«Uno Stregone non è mai in ritardo, Frodo Baggins. Né in anticipo». Lo sanno perfettamente tutti gli appassionati della trilogia diretta da Peter Jackson. Allo stesso modo, gli amanti delle serie TV sanno che anche i trailer arrivano sempre al momento giusto, solitamente annunciati con largo anticipo per solleticare l’immancabile hype del pubblico. Ma con Gli Anelli del Potere ci troviamo in un mondo ben diverso, nel quale gli Stregoni arrivano anzitempo rispetto alla propria missione (Tolkien li voleva comparsi nella Terra di Mezzo verso il 1000 della Terza Era, qui Gandalf è – letteralmente – catapultato negli ultimi decenni della Seconda). E così fanno anche i trailer: il 14 maggio, infatti, è arrivato a sorpresa quello che annuncia la seconda stagione della serie targata Amazon Prime, con tanto di data di uscita ufficiale: il 29 agosto 2024.
Un annuncio a sorpresa
Dopo aver rilasciato notizie a spizzichi e bocconi sulla serie tv, Amazon cavalca l’onda dell’hype diffondendo il primo trailer della seconda stagione, con un “dietro le quinte” ufficiale in cui gli attori principali della serie parlano dei rispettivi personaggi, dei loro archi narrativi e dell’atmosfera generale della seconda stagione che, come si dirà più avanti, assume toni sempre più cupi man mano che il piano di Sauron si dispiega in tutta la sua ferrea spietatezza. Morfydd Clark parla di una Galadriel che, adesso, sembra «spinta da un più alto proposito» e maggiormente «connessa con la Terra di Mezzo e i suoi popoli» rispetto alla prima stagione, in cui a guidarla era un severo senso di giustizia che, a tratti, pareva più che altro una volontà di rivalsa personale sull’Oscuro Signore. Insomma, parrebbe che le lentezze della prima stagione possano cedere il passo a nuovi episodi più dinamici. Del resto, come afferma Benjamin Walker (Gil-Galad), «la scacchiera è ormai pronta, adesso si vedranno i pezzi muoversi». Ancor più interessante sembrerebbe il commento di John Howe, concept artist della serie (come già della trilogia jacksoniana), secondo cui ci si trova adesso in un nuovo territorio inesplorato: parole che lasciano sperare che Gli Anelli del Potere riesca finalmente a smarcarsi dalla pesante eredità estetica dei film di Peter Jackson per trovare una propria cifra autonoma che la prima stagione non ha lasciato emergere.
L’analisi del trailer
Il trailer della seconda stagione de Gli Anelli del Potere si apre sul Monte Fato, che nel finale della precedente era stato “riattivato” con un espediente narrativo – la malvagia spada-chiave ritrovata da Theo (Tyroe Muhafidin) – tale da far storcere il naso agli spettatori più esigenti. Ora, una solitaria figura ammantata di nero – forse lo stesso Sauron? – attraversa il desolato paesaggio della Terra d’Ombra mentre la voce fuori campo di Durin IV (Owain Arthur) proclama un terribile annuncio: «Un male antico e potente è tornato». Parrebbe che, infine, tutti nella Terra di Mezzo si siano resi conto che l’Oscuro Signore è tutt’altro che sconfitto. Le tinte fosche con cui il trailer si apre non lasciano dubbio: egli, potente come non mai, ha iniziato a stringere i fili del suo piano attorno a Elfi, Uomini e Nani. Lo confermano le altre voci fuori campo, probabilmente quella di Gil-Galad («Si introduce strisciando nella vostra mente. E il resto di lui si insinua») e quella di Galadriel («Credo che sia stato qui. Credo che sia sempre stato qui tra noi»).
Il particolare più lampante è che Sauron (ancora interpretato da Charlie Vickers) non si presenta più nelle apparenze umane di Halbrand ma in quelle di un elfo dalla lunga chioma dorata: si direbbe che egli abbia assunto le false spoglie di Annatar, il “Signore dei doni”, con le quali – scritti di Tolkien alla mano – riuscirà a irretire i Noldor dell’Eregion, trasmettendo loro i segreti della forgiatura degli Anelli del Potere per sottometterli con la segreta creazione dell’Unico Anello. A conferma di ciò, in una scena successiva sembra (ma il video “dietro le quinte” ne dà conferma) che egli si manifesti in questa forma luminosa davanti agli occhi di un impietrito Celebrimbor (Charles Edwards). Nelle scene successive, poi, ricompaiono i Tre Anelli degli Elfi già visti sul finire della prima stagione (il che probabilmente porterà alla comparsa Círdan il Carpentiere, primo detentore di Narya, l’Anello di Fuoco) e il primo dei Sette Anelli dei Nani, che Durin III (l’ottimo Peter Mullan) tiene tra le dita, combattuto tra sospetto e bramosia, sgomento e desiderio.
Certo, un dubbio – e non di poco conto – sorge: se la vera identità di Sauron è stata svelata, se si è compreso che egli trama nell’ombra, se si è appurato e che il suo terribile disegno ha a che fare con gli Anelli del Potere, come potrà l’Oscuro Signore tornare ad agire indisturbato senza destare il sospetto negli altri personaggi della Terra di Mezzo, ormai così avvertiti dei suoi tutt’altro che commendevoli propositi? Negli scritti tolkieniani, l’inganno, l’irretimento e la segretezza sono le armi principali di cui Sauron si serve per portare a compimento il proprio progetto di conquista, mentre nella serie Amazon si ha l’impressione che i suoi inganni siano stati svelati troppo in anticipo: occorrerà che gli showrunner facciano veri e propri salti mortali di sceneggiatura per giustificare la credulità dei Popoli Liberi della Terra di Mezzo di fronte a un “Signore dei Doni” così poco credibile.
Un’altra scena interessante ci porta direttamente a Númenor: una maestosa Aquila atterra su un bastione del palazzo reale mentre un Ar-Pharazôn (Trystan Gravelle) che appare sempre più potente (ma non ancora “Dorato”) sguaina una spada davanti a una piccola folla: che si tratti di un preludio all’usurpazione del Trono o persino alla ribellione dei Númenóreani ai Valar? Ma in quest’ultimo caso, Sauron dovrebbe giocare un ruolo fondamentale, ancora una volta basato sull’inganno, l’irretimento e la segretezza. Staremo a vedere.
Le scene successive sono troppo rapide per trarne conclusioni e pare piuttosto evidente che vogliano scatenare l’hype degli spettatori senza svelare troppo: ora si scorge una compagnia di Elfi capeggiata da Galadriel (Morfydd Clark) e Elrond (Robert Aramayo) che si appresta a un combattimento in un luogo oscuro e desolato, ora si ammirano le acrobazie degne di un Jedi di Arondir (Ismael Cruz Córdova), ora si assiste al crollo di un ponte a Moria (il Flagello di Durin si è risvegliato? Se sì, lo farebbe con diverse migliaia di anni di anticipo rispetto alle cronologie tolkieniane: il nervosismo sarebbe più comprensibile), ora si intravede un primissimo piano di Adar (purtroppo non più interpretato dall’ottimo Joseph Mawle, sostituito in corsa da Sam Hazeldine). Ma non è tutto: a riempire le scene concorrono radici di alberi che crescono e strisciano minacciose, una strana creatura melmosa e persino un enorme mostro marino che pare uscito da Pacific Rim. Su questo vortice di immagini – che, a dire il vero, suscita sentimenti contrastanti – campeggia la didascalia «Le tenebre li uniranno». Parrebbe una sorta di conferma della (poco tolkieniana) frase sussurrata da Fingon a Galadriel («A volte, prima di trovare la luce devi toccare le tenebre»), frase che, in un certo modo, è la chiave dell’intera rilettura (o riscrittura) di Tolkien proposta da McKay e Payne. Ma si tratta piuttosto di una maldestra traduzione italiana dall’originale inglese «Darkness Will Bind Them», un palmare riferimento alla Poesia dell’Anello il cui significato è tutt’altro che incoraggiante.
In definitiva, di fronte a questo nuovo trailer valgono le medesime considerazioni espresse in precedenza su Gli Anelli del Potere: la serie non può né deve essere giudicata col metro della fedeltà al testo originale e, a parere di chi scrive, nemmeno allo “spirito” dell’opera di Tolkien, dal quale appare assai distante. A essere dirimenti per ogni giudizio saranno piuttosto la qualità della scrittura, la realizzazione tecnica, la costruzione dei personaggi e le capacità interpretative degli attori. La prima stagione de Gli Anelli del potere, con i suoi tempi estremamente lunghi e i suoi personaggi ancora decisamente bidimensionali, può essere archiviata come una necessaria preparazione al resto della storia. Adesso, c’è da aspettarsi (o augurarsi) che in questa seconda stagione il passo della narrazione acceleri e che i personaggi acquisiscano finalmente profondità.
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– Episodi 4-5) Gli Anelli del Potere: note dopo 5 episodi
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LINK ESTERNI:
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– Leggi il comunicato di Amazon
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