Un articolo del Telegraph dello scorso 24 giugno riporta una sorprendente scoperta effettuata dal professor Simon Horobin mentre svolgeva alcune ricerche negli archivi del Magdalen College di Oxford per il suo libro C.S. Lewis’s Oxford, uscito a maggio per le edizioni della Bodleian Library. Fra i documenti ospitati dagli archivi del college, dove C.S. Lewis insegnò fra il 1925 e il 1954, si trovano anche i verbali del Michaelmas Club, fondato nel 1928 e composto da studenti e da alcuni professori, fra cui lo stesso Lewis. L’analisi di questi documenti ha rivelato che, nel giugno del 1930, Tolkien fu invitato, probabilmente dall’amico C.S. Lewis, a parlare di Lingue di propria invenzione. L’importanza di ciò sta nel fatto che, finora, si pensava che Tolkien avesse parlato pubblicamente delle lingue da lui create solo l’anno successivo, quando presentò il suo saggio A Secret Vice (Un Vizio Segreto), presso un club letterario del Pembroke College.
I Verbali del Michaelmas Club
Del contenuto del discorso tenuto da Tolkien al momento si conosce solo quanto riportato nei verbali del Michaelmas Club: «All’ultima riunione del Trinity Term, 1930, le seguenti attività extra-didattiche sono state trattate:
(iii) Il professor Tolkien ha letto un paper sulle lingue di propria invenzione. Percorrendo l’evoluzione di queste attraverso varie forme elementari come “l’Animalico” o il “Nevbosch” (“Nuovo Nonsenso”), ha fornito due filologie altamente sviluppate da lui stesso e ha letto poemi in questo linguaggio. Era un linguaggio dalle caratteristiche labiali parecchio fluide e particolarmente adatto alla poesia. È impossibile riassumere o elencare il contenuto e lo spirito di questo saggio. A chi leggesse questo resoconto potrebbe sembrare solo un brillante passatempo intellettuale, un ulteriore sviluppo dell’odioso cruciverba. Tale impressione non potrebbe essere più sbagliata. Queste filologie complete da lui create si collocano in modo naturale in un sistema mitologico personale. Sfortunatamente molti membri, incluso il segretario, sono stati costretti dalla pressione degli esami ad andarsene prima della discussione, così che non posso scrivere dell’ulteriore approfondimento di questi argomenti sconosciuti che certamente ha avuto luogo».
Questi verbali sono esposti alla mostra C.S. Lewis Words & Worlds fino al 16 settembre 2024 presso l’Old Library del Magdalen College di Oxford. Purtroppo non sappiamo se il saggio presentato da Tolkien al Michaelmas Club sia stato preservato e quanto differisca dal successivo Un Vizio Segreto.
Le parole del Prof. Horobin
È interessante analizzare alcune delle dichiarazioni fatte da Horobin al Telegraph relativamente a questa scoperta; in particolare, sulla possibilità che Lewis e i suoi studenti non esprimessero ammirazione per le invenzioni linguistiche di Tolkien, il professore sostiene: «…penso che l’avrebbe presa molto sul personale. Questo avrebbe potuto rafforzare la sua opinione che esse fossero solo qualcosa di personale. Traeva molto piacere individuale dal suo lavoro e penso che avrebbe continuato a rielaborare le sue lingue. Ma avrebbe potuto non condividerle mai».
“Quest’affermazione, per quanto congetturale, è condivisibile. Lo stesso Tolkien, nella lettera 163 scrive: «Se avessi tenuto conto del mio diletto più che degli stomaci dei potenziali lettori, nel libro ci sarebbe stato molto più elfico».
Horobin afferma inoltre: «…è assolutamente comprensibile che la prima volta che Tolkien scelse di presentare questo saggio profondamente personale fosse di fronte alla persona [N.d.T. Lewis] con cui aveva già iniziato ad aprirsi e a condividere il suo lavoro e il cui incoraggiamento fu determinante per i suoi scritti mitologici».
«Come Tolkien in seguito disse dell’influenza di Lewis sui suoi scritti: ‘Il debito impossibile da ripagare che ho nei suoi confronti non è perché abbia avuto su di me “influenza”, come generalmente la si considera, ma per il puro e semplice incoraggiamento.’ [N.d.T. Lettera 276]».
«La risposta entusiastica che il saggio di Tolkien ricevette, come scritto nel libro dei verbali del Michaelmas Club, dev’essere stata un fattore importante nell’incoraggiarlo a perseverare nel suo lavoro, del cui valore era molto incerto».
L’importanza di C.S. Lewis nel sostenere Tolkien nella sua attività letteraria è indubbia; ciò nonostante sembra quantomeno azzardato affermare che Tolkien non fosse certo del valore del proprio passatempo linguistico. Piuttosto, come si evince da molte sue lettere (come la precedentemente citata 163), sospettava che il suo vizio segreto potesse non interessare ad altre persone.
L’intervento di Tolkien al Michaelmas Club conferma ancora una volta l’importanza del ruolo giocato dai club letterari nella realizzazione di molte sue opere. Numerosi suoi scritti, infatti, furono letti in quei contesti prima di essere pubblicati; basti pensare alla Caduta di Gondolin, letto nel 1920 all’Exeter College’s Essay Club, al Cacciatore di Draghi che, nel 1938, aveva intrattenuto e divertito i membri della Lovelace Society, o allo stesso Signore degli Anelli, i cui capitoli furono letti agli Inklings da Tolkien e dal figlio Christopher durante la stesura del romanzo.
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