Lo Hobbit tradotto e pubblicato in romancio

Lo Hobbit in romancioLa passione dei lettori di J.R.R. Tolkien può rendere realizzabile l’impossibile. Ed ecco che si accumulano i progetti andati a buon fine grazie al crowdfunding, un altro modo per chiamare la colletta fatta digitalmente da tutti gli amanti delle opere del professore di Oxford per vedere molti sogni realizzarsi. Era già successo all’inizio dell’anno con la Cina, è accaduto ora con la Svizzera. Grazie a un crowdfunding Lo Hobbit di Tolkien è stato tradotto in sursilvano, uno dei cinque dialetti in cui si divide il romancio in Svizzera. La traduzione in sursilvano è un risultato notevole poiché questo dialetto della lingua romanza non è molto comune. Si tratta della novantesima lingua in cui Lo Hobbit è stato tradotto e di una delle più grandi traduzioni in romancio mai realizzate. Appena uscito in stampa, Lo Hobbit è pubblicato in romancio in un’edizione di alta qualità e costa 35 franchi.

Il Sursilvano e il Sindarin

Lo Hobbit in romancioSecondo la rilevazione strutturale RS 2010-2019, il romancio – la quarta lingua ufficiale del Paese – è parlato solo dallo 0,9% degli svizzeri al lavoro e dallo 0,5% in casa. Un locutore romancio sarà, quindi, principalmente, bilingue e avrà molto spesso il tedesco come seconda lingua. Nel cantone dei Grigioni – la regione linguistica romancia – il 77% della popolazione utilizza uno degli idiomi romanci. Il sursilvano è un idioma e non un dialetto. Le altre varianti regionali del romancio sono il sottosilvano, il surmirano, l’alto engadino e il basso engadino. Circa 15000 persone nel distretto di Surselva indicano il sursilvano come lingua madre e allo stesso tempo come la lingua che conoscevano meglio.
Il romancio (oggi infatti è anche chiamato “retoromancio”), che deriva dal latino portato dai Romani, ha preso il posto dell’oramai estinta lingua retica. Oltre mille anni fa, le persone che parlavano tedesco hanno però iniziato ad assumere cariche importanti nella regione, ciò che ha ridotto sempre più l’area linguistica romancia. I Grigioni sono un cantone fatto di montagne e vallate con piccoli villaggi sparpagliati. Come spesso accade alle lingue in aree isolate, il romancio si è ramificato in una miriade di dialetti, ripartiti in cinque idiomi diversi, appunto. Ma le montagne comportano anche dei valichi. E i valichi significano vie di transito e quindi comunicazioni con le altre popolazioni. Da lì l’influenza del tedesco. Esiste anche il romancio grigionese (Rumantsch Grischun), la versione standardizzata artificiale introdotta nel 1982 come lingua scritta comune per la comunità di lingua romancia, ma la sua diffusione è fortemente osteggiata dalla popolazione.
Lo Hobbit in romancioQuesta situazione è incredibilmente simile a quel che accade nella Terra di Mezzo alla lingua Sindarin degli Elfi. Tolkien immaginò che fosse il linguaggio “indigeno” del Beleriand, parlato dai Elfi Teleri non partiti per Aman. Il Sindarin deriva dall’evoluzione spontanea del loro linguaggio primordiale dopo la separazione degli Elfi Sindar dagli altri Eldar. Isolato in una terra mortale – vale a dire soggetta alle leggi dell’esperienza comune, dove tutto si altera col tempo – il Sindarin venne a subire profondi cambiamenti, tanto che quando gli Elfi Noldor in esilio (che parlavano il Quenya) sbarcarono nuovamente nella Terra di Mezzo, la sua comprensione era divenuta impossibile. Per la Prima Era Tolkien parla esplicitamente dell’esistenza di tre dialetti: il Falathrim, un dialetto occidentale sviluppatosi a Falas, più tardi parlata anche nel Nargothrond; il Doriathrim, il dialetto del Doriath, che conserva molte forme arcaiche; infine il Sindarin settentrionale, nel nord del Beleriand. Quest’ultimo era a sua volta diviso in una varietà nord-occidentale nello Hithlum e una varietà nord-orientale nell’Ard-galen e nel Dorthonion. Esso era nettamente divergente, soprattutto nella sua fonetica, al punto da essere alla fine quasi considerato una vera e propria lingua, anche se ancora comprensibile con gli altri dialetti. Parlato da una popolazione piuttosto piccola, è scomparso senza molta influenza sull’uso successivo. Si contrapponeva al gruppo meridionale degli altri due dialetti, che erano più vicini tra loro. Il dialetto del Doriath era il più conservatore nella morfologia e nel vocabolario (ma non nella fonetica) ed era molto resistente all’influenza linguistica degli Elfi Noldor. Infine, il dialetto occidentale servì come base per lo sviluppo di un “Sindarin comune”, il quale, stabilizzato con cambiamenti sonori unici ideati dai Noldor (che amavano cambiare linguaggi). In seguito, influenzato dall’uso del Doriath, fu la fonte delle varietà di Sindarin delle epoche successive. Infatti, il Sindarin estese il suo dominio durante la Seconda Era, soppiantando gradualmente i linguaggi degli Elfi Silvani, fino a diventare la lingua elfica per eccellenza nella Terra di Mezzo. Nella Terza Era, la lingua più comune divenne l’Ovestron (discendente dall’Adûnaico, la lingua degli Uomini di Númenor) a sua volta fortemente influenzato dal Sindarin, mentre quest’ultimo rimase la lingua quotidiana di Elfi e Dúnedain. Questo è lo stato raggiunto nel momento in cui si svolge Il Signore degli Anelli.

Lo Hobbit in sursilvano

Leander-Etter-Editore«Dobbiamo tradurre più storie che interessano il pubblico e che sono già state tradotte in altre lingue». È partita da qui l’iniziativa promossa da Leander Etter, della casa editrice svizzera Ediziun Apart, secondo cui mancavano libri fantasy conosciuti e letti in tutto il mondo tradotti in romancio: «Dovremmo orientare di meno l’offerta seguendo una prospettiva puramente romancia, ma fare più attenzione agli interessi delle persone”, aveva spiegato, lanciando il crowdfunding che si è svolto con successo ad aprile 2024, raccogliendo oltre 21mila franchi svizzeri (22mila euro), che hanno permesso di finanziare la traduzione e la prima tiratura di mille copie del volume. Seicento copie sono andate subito a ruba e ora il volume ha esaurito la tiratura! Merito soprattutto del traduttore. «Tradurre un bestseller non è del tutto semplice. È un’avventura piena di incognite, un po’ come quelle che ha dovuto affrontare lo hobbit Bilbo Baggins, che in romancio è stato ribattezzato Bilbo Bundli». NotSoliva-traduttore-romancioPer un anno e mezzo Not Battesta Soliva, che studia tedesco e romancio all’Università di Zurigo, ha lavorato alla versione sursilvana dell’opera dell’autore del Signore degli Anelli. La scelta è ricaduta su questo idioma per vari motivi. «In sursilvano riesco a immaginarmi una persona che mi racconta questa storia. So come si esprimerebbe, quali modi di dire userebbe. Dato che conosco le fiabe e la mitologia in questo idioma, ho potuto cercare termini utili per Lo Hobbit. In rumantsch grischun invece sarebbe stato più difficile», racconta Soliva. «Il Sursilvano si adatta perfettamente all’opera con il suo suono e la sua melodia», dice Fry.
I promotori del libro dopo aver comprato i diritti per la traduzione, avrebbero voluto studiare una loro grafica. «Avremmo voluto ricreare l’iscrizione nell’anello sulla copertina del libro – racconta Gion Fry, responsabile della parte grafica -. Abbiamo contattato la casa editrice e subito ci è stato chiaro che non avremmo avuto grandi libertà. Alla fine, abbiamo ricevuto il consenso solo per la visualizzazione con un drago». E il risultato ha dato loro ragione. La piccola casa editrice che ha corso il rischio sperava di vendere almeno 500 copie per coprire i nostri costi. «Inizialmente pensavo: “Non potremo mai farlo!”. Ma ora è lì. Come piccola casa editrice Ediziun Apart ha pubblicato un’opera di letteratura mondiale – in romancio!», racconta Fry. Forse c’è una frase che Tolkien espresse in modo simile per il suo romanzo degli anni ’30: «Anche se lo hobbit è piccolo e l’avventura davanti a lui è grande, con il suo coraggio potrà raggiungere il tesoro che sta cercando… Questa iniziativa di Ediziun Apart porta un messaggio simile ai giovani lettori dei paesi di lingua romancia. Vogliamo mostrare loro che è possibile realizzare progetti impossibili come questo», dice Fry.

Una sfida impossibile

Etter-Fry-editoriConsiderando le sue dimensioni, la “Rumantschia” è molto produttiva dal punto di vista letterario, dice Fry. L’editoria è un campo altamente competitivo, soprattutto quando si pubblicano libri in una lingua che solo circa 60.000 persone possono leggere ed è divisa in sei idiomi diversi. Fry lotta con questa situazione da 20 anni. Lui e suo nipote Leander Etter si occupano sporadicamente di autori e opere di cui sono convinti. Negli ultimi anni, il lavoro degli autori si è spostato in modo significativo verso la poesia. Ma Fry ed Etter cercavano la prosa. L’idea di tradurre Lo Hobbit è arrivata in un momento in cui non avevano alcun progetto da perseguire. Così Leander Etter ha avuto un’idea quasi audace. Il nipote di Fry è un avvocato e un amante del fantasy. Inizialmente ha proposto allo zio di pubblicare in romancio Harry Potter, un classico della letteratura per ragazzi. L’editore ha lasciato che il suo giovane socio in affari facesse le sue cose. Le trattative con l’editore inglese sono andate avanti per un po’, ma poi è giunto il rifiuto. Fry ed Etter non si sono arresi e hanno provato Lo Hobbit. Si è resa necessaria un’intensa corrispondenza, sostenuta da Lia Rumantscha, l’organizzazione mantello di tutte le associazioni di lingua romanza. Il risultato è sorprendente: Ediziun Apart è riuscita a rilevarne i diritti per 3000 franchi (31oo euro), perché evidentemente la Tolkien Estate ha valutato il potenziale della piccola area linguistica. Tuttavia, il progetto costa denaro. Dall’idea alla distribuzione, l’editore ha dovuto raccogliere circa 70.000 franchi in circa due anni di lavoro. Fry dice di essere stato contagiato dall’incoscienza giovanile di suo nipote, ma di aver trascorso notti insonni. «Quando abbiamo iniziato i calcoli, pensavo che non ce l’avremmo mai fatta». Lo Hobbit in romancioMa la risposta è stata grandiosa. Pro Helvetia, diverse fondazioni, comuni e il sostegno culturale del Cantone dei Grigioni: tutti hanno solidarizzato con l’idea. Attraverso il crowdfunding sono stati raccolti oltre 21000 franchi, appunto. Apparentemente è stata toccata una corda sensibile in linea con i tempi. Il Piccolo Principe era stato tradotto in romancio, e lo stesso autore Leo Tuor aveva fatto lo stesso con alcune opere più brevi di Joyce, Dürrenmatt e Kafka. Nessuno aveva mai osato pubblicare un bestseller più lungo. «Forse a causa degli enormi costi», ipotizza Fry, «il nostro lavoro potrebbe ora essere un impulso per altri editori».
Lingue come il romancio sono in pericolo. Tuttavia, un libro per giovani adulti può trattenere nuovi lettori. Alle giornate della letteratura a Domat/Ems, Fry aveva constatato quanto i giovani siano impegnati nella lingua, nella lettura, nella scrittura e nel canto. «Si sente il bisogno di nuovi materiali», afferma Fry. Un romanzo fantasy era l’ideale. E magari anche un secondo? La casa editrice di Harry Potter aveva rifiutato l’offerta per un motivo in particolare: perché Ediziun Apart non aveva ancora pubblicato un’opera internazionale delle dimensioni di “Harry Potter”. Adesso è tutto diverso…

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Verrà ritradotto Il Silmarillion in Francia
– Leggi l’articolo Tolkien fuori dai diritti: in Cina c’è il boom di traduzioni
– Leggi l’articolo Gennaio 2019, ritradotto Il ritorno di Beorhtnoth
– Leggi l’articolo Tradotto in inglese Tolkien e la Filosofia
– Leggi l’articolo Pubblicato il Beowulf tradotto da Tolkien
– Leggi l’articolo Simonson, tradurre Tolkien in spagnolo

LINK ESTERNI:
– Vai al sito della casa editrice Ediziun Apart
– Vai al sito del crowdfunding

.


Share This Post

Twitter Delicious Facebook Digg Stumbleupon Favorites More

Leave a Reply

 characters available

Iscriviti alla Newsletter

Pagine

Disclaimer

www.jrrtolkien.it è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma – Sezione per la stampa e l’informazione, autorizzazione n° 04/2021 del 4 agosto 2021. Direttore responsabile: Roberto Arduini.

I contenuti presenti su questo sito non sono generati con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.

Licenza Creative Commons

Quest’opera di http:www.jrrtolkien.it è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported. Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili nella pagina dei contatti.
Utilizziamo WP e una rielaborazione del tema LightFolio di Dynamicwp.