie simili, che vedono un enorme numero di lettori di Tolkien scrivere e leggere avidamente racconti ambientati nella Terra di Mezzo.
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LINK ESTERNI
– Vai al sito web della TOLKIEN ESTATE
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Un bel tonfo nell’acqua.