Chianciano, due giorni vissuti intensamente

Chianciano Terme centroArte, cultura, teatro, libri, musica, cosplayer, birra artigianale e persino una passeggiata notturna tra gli Elfi. È stato ricchissimo il programma del fine settimana di Chianciano Terra di Mezzo 2024. Giunto alla seconda edizione, ha tutte le carte in regola per divenire un appuntamento fisso annuale per gli appassionati dell’universo di J.R.R. Tolkien soprattutto per il grande numero di eventi a cui è possibile partecipare e assistere.

Due giorni di evento

Tutto si è svolto splendidamente grazie all’impegno di Roberta Tosi e di Alessandra De Paola, al grande sforzo organizzativo della Pro Loco Chianciano Terme, col patrocinio del Comune di Chianciano Terme, dell’AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani, di Terra di Mezzo Cosplayers e Federalberghi. Per Chianciano Terme, terra fornita di un paesaggio rigoglioso e di acque salutari, una conferma in più di quanto il suo stesso territorio si avvicini a quella visione vissuta e sognata da Tolkien, che si trova descritta in tante opere dello scrittore. Tra venerdì 28 e domenica 30 giugno 2024 i più importanti esperti e traduttori dello scrittore inglese si sono ritrovati a Chianciano Terme per dialogare sulla Natura, fulcro dell’arte e del mondo di Tolkien, che vi ambienta persino la trasposizione fantastica della propria storia d’amore per la vita (Beren e Lúthien).
Ma non solo! Perché mentre di giorno ci si immergeva tra le parole, gli scritti, le visioni dello scrittore inglese, la sera i concerti, gli spettacoli e i film in notturna hanno illuminato il paesaggio in attesa dell’alba. E l’alba è giunta insieme alle splendide voci del coro Altreterre di Trento che alle 5 del mattino, dopo aver raggiunto il punto più panoramico del sentiero delle acque appena fuori Chianciano Terme, ha accolto il sorgere del sole con canzoni elfiche tratte dal Signore degli Anelli miste a sonorità africane… da brividi!
E questo è solo metà di quel che c’è stato, perché  la manifestazione è stata ulteriormente arricchita da attività e laboratori, banchetti e stand gastronomici, concerti improvvisati e giochi di gruppo capaci di coinvolgere i visitatori di tutte le età, sfilate cosplayer dell’Associazione Terra di Mezzo Cosplayers, e da ben due mostre di pittura. Sergio Padovani e Davide Frisoni, noti sia a livello nazionale ma anche riconosciuti a livello internazionale. Davide Frisoni, già autore dell’attuale come anche della precedente suggestiva locandina della manifestazione, ha presentato con una mostra dal titolo: L’incantesimo del drago, dedicata al mondo di queste misteriose e seduttive creature in Tolkien e non solo. Creature infatti che hanno acceso la fantasia e la narrativa dello scrittore fin da bambino ma che “abitano” il nostro territorio nascosti tra leggende e curiosità. Sergio Padovani, uno dei più importanti, interessanti e noti artisti dell’attuale scenario dell’arte contemporanea, ha invece presentato la mostra La strada perduta, un viaggio onirico in luoghi obliati e negli abissi dell’animo umano. Per l’occasione l’artista modenese ha realizzato anche l’opera omonima che è stata esposta per la prima volta in assoluto a Chianciano Terra di Mezzo, nella bellissima sede di Villa Simoneschi. La mostra si protrarrà poi per tutto il mese di luglio.

 

I doppiatori della Terra di Mezzo

«Tutto è andato bene, aldilà anche delle nostre aspettative», ha detto la direttrice della manifestazione Roberta Tosi a proposito della serata al teatro Caos con i doppiatori Francesco Vairano, Davide Perino e Fabrizio Pucci, che hanno saputo dar vita e voce ad attori indimenticabili e sono stati le voci rispettivamente di Gollum, Frodo e Thorin Scudodiquercia. «Ero sicura perché avendo a che fare appunto con professionisti di questo calibro che sarebbe stata una serata splendida e di successo. Però secondo me si è rivelato anche qualcosa di più. Stasera è stato semplicemente l’attore che parlava come persona, mostrando tutto il lavoro e tutta la propria passione, anche se qualche volta vuole dire sacrificio, impegno, dedizione. Quindi è stato anche un insegnamento per i giovani che sono venuti in tantissimi. Capire quanto lavoro c’è dietro anche dietro il ruolo di un attore. Se vogliamo prestare la voce ad altre persone, ci vuole tanta fatica e quindi penso che sia stato un bel momento di riflessione oltre che di divertimento. Se poi pensiamo alle esposizioni artistiche che abbiamo inaugurato in questi giorni, sono stati entrambi momenti emozionanti con gli artisti. Chianciano Terra di Mezzo, lo dico sempre, è veramente un festival che non dorme mai! In soli due giorni ci sono state così tante cose e momenti emozionanti che è anche difficile riassumerli tutti. E poi ti fanno anche cominciare la vita con una forza diversa. Quest’anno è venuto ancora più bello, ancora più grande, è stata veramente un’impresa. Se avremo ancora la partecipazione delle persone noi siamo prontissimi per la prossima edizione».
«Dopo tutti questi anni da quando è uscita la trilogia è incredibile che la febbre sia ancora molto molto alta», racconta Francesco Vairano, già direttore del doppiaggio per Il Signore gli Anelli e Lo Hobbit, e la cosa che mi stupisce di più è che sono passati ben 23 anni – io ho cominciato Il Signore degli Anelli nel 2001 – e tuttora vedo che le nuove generazioni hanno un interesse fortissimo. Quello che mi stupisce sempre è che mi riconoscono! Mi fa piacere perché vuol dire che abbiamo fatto un buon lavoro. I film sono sicuramente straordinari e su questo siamo tutti d’accordo. In Italia c’è una grande scuola di doppiaggio, forse perché siamo stati tra i primi a iniziare nel doppiaggio, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma già da prima perché il regime all’epoca non voleva nomi stranieri. Si è creata una tendenza».

Il carnet delle conferenze

Gli aspetti culturali legati all’opera di Tolkien sono stati sicuramente il fulcro di questa manifestazione: cultura accademica e cultura pop, punti di vista artistici, letterari o cinematografici – e ancora lingue elfiche, fumetti, calendari, giochi. Ogni giornata ha pertanto ospitato un certo numero di conferenze, la maggior parte collegate al leitmotiv dell’evento di quest’anno: la Natura, quale rappresentata nelle opere del Professore. Da Stefano Giorgianni, presidente dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, a Giuseppe Pezzini, della Oxford University, ad Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano, al traduttore delle opere di Tolkien per Bompiani Luca Manini, fino alla partecipazione di Roberto Arduini, Barbara Sanguineti, Sergio Lombardi, Alessandro Bottero, Davide Rondoni e Roberto Fontana con molti altri interventi straordinari.
Si è iniziato già il venerdì sera con una panoramica di tutto l’evento in cui la curatrice Roberta Tosi ha spiegato il tema della manifestazione e poi ha chiamato sul palco i relatori già presenti per delle brevi anteprime. Nella sessione del sabato mattina il Teatro Caos di Chianciano Terme si è animato con il seminario sulla lingua Quenya: come parlavano gli elfi, a cura di Roberto Fontana. L’inesauribile fantasia di Tolkien non ha prodotto soltanto le saghe narrate nel Silmarillion, Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli. Il professore di Oxford, filologo e linguista, ha anche inventato numerosi linguaggi, dotati di lessico, grammatica e sintassi propri, tutti sapientemente collegati da Tolkien in uno schema evolutivo e di reciproche connessioni che ricorda molto da vicino le lingue del mondo reale. Le due lingue elfiche maggiormente conosciute sono il Quenya, la lingua degli elfi del perduto Ovest, e il Sindarin, la lingua degli elfi della Terra di Mezzo. Nel suo seminario, Fontana ha trattato la sintassi del Quenya, la lingua dotta e sapienziale, una sorta di “Latino elfico”.
La sessione di sabato pomeriggio, moderata da Roberto Arduini, si è aperta con la conferenza di Sergio Lombardi e Alessandro Bottero intitolata “C’è del buono in questo mondo, padron Frodo”.
I due relatori, le cui competenze spaziano dal collezionismo all’arte e musica tolkieniane e al fumetto, hanno mostrato al pubblico spezzoni di film e documentari con accompagnamento musicale; il materiale audiovisivo è servito per introdurre riflessioni sul tema della Natura nella sua evoluzione durante la storia di Arda, a partire dalla musica degli Ainur per arrivare a Tom Bombadil e agli Ent in guerra contro Isengard.
La successiva conferenza, presentata da Barbara Sanguineti, è stata incentrata sull’antitesi Luce/Ombra che pervade tutti i miti tolkieniani e che viene rappresentata molto bene attraverso gli elementi naturali. La natura per Tolkien non è mai un semplice sfondo per le vicende, ma vibra ancora dell’armonia (o disarmonia) originaria, tanto da configurarsi, per dirla con Verlyn Flieger, come una sorta di ‘grammatica mitica’, un insieme di relazioni e regole che informano il mondo secondario.
Ha concluso le conferenze pomeridiane di sabato l’intervento di Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano, che aveva come tema gli Hobbit. Monda ha sottolineato la centralità di questo popolo nell’opera dell’autore, e la loro attualità e originalità. Attraverso le qualità ma anche i vizi degli Hobbit, tutti molto prosaici e vicini alla nostra dimensione umana, il romanzo è ancora capace di dialogare con una moltitudine di lettori moderni, che ritrovano nell’umiltà e nell’attaccamento alla realtà concreta, tipicamente hobbiteschi, una chiave di interazione con il mondo ben più efficace che gli slanci ‘superomistici’ proposti nel secolo scorso.
La mattinata di domenica è stata dedicata a temi prettamente letterari e traduttivi. Luca Manini, traduttore per Bompiani di molte opere tolkieniane in versi e in prosa, ha intrattenuto il pubblico con un esame rigoroso ma molto suggestivo di alcuni brani del Lay of Leithian, poema incompiuto che narra la storia d’amore e di avventura di Beren e Lúthien, centrale nel Legendarium. Manini si è soffermato particolarmente sull’episodio del loro incontro e dimostra come, attraverso le descrizioni, la Natura, dal cielo stellato fino al suolo, sia intrecciata significativamente nella narrazione poetica. Purtroppo trattenuto da imprevisti di viaggio, si è unito solo alla fine della conferenza anche il poeta Davide Rondoni, con un breve ma carismatico intervento su ciò che rende il genere umano unico – ovvero la capacità di rappresentazione artistica, la quale passa attraverso la memoria emotiva, una caratteristica non replicabile da alcuna intelligenza artificiale.
L’ultimo intervento della mattinata ha spostato il focus sulla traduzione. Stefano Giorgianni, traduttore della History of Middle-Earth e presidente AIST, e Roberto Arduini, che fa parte del team di revisione di quell’opera, si sono soffermati sugli aspetti salienti di questo imponente progetto e in particolare sul sesto volume, il primo dedicato al processo di elaborazione del Signore degli Anelli. Attraverso aneddoti ed esempi si è sapientemente delineato il minuzioso lavoro di comparazione, di resa in lingua italiana e di allineamento con le altre opere già tradotte che sta impegnando da anni traduttori e revisori. Ma tutta la fatica è ampiamente ripagata dal poter seguire, e consegnare ai lettori, il percorso compositivo di opere così complesse e amate.
Essendo l’ultimo intervento e l’unico della domenica pomeriggio, Giuseppe Pezzini ha messo da parte i numerosi fogli del suo intervento Il giardinaggio della Creazione: per un’ecologia integrale tolkieniana, per dar luogo a un momento seminariale con interventi del pubblico. Così, partendo dalla concezione ontologica dell’universo di Tolkien, in cui esiste una gerarchia che parte da Eru e scende giù fino a Valar, Elfi, Uomini, Nani, Ent e infine Hobbit- che non si trovano nemmeno nella lista di Barbalbero -, il relatore ha mostrato come nell’ecologia tolkieniana l’ordine gerarchico si deve invertire, con i personaggi ‘alti’ che diventano ‘piccoli’, e tutti i personaggi sono chiamati a sviluppare lo stesso rapporto ecologico.

 

Barbara Sanguineti e Roberto Arduini

 

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