Tolkien e l’Opera di Paul Corfield Godfrey

Paul GodfreyFra i molti talenti di J.R.R. Tolkien sicuramente non c’era quello per la musica:

Io amo la musica, ma non ho inclinazione; e gli sforzi sprecati per imparare a suonare il violino in gioventù mi hanno solo lasciato un timore quasi reverenziale quando mi trovo in presenza di violinisti.
Lettera 142
La musica mi dà grande piacere e a volte ispirazione, ma rimango nella posizione rovesciata di uno che ami leggere o sentire recitare la poesia, ma sappia poco della sua tecnica o tradizione, o della struttura linguistica.

Lettera 260

Ciò nonostante è innegabile come la musica permei le opere del professore: Eä – l’universo da lui sub-creato – prende vita, sia letteralmente che letterariamente, dall’Ainulindalë – La Musica degli Ainur, la prima parte del Silmarillion e, secondo un recente studio di John Garth – vedi The Lost Tales Never End, The Chronology of Creation: How J.R.R. Tolkien Misremembered the Beginnings of his Mythology –  una delle prime storie dei Racconti Perduti a essere stata scritta fra il 1916 e il 1917. Inoltre, in quella che forse era la storia a lui più cara, Beren e Lúthien, è proprio la canzone della principessa elfica a commuovere perfino Mandos e a permettere il ritorno in vita del suo sposo mortale. Ad esclusione di alcuni primi adattamenti per la radio, furono relativamente poche le collaborazioni che, durante la vita dell’autore, The Road Goes Ever Onpermisero ad altre menti e altre mani di cimentarsi con la Terra di mezzo. Fra queste, figura quella con Donald Swann. Nel 1965, infatti, il compositore britannico, per il suo personale diletto, decise di mettere in musica sei poesie di Tolkien, nello stile della folk music tradizionale inglese. In seguito Swann contattò Tolkien e il suo editore, per ottenere il permesso di pubblicare ed eseguire queste canzoni in pubblico. Il professore apprezzò molto queste musiche, ma disse a Swann che per Namárië avrebbe preferito uno stile più simile al canto gregoriano. Questo commento portò alla realizzazione di una seconda versione di Namárië in quello stile e alla conseguente pubblicazione del libro/album The Road Goes Ever On: A Song Cycle (proprio in questi giorni abbiamo dato la notizia di un’asta incentrata sulla corrispondenza fra Tolkien e Swann).
Naturalmente, come ben illustrano i molti articoli pubblicati su questo sito dedicati all’argomento, a 50 anni dalla scomparsa del professore sono ormai innumerevoli le opere musicali di tutti i generi ispirate alle creazioni letterarie del professore oxoniense. Pochi però sono gli adattamenti e le sub-creazioni ad aver ricevuto l’approvazione del Tolkien Estate e il pieno appoggio di Christopher Tolkien. Fra questi figurano le opere del Ciclo di Tolkien di Paul Corfield Godfrey, che nel 2023 ha finalmente ultimato e pubblicato il suo Epic Scenes from the Silmarillion, in 5 parti, e recentemente ha annunciato la prossima pubblicazione di The Hobbit e di The Lord of the Rings.

L’Autore

Il rapporto di Paul Corfield Godfrey con l’opera di Tolkien è di lunga data; all’inizio degli anni 70 il compositore ebbe per la prima volta l’idea di adattare Lo HobbitIl Signore degli Anelli in un’opera suddivisa in ben 13 parti. Quest’idea iniziale, che portò alla realizzazione di alcune composizioni, poi confluite in lavori successivi, fu abbandonata in seguito al netto rifiuto da parte della United Artists, che aveva recentemente acquisito i diritti per le versioni cinematografiche dei due romanzi, di organizzare alcuni concerti sulla parte del ciclo basata sullo Hobbit. Fu con la pubblicazione del Silmarillion, nel 1977, e di Unfinished Tales, nel 1980, però, che il compositore inglese intuì per la prima volta le potenzialità di adattare in forma operistica il Silmarillion e in particolare I Figli di Húrin – come sappiamo la più lunga e indipendente fra le storie della prima era –  e decise di inviarne una prima registrazione a Rayner Unwin e Christopher Tolkien. Con sua grande sorpresa entrambi apprezzarono questo primo tentativo e fornirono al musicista non solo il loro sostegno, ma anche la possibilità di utilizzare materiale allora inedito (per la maggior parte pubblicato più tardi nella Storia della Terra di Mezzo) per la realizzazione di un primo libretto completo di The Children of Húrin. Nel 2023, circa 50 anni dopo l’inizio di quest’epopea, il ciclo operistico dedicato al Silmarillion ha finalmente visto il suo completamento con la pubblicazione da parte della Volante Opera Productions delle registrazioni di Epic Scenes from the Silmarillion. Sul sito dell’autore si possono trovare molte informazioni su questa produzione e svariati aneddoti; fra questi ci fa piacere ricordare che, in occasione dell’Oxonmoot del 1982, la versione operistica di The Children of Húrin è stata messa in scena nella casa di Priscilla Tolkien a Oxford, usando il pianoforte di Edith Tolkien con Priscilla parte del coro. Un altro elemento importante che fa di Epic Scenes from the Silmarllion un’opera unica nel suo genere è che il suo autore, grazie al rapporto che è riuscito ad instaurare con Christopher Tolkien, è una delle poche persone ad aver avuto accesso a manoscritti, ad oggi ancora inediti, fra i quali, per esempio, la versione in prosa di Beren e Lúthien della quale alla maggior parte degli appassionati del professore è noto unicamente quanto scritto da Christopher Tolkien:

al tempo in cui si volse nuovamente al Lai del Leithian, con Il Signore degli Anelli terminato ma la sua pubblicazione molto dubbia, si imbarcò ancora una volta anche in una “saga” di Beren e Lúthien in prosa. Si tratta di un testo consistente, nonostante la storia non superi la rivelazione di Dairon a Thingol riguardo alla presenza di Beren nel Doriath, ed è basato così da vicino sulla versione riscritta del Lai da leggersi in alcuni punti quasi come una parafrasi in prosa dei versi.

La Storia della Terra di Mezzo Vol. 5 – La Strada Perduta

A proposito di questo testo lo stesso Paul Corfield racconta:

Christopher Tolkien mi inviò una lettera contenente alcuni estratti dalla versione in prosa del Beren, che è  in generale molto vicina alla versione riveduta del Lai del Leithian – a tal punto che, molti passaggi della mia personale redazione in prosa del Lai e di quella dello stesso Tolkien sono pressocchè identici. In questa fase avanzata non riesco a ricordare con precisione quali parole nella mia ambientazione musicale provenissero dalla mia versione e quali da quella di Tolkien, dal momento che la lettera completa era nella mia valigetta che fu rubata nel 1995 o giù di lì. È un peccato che Christopher Tolkien non abbia pubblicato la versione in prosa di suo padre come parte del suo successivo compendio su Beren e Lúthien; ma, certamente sulla base degli estratti che ho letto, le differenze rispetto alla versione successiva del Lai sono in gran parte una questione di formulazione piuttosto che di contenuto.

La valigetta cui si riferisce il compositore gli fu effettivamente rubata intorno al 1995 e conteneva gran parte della sua corrispondenza con Christopher e Priscilla Tolkien.

L’adattamento del Silmarillion

Epic Scenes from the Silmarillion è, come si è scritto, un ciclo operistico in cinque parti e copre l’interezza del Legendarium tolkieniano incentrato sulla prima era della Terra di mezzo. Le cinque parti sono ciascuna divisa in un prologo, nove scene e un epilogo. Le scene sono intervallate da interludi corali ai quali viene affidato l’avanzamento della narrazione e il commento. La prima parte, Fëanor, narra gli eventi che vanno dalla creazione di Eä alla morte del più dotato fra i Noldor.  Coprendo questo primo ciclo un arco narrativo molto vasto, il ruolo del coro è sicuramente preponderante rispetto a quanto lo sarà nelle parti successive. La seconda parte si concentra invece sul primo dei Grandi Racconti, e narra quindi le vicende di Beren e Lúthien. Il testo usato per questa parte si basa sul racconto pubblicato nel Silmarillion, sul Lai del Leithian e, come si è detto, sull’inedita versione in prosa. La terza parte, incentrata sulle vicende dei Figli di Húrin, è la meno recente, essendo stata composta già nel 1982. Il testo è tratto dai Racconti Incompiuti e, per la parte mancante, dal Silmarillion, dato che il romanzo I Figli di Húrin, risale al 2007. Ai primi due Grandi Racconti segue naturalmente il terzo, La Caduta di Gondolin. Il testo utilizzato per questo adattamento utilizza molteplici fonti: non solo il Silmarillion e la parziale riscrittura della storia che troviamo nei Racconti Incompiuti, ma anche svariate poesie come The Bidding of the Minstrel, The Horns of Ulmo o The Song of Ælfwine. La quinta e ultima parte è anche la più recente in termini di composizione; intitolata The War of Wrath essa include anche la rovina del Doriath, il viaggio di Eärendil e un epilogo sugli anelli del potere. A quest’opera in cinque parti si affianca inoltre l’opera indipendente Akallabêth and other Tolkien works che include, appunto, la storia della caduta di Númenor e altre musiche ispirate alla Terra di mezzo. Le opere di Paul Corfield Godfrey sono distribuite in Europa da Propermusic e sono quindi disponibili in tutti i negozi di dischi; ogni parte è composta da 2 CD e 1 opuscolo contente un riassunto della storia; del ciclo sul Silmarillion esiste anche una raccolta che include tutte le cinque parti (10 CD) e il libretto completo di ben 120 pagine.

Gli adattamenti dello Hobbit e del Signore degli Anelli

Il completamento del ciclo sul Silmarillion ha generato nuova linfa creativa in Paul Corfield e nei suoi collaboratori, tanto da spingere il compositore a riprendere il lavoro iniziato nei primi anni ’70 su Lo Hobbit e su Il Signore degli Anelli, e a completare un nuovo ciclo di opere incentrate su questi. Lo Hobbit, che dovrebbe vedere la luce nel corso del 2026, sarà diviso in due parti ciascuna composta di tre capitoli, e includerà anche un’appendice sulla Cerca di Erebor. Il Signore degli Anelli sarà diviso nelle storiche tre parti: La compagnia dell’Anello, Le due Torri e Il Ritorno del Re, e in quattro Appendici: Il Lai di Lúthien, Il Lai di Eärendil, Il Lai di Durin e un epilogo su Aragorn e Arwen.

 

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LINK ESTERNI:
– Vai al sito della Volante Opera Productions
– Vai al sito di Paul Corfield Godfrey

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