A novembre la nuova traduzione dello Hobbit

Uscirà il 6 novembre 2024 in Italia l’ultima edizione in ordine di tempo dello Hobbit di J.R.R. Tolkien (Bompiani €30), quella pubblicata in Gran Bretagna nel 2023, che contiene le illustrazioni dell’autore. Si tratta di un volume molto bello, perché per la prima volta è possibile leggere il romanzo con l’accompagnamento non solo dei disegni realizzati da Tolkien per le varie edizioni, ma anche con l’aggiunta dei bozzetti e di tutte le mappe da lui stesso utilizzate per scrivere la storia, per un totale di ben cinquantatré illustrazioni. La copertina ricalcherà quella dell’edizione britannica, che a sua volta richiama vagamente quella della prima edizione del 1937, isolandone un dettaglio in un tondo al centro, nel quale sopra le vette dei Monti Brumosi spunta un sole rosso (un risarcimento a Tolkien, che all’epoca dovette rinunciare alla quadricromia) e con le rune a fare da cornice. La firma di Tolkien sostituirà il nome a stampatello dell’autore, e per quanto non immediatamente leggibile non può esserci margine per i dubbi, dato che il nome Hobbit rimanda ormai indissolubilmente a quello di colui che lo ha reso famoso. Il volume è arricchito da un corposo paratesto: una breve nota editoriale, la prefazione all’edizione del 50° anniversario scritta da Christopher Tolkien, e uno stralcio della Libreria BompianiNota sulle illustrazioni che si trova ne L’arte dello Hobbit di J.R.R. Tolkien, scritta da Wayne G. Hammond e Christina Scull.
La novità assoluta però è che per la prima volta dopo cinquant’anni Lo Hobbit avrà una nuova traduzione italiana. Non già un rimaneggiamento della traduzione “classica”, com’era stato nel 2013, ma un rifacimento integrale, realizzato dal socio AIST Wu Ming 4, al secolo Federico Guglielmi. In effetti nell’impresa di ritraduzione dell’opera omnia di Tolkien inaugurata da Bompiani nel 2017 Lo Hobbit mancava ancora all’appello. Questa nuova splendida edizione ha offerto il gancio per colmare la lacuna.

La traduzione “classica”

La prima edizione dello Hobbit in italiano risale al 1973, pubblicata per i tipi di Adelphi con il sottotitolo (tanto libero quanto spoilerante) “o la Riconquista del tesoro”. Era una bella traduzione, nonostante fosse stata realizzata da un’ancora inesperta Elena Jeronimidis Conte (1946-2020), allora ventisettenne, che sfruttò l’occasione proprio per imparare l’inglese, dato che si era appena trasferita in Inghilterra. Ovviamente certe scelte traduttive risentivano di un’epoca in cui in Italia pochissima gente conosceva la mitologia e il folclore nordici, men che meno certi cibi o festività, e di conseguenza si decise di tradurre alcuni termini nei corrispettivi culturali della tradizione italiana. Così i troll diventarono “Uomini Neri”, i goblin “orchi”, i Warg “Lupi Mannari”, Midsummer “Ferragosto”, Yule-tide “il periodo natalizio”, la Seed-cake “Pan di Spagna” e la Mince-pie niente meno che “pizza” (e una menzione meriterebbe anche il mutton diventato “abbacchio”, con un tocco di romanità!). Inoltre, in un tempo in cui erano in pochi a conoscere l’inglese, le rune nella mappa di Thror erano state ricombinate per traslitterare l’italiano, e questo aveva reso necessario tagliare e modificare l’iniziale nota lessicale dell’autore che ne illustrava l’utilizzo.
L’edizione del 2013 targata Bompiani e a cura della Società Tolkieniana Italiana, con le illustrazioni di Alan Lee, benché presentata come ritraduzione, consisteva più che altro in un’ampia serie di emendamenti alla traduzione classica, realizzati da Caterina Ciuferri. Saltava poi agli occhi, nel frontespizio interno, l’apposizione del sottotitolo del primo film della trilogia cinematografica dello Hobbit allora nelle sale, cioè Un viaggio inaspettato. Veniva inoltre mantenuto il grosso taglio nella nota autoriale all’inizio del libro dell’edizione del 1973, la quale nota però nel gioco della pseudo-traduzione fa già parte del romanzo, quindi si trattava di una vera e propria omissione di testo. Ma soprattutto le parole scritte in runico erano in parte traslitterazioni dell’originale inglese e in parte invece riprendevano quelle corrispondenti all’italiano della traduzione classica. Ad esempio titolo e sottotitolo in rune traducevano l’originale “The Hobbit or There and Back Again”, ma poi nel testo a seguire comparivano rune che traducevano la famosa scritta sulla mappa di Thror in italiano e addirittura nel sistema metrico decimale: “La porta è alta un metro e mezzo, ecc.” e lo stesso per le rune lunari scoperte da Elrond sulla medesima mappa. Insomma un guazzabuglio. A cui si aggiungeva il fatto che se ormai nel XXI secolo venivano giustamente reintrodotti i troll, risultava incomprensibile perché invece i Warg – lupi demoniaci della mitologia germanica – dovessero ancora essere presi per Lupi Mannari, cioè licantropi, uomini-lupo, e i goblin continuassero a essere orchi; o perché i nomi dei tre troll dovessero rimanere italianizzati (Guglielmo, Berto e Maso), come nel doppiaggio di certi vecchi film in bianco e nero.Un poco meglio era andata qualche anno prima, nel 2009, all’edizione Bompiani dello Hobbit Annotato di Douglas Anderson curata da Oronzo Cilli, che riprendeva la traduzione classica ma traduceva finalmente in versione integrale la nota autoriale all’inizio del volume. Purtroppo così facendo produceva anche una contraddizione evidente. Infatti la resa “orchi” per goblin, contraddiceva proprio la nota iniziale, dove l’autore spiega che «Orc [Orco] non è una parola inglese. Essa viene usata in una o due occasioni, ma solitamente è tradotta come goblin (oppure hobgoblin per le specie di maggiori dimensioni)», e però poi nelle trecento pagine a seguire “goblin” non compariva mai (tanto meno “hobgoblin”) e al loro posto c’era invece sempre “orco”/“orchi”.

La nuova traduzione: parola a Wu Ming 4

«L’idea guida della nuova traduzione è quella di provare a rispettare quanto più possibile il testo di Tolkien, da un lato attenendosi integralmente all’edizione britannica del 2023, dall’altro cercando di restituire alcuni elementi stilistici che la traduzione precedente sembrava avere un po’ trascurato. Se ad esempio Tolkien fece la scelta di usare il termine “orc” soltanto una volta nello Hobbit (due se si include il composto Orcrist) – e la mantenne anche nelle riedizioni successive, quando aveva già deciso di usarlo invece nel Signore degli Anelli per definire le stesse creature o una sottospecie delle medesime – tale scelta è stata finalmente rispettata. Lo stesso vale per “Yule-tide”, che non ha più bisogno di essere tradotto, dato che ormai sappiamo dall’Appendice D del Signore degli Anelli che così gli Hobbit chiamavano i giorni tra la fine dell’anno e l’inizio dell’anno nuovo, e soprattutto considerando che Tolkien ha derivato il termine da una festività pagana germanica. E così per i Warg, nome intraducibile proprio come Troll, essendo creature della mitologia nordica. E a proposito di troll, nel testo originale questi parlano in cockney, il vecchio dialetto delle classi basse londinesi, quindi era necessario in traduzione sgrammaticarne la parlata, fare capire a chi legge che questi tre tizi parlano una variante rozza dell’inglese di Bilbo. Ancora: i titoli dei capitoli dello Hobbit sono tutti riferimenti a modi di dire o a immagini figurate, quindi era giusto sforzarsi, per quanto possibile, di renderli come tali anche in italiano. Le canzoni poi sono state tradotte in maniera un po’ meno libera rispetto alla traduzione storica; ho anche cercato di rendere alcuni giochi di parole e allitterazioni nella prosa, nonché qualche arcaismo, memore della lezione di Ottavio Fatica, così come ho dovuto attenermi alla nomenclatura introdotta da lui, perché questa è la linea editoriale di Bompiani. Mi sono mosso secondo queste linee guida e alla fine sono soddisfatto del risultato. Non è certo uno stravolgimento del testo che conosciamo, del resto sarebbe impossibile, perché l’inglese che Tolkien utilizza nello Hobbit è davvero molto semplice e accessibile, non si concede troppi virtuosismi. I fan più nostalgici e conservatori possono dormire sonni tranquilli». Letture in anteprima della nuova traduzione dello Hobbit si terranno alla Biennale d’Illustrazione Fantastika, domenica 22 settembre, presso il Teatro di Dozza (BO), h 14:30. Saranno presenti il traduttore Wu Ming 4 insieme a Emanuele Vietina, direttore di Lucca Comics & Games e socio AIST, e Andrea Tramontana della casa editrice Bompiani. La prima presentazione del libro invece si terrà proprio a Lucca Comics & Games 2024 (seguiranno dettagli).

Redazione

 

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97 Comments to “A novembre la nuova traduzione dello Hobbit

  1. Alfred Brandy ha detto:

    “Non è certo uno stravolgimento del testo che conosciamo, del resto sarebbe impossibile, perché l’inglese che Tolkien utilizza nello Hobbit è davvero molto semplice e accessibile, non si concede troppi virtuosismi. I fan più nostalgici e conservatori possono dormire sonni tranquilli.”

    Forse… Vedremmo

    • Wu Ming 4 ha detto:

      Grazie del barlume di fiducia 😉

      • Alfred Brandy ha detto:

        Ho una domanda Wu Ming.
        “ho dovuto attenermi alla nomenclatura introdotta da lui, perché questa è la linea editoriale di Bompiani.”
        Come avresti tradotto tu nomenclatura tolkienana? solo per curiosità

        • Wu Ming 4 ha detto:

          Ho dovuto rendere “Bag End” con “Casa Baggins”, perché ritraducendo il SdA è stato deciso di mantenere la resa di Alliata. Oggi come oggi, benché si perderebbe la parola “Bag” che ritorna nel cognome della famiglia, forse avrei preferito la vecchia resa nello Hobbit con “Vicolo Cieco”, che restituisce il senso dell’espressione inglese, anche se non il gioco di parole. Oppure “Viottolo Cieco”, dato che è campagna e non in città.
          “Boscuro” mi piace anche, ma non è inquietante come l’originale “Mirkwood”. “Boscotetro”, come aveva tradotto Ciuferri nel 2013 forse sarebbe stato più idoneo.
          Però devo dire che nello Hobbit la nomenclatura ha un impatto molto minore rispetto al SdA, quindi non mi aspetto chissà quali polemiche.

          • Alfred Brandy ha detto:

            Okay.
            P.S. Come avresti tradotto tu nomenclatura tolkieniana della SdA? solo per curiosità

          • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

            Il nome Mirkwood, composto dai sostantivi wood (bosco, foresta) e mirk (variante arcaica e poetica di oscurità, tenebre), con il suo significato di ampio bosco associato all’idea di un luogo oscuro. Il termine è infatti derivato dalla foresta Myrkviðr della mitologia norrena e fu anglicizzato da Sir Walter Scott (in Waverley) e William Morris (in The House of the Wolfings) e successivamente reso popolare da JRR Tolkien. Secondo me Era meglio Selva Oscura creando cosi l’effetto equivalente letterario in italiano.

          • Wu Ming 4 ha detto:

            A parte due o tre rese poco felici, a me la nomenclatura di Fatica non dispiace. Nella maggior parte dei casi mi pare che colga il significato dei nomi inglesi originali più della traduzione storica. Poi ovviamente è anche una questione di gusti, lo si è detto qui mille volte, certi nomi possono suonare bene oppure no. Personalmente però da anni ho fatto una scelta relativamente radicale, e cioè usare i nomi originali, appunto, eventualmente mettendo tra parentesi la resa italiana. Tolkien credeva molto nell’eufonia dei nomi e a me pare evidente che, ad esempio, né Granburrone, né Forraspaccata, né Valforra (le tre traduzioni esistenti) rendano la musicalità di “Rivendell”.
            E ogni tanto penso che se re Arthur fosse andato a morire sull’Isola Avallona, anziché ad Avalon, un po’ di aura l’avrebbe persa… Però è chiaro che per quanto riguarda Tolkien una sfida è anche proprio questa: tradurre quanti più nomi possibile.
            Per fortuna, come dicevo sopra, io nello Hobbit non ho dovuto tradurre tanti nomi, però sicuramente ho cercato nel mio piccolo delle rese più convincenti di quelle adottate dalle traduttrici precedenti, che in certi casi non mi convincevano proprio. Magari se ne parlerà a novembre, quando uscirà il libro.

          • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

            “Tolkien credeva molto nell’eufonia dei nomi e a me pare evidente che, ad esempio, né Granburrone, né Forraspaccata, né Valforra (le tre traduzioni esistenti) rendano la musicalità di “Rivendell”.”
            Per conservare anche una certa assonanza con l’originale, che ne dite di Valravina?
            *Ravina: Scoscendimento di terreno, burrone, prodotto dalle acque
            Ammetto che potrebbe non essere immediatamente comprensibile, ma qui sta il bello, no?
            Seno Valfenduta, Valfonda, Valfratta o Vallefratta, Ripafratta.

          • Lock ha detto:

            Per come la vedo io (poi Bompiani ha deciso altrimenti e pace), si sono fatte troppe pippe mentali su alcuni cambiamenti di nomenclatura, i più evidenti (e, per me, più infelici) sono il Veglio e Valforra.
            Ok, “gaffiere” in italiano non ha significato. Ma è un soprannome, e i soprannomi non devono per forza avere un significato compiuto. È stato “Gaffiere” per oltre 50 anni, perché cambiarlo.
            Riguardo Rivendel (anch’io avrei usato il termine originale) dobbiamo tener presente che tutte le storie sono narrate dagli Hobbit, e gli Hobbit hanno un carattere gioviale e scherzoso. “Gran Burrone” è proprio il nome che uno Hobbit gli darebbe. No. Starebbe lì tanto a pensare a “valle”, “forra” cercando di trovare un nome perfetto.
            Rimango dell’idea (e nessuno me la farà cambiare) che si sia cercato di discostarsi il più possibile dai nomia durante un periodo di grosse guerre interne, e questo ha portato a cambiare nomi che sarebbero potuti rimanere com’erano. E avrebbero trovato tutti d’accordo sulla nuova traduzione.

          • Lock ha detto:

            Dannato correttore (non si può modificare i commenti?):

            “Non starebbe lì tanto a pensare a “valle”, “forra” cercando di trovare un nome perfetto.”

            “… che si sia cercato di discostarsi il più possibile dalla nomenclatura Alliata durante un periodo di grosse guerre interne…”

          • Wu Ming 4 ha detto:

            “Gaffiere” in italiano non significa niente. Mentre “Gaffer” nel LOTR è un soprannome che significa qualcosa di preciso.
            Nel Medioevo inglese “gaffer” veniva utilizzato nella parlata popolare per indicare un uomo anziano. Lo si trova già riesumato nei romanzi di ambientazione medievale di William Morris, una delle fonti d’ispirazione di Tolkien.
            Facciamo un’ipotesi fantasiosa a parti invertite. Ipotizziamo che il LOTR fosse stato scritto da un autore italiano e che ci fosse un personaggio che chiama il proprio padre “Veglio” o “Vecio” (come nell’espressione “il mio vecchio” che si usa appunto per riferirsi al proprio genitore), e che nella traduzione inglese questo nome non venisse né tradotto né lasciato com’è, bensì inglesizzato seguendo il suono in “Velly” o “Vecious”. La riterremo una buona resa? Per quanto mi riguarda no di certo. Perché non sarebbe né carne né pesce, appunto. O traduci o non traduci. Se traduci, traduci cercando di rendere il significato. “Gaffiere” è una via di mezzo che a me ha sempre fatto pensare alla “gaffa”, cioè quel gancio che usano i pescatori per tirare a bordo i pesci grossi. Ma Hamfast Gamgee non è un pescatore, proprio per niente, è un agricoltore. Quindi Gaffiere è una resa insensata e pure fuorviante.

            Tra Gran Burrone e Valforra a me pare che cambi poco, ma la seconda resa mantiene il composto riven (forra, burrone) + dell (valle stretta), quindi è leggermente più aderente all’originale e sicuramente non suona meno hobbit di altri composti che si trovano nel SdA (vecchia o nuova traduzione).

            È evidente che nel LOTR c’è tutta una poetica dei nomi dei luoghi e dei personaggi. La sfida per qualunque traduttore è anche quella di renderli in italiano per quanto possibile. Quindi, al netto del fatto che è impossibile debunkare una fantasia di complotto, perché ogni fantasia di complotto è tautologica, io so, perché… ehm, c’ero mentre avveniva, che la scelta di Fatica è stata proprio questa: accettare la sfida di ritradurre la nomenclatura come parte integrante dell’impresa di ritraduzione del LOTR. E non sarebbe potuto essere altrimenti.

          • Lock ha detto:

            D’accordo, l’errore è stato fatto ormai quasi 70 anni fa. E capisco anche la volontà di volerlo correggere. Ma rimane un soprannome, ho amici con soprannomi assurdi, senza alcun significato. Abbiamo italianizzato così tanti termini inglesi che una piccola concessione si poteva lasciare. Detto questo, non è una tragedia, soltanto un parere personale.
            Rimane il mistero sul perché non si sia voluto italianizzare anche Baggins, come da volontà di Tolkien (per inciso, a me va benissimo, visto che il personaggio è sfacciatamente inglese). È questo che contesto a Bompiani: l’essere rigidamente inflessibile su alcune cose e molto permissiva sulle altre. Ma sto divagando solo perché il dover attendere quattro mesi per leggere la nuova versione mi è un po’ doloroso. 🙂

      • Marco ha detto:

        Come è stato tradotto wereworms?

  2. Lock ha detto:

    Lo Hobbit aveva davvero bisogno di una nuova traduzione. Stimo molto alcuni tuoi scritti per cui sono molto curioso di leggere la nuova traduzione (ma è un libro che amo, per cui non avrò pietà). 🙂 Peccato non si sia stata scelta la copertina della prima edizione inglese, sarebbe stata perfetta (da noi non è mai arrivata). Questa è oggettivamente brutta (capisco che ricalchi quella inglese, ma è brutta pure quella).
    Non ho problemi con Fatica ma alcuni termini della nomenclatura continuo a non digerirli (Valforra, per esempio). Però, amen, ormai così è deciso. Ci sono altri cambiamenti in tal senso?
    Per finire mi raccomando la mappa! Quella dell’edizione precedente DeLuxe era di così bassa qualità che non si leggevano le scritte (in particolare quella delle Terre Selvagge). Vi prego: i nomi scriveteli a mano e non con un bruttissimo font come è avvenuto con quella del Signore degli Anelli. :\

  3. Sandro Sacchetti ha detto:

    “E a proposito di troll, nel testo originale questi parlano in cockney, il vecchio dialetto delle classi basse londinesi, quindi era necessario in traduzione sgrammaticarne la parlata, fare capire a chi legge che questi tre tizi parlano una variante rozza dell’inglese di Bilbo.”
    Secondo me Wu Ming, sarebbe stato meglio usare il dialetto della capitale d’Italia ovvero Roma come equivalente del dialetto di Londra ovvero cockney per arrivare alla lingua d’arrivo.

    • Wu Ming 4 ha detto:

      Eh, sinceramente ci ho pensato, sai?, e anche più di cinque minuti. Ho fatto anche delle prove, ma l’effetto che ottenevo – almeno alle mie orecchie – era troppo ridicolmente italiano. Ok cercare le equivalenze, ma il rischio era quello che la scena dei troll rievocasse i film di Verdone. Nun se poteva senti’.

      • Sandro Sacchetti ha detto:

        Secondo me sarebbe stato divertente e corretto linguisticamente come equivalente, Wu Ming.

        • Teutoburghese ha detto:

          Ma abbiamo già pseudo-romanesco e “romanaccio” dappertutto: nei film, nelle fiction (persino il De Andrè della Rai aveva l’accento romano!), nei talk show, nei talent show, nel doppiaggio, nei fumetti, nei video degli youtuber, tutti parlano come Er Monnezza… I troll che parlano in romanaccio “divertenti”? Anche no. Lo vogliamo lasciare qualche spazio in cui non si finga di essere tutti romani de Roma? Non se ne può più.

          • Sandro Sacchetti ha detto:

            Come avresti tu Teutoburghese a fare lo stesso effetto equivalente dei troll in italiano?

      • Romeo ha detto:

        Far parlare i troll con accento di Roma sarebbe tremendo nonché totalmente decontestualizzato come aver dato all’inserviente Willie, di origini scozzesi, l’accento sardo, e al commissario Wiggum, di origini irlandesi, l’accento napoletano.

        L’effetto è straniante ne “I Simpson”, figuriamoci come potrebbe risultare in Tolkien.

  4. Saffo Sedan ha detto:

    “Le canzoni poi sono state tradotte in maniera un po’ meno libera rispetto alla traduzione storica.”
    Quale metrica e ci sono le rime? Le canzoni della prima traduzione sono imbattibili a mio avviso.

    • Wu Ming 4 ha detto:

      Sì, ci sono le rime, naturalmente. Di sicuro non ho la pretesa di avere migliorato le canzoni rispetto alla traduzione precedente, ma solo di avere provato a renderle in maniera un poco più prossima all’originale, o anche soltanto diversa.
      Fortunatamente in questo ho avuto il supporto indispensabile di Beatrice Masini, traduttrice esperta e direttrice di Bompiani, che mi ha fatto da editor – condizione senza la quale non avrei mai accettato di cimentarmi nell’impresa.

  5. Ettore Saviano ha detto:

    Questa è una bella notizia, forse.. Chi vivrà, vedrà.

  6. Valen ha detto:

    Sarei curioso di sapere invece la traduzione di “Arkenstone”…
    A me è sempre piaciuto “Archegemma”, invece di Arkengemma o Archepietra.
    Infatti, poiché il nome originale deriva dall’anglosassone eorclanstan (pietra preziosa), parola che compare una volta nel Beowulf, credo che il prefisso “arche-” possa rendere bene il valore ancestrale del manufatto e che “gemma” indichi meglio la sua natura.

    • Wu Ming 4 ha detto:

      Ho optato per Arkenpietra, scegliendo di tradurre solo la metà Modern English del composto e non quella Old English.
      Ho escluso rese con “Arche-” perché in italiano fa pensare alla parola greca che significa “principio”, “origine” e quindi mi pareva sviasse dal significato. “Arken” è una parola asterisco di ceppo germanico che significa “prezioso”, quindi “Arkenstone” significa semplicemente “Pietra Preziosa”. Ma è evidente che se lo si traducesse tutto in italiano si perderebbe non solo l’esotismo del suono, ma anche la stranezza del nome.
      “Arkengemma” invece l’ho escluso da un lato perché il significato di gemma preziosa mi pareva ridondante, dall’altro perché nel testo la parola “gemma/gemme” ritorna molte volte e in alcune frasi suonava davvero ripetitivo.

    • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

      Meglio così.
      P.s. come avresti Valen tradotto tu i canti dello Hobbit del libro metrica e rime ecc.?

      • Valen ha detto:

        Il canto più bello de Lo Hobbit è sicuramente quello dei Nani.
        Trascrivo prima la versione originale, poi la mia personale.

        Far over the misty mountains cold
        To dungeons deep and caverns old
        We must away ere break of day
        To seek the pale enchanted gold.

        The dwarves of yore made mighty spells,
        While hammers fell like ringing bells
        In places deep, where dark things sleep,
        In hollow halls beneath the fells.

        For ancient king and elvish lord
        There many a gleaming golden hoard
        They shaped and wrought, and light they caught
        To hide in gems on hilt of sword.

        On silver necklaces they strung
        The flowering stars, on crowns they hung
        The dragon-fire, in twisted wire
        They meshed the light of moon and sun.

        Far over the misty mountains cold
        To dungeons deep and caverns old
        We must away, ere break of day,
        To claim our long-forgotten gold.

        Goblets they carved there for themselves
        And harps of gold; where no man delves
        There lay they long, and many a song
        Was sung unheard by men or elves.

        The pines were roaring on the height,
        The winds were moaning in the night.
        The fire was red, it flaming spread;
        The trees like torches blazed with light.

        The bells were ringing in the dale
        And men they looked up with faces pale;
        The dragon’s ire more fierce than fire
        Laid low their towers and houses frail.

        The mountain smoked beneath the moon;
        The dwarves they heard the tramp of doom.
        They fled their hall to dying fall
        Beneath his feet, beneath the moon.

        Far over the misty mountains grim
        To dungeons deep and caverns dim
        We must away, ere break of day,
        To win our harps and gold from him!

        Ed ecco la mia traduzione:

        Canto dei Nani

        Oltre i monti nebbiosi innevati
        Per cave buie e antri celati
        Partir dobbiamo, l’alba lasciamo
        Per ricercare gli ori incantati.

        I nani un dì facean incanti,
        Battea il martello colpi sonanti
        Giù nei trafori dormono orrori,
        In sale vuote tra i picchi infranti.

        Per il gran re e degli elfi il sire
        Tesori d’oro oltre ogni dire
        Hanno forgiato, e il baglior celato
        In gemme che armi fanno abbellire.

        E collane fean d’argento
        Sulle corone un firmamento
        Fuoco di drago, avvolto in spago
        Chiaror degli astri come strumento.

        Oltre i monti nebbiosi innevati
        Per cave buie e antri celati
        Partir dobbiamo, l’alba lasciamo
        Per reclamare gli ori obliati.

        Coppe ed arpe creavan dorate;
        Nelle miniere mai più scavate
        Passaron eoni, molte canzoni
        Da umani ed elfi inascoltate.

        Ruggean i pini là sull’altura,
        Dei venti il pianto in notte oscura.
        Il fuoco ardeva, fiamme spargeva;
        Alberi accesi, torce in arsura.

        Per la vallea suon di campane
        Gli sguardi alzati: terror immane;
        Del drago l’ira, che fuoco espira
        Di torri e case causò le frane.

        Fumò il monte al chiar di luna;
        Sentian i nani gravar sfortuna.
        Case lasciavan, morte trovavan
        Tra i suoi artigli, al chiar di luna.

        Oltre i monti nebbiosi e canuti
        Per cave buie e antri temuti
        Partir dobbiamo, l’alba lasciamo
        Per riscattare gli ori perduti!

        • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

          Stra-bellissima, Valen
          Come sono le tue versioni tutti canti dello Hobbit?

          • Valen ha detto:

            Dunque, questa che posto è la mia versione di “Under the Mountain dark and tall”, un altro canto dei Nani che contiene alcuni versi simili al precedente, “Far Over the Misty Mountains Cold”.
            Come sempre, ho mantenuto il più possibile lo schema delle rime come nell’originale, comprese quelle interne.

            Under the Mountain dark and tall
            The King has come unto his hall!
            His foe is dead, the Worm of Dread,
            And ever so his foes shall fall.

            The sword is sharp, the spear is long,
            The arrow swift, the Gate is strong;
            The heart is bold that looks on gold;
            The dwarves no more shall suffer wrong.

            The dwarves of yore made mighty spells,
            While hammers fell like ringing bells
            In places deep, where dark things sleep,
            In hollow halls beneath the fells.

            On silver necklaces they strung
            The light of stars, on crowns they hung
            The dragon-fire, from twisted wire
            The melody of harps they wrung.

            The mountain throne once more is freed!
            O! wandering folk, the summons heed!
            Come haste! Come haste! across the waste!
            The king of friend and kin has need.

            Now call we over mountains cold,
            ‘Come back unto the caverns old’!
            Here at the Gates the king awaits,
            His hands are rich with gems and gold.

            The king is come unto his hall
            Under the Mountain dark and tall.
            The Worm of Dread is slain and dead,
            And ever so our foes shall fall!

            Sotto l’alto Monte adombrato
            Nella gran sala il Re è ritornato!
            Morto è il nemico, il Serpe Antico,
            Ogni rivale è condannato.

            Acuta spada, lancia sicura,
            La freccia ratta, la Porta è dura;
            Gli arditi cuori difendon l’ori;
            Sui nani più cadrà sventura.

            I nani un dì facean incanti,
            Battea il martello colpi sonanti
            Giù nei trafori dormono orrori,
            In sale vuote tra i picchi infranti.

            E collane fean d’argento
            Sulle corone un firmamento
            Fuoco di drago, avvolto in spago
            Il suon dell’arpe riempìa il vento.

            Del monte il tron è liberato!
            Popol errante, or sei chiamato!
            Su presto vieni! Pei bui terreni!
            Il re reclama ogni alleato.

            Or ci richiaman sui monti innevati,
            ‘Fate ritorno agli antri obliati!’
            Presso le Porte sta il re forte,
            In man ei tiene monili dorati.

            Nella gran sala il Re è ritornato
            Sotto il Monte alto adombrato.
            Il Serpe Inviso è morto ucciso,
            Ogni rivale è condannato!

        • Alfred Brandy ha detto:

          È ultra-bellissima, Valen.
          Sinceri complimenti per questa lavoro di traduzione.
          Bravissimo, hai fatto un lavorane maestoso.
          Come avresti tradotto tu i canti dello Hobbit e indovinelli della gara di Bilbo e Gollum?

          • Valen ha detto:

            Di seguito la mia traduzione degli indivunelli tra Bilbo e Gollum:

            The riddles

            Riddle 1:

            What has roots as nobody sees,
            Is taller than trees,
            Up, up it goes,
            And yet never grows?
            Answer: a Mountain

            Riddle 2:

            Thirty white horses on a red hill,
            First they champ,
            Then they stamp,
            Then they stand still.
            Answer: Teeth

            Riddle 3:

            Voiceless it cries,
            Wingless flutters,
            toothless bites,
            Mouthless mutters.
            Asnwer: Wind

            Riddle 4:

            An eye in a blue face
            Saw an eye in a green face.
            “That eye is like to this eye”
            Said the first eye,
            “but in low place
            Not in high place.”
            Answer: sun on the daisies

            Riddle 5:

            It cannot be seen, cannot be felt,
            Cannot be heard, cannot be smelt.
            It lies behind stars and under hills,
            And empty holes it fills.
            It comes first and follows after,
            Ends life, kills laughter.
            Answer: Darkness

            Riddle 6:

            A box without hinges, key or lid,
            Yet golden treasure inside is hid.
            Answer: Egg

            Riddle 7:

            Alive without breath,
            As cold as death;
            Never thirsty, ever drinking,
            All in mail never clinking
            Answer: Fish

            Riddle 8:

            No-legs lay on one-leg,
            two legs sat near on three legs,
            four legs got some.
            Answer: Fish on a little one-legged table, man at table sitting on a three-legged stool, the cat gets the bones

            Riddle 9:

            This thing all things devours:
            Birds, beasts, trees, flowers;
            Gnaws iron, bites steel;
            Grinds hard stones to meal;
            Slays king, ruins town,
            And beats high mountain down.
            Answer: Time

            Riddle 10:
            What does Bilbo have in his pocket?
            Answer: The One Ring of Power

            Gli indovinelli

            Indovinello 1:

            Chi ha radici alla vista celate,
            Sovrasta le piante più elevate,
            Su su in alto finisce,
            Ma mai s’ingrandisce?
            Risposta: la Montagna

            Indovinello 2:

            Su un rosso colle trenta bianchi stalloni,
            Prima mordono,
            E poi battono,
            Infin stan fermi e buoni.
            Risposta: i Denti

            Indovinello 3:

            Senza voce si lamenta,
            Senza ali aleggia,
            Senza denti addenta,
            Senza bocca echeggia.
            Risposta: il Vento

            Indovinello 4:

            Un occhio in un celeste volto
            Vide un occhio in un verde volto.
            “Quello è come quest’occhio”
            Disse il primo occhio,
            “ma sta laggiù
            E non quassù.»
            Risposta: il Sole sulle Margherite

            Indovinello 5:

            Non si può vedere, né toccare,
            Non si può udire, né annusare.
            Giace sotto i colli e dietro le stelle immote,
            E riempie tutte le fosse vuote.
            Tutto precede e vien dopo tutto,
            La vita spegne, del riso è lutto.
            Risposta: l’Oscurità

            Indovinello 6:

            Uno scrigno senza chiave, coperchio o perno,
            Cela nondimen un tesor dorato all’interno.
            Risposta: l’Uovo

            Indovinello 7:

            Esso vive senza fiato,
            Come morte è gelato;
            Mai ha sete, né sorseggia;
            Corazzato, non riecheggia.
            Risposta: il Pesce

            Indovinello 8:

            Senza-gambe sta su Una-gamba,
            Due-gambe vi siede accanto su Tre-gambe,
            Quattro-gambe ne prende un po’.
            Risposta: un pesce su un tavolino con una gamba sola, un uomo a tavola seduto su uno sgabello a tre gambe, il gatto si prende le lische

            Indovinello 9:

            Questa cosa ogni cosa consuma:
            Bestia, uccel, pianta o fior che profuma;
            Rode il ferro e l’acciaio possente;
            La dura pietra frantuma in niente;
            A morte i re, a rovina le città conduce,
            E l’alte montagne a polver riduce.
            Risposta: il Tempo

            Indovinello 10:
            Cosa ha in tasca Bilbo?
            Risposta: L’Unico Anello del Potere

        • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

          ?

        • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

          Stra-bellissimi, Valen la tua traduzione degli indovinelli tra Bilbo e Gollum
          P.s. Come sono venute le tue versioni tutti canti dello Hobbit?

        • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

          Perdindirindina è un traduzione fantastica Under the Mountain dark and tall, Valen e poi hai rispettato tutte le rime.
          Come saranno le tue versioni tutti canti dello Hobbit:

          1) O! What are you doing?
          2) Clap! Snap! The black crack!
          3) Fifteen birds in five fir trees
          4) The wind was on the withered heath
          5) Old fat spider spinning in a tree!
          6) Down the swift dark stream you go
          7) The King beneath the mountains
          8) The dragon is withered
          9) Sing all ye joyful!
          10) Roads go ever, ever on

          e rime tutto il resto?

  7. Valen ha detto:

    Spero almeno che siano cambiati i nomi dei 3 troll: Maso, Berto e Guglielmo li ho sempre trovati inaccettabili come nomi per queste creature.

    • Wu Ming 4 ha detto:

      Certo, Valen, sono stati riportati alla forma originale inglese. Sono finiti i tempi in cui i nomi propri di persona venivano italianizzati. E adesso quei tre parlano in modo rozzo e sgrammaticato, appunto, per rendere il cockney del testo tolkieniano e lo scarto con la parlata di Bilbo.

  8. Brunetto Cavalcanti ha detto:

    Tutto da vedere… e non so quanto serva così parlare di nuova traduzione, se sarà tale dovrà essere un cambio su molti aspetti ECC.

  9. Ettore Saviano ha detto:

    Spero che questa nuova traduzione dello Hobbit: ci sia l’allitterazioni in italiano; tipo questa “wounded with many wounds”.

  10. Darth Casco ha detto:

    Meraviglioso! Ora lo rileggerló in una nuova veste.

  11. Valen ha detto:

    Questa è la mia versione di “Roads go ever ever on” de Lo Hobbit.

    Roads go ever ever on (Hobbit)

    Roads go ever ever on,
    Over rock and under tree,
    By caves where never sun has shone,
    By streams that never find the sea;
    Over snow by winter sown,
    And through the merry flowers of June,
    Over grass and over stone,
    And under mountains in the moon.

    Roads go ever ever on
    Under cloud and under star,
    Yet feet that wandering have gone
    Turn at last to home afar.
    Eyes that fire and sword have seen
    And horror in the halls of stone
    Look at last on meadows green
    And trees and hills they long have known.

    Le vie proseguon infinite,
    Sovra le rocce e sotto le fronde,
    Per grotte dal sol mai lambite,
    Per rivi lontan dalle marine onde;
    Su nevi che l’inverno ha seminato,
    E attraverso i bei fiori d’estate,
    Sul prato e sul selciato
    E sotto cime dalla luna baciate.

    Le vie proseguon infinite
    Sotto nubi e stelle chiare,
    Ma le gambe erranti son fuggite
    Tornando infin al lontan focolare.
    Occhi che vider spade e roghi
    E l’orror in petrose aule remote
    Guardan infin i verdi luoghi
    E piante e alture da tempo note.

    • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

      Wow. Mi piace un sacco. Ha surclassato completamente la versione originale secondo me.
      Aspetterò con trepidazione le tue versioni tutti canti dello Hobbit:

      1) O! What are you doing?
      2) Clap! Snap! The black crack!
      3) Fifteen birds in five fir trees
      4) The wind was on the withered heath
      5) Old fat spider spinning in a tree!
      6) Down the swift dark stream you go
      7) The King beneath the mountains
      8) The dragon is withered
      9) Sing all ye joyful!

      e rime tutto il resto?

      • Valen ha detto:

        Ecco un altro canto de lo Hobbit… forse non era tra i richiesti ma spero vada bene comunque.. è Roll roll roll

        Roll—roll—roll—roll,
        roll—roll—rolling down the hole!
        Heave ho! Splash plump!
        Down they go, down they bump!

        Down the swift dark stream you go
        Back to lands you once did know!
        Leave the halls and caverns deep,
        Leave the northern mountains steep,
        Where the forest wide and dim
        Stoops in shadow grey and grim!

        Float beyond the world of trees
        Out into the whispering breeze,
        Past the rushes, past the reeds,
        Past the marsh’s waving weeds,
        Through the mist that riseth white
        Up from mere and pool at night!

        Follow, follow stars that leap
        Up the heavens cold and steep;
        Turn when dawn comes over the land,
        Over rapid, over sand,
        South away! and South away!
        Seek the sunlight and the day,
        Back to pasture, back to mead,
        Where the kine and oxen feed!
        Back to gardens on the hills
        Where the berry swells and fills
        Under sunlight, under day!
        South away! and South away!
        Down the swift dark stream you go
        Back to lands you once did know!

        Roll—roll—roll—roll,
        roll—roll—rolling down the hole!
        Heave ho! Splash plump!
        Down they go, down they bump!

        Down the swift dark stream you go
        Back to lands you once did know!
        Leave the halls and caverns deep,
        Leave the northern mountains steep,
        Where the forest wide and dim
        Stoops in shadow grey and grim!

        Float beyond the world of trees
        Out into the whispering breeze,
        Past the rushes, past the reeds,
        Past the marsh’s waving weeds,
        Through the mist that riseth white
        Up from mere and pool at night!

        Follow, follow stars that leap
        Up the heavens cold and steep;
        Turn when dawn comes over the land,
        Over rapid, over sand,
        South away! and South away!
        Seek the sunlight and the day,
        Back to pasture, back to mead,
        Where the kine and oxen feed!
        Back to gardens on the hills
        Where the berry swells and fills
        Under sunlight, under day!
        South away! and South away!
        Down the swift dark stream you go
        Back to lands you once did know!

        • Mr Atlas Rubber ha detto:

          Valen, il tuo testo in italiano?

        • Alfred Brandy ha detto:

          Valen ti sei obliato il testo italiano.

          • Valen ha detto:

            Chiedo scusa per la parte mancante.
            In questi giorni ho problemi di rete… cercherò di rimediare al più presto.
            Grazie della segnalazione.

          • Valen ha detto:

            Rotola-rotola-rotola,
            rotola giù nella botola!
            Butta giù! In acqua i barilotti!
            Van giù ben, e fan bei botti!

            Giù per il fosco rivo difilato
            Verso le terre del vostro passato!
            Lasciate le sale e le grotte abissali,
            Lasciate l’ardue vette boreali,
            Dove la vasta foresta brumosa
            Digrada nell’ombra tenebrosa!

            Galleggiate oltre il regno verdeggiante
            Fuori nella brezza sussurrante,
            Oltre i giunchi, oltre i canneti,
            Oltre gli steli ch’ondeggian quieti,
            Tra la nebbia che sale leggera
            Dai laghi e dalle gore di sera!

            Seguite, seguite gli astri spiccati
            Su per i gelidi cieli elevati;
            Voltate quando l’alba viene,
            Oltre le correnti, oltre le rene,
            Verso Sud! e a Sud ancora!
            Cercate la luce del sol e dell’aurora,
            Tornate ai pascoli, tornate ai prati,
            Dove mucche e buoi brucan beati!
            Tornate ai giardini sull’alture
            Dove le bacche crescon mature
            Sotto la luce del sol e dell’aurora!
            Verso Sud! e a Sud ancora!
            Giù per il fosco rivo difilato
            Verso le terre del vostro passato!

        • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

          Ottimo lavoro, Valen. Sei stato Sorprendente, Lavoro di pregevole fattura che apprezzo massimamente.
          Aspetterò con trepidazione le tue versioni tutti canti dello Hobbit:
          1) O! What are you doing?
          2) Clap! Snap! The black crack!
          3) Fifteen birds in five fir trees
          4) The wind was on the withered heath
          5) Old fat spider spinning in a tree!
          6) The King beneath the mountains
          7) The dragon is withered
          8) Sing all ye joyful!

          e rime tutto il resto.

  12. Valen ha detto:

    Ecco la mia versione di Clap! Snap! the black crack!

    Clap! Snap! the black crack!
    Grip, grab! Pinch, nab!
    And down down to Goblin-town
    You go, my lad!

    Clash, crash! Crush, smash!
    Hammer and tongs! Knocker and gongs!
    Pound, pound, far underground!
    Ho, ho! my lad!

    Swish, smack! Whip crack!
    Batter and beat! Yammer and bleat!
    Work, work! Nor dare to shirk,
    While Goblins quaff, and Goblins laugh,
    Round and round far underground
    Below, my lad!

    Cattura! Tortura! Nell’oscura fenditura!
    Acchiappa, agguanta! Strizza, abbranca!
    E giù a dirotto a Borgoblin di sotto
    Vai, vai, bello mio!

    Straccia, sconquassa! Schiaccia, fracassa!
    Maglio e tenaglie! Battaglio e sonagli!
    Batti a fondo, giù nel profondo!
    Oh, oh! Bello mio!

    Sferza, calpesta! Schiocca la frusta!
    Colpisci e striglia! Gemiti e strilla!
    Sgobba e suda! Non tentar la fuga,
    Mentre i Goblin trincan e ghignan,
    Gira in tondo giù nel profondo
    Giù di sotto, bello mio!

    • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

      Ottimo lavoro, Valen. è un testo davvero bellissimo, ti superi ogni volta!
      Aspetterò con trepidazione le tue versioni tutti canti dello Hobbit:
      1) O! What are you doing?
      2) Fifteen birds in five fir trees
      3) The wind was on the withered heath
      4) Old fat spider spinning in a tree!
      3) The King beneath the mountains
      6) The dragon is withered
      7) Sing all ye joyful!

      e rime tutto il resto.

      • Valen ha detto:

        Ecco la mia traduzione di Fifteen birds in five firtrees:

        Fifteen birds in five firtrees,
        their feathers were fanned in a fiery breeze!
        But, funny little birds, they had no wings!
        O what shall we do with the funny little things?
        Roast ‘em alive, or stew them in a pot;
        fry them, boil them and eat them hot?

        Burn, burn tree and fern!
        Shrivel and scorch! A fizzling torch
        To light the night for our delight,
        Ya hey!

        Bake and toast ‘em, fry and roast ’em
        till beards blaze, and eyes glaze;
        till hair smells and skins crack,
        fat melts, and bones black
        in cinders lie
        beneath the sky!

        Quindici uccelli su cinque abeti intenti,
        ebber le piume spazzate dall’arie roventi!
        Ma i buffi uccellini non avean le alucce!
        Oh, che far con quelle buffe cosucce?
        Arrostirli o farne uno spezzatino;
        friggerli, lessarli e mangiarli cotti a puntino?

        Brucia, brucia felci e piante!
        Secca e ardi! Una torcia sfrigolante
        Che renda la notte una fornace come a noi piace,
        Ehi!

        Cuocili e tostali, friggili e falli arrosto
        finché la barba sia arsa e l’occhio indisposto;
        finché la chioma non puzzi e la pelle avvizzisca,
        il grasso si sciolga e l’osso annerisca
        giacciano tra la brace
        sotto il cielo che tace!

        Così ogni nano riposerà in pace,
        e la notte sarà una fornace come a noi piace,
        Ehi!
        Urrà!
        Ehi!

        • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

          Ottimo lavoro, Valen. è un testo davvero bellissimo, ti superi ogni volta! Voto 10
          Aspetterò con trepidazione le tue versioni tutti canti dello Hobbit:
          1) O! What are you doing?
          2) The wind was on the withered heath
          3) Old fat spider spinning in a tree!
          4) The King beneath the mountains
          5) The dragon is withered
          6) Sing all ye joyful!

          e rime tutto il resto.

  13. Savio Sacconi ha detto:

    Stiamo vivendo un bellissimo periodo storico, all’insegna del ritorno al pensiero dell’autore, che ci ha regalato nuove ottime traduzioni. Peccato che abbiamo dovuto attendere cinquant’anni!!! Mi auguro che in futuro lo studio di questo meraviglioso autore non si fermi ma produca altre nuove traduzioni e sorprese.
    Sono molto fiducioso di questa nuova traduzione, non nutro tanta stima nei confronti di Wu Ming 4, ma secondo me farà un lavoro egregio da vero appassionato di Tolkien. Perché non far tradurre anche a lui Il Signore Degli Anelli QUANDO CI SARÀ L’OCCASIONE?

  14. Valen ha detto:

    Questa è la mia versione di “O! What are you doing”:

    O! What are you doing,
    And where are you going?
    Your ponies need shoeing!
    The river is flowing!
    O! tra-la-la-lally
    here down in the valley!

    O! What are you seeking,
    And where are you making?
    The faggots are reeking,
    The bannocks are baking!
    O! tril-lil-lil-lolly
    the valley is jolly,
    ha! ha!

    O! Where are you going
    With beards all a-wagging?
    No knowing, no knowing
    What brings Mister Baggins,
    And Balin and Dwalin
    down into the valley
    in June
    ha! ha!

    O! Will you be staying,
    Or will you be flying?
    Your ponies are straying!
    The daylight is dying!
    To fly would be folly,
    To stay would be jolly
    And listen and hark
    Till the end of the dark
    to our tune
    ha! ha!

    Oh! Che volete far,
    E dove vorreste andar?
    I vostri pony dovreste ferrar!
    Il fiume non si può arrestar!
    Oh! trallallà
    quaggiù nella val!

    Oh! Che state inseguendo,
    E dove vi state dirigendo?
    Le fascine stan marcendo,
    Le focacce stan cuocendo!
    Oh! trallallà
    la val allegra sta!
    ah! ah!

    Oh! Ma dove andate
    Con le barbe sbatacchiate?
    Non si sa, non si sa
    Cosa porta il signor Borsin,
    E Balin e Dwalin
    giù nella val
    a giugno già
    ah! ah!

    Oh! Rimarrete,
    O ve ne andrete?
    I vostri pony stan correndo!
    Il giorno va morendo!
    Partir non va bene,
    Rimaner conviene
    A udir e ascoltar
    Finché il buio finirà
    il nostro cantar
    ah! ah!

    • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

      Ottimo lavoro, Valen. è un testo davvero bellissimo, ti superi ogni volta! Meglio della versione originale italiana a mio avviso.
      Voto 10
      Aspetterò con trepidazione le tue versioni tutti canti dello Hobbit:
      1) The wind was on the withered heath
      2) Old fat spider spinning in a tree!
      3) The King beneath the mountains
      4) The dragon is withered
      5) Sing all ye joyful!

      e rime tutto il resto.

      • Valen ha detto:

        Ecco la mia versione di “The wind was on the withered heath”:

        The wind was on the withered heath,
        but in the forest stirred no leaf:
        there shadows lay by night and day,
        and dark things silent crept beneath.

        The wind came down from mountains cold,
        and like a tide it roared and rolled;
        the branches groaned, the forest moaned,
        and leaves were laid upon the mould.

        The wind went on from West to East;
        all movement in the forest ceased,
        but shrill and harsh across the marsh
        its whistling voices were released.

        The grasses hissed, their tassels bent,
        the reeds were rattling—on it went
        o’er shaken pool under heavens cool
        where racing clouds were torn and rent.

        It passed the lonely Mountain bare
        and swept above the dragon’s lair:
        there black and dark lay boulders stark
        and flying smoke was in the air.

        It left the world and took its flight
        over the wide seas of the night.
        The moon set sail upon the gale,
        and stars were fanned to leaping light.

        Il vento spirava sull’arida brughiera,
        nel bosco brusio di foglie non v’era:
        l’ombre vi dimoravan notte e giorno,
        silenti cose oscure strisciavan intorno.

        Freddo dai monti il vento scendea,
        ruggìa e infuriava come marea;
        gemean i rami e l’intera foresta,
        le foglie rivestian la terra mesta.

        Da Ponente a Oriente virò il vento;
        nel bosco tacque ogni movimento,
        ma per la palude aspre e acute
        sibilaron le sue voci perdute.

        L’erbe stormivan, gli steli si curvavan,
        stridendo le canne s’agitavan
        sopra stagni mossi sotto il gelido cielo
        dove nubi in corsa eran strappate qual velo.

        Della Montagna solitaria passò lo sperone
        e vorticò sopra la tana del dragone:
        lì giacean neri duri macigni
        e si levavan nell’aere vapori maligni.

        Il mondo lasciò e il volo prese
        oltre le vaste notturne distese.
        La luna si levò sovra la bufera
        e sbocciaron le stelle di luce altera.

        • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

          Ottimo lavoro, Valen. è un testo davvero bellissimo! Meglio della versione originale italiana del 1973 tradotta dalla Signora Conte a mio avviso.
          Voto 100
          Aspetterò con trepidazione le tue versioni tutti canti dello Hobbit:
          1) Old fat spider spinning in a tree!
          2) The King beneath the mountains
          3) The dragon is withered
          5) Sing all ye joyful!

  15. Valen ha detto:

    Questa la mia versione di “The King beneath the mountains”; come sempre, prima il testo originale.

    The King beneath the mountains,
    The King of carven stone,
    The lord of silver fountains
    Shall come into his own!

    His crown shall be upholden,
    His harp shall be restrung,
    His halls shall echo golden
    To songs of yore re-sung.

    The woods shall wave on mountains
    And grass beneath the sun;
    His wealth shall flow in fountains
    And the rivers golden run.

    The streams shall run in gladness,
    The lakes shall shine and burn,
    All sorrow fail and sadness
    At the Mountain-king’s return!

    Il Re sotto i monti,
    Il re della pietra scolpita,
    Il sire di argentee fonti
    Tornerà a nuova vita!

    Rinsaldata sarà la sua corona,
    La sua arpa di nuovo incordata,
    La dorata sala già risuona
    Di canti d’un’epoca andata.

    Ondeggeranno i boschi sui monti
    E verdi sotto il sole i prati;
    La sua ricchezza sgorgherà dalle fonti
    E i fiumi scorreranno dorati.

    I ruscelli fluiranno in letizia,
    I laghi brilleranno tutt’intorno,
    Avran fine dolore e mestizia
    Quando il Re della Montagna farà ritorno!

  16. Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

    Ottimo lavoro, Valen. Il tuo testo è davvero fantastico! Meglio della versione originale italiana del 1973 tradotta dalla Signora Conte in assoluto a mio avviso.
    Voto 10
    Aspetterò con trepidazione le tue versioni ultimi canti dello Hobbit:
    1) Old fat spider spinning in a tree!
    2) The dragon is withered
    3) Sing all ye joyful!

    • Valen ha detto:

      Ecco la mia traduzione di Old fat spider spinning in a tree.
      Come in altri casi, non ho mai capito perché la vecchia traduzione si discostasse tanto dall’originale…

      Old fat spider spinning in a tree!
      Old fat spider can’t see me!
      Attercop! Attercop!
      Won’t you stop,
      Stop your spinning and look for me?

      Old Tomnoddy, all big body,
      Old Tomnoddy can’t spy me!
      Attercop! Attercop!
      Down you drop!
      You’ll never catch me up your tree!

      Lazy Lob and crazy Cob
      are weaving webs to wind me.
      I am far more sweet than other meat,
      but still they cannot find me!

      Here am I, naughty little fly;
      you are fat and lazy.
      You cannot trap me, though you try,
      in your cobwebs crazy.

      Vecchio ragno grasso sull’albero a filar!
      Vecchio ragno grasso non mi puoi trovar!
      Sputaveleno! Sputaveleno!
      Di filar puoi far a meno,
      Vuoi smetter di filar e venirmi a cercar?

      Vecchio fesso, obeso più che mai,
      Vecchio fesso vedermi non potrai!
      Sputaveleno! Sputaveleno!
      Vieni giù almeno!
      Sul tuo albero mai mi prenderai!

      Un ragno indolente e uno matto
      tesson tele per pigliarmi di soppiatto.
      Più d’ogni altro pasto son dolce assai,
      ma lor non mi troveranno mai!

      Eccomi, piccol insetto insolente;
      sei proprio grasso e indolente.
      Pur se provi, non puoi catturarmi affatto
      nelle tue ragnatele, sei matto.

      • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

        Ottimo lavoro, Valen. Il tuo testo è davvero fantastico! Molto meglio della versione originale italiana del 1973 tradotta dalla Signora Conte in assoluto a mio avviso, rime ecc.
        Voto 10
        Aspetterò con trepidazione le tue versioni ultimi canti dello Hobbit:
        1) The dragon is withered (questo canto è tosto)
        3) Sing all ye joyful!

        • Valen ha detto:

          Sing all ye joyful, now sing all together!
          The wind’s in the tree-top, the wind’s in the heather;
          The stars are in blossom, the moon is in flower,
          And bright are the windows of Night in her tower.

          Dance all ye joyful, now dance all together!
          Soft is the grass, and let foot be like feather!
          The river is silver, the shadows are fleeting;
          Merry is May-time, and merry our meeting.

          Sing we now softly, and dreams let us weave him!
          Wind him in slumber and there let us leave him!
          The wanderer sleepeth. Now soft be his pillow!
          Lullaby! Lullaby! Alder and Willow!

          Sigh no more Pine, till the wind of the morn!
          Fall Moon! Dark be the land!
          Hush! Hush! Oak, Ash, and Thorn!
          Hushed be all water, till dawn is at hand!

          Cantate con gioia, tutti insieme cantate!
          Spira il vento su alberi ed eriche rosate;
          Si schiudon le stelle, fiorisce la luna,
          E brillan le finestre nella Notte bruna.

          Danzate con gioia, tutti insieme danzate!
          Soffice è l’erba, i piedi qual piume delicate!
          Il fiume è d’argento, l’ombre son fugaci;
          Lieti i dì di Maggio, e i nostri incontri vivaci.

          Cantiam dolcemente, tessiamo sogni beati!
          Avvolto nel sonno, perso in luoghi incantati!
          Riposi il viandante. Sia soffice il suo cuscino!
          Dormite, Salice e Ontano! Un bel sonnellino!

          Più non sospirar Pino, fin al vento del mattino!
          Tramonta o Luna! Buia la terra si faccia!
          Silenzio! Zitti, Quercia, Frassino e Biancospino!
          Fin al sorger dell’alba, ogni rivo si taccia!

          • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

            Ottimo lavoro, Valen. Il tuo testo è davvero fantastico! Molto meglio della versione originale italiana del 1973 tradotta dalla Signora Conte in assoluto a mio avviso, rime ecc.
            Voto 33
            Aspetterò con trepidazione le tue versioni ultimi canti dello Hobbit:
            1) The dragon is withered (questo canto è tosto da tradurre)

          • Alfred Brandy ha detto:

            Bella la tua versione italiana, Valen. sono curioso di vedere come sarà la tua versione The dragon is withered.

  17. Valen ha detto:

    Ecco la mia versione di The dragon is withered:

    The dragon is withered,
    His bones are now crumbled;
    His armour is shivered,
    His splendour is humbled!
    Though sword shall be rusted,
    And throne and crown perish
    With strength that men trusted
    And wealth that they cherish,
    Here grass is still growing,
    And leaves are yet swinging,
    The white water flowing,
    And elves are yet singing
    Come! Tra-la-la-lally!
    Come back to the valley!

    The stars are far brighter
    Than gems without measure,
    The moon is far whiter
    Than silver in treasure:
    The fire is more shining
    On hearth in the gloaming
    Than gold won by mining,
    So why go a-roaming?
    O! Tra-la-la-lally
    Come back to the Valley.

    O! Where are you going,
    So late in returning?
    The river is flowing,
    The stars are all burning!
    O! Whither so laden,
    So sad and so dreary?
    Here elf and elf-maiden
    Now welcome the weary
    With Tra-la-la-lally
    Come back to the Valley,
    Tra-la-la-lally
    Fa-la-la-lally
    Fa-la!

    Abbattuto è il dragone,
    Spezzate son le sue ossa;
    Distrutta la sua protezione,
    La sua maestà ormai rimossa!
    Se anche si guasteran le spade,
    E cadran trono e corona
    Per la forza che gli uomini persuade
    E l’avidità che li ossessiona,
    Qui ancor crescon le sementi,
    E le foglie son ondeggianti,
    L’acque scorron lucenti,
    E gli elfi ancor intonan canti
    Venite! Trallallà!
    Alla Valle occor tornar!

    Le stelle han più splendore
    Di gemme in assortimento,
    La luna effonde più chiarore
    Di un tesoro pien d’argento:
    Il fuoco è più sfavillante
    All’imbrunire nel focolare
    Dell’oro estratto e luccicante,
    Perciò perché vagabondare?
    Oh! Trallallà!
    Alla Valle occor tornar.

    Oh! Dove state andando,
    A sì tarda ora tornando?
    Il fiume va scorrendo,
    Le stelle stan tutte ardendo!
    Oh! Così gravati dove andate,
    Così tristi e rabbuiati?
    Qui elfi ed elfe aggraziate
    Or accolgon gli affaticati
    Con Trallallà
    Alla Valle occor tornar,
    Trallallà
    Lallallà
    Lallà!

    • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

      Ottimo lavoro, Valen. Il tuo testo è davvero fantastico! Molto meglio della versione originale italiana del 1973 tradotta dalla Signora Conte in assoluto a mio avviso, rime ecc.
      Voto 77
      p.s. Come la tua versione “Blunt the Knives”? solo per curiosità.

    • Dario Magni ha detto:

      Ottime le tue versioni dei canti dello Hobbit, Valen.
      Mi sono divertito tanto a leggere tutte le versioni in questo articolo! Complimenti! dico sul serio.
      P.s. Come tradurresti lei per tradurre bene in italiano fedele il senso originale della poesia ‘The Hoard’ in metrica, rimata, cantabile? dopo la scoperta Concerning … ‘The Hoard’ dentro il manoscritto ci sono tante osservazioni sulla poesia ‘The Hoard’ pretende di raccontare in breve la storia di uno dei “tesoreggiamenti” della leggenda.

      • Valen ha detto:

        Questa la mia traduzione:

        Il Tesoro

        Quando giovani eran luna e sole
        d’argento e oro gli dei intonavan parole:
        sull’erba verde argento versavano,
        e l’acque bianche d’oro inondavano.
        Pria che abisso o Inferno fosser scavati,
        pria che nani o draghi fosser generati,
        v’eran Elfi vetusti, e magie potenti
        sotto verdi colli negli avvallamenti
        cantavan forgiando opere sorprendenti,
        e dei re degli Elfi le corone lucenti.
        Ma il lor canto finì, poi che su essi s’abbatté il fato,
        dal ferro spezzato e dall’acciaio soggiogato.
        L’Avidità non cantò, e neppure sorrise,
        in antri bui la lor ricchezza mise,
        argento scolpito e oro cesellato:
        su Elfia l’ombra scese in agguato.

        In un’oscura caverna un vecchio nano abitava,
        dall’argento e dall’oro le dita mai staccava;
        con martello, tenaglie e incudine
        opravan le sue mani con gran sollecitudine;
        coniò monete, e forgiò anelli in quantità,
        pensando di comprare dei re l’autorità.
        Ma velato si fece l’occhio e duro l’orecchio
        e gialla la pelle sul suo cranio vecchio;
        con pallido lucore dalle grinfie ossute
        le pietre preziose scivolaron non vedute.
        Non udì alcun passo, malgrado le scosse intense,
        quando il giovane drago la sua sete spense:
        contro la buia porta un fiotto esplose infuocato.
        Le fiamme sibilaron sull’umido selciato,
        ed ei morì solo nel fuoco rovente;
        l’ossa incenerite nel fango bollente.

        Sotto la grigia pietra un vecchio drago viveva;
        gli occhi suoi rossi dardeggiavan, solo giaceva.
        Gioia e giovinezza eran ormai dissipate,
        nodoso era e rugoso, le membra piegate
        dai lunghi anni al suo oro incatenato;
        nella fornace del suo cuore il fuoco s’era smorzato.
        Di gemme il viscoso ventre incrostato avea,
        argento e oro annusar e leccare solea:
        d’ogni anello sapeva il posto qual era
        sotto l’ombra della sua ala nera.
        Sul duro giaciglio ai ladri pensava,
        e di nutrirsi della lor carne sognava,
        le lor ossa spezzando e il lor sangue gustando:
        le orecchie abbassò, il suo respiro scemando.
        Non udì tintinnar gli anelli d’un giaco.
        Una voce echeggiò nel suo antro opaco:
        un giovane guerriero con spada lucente
        lo sfidò a difender il suo tesor immantinente.
        I suoi denti eran lame, la pelle qual corno indurita,
        ma il ferro lo dilaniò, e la sua fiamma perse vita.

        Su un alto trono un vecchio re stava seduto:
        su ossute ginocchia pendea la barba di pel canuto;
        cibi e bevande la sua bocca più non gustava,
        né udivan canti le sue orecchie; ma sol pensava
        al suo gran forziere dal coperchio intarsiato
        ove l’oro con pallide gemme giacea celato
        in un vano segreto di un oscuro sterro;
        avea porte robuste rinforzate di ferro.
        Le spade dei suoi capitani eran da ruggine rotte,
        la sua gloria era caduta, le sue leggi corrotte,
        i suoi alloggi eran freddi, e vuoto il suo salone,
        ma dell’oro elfico era padrone.
        Non udì sul passo montano i corni di guerra,
        non sentì l’odor del sangue sulla violata terra,
        le sue sale fuor bruciate, il suo regno dannato;
        le sue ossa gettate in un freddo fossato.

        In una roccia oscura un vecchio tesoro giace,
        celato da porte che d’aprir nessun è capace;
        nessun può varcar quel tetro cancello.
        Sul tumulo verdeggia un praticello;
        vi si vedon pascer le pecore e l’allodole volare,
        e spira il vento dalla riva del mare.
        Il vecchio tesoro custodirà la Notte oscura,
        mentre la terra attende e il sonno degli Elfi perdura.

        • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

          Ottimo lavoro, Valen. Il tuo testo è davvero fantastico! Molto meglio della versione originale italiana di Isabella Murro in assoluto a mio avviso, rime ecc.
          Voto 173
          P.s. Lei che pensa del manoscritto Concerning … ‘The Hoard’?

        • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

          “su Elfia l’ombra scese in agguato.”

          Elfia? Che cose?

        • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

          Come ti venuto in mente Elfia?

          • Valen ha detto:

            Tolkien utilizza diversi nomi per riferirsi alle terre degli Elfi in contesti diversi.
            In questo caso caso, il mio “Elfia” traduce “Elvenhome”, nome attribuito sia a Eldamar, la patria degli Elfi in Aman, sia a Doriath (nella canzone su Beren e Luthien), sia a Nargothrond, in questo poema, The Hoard. Per questo ho usato il suffisso generico –ia, utilizzato genericamente per indicare un paese in senso di patria.
            Altri nomi per riferirisi alle terre degli Elfi in Tolkien sono:
            – Elvenesse, un termine dal significato non chiaramente definito, ma che sembra riferirsi a tutte le terre degli Elfi, sia a ovest che a est del Grande Mare.
            La desinenza -ess (anche in Westernesse) era usata nella letteratura romantica per terre immaginarie che avevano nomi parzialmente francesizzati (come in Lyonesse nelle leggende arturiane). Nel mio caso, l’ho reso con Elfania, similmente alla mia traduzione di Occidania per Westeresse, cercando di mantenere una certa nota francesizzata, come per la reale Occitania.
            – Elvendom, un termine riferito al dominio degli Elfi, come indica il suffisso -dom. per tale motivo la mia traduzione è Elfato, con una desinenza che ricalca funzioni simili, “indicando una dignità, e spesso anche il territorio in cui tale dignità, viene esercitata” (De Mauro), come per emirato, governatorato, protettorato, principato, etc.
            – Elvenland, altro termine che si riferisce a Eldamar, la patria degli Elfi in Aman; in tale caso la mia traduzione è Elfilandia.

        • Dario Magni ha detto:

          Ottimo lavoro Valen, complimenti! dico sul serio.
          Devi solo aggiustare (a mio avviso)la metrica di questi versi:
          1) Ma il lor canto finì, poi che su essi s’abbatté il fato,
          2) nella fornace del suo cuore il fuoco s’era smorzato.
          Per il resto tutto okay.
          P.s. Come tradurresti lei per tradurre bene in italiano fedele il senso originale della poesia ‘Errantry ’ in metrica, rimata, cantabile? e la sua somiglianza con l’ Eärendillinwë , che si ritiene sia una versione di questo poema, trasformata e applicata alla leggenda di Eärendil.

        • Dario Magni ha detto:

          E’ difficile tradurre bene in italiano fedele il senso originale della poesia ‘Errantry ’ in metrica, rimata, cantabile, Valen?

          • Valen ha detto:

            Sinceramente, ho provato a tradurla ma poi dopo un paio di strofe ho rinunciato. Questo perché oltre ad essere molto particolare ed ostica, quasi ermetica, non sono riuscito a entrare in sintonia con il testo, probabilmente anche perché è un’opera un po’ troppo distante dai poemi e dai canti de Lo Hobbit e de Il Signore degli Anelli, almeno per me.

        • Dario Magni ha detto:

          E’ già Valen, quella poesia è difficile da tradurre.
          Allora prova a tradurre: Princess Mee, Shadow-Bride,The Last Ship che sono facili.
          Sono curioso come le farai.

      • Valen ha detto:

        Ho potuto postare solo la mia versione, senza il testo originale… perché di nuovo non me lo ha fatto postare nemmeno dopo diversi tentativi. Se qualcuno potesse postarlo, lo ringrazio, in modo da facilitare il confronto.

    • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

      Come la tua versione “Blunt the Knives”?

  18. Valen ha detto:

    Rompi il bicchier e pure il piatto!
    Smussa il coltel, la forchetta attorciglia!
    A Bilbo Borsin non piace affatto—
    Brucia il tappo, spacca la bottiglia!

    Taglia la stoffa, calpesta il grasso!
    Versa il latte nello sgabuzzino!
    Lascia le ossa sul materasso!
    Su ogni porta spruzza del vino!

    Versa le brocche nella zuppiera;
    Battile forte con un bastone;
    E se poi qualcuna rimane intera
    Rovesciala dentro il salone!

    A Bilbo Borsin non piace affatto!
    Quindi, attento! Attento a quel piatto!

    • Mr. Atlas Rubber Nerd77 ha detto:

      Ottimo lavoro, Valen. Il tuo testo è davvero fantastico! Molto meglio della versione originale italiana del 1973 tradotta dalla Signora Conte in assoluto a mio avviso, rime ecc.
      Voto 100
      P.s. Mistero quello che ti è successo.

      P.s. Qui posto la domanda di Dari Magni: Come tradurresti lei per tradurre bene in italiano fedele il senso originale della poesia ‘The Hoard’ in metrica, rimata, cantabile? dopo la scoperta Concerning … ‘The Hoard’ dentro il manoscritto ci sono tante osservazioni sulla poesia ‘The Hoard’ pretende di raccontare in breve la storia di uno dei “tesoreggiamenti” della leggenda.
      Sono curioso

  19. Valen ha detto:

    Boh, sopra ho postato la mia traduzione di “Blunt the Knives”

    l’originale non me lo fa postare… spero si capisca lo stesso

  20. Simone ha detto:

    Ciao a tutti, avrei bisogno di un piccolo chiarimento… “Lo Hobbit” deluxe illustrato da Alan Lee (Bompiani), che riporta al suo interno la scritta “Traduzione riveduta e corretta novembre 2012”, contiene effettivamente quella che ad oggi è la traduzione “finale” e più aggiornata della Ciuferri ?? Oppure nel 2012 c’erano ancora piccole differenze in alcune parti del testo, confrontandolo con le edizioni successive come ad esempio la ristampa Bompiani/Giunti dal 2018 in poi ? Grazie mille a chi risponderà !

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