Era famigeratamente noto agli appassionati di J.R.R. Tolkien. Era il grande vecchio dietro tutte le versioni cinematografiche delle opere dello scrittore inglese, ma anche di porcate come gli hambuger alla Bilbo e le slot machine di Aragorn. Saul Zaentz, produttore cinematografico, si è spento a San Francisco all’età di 92 anni, per le complicazioni dovute al morbo di Alzheimer, di cui soffriva da tempo. Vincitore per tre premi Oscar (Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo, Amadeus e Il Paziente Inglese) fu un personaggio leggendario e singolare, entrato a pieno diritto nella storia del cinema, a cui i fan della trilogia di Peter Jackson devono sicuramente qualcosa.
Una carriera tra musica e cinema
Nato a Passaic (New Jersey) il 28 febbraio 1921 da immigrati ebrei, Zaentz frequentò da bambino la William B. Cruz Memorial school. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, seguì la sua passione per la musica lavorando per i concerti Jazz at the Philarmonic e per un’etichetta discografica controllata da Norman Granz, attività che portarono Zaetz a gestire tour di musicisti come Duke Ellington e Stan Getz. Nel 1955 si unì alla Fantasy Records, che acquisì, assieme ad alcuni partner, dodici anni dopo. Già in questi anni Saul Zaentz iniziò diatribe legali che segnarono larga parte della sua carriera musicale e cinematografica. Guidato sempre dal suo fiuto per gli affari e dalla passione per la letteratura, Zaentz entrò nel cinema e opzionò i diritti per le trasposizioni di due romanzi: Qualcuno volò sul nido del cuculo (K. Kesey) e Giocando nei campi col signore (P. Matthiessen). Il primo, co-prodotto con Michael Douglas, divenne un successo mondiale e gli valse l’Oscar per Miglior Film. La seconda statuetta arrivò nel 1984 con Amadeus, ancora in coppia con il formidabile regista ceco Miloš Forman. Entrò nella leggenda del cinema mondiale aggiudicandosi oltre all’Oscar per Il Paziente Inglese anche la statuetta dell’Irving Thalberg Award, primo produttore dai tempi Cecil B. DeMille (1952) a ottenere contemporaneamente entrambi i premi.
Le pellicole tolkieniane
Da molto tempo Zaentz cullava il sogno di vedere Il Signore degli Anelli al cinema. Lo realizzò già nel 1978, quando produsse la versione animata diretta da Ralph Bakshi. Il film era sperimentale e aveva molte soluzioni brillanti, ma non fu premiato dal pubblico, così la seconda parte della saga non venne mai realizzata. Nel 1982 il produttore statunitense firmò anche una licenza esclusiva con la Iron Crown Enterprises, cosa che permise la pubblicazione dei giochi di ruolo ispirati al Il Signore degli Anelli. Nel 1997 Zaentz concesse un’opzione sui diritti del capolavoro di
Tolkien alla Miramax, ma lo studio di Hollywood non fu però in grado di realizzare un nuovo lungometraggio. Così, il progetto fu proposto da Peter Jackson alla New Line, che prima accettò un piano per due film dalla saga, poi divenuti una trilogia. Da qui è storia nota: i film di Jackson sono stati un successo planetario e hanno incassato quasi 3 miliardi di dollari in tutto il mondo, diventando uno dei marchi (franchise) di maggior successo della storia del cinema e rilanciando il fantasy nell’olimpo dei generi cinematografici. Meno noto è che Zaentz citò in giudizio per ben due volte la New Line sulle percentuali di profitto del Signore degli Anelli. Zaentz comunque è rimasto sempre produttore dei film, guadagnando un’altissima percentuale sugli incassi dei vari capitoli. La mole di lavoro sui diritti di sfruttamento delle due opere maggiori di Tolkien è talmente ampio, che la Saul Zaentz Company ha creato una divisione separata per gestirle tutte, la Middle-earth Enterprises: in un primo momento si chiamava Tolkien Enterprises, ma fu cambiato dopo le dispute legali con la Tolkien Estate (la società degli eredi dello scrittore inglese). Il vizio per le dispute legali non hanno mai abbandonato la sua società. Nel 2011, con l’uscita imminente dello Hobbit, la Saul Zaetz Company si è scagliata contro molti piccoli esercizi commerciali, anche contro associazioni no profit. Le più famose sono quelle contro una caffetteria londinese, l’Hungry Hobbit cafè, e un pub di Southampton, che aveva «la colpa» di chiamarsi The Hobbit, un nome che il produttore statunitense riteneva essere di sua proprietà. Il caso ha scatenato le ire di molte personalità in Inghilterra, basti citare l’attore Stephen Fry (il Governatore di Pontelagolungo della Desolazione di Smaug) che definì l’azione legale di Zaetz come «inutile bullismo autolesionista».
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LINK ESTERNI:
– Vai al sito della Middle-earth Enterprises, divisione della Saul Zaentz Company
L’Hungry Hobbit c’è anche a Birmingham se nn sbaglio. Ci sono andata a mangiare mentre ero facevo un mio personale tour tolkieniano 🙂