Beren e Lúthien a Mirandola: il resoconto

Sabato 22 giugno, nel Chiostro dell’antico convento di San Francesco D’Assisi a Mirandola è stato messo in scena lo spettacolo serale “Lords of the Rings in concerto – La Storia di Beren e Lúthien – parte prima: La gemma e il giuramento“, definito dagli organizzatori un «racconto scenico e musicale di una delle più affascinanti vicende della Terra di Mezzo». Già nel 2023, e precisamente il 30 settembre e 1 ottobre presso il parco de La Favorita di Mirandola (Modena) si era svolta la prima edizione del Tolkien Music Festival, nel cui ambito nasce La Storia di Beren e Lúthien.

Il Tolkien Music Festival

Questa manifestazione ha visto la luce solo recentemente — più precisamente lo scorso autunno — ed è organizzata dall’Associazione Culturale Amici della Musica di Mirandola, che quest’anno festeggia 40 anni di attività. L’Associazione, che, secondo il direttore artistico Lucio Carpani, conta al suo interno «molti appassionati di Tolkien e del Signore degli Anelli» ha voluto dar vita a questo evento in occasione del cinquantenario della scomparsa dell’autore oxoniense (ne abbiamo parlato qui). Durante l’ultima edizione del festival, che avrà una cadenza biennale, all’interno del parco La Favorita di Mirandola, sono stati organizzati concerti, un mercatino con stand gastronomici e non solo, laboratori e attività per adulti e bambini, il tutto con al centro Tolkien e la musica.

La gemma e il giuramento

La Storia di Beren e Lúthien è un progetto molto ambizioso che sarà messo in scena in più parti (probabilmente quattro) nel corso dei prossimi anni. Questa è una delle Grandi Storie, quelle che nell’intento dell’autore avrebbero dovuto costituire il nucleo principale del Silmarillion. Tolkien teneva molto a questo racconto e ne parla alcune volte nelle sue lettere:

“La principale fra le storie del Silmarillion, e anche una delle più sviluppate, è la Storia di Beren e della fanciulla elfica Lúthien. Qui incontriamo, fra le altre cose, il primo esempio del tema (che diventerà fondamentale con gli Hobbit) che le grandi linee della storia del mondo, “le ruote del mondo”, sono spesso girate non dai Signori o dai governanti, e nemmeno dagli dèi, ma da quelli che sono apparentemente sconosciuti e deboli, e questo a causa della vita segreta nella creazione, e della parte inconoscibile a ogni saggezza tranne Una, che consiste nell’intrusione dei Figli di Dio nel Dramma. È Beren il mortale fuorilegge a riuscire (con l’aiuto di Lúthien, una semplice fanciulla anche se di sangue elfico reale) dove tutti gli eserciti e i guerrieri avevano fallito: egli penetra nella fortezza del Nemico e strappa uno dei Silmarilli dalla Corona di Ferro. Così egli ottiene la mano di Lúthien e si realizza il primo matrimonio fra un mortale e un’immortale.  Di per sé la storia è una fantasia eroico-fiabesca (secondo me bella e potente), apprezzabile anche con solo una conoscenza vaga e molto generale degli antefatti.”

Lettera 133 a Milton Waldman del 1951

Ma la mitologia (con le lingue associate) ha iniziato a prendere forma durante la guerra del 1914-18. “La Caduta di Gondolin (e la nascita di Eärendil) fu scritta in ospedale nel 1916 mentre ero in licenza per malattia dopo essere sopravvissuto alla battaglia della Somme. Il cuore della mitologia, la vicenda di Lúthien Tinúviel e Beren, scaturì da una piccola radura in mezzo a un bosco piena di “cicuta” (o qualche altra ombrellifera bianca) vicino a Roos sulla penisola di Holderness, dove andavo saltuariamente quando ero libero dai doveri reggimentali mentre ero assegnato al presidio sullo Humber nel 1918.”

Lettera 165 alla Houghton Mifflin Co. del 1955

La prima parte di questo spettacolo musicale in più atti, La gemma e il giuramento, inizia con un dispositivo molto caro al Professore, quello della cornice: la scena si apre infatti su un accampamento di soldati di Rohan, in viaggio verso Minas Tirith con il compito di recuperare la salma del loro defunto re, perito durante la battaglia del Pelennor. Nell’accampamento sopraggiungono due cantastorie, anch’essi in viaggio verso la capitale di Gondor. I due sono stati ingaggiati da Re Elessar per narrare la vicenda di Beren e Lúthien, tanto cara ad Aragorn e alla sua sposa Arwen, in cui le vicende dei loro antichi antenati, anch’essi un uomo e un’elfa, in un certo senso, rivive. Così, in cambio dell’ospitalità offerta dai Rohirrim, i due cantastorie iniziano a narrare la prima parte della cerca del Silmaril, dalle vicende di Beren il fuorilegge nel Dorthonion al suo incontro con Lúthien nei boschi del Doriath. La gemma e il giuramento copre infatti i primi quattro canti del Lai del Leithian, toccando tutti i punti principali della vicenda: di come un tempo Re Thingol regnasse sul reame elfico del Doriath, nel Beleriand, e di sua figlia, la più bella fra gli Elfi; di come Beren sopravvisse allo sterminio del padre Barahir e dei suoi compagni grazie all’avvertimento del fantasma di Gorlim il traditore; della sua fama di fuorilegge nel Dorthonion e del suo viaggio verso sud dopo il recupero dell’anello di Barahir, e di come giunto nelle foreste del Doriath incontri la fanciulla elfica Lúthien e se ne innamori; e infine del confronto fra re Thingol e Beren e della promessa di quest’ultimo di strappare un Silmaril dalla corona di ferro in cambio della mano di Lúthien.

Lo spettacolo si compone di una parte narrativa, nella quale le vicende di Beren e Lúthien vengono raccontate attraverso una selezione di testi, in italiano, estratti dal Silmarillion e dal Lai del Leithian e da una parte musicale in cui gli stessi episodi vengono messi in risalto ed espansi da un coro, che in questo caso canta in inglese, accompagnato da un quartetto d’archi, arpa e percussioni. La narrazione è affidata alle voci esperte di Edoardo Siravo e Gabriella Casali, che interpretano il ruolo dei due cantastorie. Le voci del coro sono quelle dei giovani cantanti dell’Ensemble Augusta, un gruppo specializzato in narrazioni musicali dove il racconto di storie si miscela alla musica. Le musiche e i testi affidati al coro sono del maestro Lucio Carpani, che per questi ultimi compie una rielaborazione del Lai del Leithian. Le scenografie, fornite dai cosplayer del gruppo Éored of East Mark, alcuni dei quali si sono prestati anche a interpretare il gruppo di guerrieri del Mark, sono minimali, ma ben si sposano con il contesto del chiostro di San Francesco, le cui colonne, grazie alle luci e alla musica, richiamano alla mente quelle delle mille caverne di Menegroth.

La messinscena, che dura meno di due ore, scorre veloce e risulta apprezzabile anche a un pubblico (in presenza) non composto esclusivamente da appassionati del Signore degli Anelli. La parte recitata e soprattutto le musiche e i cori contribuiscono a trasportare lo spettatore all’interno della vicenda, rendendo perfettamente le atmosfere di ciascuna scena: i boschi del Dorthonion infestati dagli orchi, la potenza di Re Thingol e quella ancor più grande e minacciosa di Morgoth, le foreste del Doriath. Nel complesso lo spettacolo dimostra quello che possono ottenere “altre menti e mani, che praticassero il disegno, la musica e il teatro” quando applicate al Legendarium. A proposito di disegno, la locandina dello spettacolo è stata realizzata da Samuele Gabbanini, giovane illustratore che ha partecipato al concorso artistico bandito in occasione del Tolkien Music Festival nel 2023 e che ha realizzato anche le altre sei illustrazioni incluse in questo articolo. Chi non avesse potuto vedere la rappresentazione, può trovarne una registrazione on-line sul canale Valinor.

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo A Messina, Modena e Roma omaggi a Tolkien

LINK ESTERNI:
– Vai al sito del Tolkien Music Festival

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