È raro che una lettera pubblicata di J.R.R. Tolkien sia in vendita, nel corso degli anni ne sono rimaste solo una manciata. La lettera di Tolkien a Naomi Mitchison è nota da tempo essendo stata pubblicata nel 1981 ne Le lettere di J.R.R. Tolkien come lettera n. 154. Questa settimana è stata resa disponibile per la vendita all’asta da Christie’s. La vendita avrà luogo dal 1 al 15 dicembre e vedrà la vendita di 365 lotti della sezione The Alphabet of Genius: Important Autograph Letters and Manuscripts. La vendita comprende lettere e manoscritti di alcuni dei più importanti scrittori e artisti degli ultimi 50 anni.
L’asta sui grandi della letteratura
L’Alfabeto del Genio è una delle più importanti biblioteche di lettere e manoscritti autografi messe in vendita negli ultimi decenni. L’ampiezza e la gamma di argomenti e autori che contiene, da Mozart a JRR Tolkien, dalla filosofia politica alla storia dell’opera, sono davvero notevoli e funzionano come una testimonianza vivente della storia del pensiero e della cultura occidentale negli ultimi quattro secoli o più. Questa vendita storica è un chiaro appello ai collezionisti di autografi vecchi e nuovi: da anni non c’era una tale opportunità di acquisire lettere e manoscritti nelle mani dei nostri autori, artisti, scienziati, musicisti e pensatori più famosi. La letteratura prende vita nei manoscritti e nelle lettere di Dickens, Alexander Pope, Jonathan Swift, Edward Lear, WB Yeats, Robert Graves, Kipling, Kerouac, Zola, Proust, Flaubert, Pasternak e molti altri; poesie di Elizabeth Barrett Browning, Wordsworth, Tennyson; e disegni di EH Shepard e Antoine Saint-Exupéry. Ci sono qui i dispacci dagli studi e dai laboratori degli scienziati le cui scoperte hanno plasmato il nostro mondo: da Halley, Herschel ed Edison a Einstein, Darwin, Leibniz e Pasteur. La straordinaria selezione di lettere d’artista spazia da uno dei primi lotti della vendita – una lettera scritta a Michelangelo dal suo allievo Antonio Mini nel 1531 – a una vera e propria rassegna dei grandi artisti del XIX e XX secolo: Pissarro, Gauguin, Monet, Matisse, Delacroix, Degas, Schiele, Munch e altri; le artiste sono rappresentate da Berthe Morisot e Georgia O’Keeffe; e Paul Signac contribuisce con un disegno originale. La musica riecheggia dalle pagine dei manoscritti di Mahler, Mendelssohn, Wagner, Liszt, Puccini, Elgar e John Cage, e la lettera dei compositori è coronata da una drammatica lettera di Mozart prima del suo matrimonio con Constanze, con un affascinante pezzo pendente in un autografo resoconto del suo allievo Thomas Attwood della sua conoscenza con il grande compositore. La sezione Storia delle Idee, infine, non abbraccia solo la filosofia, ma spazia dal pensiero politico alla psicoanalisi: da Jeremy Bentham a Wittgenstein, Freud e Jung.
La lettera autografa
La numero 154 è una lunga lettera di sei pagine in cui Tolkien discute del Signore degli Anelli, del Silmarillion, di Númenor. Soprattutto, si concentra sul realismo, le sfumature morali e la tradizione storica alla base del Signore degli Anelli: dalla plausibilità economica di Gondor alla decadenza degli Elfi. Tolkien avrebbe scritto prima, ma è stato tormentato da «lavoro, problemi, malattie e viaggi»; ringrazia la sua corrispondente per la sua recensione «generosa e intuitiva» del Signore degli Anelli (la recensione apparve sul New Statesman il 18 settembre 1954: la definì «straordinaria, terrificante e bellissima»): «I suoi sono gli unici commenti che io abbia letto i quali, oltre a trattare il libro come “letteratura”, almeno nelle intenzioni, e a prenderlo seriamente (lodandolo o ridicolizzandolo di conseguenza), lo abbiano anche visto come una forma elaborata del gioco di inventare un mondo». Riconosce una «mancanze» in alcuni elementi del risultato finale, dalle implementazioni agricole e dalla lavorazione dei metalli alla musica, ma è fiducioso in misura maggiore nell’economia: la “probabilità” economica di Gondor, con le sue città e feudi, regge al controllo; «la Contea è in una posizione fra acque e montagne, a una distanza dal mare e a una latitudine che la rendono naturalmente fertile, a prescindere che come è specificato, era una regione ben coltivata prima che la occupassero (senza dubbio portando molte arti e mestieri più antichi)», e prosegue contrapponendo i bisogni degli Hobbit della Contea a quelli dei Nani, dipendenti dai metalli. Alcune delle «modernità» nel mondo da lui creato sono probabilmente un errore, ammette – «penso in particolare agli ombrelli» – ma l’esistenza degli Hobbit è fondamentalmente realistica: «Io non penso che gente di quel tipo e in quella fase della vita e dello sviluppo possa essere al tempo stesso pacifica e molto coraggiosa e tenace “se proprio necessario”». L’esperienza di due guerre mi ha confermato questa opinione. Tuttavia gli Hobbit non sono una visione utopica…». Altri recensori hanno frainteso Il Signore degli Anelli semplicemente come una lotta tra il Bene e il Male – «Scusabile, forse… da parte di gente frettolosa che ha letto solo una parte, e a cui ovviamente mancano tutte le storie elfiche precedenti, scritte ma inedite [Il Silmarillion]. Tuttavia gli Elfi non sono totalmente buoni o nel giusto. Non tanto perché avessero trafficato con Sauron; piuttosto perché, con o senza il suo aiuto, essi erano “imbalsamatori”. Volevano la botte piena e la moglie ubriaca: volevano vivere nella Terra di Mezzo storica e mortale, perché ci si erano affezionati […] e furono oberati di tristezza e rimpianti nostalgici. A modo loro, gli Uomini di Gondor erano simili: un popolo decadente, i cui unici “luoghi sacri” erano le loro tombe. Ma in ogni caso, questo è il racconto di una guerra, e se si ammette la guerra (almeno come argomento e scenario), non ha molto senso lamentarsi che tutti i personaggi di una parte siano contro quelli dell’altra». Le tre pagine seguenti sono ricche di ulteriori dettagli; Tolkien spiega che la Caduta di Númenor, il mito alla base dell’opera, è una varietà speciale della tradizione di Atlantide, che per lui è così fondamentale per la «storia mitica» che «qualche versione di essa dovrebbe entrare» e si offre di mandarle il resoconto della Caduta che ha scritto («prima della Caduta, al di là del mare e delle coste occi- dentali della Terra di Mezzo c’era Eressëa, un paradiso terrestre elfico […] posti che era possibile raggiungere fisicamente con barche ordinarie, anche se i Mari erano pericolosi»), notando che una ristampa della Compagnia dell’Anello sembra già essere necessaria («ma immagino che la prima tiratura non fosse molto alta»).
Questa lettera (lotto 186) è stata messa in vendita in precedenza, prima nel dicembre 1977 e poi di nuovo nel dicembre 1986, entrambe da Sotheby’s. Va inoltre notato che la lettera stessa contiene un errore di battitura, “οἰκουμένη” è erroneamente indicato come “οἰκουμέη” nelle lettere pubblicate. Nella pagina di vendita di Christie’s. si possono vedere e leggere le sei pagine originali della lettera che per ora sono disponibili gratuitamente. La stima è tra le 30.000 e le 50.000 sterline. I lotti 1-199 chiuderanno il 14 dicembre; i lotti 200-365 chiuderanno il 15 dicembre. La vendita inizierà alle 11 di entrambi i giorni, con la chiusura dei lotti a intervalli di un minuto.
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LINK ESTERNI
– Vai al sito della casa d’aste Christie’s.
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